11 aprile 2022 – Notiziario

Scritto da in data Aprile 11, 2022

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  • Afghanistan: UE, gli aiuti dipendono dall’accesso all’istruzione delle ragazze.
  • ONU: 4,5 milioni le persone fuggite dall’Ucraina.
  • Israele e Palestina: uccise due donne dai soldati israeliani.
  • Messico: il presidente sopravvive al referendum per la sua destituzione.
  • Hong Kong: il famoso giornalista Allan Au arrestato con l’accusa di sedizione.
  • Pakistan: il parlamento oggi elegge il nuovo primo ministro.
  • El Salvador: arrestati oltre 9.000 membri di bande in due settimane.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli.

Afghanistan

Gli inviati e i rappresentanti dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e dei paesi europei in una dichiarazione congiunta hanno sottolineato che il tipo e la portata dell’assistenza dei donatori internazionali dipenderà, tra l’altro, «dal diritto e dalla capacità delle ragazze di frequentare un’istruzione uguale a tutti i livelli». L’Emirato Islamico ha risposto che la fornitura di aiuti non dovrebbe diventare uno strumento politico. L’incontro si è svolto a Bruxelles, dove hanno partecipato l’inviato speciale e rappresentanti di Ue, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti. Secondo la dichiarazione anche Deborah Lyons, SRSG per l’Afghanistan, ha partecipato all’incontro, che includeva sessioni tecniche con la Banca Mondiale e l’UNICEF. «Riaffermato che i progressi verso la normalizzazione delle relazioni tra i talebani e la comunità internazionale dipenderanno principalmente dalle azioni dei talebani e dal loro rispetto degli impegni e degli obblighi nei confronti del popolo afghano e della comunità internazionale», si legge nella dichiarazione. I partecipanti hanno anche espresso preoccupazione per la situazione dei diritti umani in Afghanistan, compresi quelli delle minoranze e dei gruppi etnici e religiosi. «Se i talebani stanno valutando la governance, dovrebbero riaprire le scuole per ragazze e ragazzi. Lo sviluppo della società dipende dallo sviluppo di uomini e donne», ha affermato Anisa Basheeri, attivista per i diritti delle donne. L’Emirato Islamico ha invitato la comunità internazionale a non politicizzare l’assistenza umanitaria all’Afghanistan. Le scuole per ragazze delle classi 7-12 sono chiuse da più di 200 giorni. E nel frattempo, alcune insegnanti donne hanno affermato di non aver ricevuto lo stipendio e di vivere nell’incertezza.

Human Rights Watch ha espresso preoccupazione per il destino delle manifestanti che potrebbero essere trattenute dall’Emirato Islamico, nella provincia centrale di Bamiyan. «Siamo molto preoccupati nell’apprendere che alcune delle donne coinvolte in un incontro a Bamiyan potrebbero essere detenute dai talebani. Questo ovviamente ricorda a tutti l’incidente di mesi fa, quando i talebani hanno arrestato le donne manifestanti e negato che fossero in custodia tenendole in condizioni abusive per diverse settimane», ha affermato Heather Barr, direttrice associata della divisione per i diritti delle donne presso Human Rights Watch. Sarebbero più di 10 le manifestanti detenute a Bamiyan. Secondo i media, le studentesse erano state invitate dall’Emirato Islamico a un incontro per discutere della riapertura delle scuole oltre il sesto anno, ma l’incontro si è poi concentrato sui beni congelati dell’Afghanistan, il che ha suscitato una forte reazione da parte delle partecipanti. Alcune attiviste per i diritti delle donne a Bamiyan hanno affermato che le manifestanti sono state arrestate dopo aver protestato contro il raduno. Un video sui social mostra donne e ragazze che strappano striscioni sul palco.

Ucraina – Russia

Oltre che nelle principali città del sud e dell’est dell’Ucraina, intorno alle 4:30 locali le sirene che segnalano possibili attacchi aerei hanno cominciato a suonare su quasi tutto il territorio ucraino.

«Ci sarà un’offensiva. Non solo su Mariupol, ma anche su altri luoghi, città e villaggi», ha detto in un video pubblicato su Telegram Ramzan Kadyrov, capo della repubblica russa della Cecenia e comandante delle milizie cecene impegnate nella guerra in Ucraina.

«Abbiamo bisogno di armi. Ho il 100% della fiducia nelle forze armate ucraine ma non ho fiducia sul fatto che riceveremo quello di cui abbiamo bisogno proprio ora che si apre una nuova fase della guerra». Lo ha affermato il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, a “60 Minutes”, sottolineano che l’altra cosa di cui il suo paese ha bisogno sono le sanzioni.

Le forze russe che hanno occupato la centrale nucleare di Chernobyl hanno rubato 133 sostanze radioattive dai laboratori di ricerca, che potrebbero potenzialmente ucciderli. Lo afferma l’Agenzia statale ucraina per la gestione della zona di esclusione su Facebook, citata da Bbc.

Oleg Orlov, importante attivista russo per i diritti umani, è stato arrestato dopo aver organizzato una protesta personale nella Piazza Rossa di Mosca contro l’invasione russa dell’Ucraina. I membri del Memorial, un’organizzazione per i diritti umani ora bandita e di cui Orlov è stato leader, hanno condiviso un video di lui, domenica, con in mano uno striscione prima di essere portato via dalla polizia.

La Nato è nel pieno di una “trasformazione fondamentale” e sta pianificando un massiccio potenziamento militare lungo i confini russi. Il segretario generale Jens Stoltenberg ha affermato che la Nato subirà un importante “reset” e prevede di mettere truppe sufficienti negli stati che confinano con la Russia per respingere un’eventuale invasione. L’alleanza ha attualmente 40.000 soldati negli stati membri orientali. La Nato considera le sue forze nell’Europa Orientale un deterrente contro la Russia, ma insufficiente per fermare effettivamente forze in arrivo. La politica del tripwire confida che Mosca non sarebbe disposta a uccidere soldati americani e provocare una guerra più ampia. Stoltenberg non ha detto quante truppe saranno necessarie, in stati come la Lettonia e l’Estonia, per combattere un’invasione russa. L’alleanza ha recentemente annunciato la creazione di quattro nuovi gruppi tattici di circa 1.500 soldati ciascuno da schierare negli stati dell’Europa Orientale. La Nato avrà un gruppo tattico che si estende dal Mar Baltico al Mar Nero. La Russia, dal canto suo, ha chiesto il ritiro delle forze Nato dall’Europa Orientale nella proposta di sicurezza di dicembre. Dagli anni Novanta, la Nato ha ampliato e spostato le forze negli ex stati sovietici. Mosca ha costantemente affermato che l’espansione verso est dell’alleanza rappresenta una minaccia, ed è parte del motivo per cui il presidente Vladimir Putin ha scelto di lanciare una “operazione militare speciale” in Ucraina.

Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, più di 4,5 milioni di rifugiati ucraini sono fuggiti dal loro paese, dall’inizio dell’invasione russa il 24 febbraio. L’UNHCR ha detto che domenica c’erano 4.503.954 rifugiati ucraini, circa 62.291 in più rispetto al giorno precedente. L’Europa non vedeva una tale ondata di profughi dalla Seconda Guerra Mondiale. Il 90% di coloro che sono fuggiti dall’Ucraina sono donne e bambini, poiché le autorità ucraine non consentono agli uomini in età militare di andarsene. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) delle Nazioni Unite, anche circa 210.000 non ucraini sono fuggiti dal paese, incontrando talvolta difficoltà a tornare nei loro paesi d’origine.

Israele e Palestina

  • Una donna palestinese accoltella un soldato e viene uccisa.
  • Una seconda donna palestinese uccisa a colpi di arma da fuoco in un incidente separato.
  • Israele organizza raid nella città di Jenin, in Cisgiordania,

Le forze israeliane hanno ucciso due donne palestinesi, domenica, dopo che una è corsa verso le truppe e l’altra ha accoltellato un soldato in incidenti separati in Cisgiordania, hanno riferito agenti  della sicurezza israeliana. Ghad al-Sabbatin, 40 anni, è stata colpita a morte ieri dal fuoco di militari israeliani a un posto di blocco all’ingresso del villaggio di Hussan, presso Betlemme. La donna era disarmata, è stato precisato. Secondo il portavoce militare israeliano, in precedenza la donna si era avvicinata ai soldati in modo minaccioso e aveva ignorato i loro spari di avvertimento in aria. «Di conseguenza le hanno sparato alla parte inferiore del corpo», ha detto il portavoce, secondo il quale è stata avviata un’indagine. L’esercito israeliano ha dichiarato che le truppe hanno anche sparato a un palestinese che lanciava bombe a benzina contro un veicolo israeliano. Lo spargimento di sangue, che ha coinciso con l’inizio del mese sacro musulmano del Ramadan, e la violenza israelo-palestinese esplosa in passato, lo scorso maggio, è sfociata in una guerra di undici giorni tra i militanti di Gaza e Israele.

Egitto

Un economista egiziano, scomparso da febbraio, è morto sotto la custodia del governo. Ayman Muhammad Ali Hadhoud è morto nei giorni scorsi in «circostanze misteriose», ha riferito la Rete egiziana per i diritti umani citando i membri della sua famiglia. Hadhoud, uno dei fondatori del Partito liberale per la riforma e lo sviluppo dell’Egitto, è scomparso il 5 febbraio. I funzionari hanno informato la famiglia della sua morte sabato, ma non hanno fornito ulteriori dettagli. La famiglia non è stata in grado di confermare il suo arresto per giorni, dopo che era stato preso in custodia dalla polizia ad Amiriya, un sobborgo de Il Cairo dove risiedeva Hadhoud, secondo suo fratello Omar Hadhoud. «Dopo due giorni, un agente di polizia dei servizi di sicurezza nazionale è venuto da noi e ci ha detto che Ayman (era) detenuto da loro»,  ha detto Omar all’Organizzazione araba per i diritti umani nel Regno Unito.

La famiglia è stata quindi informata che ad Ayman era stata diagnosticata la schizofrenia e che doveva essere ricoverato in ospedale, per osservazione, in una struttura di salute mentale ad Abbasiya per 45 giorni. Omar e la sua famiglia hanno negato che Ayman avesse mai sofferto di problemi di salute mentale. Hanno riferito che gli è stata rifiutata la visita dall’ospedale, che avrebbe detto loro che avevano bisogno di un permesso speciale da parte dell’ufficio del pubblico ministero. Richiedendo il permesso, la famiglia ha dichiarato che l’ufficio del pubblico ministero ha detto loro di non avere registrazioni del suo arresto o del suo caso da nessuna parte. «Ala fine del periodo di 45 giorni, siamo andati di nuovo ai servizi di sicurezza nazionale e ci è stato detto che avevano un caso nel complesso dell’accusa di Zainhum, e abbiamo chiesto a tutti i pubblici ministeri lì, ma non lo abbiamo trovato», ha detto Omar in un’intervista pubblicata sabato. Ayman ha lavorato come consulente economico nel Partito per la riforma e lo sviluppo ed è stato nominato alle elezioni parlamentari del 2010. Si ritiene che sia stato uno degli almeno 60.000 prigionieri politici che si stima siano stati incarcerati da quando il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi ha preso il potere con un colpo di Stato nel 2013.

Tunisia

Oltre un migliaio di persone ha raccolto ieri l’appello del partito islamico Ennhadha e del collettivo “Cittadini contro il colpo di Stato” per celebrare davanti al Teatro comunale di Tunisi, sulla centrale Avenue Bourguiba, la Giornata dei Martiri, ma soprattutto per protestare contro le misure decise dal presidente Kais Saied, definite un colpo di Stato, contro lo scioglimento del Parlamento e per difendere la democrazia e la Costituzione.

Polisario

Il movimento indipendentista del Polisario ha annunciato ieri una “interruzione” dei contatti con il governo spagnolo, per protestare contro la svolta adottata da Madrid nel territorio conteso del Sahara Occidentale. La rottura durerà fino a quando Madrid «si conformerà alle decisioni di legalità internazionale, che riconoscono il diritto del popolo sahrawi all’autodeterminazione e al rispetto dei confini del proprio paese, come riconosciuto a livello internazionale». La Spagna il 18 marzo ha dichiarato di aver accettato di riconoscere pubblicamente il piano di autonomia di Rabat per il territorio, ponendo fine a una condizione di neutralità decennale. Accettando la richiesta marocchina da lunga data, la Spagna ha cercato di porre fine a una controversia scoppiata nell’aprile 2021, quando ha consentito al leader dell’indipendenza del Sahara Occidentale, Brahim Ghali, di essere curato per Covid-19 in un ospedale spagnolo.

Gambia

Il partito del presidente del Gambia Adama Barrow ha ottenuto una vittoria di misura alle elezioni legislative, ma non è riuscito a garantire la maggioranza necessaria per governare il paese da solo. Il Partito popolare nazionale di Barrow ha ottenuto 19 dei 53 seggi parlamentari contestati, ribaltando la maggioranza della principale opposizione, il Partito Democratico Unito (UDP), secondo i risultati pubblicati domenica dalla Commissione elettorale indipendente del Gambia. Il presidente può designare gli altri cinque membri del parlamento, compreso il suo presidente, che nei prossimi giorni saranno scelti dal suo partito. Tuttavia, il partito di Barrow non ha la maggioranza assoluta dei 58 seggi nella camera.

Nigeria

Il ministero dell’Energia ha dichiarato che un’interruzione si è verificata durante la notte. Non ha fornito alcuna stima di quando la rete, che serve circa 117 milioni di persone, tornerà in funzione. Il ministero ha affermato in un comunicato che «è in corso un’indagine dettagliata sulle cause immediate e remote del ricorrente guasto alla rete», così come il processo di ripristino dell’approvvigionamento.

Francia

Si è votato ieri dalle otto, in Francia, per il primo turno delle elezioni presidenziali. Alle urne circa 48,7 milioni di elettori per scegliere tra i 12 candidati alla presidenza della Repubblica, tra cui l’uscente Emmanuel Macron e la candidata di estrema destra Marine Le Pen. A fine serata Emmanuel Macron aveva fatto il pieno dei voti, il 4% in più rispetto a quando fu eletto nel 2017, e ha tenuto a distanza lo spauracchio Marine Le Pen. Ma siamo ancora al primo turno e tutto può tornare in discussione fra 15 giorni, quando i due si sfideranno al ballottaggio.

Messico

Grazie alla bassa affluenza, il presidente Obrador è “sopravvissuto” alla sua destituzione. Più del 90% di quanti hanno votato si sono espressi per la sua conferma. Ieri il Messico ha votato nel referendum revocatorio del mandato del presidente della Repubblica, organizzato dall’Istituto nazionale elettorale (Ine). Quasi 93 milioni gli aventi diritto che hanno ricevuto, in circa 57.000 seggi aperti in tutto il paese, una scheda per rispondere alla domanda: «Siete d’accordo sul fatto che Andrés Manuel López Obrador, presidente degli Stati Uniti del Messico, abbia il suo mandato revocato per perdita di fiducia, o continui a esercitare la presidenza della Repubblica fino alla scadenza del suo mandato?» Affinché un eventuale sì per la revoca fosse valido, doveva essere suffragato dalla partecipazione al referendum di almeno il 40% degli aventi diritto, sebbene López Obrador abbia detto che qualunque fosse stato il tasso di partecipazione, se avesse prevalso il sì si sarebbe dimesso. Il presidente 68enne, eletto nel 2018 per un mandato di sei anni, ha ottenuto una maggioranza di circa il 90,3-91,9% a favore della sua permanenza in carica fino al 2024, secondo un conteggio preliminare di domenica dell’Istituto elettorale nazionale. Il tasso di affluenza alle urne è stato compreso tra il 17 e il 18,2%, il che significa che anche se Lopez Obrador avesse perso, il risultato non sarebbe stato legalmente vincolante. I sostenitori del referendum, il primo del genere in Messico, hanno affermato che si trattava di un modo per aumentare la responsabilità democratica, offrendo agli elettori l’opportunità di rimuovere il presidente a causa della perdita di fiducia.

El Salvador

Il presidente Nayib Bukele ha affermato che «la guerra contro le bande continuerà», un mese dopo aver invocato poteri di emergenza per sospendere alcuni diritti costituzionali nella repressione delle bande impegnate nel traffico di droga e nell’estorsione. Le autorità in El Salvador hanno arrestato più di 9.000 sospetti membri di bande negli ultimi 15 giorni, ha annunciato il presidente Nayib Bukele, dopo un picco di omicidi. Da parte sua, la Polizia Civile Nazionale (PNC) ha riferito su Twitter che sabato sono stati catturati «507 terroristi».

Dal 25 al 27 marzo, in El Salvador 87 persone sono state uccise in un’ondata di violenza che ha spinto la polizia e i militari ad avviare arresti di massa. Il 27 marzo il Congresso filogovernativo ha approvato lo stato di emergenza che prevede copertura legale per gli arresti senza mandato. Inoltre lo stesso Congresso ha approvato, su richiesta di Bukele, le riforme per aumentare la pena massima per l’appartenenza a bande da 9 a 45 anni di reclusione e per punire la diffusione dei messaggi delle bande sui media fino a 15 anni di reclusione. Le bande Mara Salvatrucha (MS-13) e Barrio 18, tra le altre, contano circa 70.000 membri. A marzo, 16.000 di loro erano in prigione. El Salvador ha chiuso il 2021 con 1.147 omicidi – 18 ogni 100.000 abitanti – mentre nel 2020 ha registrato 1.341 morti violente.

Pakistan

Il leader della Lega musulmana pakistana (Pml-N) Shehbaz Sharif è destinato a diventare il nuovo uomo forte del paese, dopo la caduta del primo ministro Imran Khan destituito nella notte fra sabato e domenica dall’Assemblea nazionale del Pakistan, primo capo di governo nella storia del paese a essere rovesciato con un voto di sfiducia. La partenza di Khan apre la strada alla formazione di un’improbabile alleanza parlamentare che dovrebbe, da lunedì, nominare Shehbaz Sharif alla guida del paese che conta 220 milioni di abitanti e che possiede armi nucleari. In Pakistan si terrà oggi la sessione dell’Assemblea nazionale per l’elezione del nuovo premier. Il presidente della Pml-N Shehbaz Sharif ha presentato i suoi documenti di nomina per la carica di Primo Ministro nell’Assemblea nazionale. Anche il ministro degli Esteri Shah Mahmood Qureshi, del partito pakistano Tehreek-e-Insaf, ha presentato documenti come candidato a primo ministro.
Intanto i membri del Pakistan Tehreek-e-Insaf (Pti) domenica hanno organizzato manifestazioni in diverse città del Pakistan per protestare contro la cacciata dell’ex primo ministro e presidente del partito Imran Khan.

India

Sei  operai sono rimasti uccisi in un’esplosione avvenuta in una fabbrica chimica nel distretto di Bharuch, nello stato occidentale indiano del Gujarat: ha riferito oggi la polizia locale.

Hong Kong

Un giornalista veterano di Hong Kong è stato arrestato dalla polizia di sicurezza nazionale con l’accusa di aver cospirato per pubblicare “materiale sedizioso”, hanno affermato una fonte della polizia e alcuni media locali, nell’ultimo colpo contro la libertà di stampa. Allan Au, giornalista e docente di giornalismo di 54 anni, è stato arrestato lunedì, in un raid all’alba, dall’unità della polizia di sicurezza nazionale di Hong Kong, secondo quanto riferito da diversi media locali. La polizia non ha ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale. Au era un ex editorialista di Stand News, piattaforma di notizie online che è stata chiusa lo scorso dicembre dopo che le autorità ne hanno congelato i beni utilizzando la legge sulla sicurezza nazionale. Altri due dipendenti senior di Stand News sono già stati accusati di sedizione.

Le autorità di Hong Kong hanno sequestrato circa 700 chili di metanfetamina arrivati dal Messico: si tratta del più grande carico di questa sostanza mai trovato nella storia dell’ex colonia. La metanfetamina era nascosta in due spedizioni di attrezzature industriali arrivate a Hong Kong via aerea e marittima: lo ha reso noto Lee Kam-wing, capo dell’ufficio investigativo sugli stupefacenti del dipartimento doganale. La metanfetamina è la seconda droga più popolare a Hong Kong: dall’inizio dell’anno le autorità ne hanno sequestrati 814 kg, un aumento di oltre 11 volte rispetto ai 71 kg sequestrati nel primo trimestre dell’anno scorso.

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