14 giugno 2022 – Notiziario in genere

Scritto da in data Giugno 14, 2022

Spagna: le lavoratrici domestiche lottano per il riconoscimento dei loro diritti. Nigeria: consultazioni per il vice presidente e governatori: “Women For Peace In Nigeria” chiede che siano scelti tra donne. India: ancora problemi per le donne indiane musulmane, che stavolta diventano un target per i video postati su Youtube. Libano: un crowdfunding per sostenere un viaggio di scambio tra le ragazze di una squadra di basket di Shatila e la pallacanestro popolare in Spagna.

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Spagna

Giovedì 9 giugno la Camera spagnola ha approvato una legge che paragona i diritti delle lavoratrici domestiche a quelli di tutte e tutti gli altri, adottando la Convenzione 189, approvata nel 2011 per dare dignità al lavoro svolto nelle abitazioni private. Secondo le organizzazioni di settore, però, a beneficiarne saranno solo le persone in regola, escludendo quindi le numerosissime lavoratrici e i lavoratori senza permesso di soggiorno che prestano servizio nelle case spagnole. Nove lavoratrici e lavoratori domestici su dieci, infatti, sono stranieri, su un totale di circa seicentomila, almeno settantamila sarebbero in una situazione irregolare e non potranno beneficiare di sicurezza sociale, disoccupazione e normative sui licenziamenti come stabilito dalla nuova legge. Secondo le associazioni di settore, inclusa l’Unicef, senza una nuova normativa sull’immigrazione sarà difficilissimo avere maggiori diritti. Altro rilievo che viene fatto dalle lavoratrici in lotta è quello della regolarizzazione delle ore lavorative notturne, senza la quale vengono pagate decisamente meno. Infine, si reclama che alla nuova legge, che ancora deve essere approvata dal Senato, venga aggiunta una parte sui compensi economici, senza i quali parlare di diritti reali rimane cosa astratta.

Nigeria

L’organizzazione non governativa Women For Peace In Nigeria (WOPIN) chiede che vice presidente e governatori vengano scelti tra donne e madri «credibili e appassionate», dopo decenni di esclusione dai vertici politici ed economici. Ispirandosi ad Angela Merkel per la Germania e Helen Johnson Sirleaf per la Liberia (che rifiutò la guerra civile), l’organizzazione nigeriana spera che alla lista di donne che hanno preso importanti decisioni in politica interna e non possano aggiungersi delle connazionali. La proposta deriva dal bisogno di una maggior uguaglianza di genere e ricorda che, come ovunque, le donne costituiscono metà della popolazione. Le elezioni in Nigeria avranno luogo il prossimo anno e i partiti sono già in corsa per trovare i candidati (e le candidate) da sottoporre al voto.

India

Le donne musulmane in India, già oggetto di “vendita” su due diverse app che le mettevano all’asta, sono ora oggetto di derisione e odio su Youtube. I responsabili sembrerebbero appartenere al partito nazionalista hindu. Contenuti misogini sarebbero portati avanti anche da influencer, in un paese in cui gli utenti di Youtube sono quattrocentocinquanta milioni, il doppio di quelli statunitensi. I video in questione sono spesso selfie in cui si arriva a minacciare donne musulmane. La piattaforma online ha risposto che sta lavorando all’introduzione di raccomandazioni sulla diffusione dei contenuti, mentre sono rimaste inevase le richieste di commento sull’accaduto poste a primo ministro e ministro dell’Interno. In ogni caso, sembrerebbe che la diffusione di contenuti discriminanti sia aumentata con la diffusione di internet tra la popolazione indiana, che ha raggiunto ora 1,3 miliardi di persone.

Libano

Il progetto “Basket Beats Borders”, scambio tra la squadra di basket femminile di Shatila (campo profughi palestinese, e non solo, a Beirut) e le squadre popolari tra Italia e Spagna prosegue. Una attivista dell’Atletico San Lorenzo ci parla del crowdfunding e di come sostenerlo.

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