14 dicembre 2021 – Notiziario in genere
Scritto da Alice Corte in data Dicembre 14, 2021
Centroamerica del nord: violenza sulle donne e persone Lgbtqi+ in aumento, soprattutto nelle zone di confine. Violenza politica contro le donne in aumento nel mondo: secondo uno studio dell’Armed Conflict Location and Event Data Project, i rischi delle donne che decidono di fare politica si sono moltiplicati. Myanmar: donne violentate e abusate in carcere dopo il colpo di Stato. Pakistan: picchiate e costrette a sfilare nude per strada per un presunto furto. Canada, l’Università di Windsor affronta il problema del gender gap.
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Centroamerica del nord
La violenza di genere è uno dei motivi più importanti per cui le donne del Centroamerica cercano di lasciare El Salvador, Honduras e Guatemala, ma è anche uno dei rischi maggiori che corrono nella ricerca della salvezza. Così riporta uno studio dell’agenzia per i rifugiati dell’Onu (Unhcr), che rileva come durante la pandemia in molte siano state costrette a scappare dalle proprie case, ma al tempo stesso siano state oggetto di schiavitù sessuale organizzata dalle bande di strada, minacciate di stupro o violentate per costringere loro o i loro familiari a svolgere attività illecite, abusate o addirittura uccise nei riti di iniziazione delle gang. Anche le donne trans sono particolarmente vulnerabili allo sfruttamento, all’estorsione o alla persecuzione. Tra le azioni di prevenzione per evitare questo tipo di violenze, sono state lanciate dall’Agenzia Onu per i Rifugiati delle unità mobili, Univet, mirate proprio a contrastare violenza sessuale e tratta in Guatemala. Le unità viaggiano nelle regioni più remote del paese.
Violenza politica contro le donne
Sempre più donne nel mondo sono impegnate in azioni politiche, sia a livello istituzionale, sia per la difesa dei diritti umani, tuttavia, si sono moltiplicati i rischi che corrono. Questo l’amaro risultato delle indagini compiute dall’organizzazione Armed Conflict Location and Event Data Project, che ha iniziato uno studio in merito nel 2018. Dal 2020 i paesi in cui si riscontrano i maggiori problemi sono Messico, Colombia, Cina, India, Brasile, Burundi, Myanmar, Afghanistan, Filippine e Cuba.
Myanmar
Cinque donne detenute per aver protestato contro il colpo di Stato militare in Myanmar sono state abusate e torturate durante la prigionia. Secondo quanto riportato dalla Assistance Association for Political Prisoners, sarebbero più di mille le persone uccise dopo il colpo di Stato, 93 donne, l’8 dicembre scorso, durante un giro di vite militare contro i movimenti per la democrazia. 8 donne sarebbero morte proprio in custodia, in 4 per effetto delle torture subite. Dei 10200 prigionieri attualmente detenuti in Myanmar, 2000 sono donne e potrebbero subire quello che alcune sopravvissute hanno raccontato alla Bbc, tra queste l’attivista per la democrazia Elin Soe May, ovvero torture di tipo anche sessuale, tutte negate dalle autorità e bollate come “fake news”.
Pakistan
Secondo alcuni racconti, quattro donne accusate di taccheggio sarebbero state fatte sfilare nude e picchiate con canne in Faisalabad. Alcuni video (girati dagli stessi aggressori) mostrerebbero anche che le donne sarebbero state oggetto della rabbia dei passanti, dopo essere state spinte in strada per l’accusa di aver tentato di rubare in un negozio di elettronica. Il fatto si è concluso con l’accusa a quattro persone note e otto ignote per detenzione e tortura, tuttavia non si deve dimenticare come molte famiglie vivano sotto la minaccia della perdita dell’onore, anche per situazioni in cui la donna subisca vera e propria violenza.
Canada
L’Università di Windsor ha annunciato un piano “storico” per affrontare le differenze di salario dovute al genere tra accademici e bibliotecari che vi lavorano. Sarebbe di circa mille dollari la differenza nei pagamenti tra donne e uomini, una differenza proporzionalmente crescente all’aumentare dei periodi di incarico. Ai livelli più bassi della carriera, infatti, donne e uomini percepiscono più o meno gli stessi stipendi, mentre successivamente la forbice aumenta, tanto che le donne che lavorano all’Università di Windsor sono circa il 41%, ma solo il 19% si trova tra le persone impiegate più pagate. L’ufficio per le analisi istituzionali dell’Accademia monitorerà da quest’anno questo tipo di problematiche, per assicurare corrispettivi egualitari.
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