13 marzo 2021 – Notiziario Africa
Scritto da Giusy Baioni in data Marzo 13, 2021
Ascolta il podcast
- Nigeria: studenti rapiti di nuovo nello stato di Kaduna (in copertina).
- Senegal: l’M2D sospende tutte le manifestazioni di protesta.
- Mauritania: l’ex presidente incriminato per corruzione.
- Sudan: graziato il leader delle milizie Janjaweed.
- Sudafrica: morto il re zulu.
Questo e molto altro nel notiziario Africa di Radio Bullets, a cura di Giusy Baioni. Musiche di Walter Sguazzin
Nigeria
Uomini armati hanno rapito dozzine di studenti di un college nello stato di Kaduna, nella Nigeria settentrionale. Gli aggressori hanno preso d’assalto l’istituto nella città di Mando durante la notte fra giovedì e venerdì. Le autorità statali affermano che 180 persone, fra studenti e personale, sono stati salvati dall’esercito nigeriano nelle prime ore di ieri, ma circa 30 studenti rimangono dispersi.
Non è ancora chiaro chi ci sia dietro l’ennesimo raid al Federal College of Forestry Mechanization, che si trova vicino a un’accademia di addestramento militare.
Sono circa 800 gli studenti che sono stati sequestrati da dicembre a oggi in diversi raid nelle scuole nel nord della Nigeria. Sono stati tutti rilasciati dopo aver negoziato con gli uomini armati. Questo è però il primo attacco a un college alla periferia di una grande città, mentre la maggior parte dei precedenti rapimenti da scuole è avvenuta in aree remote.
Secondo la BBC, l’attacco così vicino a un sito militare è motivo di forte imbarazzo per le autorità nigeriane. Sia il governo federale che il governo dello stato di Kaduna affermano di essere contrari ai negoziati con le bande armate, molte delle quali traggono profitto dal pagamento del riscatto.
Un recente rapporto pubblicato dalle autorità statali di Kaduna ha affermato che quasi 3.000 persone nello stato sono state uccise o rapite da bande criminali l’anno scorso.
Senegal
Il Movimento per la Difesa della Democrazia ha deciso di sospendere la chiamata a manifestare pacificamente, dopo uno scambio con l’inviato del Califfo Generale della confraternita Murid.
In un comunicato, l’M2D segnala di aver «accettato la richiesta di rinvio» formulata dall’influente leader religioso Serigne Mountakha Mbacké. In cambio, l’M2D indica di aver trasmesso al califfo un memorandum di dieci richieste, in particolare «il rilascio immediato e incondizionato dei prigionieri politici incarcerati» e la «fine della persecuzione degli oppositori, anche attraverso intercettazioni telefoniche e spionaggio».
Riguardo a Ousmane Sonko, il cui arresto è stato il fattore scatenante delle proteste, l’M2D chiede la fine immediata «del complotto politico-giudiziario fomentato contro di lui» e l’impegno «a non muovere più la minima accusa» nei suoi confronti.
L’M2D chiede anche al capo dello Stato che si impegni pubblicamente a tenere elezioni locali nel 2021, parlamentari nel 2022 e presidenziali nel 2024 in modo libero e democratico, nonché di «riconoscere pubblicamente l’impossibilità morale e costituzionale» a correre per un terzo mandato.
Tali decisioni giungono al termine di un venerdì di lutto in Senegal, in memoria delle vittime degli scontri della scorsa settimana.
Mauritania
L’ex presidente Mohamed Ould Abdel Aziz e una dozzina di altre persone sono stati incriminati per corruzione. In attesa del processo, gli imputati restano liberi, ma sotto controllo giudiziario. Oltre all’ex presidente Mohamed Ould Abdel Aziz, sotto accusa ci sono uno dei suoi generi, due ex primi ministri e diversi ex ministri e uomini d’affari.
Il pubblico ministero Ahmed Abdallah Moustapha accusa l’ex presidente e alcuni suoi ex collaboratori di riciclaggio di denaro, appropriazione indebita e sperpero di beni pubblici, nonché di partecipazione a una serie di crimini che hanno provocato un danno economico allo stato mauritano: appropriazione indebita dei beni della comunità nazionale, corruzione, percezione di indebiti vantaggi e ostacoli al funzionamento della giustizia.
Secondo gli avvocati difensori dell’ex presidente, il loro cliente verrà scagionato per mancanza di prove.
L’incriminazione giunge dopo che, un anno fa, era stata costituita una commissione parlamentare d’inchiesta sui sospetti di corruzione e appropriazione indebita di fondi pubblici durante gli anni di potere dell’ex presidente, in particolare per la gestione delle entrate petrolifere, la vendita di domini dello Stato e l’attività di una compagnia di pesca cinese.
Mohamed Ould Abdel Aziz ha scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti. È libero, sotto sorveglianza, ma senza passaporto e con il divieto di lasciare la capitale Nouakchott. Secondo l’accusa, aziende, edifici, denaro sono stati congelati o sequestrati per quasi un miliardo di euro nella solo in Mauritania”.
Sudan
Musa Hilal, il leader del famigerata milizia Janjaweed, accusata di atrocità in Darfur, è stato rilasciato dopo aver ricevuto la grazia, concessagli dal Consiglio Sovrano, l’istituzione che sovrintende alla transizione in Sudan.
Musa Hilal resta sotto le sanzioni dell’Onu, sospettato di avere pesanti responsabilità per i crimini commessi in Darfur sotto il vecchio regime. Nel gennaio 2008, il governo lo aveva nominato capo consigliere del ministro degli Affari federali, posizione che gli aveva permesso di coordinare i leader regionali, le tribù arabe e il reclutamento di uomini armati, i famigerati Janjaweed, miliziani utilizzati dalla dittatura e accusati di crimini di guerra e genocidio in Darfur. Arrestato nel 2017, non ha mai riconosciuto di essere il loro capo. Tuttavia, le Nazioni Unite lo hanno sanzionato con il congelamento dei beni e un divieto di viaggio nel 2006.
A gennaio, alcuni suoi sostenitori hanno di nuovo impugnato le armi in Darfur.
Repubblica Popolare del Congo
Un attivista per i diritti umani è stato arrestato giovedì a Brazzaville, dieci giorni prima delle elezioni presidenziali nella Repubblica Popolare del Congo. Alexandre Ibacka Dzabana, 77 anni, coordinatore della piattaforma congolese delle ONG per i diritti umani è accusato di “voler destabilizzare il processo elettorale” e per questo è stato arrestato giovedì da agenti della sicurezza in borghese.
Procedura non regolare che fa dire ai suoi familiari e sostenitori che si sia trattato di un vero e proprio rapimento. Ibacka Dzabana è stato identificato dal suo avvocato nei locali del Centro centrale di intelligence e documentazione, ma secondo le ong “al suo avvocato non è stato permesso di parlare con lui”.
Le elezioni presidenziali sono previste per il 21 marzo. Sette candidati fanno campagna elettorale da una settimana, tra cui il presidente uscente Denis Sassou Nguesso, 77 anni, di cui 36 cumulativi a capo del paese, in corsa per un quarto mandato.
Le Ong chiedono anche il rilascio del giornalista Raymond Malonga, direttore di un settimanale satirico indipendente, molto critico nei confronti del governo, arrestato all’inizio di febbraio per “diffamazione”.
Repubblica Democratica del Congo
Il procuratore generale presso la Corte d’appello di Kinshasa-Gombe ha emesso un mandato di cattura e un avviso di perquisizione contro Kalev Mutond, ex amministratore generale dell’Agenzia nazionale di intelligence (ANR), dopo che quest’ultimo si è rifiutato di comparire davanti all’accusa dopo diverse convocazioni. L’ex super-poliziotto è l’obiettivo di circa 10 denunce presentate da ex detenuti dell’intelligence.
Kalev Mutond aveva chiesto e ottenuto il cambio del magistrato che esaminava i fascicoli che lo riguardavano. Ma non era servito. Mutond, sottoposto anche a sanzioni dagli Stati Uniti, risulta ora irreperibile.
L’ex capo dell’intelligence congolese è sospettato di arresti arbitrari, torture fisiche e morali, trattamenti disumani e degradanti e tentato omicidio.
Sudafrica
È morto all’età di 72 anni dopo una lunga degenza in ospedale Goodwill Zwelithini, re Zulu dal 1971. Era il monarca più influente del Sudafrica: un re senza potere, ma con una riconosciuta autorità morale per 12 milioni di sudafricani.
La sua parola contava. Re Goodwill Zwelithini non la risparmiava, sia in positivo – come quando aveva invitato i sudafricani a dichiarare guerra allo stupro, una piaga sociale – sia in negativo – come quando aveva invitato gli stranieri a fare le valigie durante le rivolte xenofobe nel 2015.
https://twitter.com/CyrilRamaphosa/status/1370280300601823234
Zwelithini era un re controverso, come i riti che reintrodusse: la circoncisione tra i ragazzi e la danza delle canne, un test di verginità e una cerimonia in cui migliaia di giovani donne sfilano in topless e offrono una canna al re.
Guardiano della cultura Zulu, ma anche dei suoi interessi: grande proprietario terriero, si era opposto alla distribuzione dei tre milioni di ettari che gestiva, ereditati dal regime dell’apartheid.
Dopo mezzo secolo di regno, il re Zulu lascia l’immagine di un “monarca molto apprezzato”, secondo il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. Il suo successore sarà scelto tra uno dei 28 figli.
https://twitter.com/CyrilRamaphosa/status/1370280315537723395
Ciad
Ieri a Ndjamena è stata annunciata la nascita di una piattaforma composta da organizzazioni della società civile, partiti di opposizione, sindacati e organizzazioni giovanili, che si oppone al sesto mandato presidenziale di Idriss Déby per le elezioni in programma per il prossimo 11 aprile. Il collettivo lancerà da oggi un movimento, “Wakit Tam” in arabo (“è giunto il momento”), che inizia con una chiamata a manifestare.
Il gruppo di coordinamento lavorava segretamente dal novembre 2020.
Il presidente uscente Idriss Déby dovrebbe lanciare la sua campagna elettorale questo sabato durante un grande incontro organizzato nella capitale Ndjamena.
Rep. Centrafricana
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha deciso di aumentare la Minusca (la Missione delle Nazioni Unite nella Repubblica Centrafricana) di 2.750 soldati e 940 agenti di polizia. La decisione risponde a una richiesta del segretario generale delle Nazioni Unite e del capo della Minusca dopo un inasprimento degli attacchi dalla fine del 2020.
Si tratta di un aumento del personale eccezionale per quella che è già una delle tre più importanti missioni di pace delle Nazioni Unite. In tal modo, la Minusca aumenterà il suo personale a 14.400 soldati e 3.020 agenti di polizia. La missione Onu ha come mandato la protezione dei civili e la facilitazione della consegna degli aiuti umanitari.
Bangui e Minusca puntano a integrare gli 800 soldati ruandesi già presenti, inviati all’inizio dell’anno nel quadro di una cooperazione bilaterale. Il resto dei nuovi peacekeeper potrebbero essere senegalesi, marocchini o mauritani.
Al Consiglio di sicurezza si è astenuta solo la Russia, che in Centrafrica ha numerosi mercenari. Il Consiglio ha inoltre inviato un messaggio di sostegno al paese, a due giorni del secondo turno delle elezioni legislative, che si svolgeranno domani in un clima ancora di forte tensione, come confermano a Radio Bullets fonti locali.
Inoltre, la risoluzione del Consiglio di sicurezza “prende atto della richiesta delle autorità centrafricane” di revocare l’embargo sulle armi.
Camerun
I combattenti separatisti in Camerun hanno rapito centinaia di persone dal 2017: un nuovo rapporto appena diffuso da Human Rights Watch (HRW) fa il punto sulle violazioni dei diritti umani nelle due regioni anglofone del Camerun. I rapiti includono studenti, sacerdoti, leader politici e operatori umanitari. Si tratta spesso di rapimenti a scopo di estorsione. Tuttavia, i separatisti rapiscono e uccidono chi è sospettato di collaborare con l’esercito camerunese.
Sempre secondo HRW, anche i militari del Camerun sono colpevoli di abusi nelle operazioni contro i separatisti. L’ONU stima che almeno 3.500 persone siano state uccise nelle regioni anglofone del Nord-Ovest e del Sud-Ovest dall’inizio del conflitto secessionista alla fine del 2016. Gli attivisti anglofoni affermano che la maggioranza francofona emargina la minoranza anglofona.
Rwanda
Paul Rusesabagina, l’eroe del film sul genocidio Hotel Rwanda, attualmente sotto processo a Kigali per terrorismo, ha detto che non comparirà più alle udienze: “Poiché il tribunale nega i miei diritti in questo processo, non mi aspetto giustizia qui, quindi non comparirò più in questo processo”, ha affermato.
Rusesabagina aveva chiesto alla corte sei mesi per preparare il suo processo e per poter scegliere la propria squadra di difesa, compreso il suo avvocato belga, ma il tribunale ha respinto la sua richiesta adducendo la non reciprocità tra gli avvocati belga e ruandese, e “negando il diritto a una giustizia tempestiva” agli altri 20 sospetti sotto processo con lui.
Il 66enne è stato arrestato in circostanze poco chiare lo scorso agosto, su un volo privato partito da Dubai e che doveva portarlo, secondo quanto sapeva, in Burundi e invece lo ha condotto in Rwanda. Secondo Rusesabagina e i suoi avvocati, un vero e proprio rapimento illegale. Anche l’Unione Europea ha condannato il modus operandi del Rwanda con una risoluzione.
Feroce critico del presidente ruandese Paul Kagame, è accusato di aver sostenuto alcuni attentati in Rwanda nel 2018 e nel 2019. Accuse fermamente rigettate da Rusesabagina, che ritiene di essere vittima di repressione del dissenso.
Tanzania
Il presidente della Tanzania John Magufuli “è nel paese e lavora sodo nel suo ufficio”, ha detto ieri il suo primo ministro, soffocando le voci secondo cui avrebbe contratto il coronavirus e sarebbe stato trasportato all’estero per cure intensive. Magufuli, 61 anni, non si vede in pubblico dal 27 febbraio, fatto per lui inusuale.
Il ministro degli Affari legali e costituzionali della Tanzania ha minacciato di perseguire chiunque riferisca voci “sciocche” sulla salute del presidente. Il principale partito di opposizione, Chadema, ieri aveva nuovamente chiesto informazioni su dove si trovi Magufuli.
Il principale oppositore di Magufuli alle elezioni presidenziali dell’ottobre 2020, Tundu Lissu, all’inizio della settimana aveva scritto su twitter che il presidente era stato evacuato in India per motivi di salute.
Latest update from Nairobi: The Man Who Declared Victory Over Corona “was transferred to India this afternoon.” Kenyans don’t want the embarrassment “if the worst happens in Kenya.” His COVID denialism in tatters, his prayer-over-science folly has turned into a deadly boomerang! pic.twitter.com/DyXYYbIvdd
— Tundu Antiphas Lissu (@TunduALissu) March 10, 2021
Magufuli ha sempre minimizzato l’impatto della pandemia Covid-19, sostenendo che la Tanzania si è liberata dal Covid “attraverso la preghiera”, rifiutando confinamento, distanziamento e mascherine.
Molti funzionari tanzaniani sono morti nelle ultime settimane, spesso senza che fosse specificata la causa della loro morte. Tra loro, il primo vicepresidente dell’arcipelago semiautonomo di Zanzibar, Seif Sharif Hamad. Il suo partito ha detto che aveva contratto il Covid-19. La Tanzania non pubblica dati sul coronavirus dall’aprile 2020.
Niger
Un premio da 5 milioni di dollari: si tratta del premio Ibrahim 2020 per la leadership africana, che è stato assegnato all’ex presidente del Niger Mahamadou Issoufou.
La sua decisione di dimettersi dopo due mandati ha visto il Niger sperimentare la prima transizione democratica tra leader eletti da quando è diventato indipendente dalla Francia, più di 60 anni fa.
Ma non è l’unica ragione per cui Mahamadou Issoufou ha ricevuto il premio. Il comitato del premio ha elogiato la sua leadership dopo aver ereditato una delle economie più povere del mondo, per aver “promosso la crescita economica, dimostrato un impegno incrollabile per la stabilità regionale e la costituzione e sostenuto la democrazia africana”. Il premio non veniva assegnato da alcuni anni, per mancanza di un vincitore appropriato.
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