12 settembre 2023 – Notiziario in genere

Scritto da in data Settembre 12, 2023

Kenya, le attiviste per il clima contro la Dichiarazione di Nairobi. Europa, Sex work e diritti. Spagna, Luis Rubiales alla fine si è dimesso.

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Kenya

Sulla via per Machakos, Machakos County, Kenya | Angela Gennaro

Le attiviste per il clima respingono la Dichiarazione di Nairobi e definiscono il suo contenuto come un compendio di “false soluzioni”. Le leadership africane hanno proposto mercoledì scorso, il 6 settembre, la creazione di una tassa globale e la riforma delle istituzioni finanziarie internazionali per supportare economicamente l’azione contro il cambiamento climatico nella dichiarazione conclusiva dell’Africa Climate Summit che si è appena concluso a Nairobi. La dichiarazione rappresenterà la base della posizione negoziale dei paesi africani alla COP28 di novembre. La tre giorni del Vertice sul clima in Kenya è stata dominata da discussioni su come mobilitare i finanziamenti per combattere le conseguenze delle condizioni climatiche sempre più estreme, conservare le risorse naturali e sviluppare le energie rinnovabili. Nonostante soffra di alcune delle peggiori conseguenze del cambiamento climatico, secondo molti studi l’Africa riceve solo il 12% dei circa 300 miliardi di dollari di finanziamenti annuali di cui avrebbe bisogno per far fronte alla situazione. L’integrazione della dimensione di genere nelle azioni per il clima è un principio radicato nella Conferenza delle Parti (COP28) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Per le attiviste per il clima kenyane, il summit avrebbe rappresentato anche un buon inizio, ma l’agenda non è stata decisa dall’Africa, quanto da “influenze esterne”. Nè il ruolo delle voci e delle leadership femminili è stato tenuto in dovuto conto, si spiega. L’articolo su Nation.

Europa

Sally T. Buck/Flickr | The March Begins. Red Umbrella March for Sex Work Solidarity. Saturday, June 11, 2016, Vancouver, BC, Canada

La Corte europea dei diritti umani ha accolto un caso presentato dalle lavoratrici del sesso contro la criminalizzazione del loro lavoro, in un momento critico per i diritti delle lavoratrici del sesso in Europa. Lo leggiamo sul sito di Human Rights Watch. Il 31 agosto 2023, la maggioranza della corte ha dichiarato ammissibile un caso intentato da 261 migranti, queer e lavoratrici del sesso contro il governo francese relativo alla sua legge del 2016 che criminalizza l’acquisto di sesso. Dopo aver stabilito che le lavoratrici del sesso possono essere considerate vittime ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione europea dei diritti umani, la corte, che fa parte del Consiglio d’Europa, esaminerà ora e si pronuncerà nel merito del caso. La decisione è arrivata il giorno dopo che una mozione per criminalizzare l’acquisto di sesso in tutti gli Stati dell’Unione Europea è stata presentata per un voto in plenaria al Parlamento europeo.

“Ricerche credibili mostrano costantemente che la criminalizzazione aumenta gli attacchi fisici, la violenza sessuale e gli abusi da parte della polizia nei confronti di persone che vendono sesso”, spiega Erin Kilbride, ricercatrice sui diritti delle donne e sui diritti LGBT di Human Rights Watch. “Il riconoscimento da parte della Corte delle lavoratrici del sesso come legittime ricorrenti è un passo importante verso la protezione dei loro diritti, mentre la proposta del Parlamento europeo richiede leggi che hanno dimostrato di mettere in pericolo le donne e altri gruppi emarginati”.

La criminalizzazione

Parlamento europeo, emiciclo di Strasburgo | Wikipedia Commons

La bozza finale della relazione del Parlamento sulla regolamentazione della prostituzione nell’UE: le sue implicazioni transfrontaliere e il suo impatto sull’uguaglianza di genere e i diritti delle donne, 2022/2139(INI) è stata approvata dalla commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere a giugno e inviata al Parlamento per il voto del 30 agosto.

Il rapporto lancia ripetuti appelli a punire i clienti, incluso il fatto che sia un reato in tutti i paesi dell’UE sollecitare, accettare o ottenere un atto sessuale da una persona in cambio di una remunerazione. L’impatto sui diritti umani della criminalizzazione a livello europeo sarebbe disastroso per le donne, le persone queer, i migranti e altri gruppi emarginati.

Diverse agenzie delle Nazioni Unite si oppongono alla criminalizzazione: tra le altre il Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS (UNAIDS), l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) e il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP). Anche le organizzazioni della società civile, tra cui Human Rights Watch, Amnesty International e la International Planned Parenthood Foundation, si oppongono alla criminalizzazione.

A giugno, la rivista sanitaria The Lancet ha invitato il Parlamento europeo a respingere il rapporto, definendolo “fuorviante” e incoraggiando invece l’UE a seguire l’esempio delle organizzazioni della società civile delle lavoratrici del sesso come l’Alleanza europea per i diritti delle lavoratrici del sesso.

La ricerca in tutta Europa dimostra costantemente che il modello nordico – che criminalizza l’acquisto di sesso – spinge il lavoro sessuale a diventare ancora più clandestino, aumenta la violenza da parte della polizia e dei clienti, criminalizza le donne che lavorano insieme per la sicurezza e crea più barriere all’accesso ai loro diritti alla salute, all’alloggio e alla giustizia.

Una ricerca di Médecins du Monde ha rilevato che l’introduzione del modello nordico in Francia nel 2016 ha creato il timore di essere arrestati tra i clienti, cosa che ha costretto le prostitute di strada a spostarsi in luoghi appartati e pericolosi. Ciò ha portato a un picco di femminicidi di lavoratrici del sesso, con 10 lavoratrici del sesso uccise in Francia in soli sei mesi nel 2019.

La coalizione di 261 prostitute e le realtà a loro alleate spiegano che la legge le sottopone a violenza e discriminazione. Hanno esaurito tutte le vie legali nazionali in Francia prima di portare il caso alla Corte europea dei diritti umani nel dicembre 2019. La corte ha respinto un’eccezione preliminare contro ammissibilità da parte del governo francese e ha ritenuto il caso ammissibile. La Corte, secondo i dati che diffonde, “respinge circa il 90% di tutte le domande ricevute”.

Gli effetti

Bosc d’Anjou/Flickr | Flemish brothel ca. 1540

Una ricerca commissionata dal Dipartimento di Giustizia dell’Irlanda del Nord non ha trovato “nessuna prova” che quando l’Irlanda del Nord ha criminalizzato l’acquisto di sesso nel 2015, questo cambiamento ha ridotto la domanda di servizi sessuali. Dopo i primi due anni dall’adozione del modello nordico da parte dell’Irlanda, nel 2017 UglyMugs.ie, un’organizzazione di prostitute, ha riscontrato un picco del 92% nelle denunce di crimini violenti contro le prostitute. Un rapporto finanziato dal Dipartimento di Giustizia irlandese ha rilevato che la criminalizzazione “emargina drasticamente” una popolazione a rischio e che il 20% delle lavoratrici del sesso intervistate sono state sfruttate sessualmente dalla polizia.

Un rapporto del 2021 di Front Line Defenders, la fondazione internazionale per la protezione dei difensori e delle difensore dei diritti umani, ha rilevato che le leggi anti-prostituzione mettono in pericolo e minano anche il lavoro di chi appunto difende i diritti umani e svolge attività anti-tratta salvavita. Tali leggi rendono pericoloso o illegale per gli attivisti e le attiviste organizzarsi online, condurre attività di sensibilizzazione sulla salute e sui diritti umani nei bordelli e contattare le vittime, per paura di essere arrestati e accusati di sfruttamento della prostituzione, gestione di bordelli, traffico di esseri umani o prostituzione.

Lo stesso rapporto ha rilevato che le leggi anti-prostituzione rendono più probabile che i proprietari di locali neghino che il lavoro sessuale avvenga nel loro locale, limitando l’accesso per i fornitori di servizi e spingendo risorse sanitarie e per i diritti umani sempre più fuori portata sia per le prostitute che per le vittime della tratta di esseri umani.

Nonostante questa abbondanza di prove e i passi verso la giustizia compiuti dalla Corte, il rapporto del Parlamento europeo invita tutti gli Stati dell’UE ad attuare esattamente il tipo di legislazione che ha dimostrato di aumentare la violenza e gli abusi.

“La decisione della Corte Europea dei Diritti Umani di ammettere il caso delle lavoratrici del sesso contro la criminalizzazione arriva in un momento critico in Europa”, spiega Kilbride. “Il Parlamento europeo avrà presto l’opportunità di votare contro il rapporto e dichiarare in modo visibile il sostegno a una politica dell’Ue rispettosa dei diritti e basata sui dati”.

Spagna

Flickr/deportebalear/ RFEF | Luis Rubiales

Luis Rubiales, presidente della Federcalcio spagnola al centro di polemiche per il bacio non consensuale alla calciatrice Jennifer Hermoso, tra le vincitrici della Coppa del Mondo femminile, alla fine si è dimesso. Dicendo che “insistere per rimanere” non porterebbe a nulla. Rubiales ha annunciato le sue dimissioni domenica in un comunicato in cui affermava che la sua posizione era diventata insostenibile, con la Federcalcio spagnola (RFEF) che ha successivamente confermato di aver inviato una lettera di dimissioni al presidente ad interim Pedro Rocha.

La scorsa settimana un pubblico ministero spagnolo ha presentato una denuncia all’Alta Corte contro Rubiales per violenza sessuale e coercizione a causa del bacio sulle labbra a Jenni Hermoso. Rubiales era stato anche sospeso per tre mesi da tutte le attività calcistiche dalla FIFA, in attesa di un’indagine da parte dell’organo di governo mondiale del calcio sulle sue azioni dopo la vittoria della Coppa del Mondo della Spagna a Sydney il 20 agosto. “Dopo la rapida sospensione effettuata dalla FIFA, oltre al resto del procedimento aperto contro di me, è chiaro che non potrò tornare al mio posto”, ha detto Rubiales nella sua dichiarazione. “Insistere nell’attesa e nell’aggrapparsi… non porterà a nulla di positivo, né alla Federazione né al calcio spagnolo. Tra l’altro perché ci sono poteri di fatto che impediranno il mio ritorno”, ha aggiunto.

Rubiales, 46 anni, come ricorda Reuters è un ex giocatore e capo del principale sindacato calciatori spagnolo, che dirige la federazione dal 2018. Ha detto di essersi dimesso anche dalla carica di vicepresidente dell’organismo calcistico europeo UEFA. Rubiales ha insistito sul fatto che il bacio fosse consensuale (versione smentita dalla diretta interessata) ma il caso ha suscitato indignazione tra giocatrici e giocatori e nella società spagnola in generale. Lui comunque ha continuato a difendere la sua versione dei fatti. “Ho fiducia nella verità e farò tutto ciò che è in mio potere per farla prevalere”, ha detto.

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