15 ottobre 2020 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Ottobre 15, 2020
Ascolta il podcast
- Tre quarti delle donne rifugiate in Africa denunciano l’aumento della violenza domestica con il coronavirus (in copertina).
- Yemen: due americani rilasciati in cambio di 200 militanti.
- Vietnam: attivista e scrittrice arrestata si lascia dietro una lettera: «Continuate a lottare».
- Ai media egiziani è stato chiesto di ridurre le critiche verso la Turchia.
- Cyber attacco contro le istituzioni iraniane.
- Chiesti 45 anni di prigione per Can Dundar, giornalista turco in esilio.
- Thailandia: imposto lo stato di emergenza, proteste per le strade.
- Aumentano i rapimenti dei pirati nel Golfo di Guinea.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musica di Walter Sguazzin
Foto di copertina: Barbara Schiavulli
Yemen
Secondo The Wall Street Journal due ostaggi americani, detenuti nello Yemen da combattenti sostenuti dall’Iran, sono stati liberati in cambio di oltre 200 militanti. Citando funzionari statunitensi e sauditi, il Journal ha riferito che i due americani − più i resti di un terzo − sono stati rilasciati come parte di un accordo sostenuto dagli Stati Uniti per riportare i 200 lealisti dei militanti Houthi nel paese del Medio Oriente. Sandra Loli, un’operatrice umanitaria detenuta da tre anni, e Mikael Gidada, un uomo d’affari detenuto per circa un anno, così come il corpo di Bilal Fateen, sono stati rilasciati, secondo Kash Patel, un vice assistente di Donald Trump, che secondo quanto riferito ha lavorato all’accordo. Sono stati portati fuori dalla capitale dello Yemen, Sana’a, su un aereo della Royal Oman Air Force poche ore dopo che i militanti erano stati consegnati. Mentre si dice che molti dei militanti siano addestrati su droni e missili avanzati, Patel ha affermato che gli Stati Uniti hanno lavorato per garantire che il ritorno degli Houthi nello Yemen non rappresentasse un rischio troppo grande. I funzionari sauditi sono stati citati come riluttanti a sostenere l’accordo, su cui gli Stati Uniti hanno lavorato urgentemente per ottenere il rilascio della signora Loli, la cui salute stava peggiorando.
Iran
Mercoledì l’Iran ha segnalato un attacco informatico “su larga scala” contro due istituzioni governative non specificate. Un portavoce citato dall’agenzia di stampa ufficiale IRNA ha affermato che l’attacco non ha causato danni significativi ed è oggetto di indagine. Ha detto che il Paese ha affrontato attacchi più grandi in passato. Secondo Radio Farda, finanziata dagli Stati Uniti, rapporti non confermati dai media iraniani hanno indicato in precedenza possibili attacchi a porti e banche.
Turchia
Un pubblico ministero di Istanbul ha detto che il giornalista turco in esilio, Can Dündar, rischia fino a 35 anni di carcere per l’accusa di favoreggiamento a un’organizzazione terroristica e di spionaggio militare/politico: lo ha riferito ieri il quotidiano BirGün. Il procedimento legale in corso contro Dündar è un nuovo processo, dopo che un tribunale superiore aveva annullato la precedente condanna di 5 anni e 10 mesi di carcere per l’accusa di aver rivelato segreti di Stato. Il tribunale ha ritenuto Dündar, che vive in Germania dal 2016, latitante e ha emesso un mandato di cattura, appellandosi a un avviso rosso dell’Interpol. A settembre, dopo che Dündar era stato classificato come latitante, il tribunale ha ordinato il sequestro di tutti i suoi beni in Turchia a meno che non fosse tornato nel Paese entro 15 giorni. Dündar non è tornato e il sequestro è stato completato la scorsa settimana. Parlando all’Ahval a gennaio, Dündar ha detto di essere diventato un obiettivo dopo il 2013, quando il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan «ha cercato di annientare tutta l’opposizione, e io ero uno di loro». Dündar sta affrontando un processo per una notizia che ha seguito nel 2015, quando il quotidiano Cumhuriyet ha pubblicato filmati che mostravano funzionari del servizio di intelligence turco MİT trasportare con camion più di 80.000 munizioni e varie altre armi, presumibilmente per i ribelli sostenuti dalla Turchia in Siria. Dündar, all’epoca in qualità di redattore capo di Cumhuriyet, fu accusato di aver rivelato segreti di Stato, insieme al reporter di Ankara di Cumhuriyet, Erdem Gül.
Siria
Il numero di volte in cui Israele ha attaccato il territorio siriano rende un incidente individuale non eccezionale. Israele raramente ammette tali attacchi, tuttavia, ieri abbiamo assistito a uno di questi rari casi in cui il portavoce dell’esercito israeliano ha confermato un attacco retroattivamente. Il 21 settembre, le truppe di terra israeliane hanno attraversato il confine nel Golan siriano, distruggendo due avamposti militari, che Israele accusava di essere utilizzati per la “sicurezza di routine”. Il funzionario dell’esercito israeliano ha detto che si è trattato di una rappresaglia contro le truppe siriane che inseguivano i ribelli nella zona smilitarizzata.
Le truppe israeliane sono entrate nell’area, hanno piantato esplosivi nei siti e hanno fatto esplodere entrambi contemporaneamente.
Libano
Il presidente libanese Michel Aoun ha rinviato di una settimana le consultazioni per scegliere un primo ministro per formare un nuovo governo che affronti la peggiore crisi economica del Paese dalla guerra civile del 1975-1990: lo ha dichiarato ieri la presidenza. Aoun avrebbe dovuto tenere le consultazioni oggi e avrebbe dovuto valutare se il leader musulmano sunnita Saad al-Hariri avrebbe potuto raccogliere il sostegno della maggioranza dei parlamentari per cercare di formare un nuovo governo. Tuttavia, due eminenti politici cristiani avevano indicato nelle ultime 24 ore di avere riserve sulla nomina di al-Hariri, che si è dimesso da primo ministro un anno fa dopo proteste di massa. Il Paese è precipitato in turbolenze finanziarie e ha visto crollare il valore della sterlina libanese. La pandemia Covid-19 e l’enorme esplosione al porto di Beirut due mesi fa hanno aggravato la crisi e spinto molti libanesi in povertà. Il presidente francese Emmanuel Macron ha proposto una roadmap che potrebbe sbloccare miliardi di dollari di aiuti internazionali, subordinati alle importanti riforme che al-Hariri si è impegnato a sostenere.
Israele e Palestina
Ieri un ente del ministero della Difesa israeliano ha avanzato piani per costruire 2.166 case in insediamenti in Cisgiordania, la prima nuova ondata di costruzioni approvata oltre la linea verde in otto mesi. L’approvazione è anche la prima da quando il progetto del primo ministro Benjamin Netanyahu di annettere tutti gli insediamenti in Cisgiordania è stato sospeso a tempo indeterminato, il mese scorso, come parte dell’accordo di pace tra Israele ed Emirati Arabi Uniti.
Un uomo, ieri a Tel Aviv, ha sabotato il pannello degli interruttori automatici degli uffici del quotidiano di sinistra Haaretz e ha minacciato uno dei suoi giornalisti. Haaretz ha dichiarato che il sabotaggio ha causato perdite d’acqua che hanno provocato interruzioni nel sito web del giornale per più di tre ore. L’uomo ha poi atteso finché non ha visto la giornalista Gidi Weitz e, usando un soprannome per il primo ministro Benjamin Netanyahu, gli ha gridato: «Cosa vuoi da Bibi? Dov’è la tua macchina? Hai una macchina qui?». La polizia è stata allertata sulla scena, ma quando gli agenti sono arrivati l’uomo era già fuggito. Successivamente, un sospetto è stato arrestato e sarà interrogato. Il leader dell’opposizione Yair Lapid ha condannato l’incidente e lo ha collegato a Netanyahu, definendolo un «tentativo di mettere a tacere la libera stampa da parte dei sostenitori, istigati da un leader che vede la democrazia e la libertà di parola come una minaccia per lo Stato».
Egitto
Una fonte della TV di Stato egiziana ha detto al quotidiano emeratino New Khaleej che le autorità hanno impartito nuove istruzioni ai media per attenuare le critiche alla Turchia. La fonte, che ha parlato a condizione di anonimato, ha aggiunto che la nuova strategia arriva mentre Il Cairo e Ankara stanno raggiungendo un’intesa sulla situazione in Libia. Le nuove istruzioni − date verbalmente − a vari media pubblici e privati, includono la riduzione delle critiche e degli attacchi al presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Sebbene il Cairo e Ankara abbiano declassato i rapporti diplomatici in seguito al colpo di Stato del 2013 in Egitto, il commercio bilaterale dei due Paesi è aumentato del 20% nel 2018, raggiungendo 5,2 miliardi di dollari rispetto ai 4,37 miliardi di dollari del 2017.
Dopo il colpo di Stato del 2013, guidato dall’allora capo militare Abdel Fattah al-Sisi, che ora è il presidente del Paese, la Turchia ha criticato la cacciata di Mohamed Morsi dalla presidenza. Morsi, che proveniva dal gruppo dei Fratelli Musulmani, è stato il primo presidente civile democraticamente eletto del Paese.
Libia
Arrestato il trafficante di uomini Bija, ex guardacoste e poi supervisore del porto petrolifero di Zawyah, accusato dalla Corte de L’Aja di crimini contro i diritti umani e considerato uno dei maggiori trafficanti di esseri umani. Bija nel maggio 2017 prese parte a una riunione sull’immigrazione al Cara di Mineo, in provincia di Catania, tra le autorità italiane e quelle libiche, come emerse poi da un’inchiesta del quotidiano Avvenire. Pochi giorni prima anche il Centro di Alti Studi del Ministero della Difesa lo indicava tra i principali boss della tratta e del contrabbando. Improbabile che il governo italiano non sapesse chi fosse.
Guinea
I rapimenti sono aumentati del 40% nel Golfo di Guinea nei primi nove mesi di quest’anno, e la regione al largo della costa dell’Africa occidentale ora rappresenta il 95% dei rapimenti marittimi globali: lo ha detto l’International Maritime Bureau (IMB). Ottanta marinai sono stati catturati nel Golfo di Guinea, un’area di 2,3 milioni di kmq quadrati che confina con più di una dozzina di Paesi, numero in netto aumento rispetto allo stesso periodo del 2019. I pirati stanno attaccando più in mare rispetto a prima, ha spiegato IMB. Armati di pistole e coltelli attaccano qualsiasi cosa, dalle piattaforme petrolifere ai pescherecci e alle navi da carico refrigerate. Secondo gli esperti la maggior parte degli aggressori proviene dal delta del Niger, in Nigeria, produttore della maggior parte del petrolio e il più grande esportatore di petrolio dell’Africa, ma la regione irrequieta ha un’economia sottosviluppata e posti di lavoro limitati per i locali.
Africa e violenza domestica
La riduzione dell’esposizione al virus ha aumentato l’esposizione alla violenza per donne e ragazze. Quasi tre quarti delle donne rifugiate e sfollate in 15 Paesi africani hanno riferito di un aumento della violenza domestica durante la pandemia, come rivelano le nuove tristi cifre dell’International Rescue Committee. I numeri emersi da un’indagine su oltre 850 donne nei Paesi dell’Africa orientale, dell’Africa occidentale e della regione dei Grandi Laghi, indicano quanto sia diventata diffusa la cosiddetta “pandemia ombra”. Il nuovo rapporto ha rilevato che il 73% delle donne ha segnalato un aumento della violenza domestica, il 51% un aumento della violenza sessuale e il 32% un balzo di matrimoni precoci e forzati durante il Covid-19 e i blocchi associati. «Onestamente, è sempre scioccante, ma dobbiamo soprederci? No, non è affatto sorprendente», ha detto Nicole Behnam, direttrice senior per la prevenzione e la risposta alla violenza per il Comitato internazionale di soccorso. «Non appena si è verificato il Covid-19 con l’adozione delle misure per cercare di controllare il virus, sapevamo che avremmo visto questo. Ecco perché si parla così tanto della pandemia ombra». La violenza di genere è già estremamente alta nei contesti di crisi e di conflitto in cui opera l’IRC. Anche prima del Covid-19, uno studio sul Sudan del Sud ha suggerito che fino al 65% delle donne e delle ragazze subiscono violenze fisiche o sessuali nel corso della loro vita, una percentuale tra le più alte al mondo. Sebbene i rischi di rinchiudere donne e bambini con i loro aggressori durante i blocchi siano stati ben documentati, oltre alle conseguenze derivate dalla chiusura delle scuole ci sono anche altri fattori, secondo il nuovo rapporto dell’IRC finanziato dall’Irish Aid. Per esempio, la necessità di lavarsi di più le mani e di altre misure igieniche nel tentativo di fermare la diffusione del virus ha portato donne e ragazze − principalmente di età inferiore ai 14 anni − a viaggiare più spesso per raccogliere l’acqua. Ciò le ha ulteriormente esposte alla violenza: delle intervistate, il 31% ha riferito di molestie e violenze sessuali durante il tragitto verso i punti d’acqua e il 21% lo ha denunciato all’arrivo. Il team ha intervistato donne in Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Tanzania, Camerun, Ciad, Costa d’Avorio, Liberia, Niger, Nigeria, Sierra Leone, Etiopia, Kenya, Somalia, Sud Sudan e Uganda. Altri intervistati hanno affermato che la diminuzione del reddito e l’aumento dello stress, oltre a dover monitorare le misure di sicurezza del coronavirus della famiglia, hanno aumentato il rischio di violenza.
Grecia
Nikos Michaloliakos, il capo del partito di estrema destra Alba Dorata, è stato condannato a 13 anni di carcere in quanto leader di una organizzazione criminale. Ergastolo per Yorgos Roupakias, che assassinò nel 2013 il rapper antifascista Pavlos Fyssas. Pochi giorni fa la Corte di Appello di Atene ha bandito Alba Dorata.
Nagorno-Karabakh
Il presidente turco Erdogan ha parlato ieri sera al telefono con il collega russo Putin della situazione del conflitto tra Armenia e Azerbaijan, dove il turco ha detto di voler cercare una soluzione “permanente”, accusando Erevan di voler creare un’occupazione definitiva sul territorio azero. Hanno parlato anche di Siria e Libia.
Afghanistan
Attacchi talebani in tutto l’Afghanistan hanno ucciso almeno 13 civili e 16 persone delle forze di sicurezza, sia in attentati stradali che ai checkpoint. Gli attentati sul ciglio della strada hanno colpito due gruppi di civili a Herat, uno di loro in viaggio per un matrimonio. Almeno cinque sono stati uccisi. Oltre ai 10 civili di Herat, altri 3 sono stati uccisi nella provincia di Laghman, dove il bombardamento ha preso di mira un veicolo della polizia. Altri 7 civili sono rimasti feriti in questo caso. Nessuno ha rivendicato la responsabilità degli attentati, ma i funzionari del governo afghano hanno accusato i talebani.
Stati Uniti
Il figlio minore di Trump, Barron, è risultato positivo al coronavirus.
Una donna è stata giudicata colpevole di aver ucciso e smembrato un’altra donna, scomparsa dopo un appuntamento su Tinder tre anni fa. I giurati hanno impiegato meno di quattro ore per giudicare Bailey Boswell, 26 anni, colpevole di omicidio di primo grado, cospirazione per commettere omicidio e smaltimento improprio di resti umani per l’omicidio, nel 2017, di Sydney Loofe, 24enne di Lincoln, Nebraska, i cui resti sono stati trovati scaricati in sacchi sul ciglio di una strada. La difesa della Boswell ha sostenuto che era stata costretta dal suo fidanzato, Aubrey Trail, ma i pubblici ministeri hanno detto che Boswell ha agito in tandem con il 54enne per incontrare e uccidere la signora Loofe. Boswell potrebbe diventare la prima donna condannata nel braccio della morte del Nebraska qualora venga condannata in secondo grado. Trail è stato dichiarato colpevole lo scorso anno e rischia anche egli la pena di morte. Gli investigatori spiegano che Boswell aveva fissato un appuntamento con la signora Loofe, una commessa di Lincoln, tramite l’app di appuntamenti Tinder il 15 novembre 2017 – lo stesso giorno in cui i funzionari dicono che la vittima è stata uccisa. La sig.ra Loofe venne dichiarata scomparsa dalla sua famiglia e fu avviata una massiccia ricerca. I suoi resti non furono ritrovati fino al 4 dicembre, quando il suo corpo smembrato e infilato in sacchi della spazzatura scaricati in un campo vicino a Edgar, fu invenuto a circa 145 chilometri a sud-ovest di Lincoln.
Kirghizistan
La Russia ha deciso di sospendere la sua assistenza finanziaria al Kirghizistan fino a quando la situazione politica nel Paese non si stabilizzerà e il funzionamento delle autorità governative non sarà ripristinato: lo ha detto all’agenzia di stampa RBK una fonte del ministero delle Finanze. Il 5 ottobre 2020 le proteste pacifiche contro i risultati delle elezioni parlamentari del 4 ottobre sono diventate violente e si sono verificati scontri con la polizia, con il ferimento di almeno 1.000 persone e l’uccisione di 1 civile. I politici incarcerati, tra cui l’ex presidente Almazbek Atambayev e l’ex primo ministro Sapar Isakov, sono stati liberati dai loro sostenitori. Il 6 ottobre, la Commissione elettorale centrale del Kirghizistan ha annullato i risultati delle elezioni parlamentari. Il primo ministro e il presidente del Parlamento si sono dimessi e ne sono stati eletti di nuovi. Il presidente del Kirghizistan ha definito gli eventi un tentativo illegale di presa di potere e ha imposto lo stato di emergenza e il coprifuoco a Bishkek. Mercoledì il parlamento del Kirghizistan ha nominato il politico Sadyr Zhaparov primo ministro in una votazione ripetuta. Il Parlamento ha dovuto votare di nuovo sulla questione dopo che il presidente Sooronbay Jeenbekov aveva posto il veto alla sua precedente decisione a causa del voto per delega di alcuni parlamentari in una sessione del 10 ottobre.
India
Almeno 15 persone sono state uccise, tra cui un bambino piccolo, nello Stato del Telangana, nell’India meridionale, a causa delle piogge incessanti di ieri, hanno detto le autorità. Tutte le vittime sono morte nella capitale Hyderabad in incidenti legati alla pioggia. Secondo i dati diffusi dall’ufficio meteorologico, Telangana ha ricevuto 192 mm (7,5 pollici) di pioggia in un solo giorno, la più alta quantità mai ricevuta. Il primo ministro, Jagan Mohan Reddy, ha tenuto una riunione di emergenza con i funzionari per fare il punto sulla situazione delle inondazioni nello Stato. Mercoledì e giovedì il governo dello statale ha dichiarato festività per tutte le istituzioni private, uffici, servizi non essenziali nell’area della capitale a causa della pioggia. È stato consigliato alle persone di rimanere in casa per i prossimi due giorni poiché si prevede che piova ancora di più.
Bangladesh: una nave cargo con 15 membri di equipaggio si è arenata vicino al porto di Vishakhapatnam a causa del mare mosso e delle avverse condizioni metereologiche. Tutti i 15 membri dell’equipaggio sono al sicuro.
Thailandia
Dopo che migliaia di manifestanti hanno circondato la sede del governo a Bangkok, è stato proclamato durante la notte lo stato di emergenza, che vieta assembramenti di più di cinque persone e la pubblicazione di notizie o messaggi nocivi per la sicurezza nazionale. Lo ha annunciato la tv di Stato. Ieri i manifestanti hanno gridato insulti e alzato tre dita − il segno della resistenza alla dittatura nel film “The Hunger Games” − al passaggio dell’automobile che trasportava il re Vajiralongkorn e la regina Suthida, una scena inimmaginabile nel Regno fino a poco tempo fa. I manifestanti chiedono un nuovo governo, una nuova Costituzione e lo stop alla persecuzione dei dissidenti politici. Nel frattempo sono già state arrestate una ventina di persone
Vietnam
La giornalista e attivista vietnamita Pham Doan Trang sapeva che era solo questione di tempo prima che la polizia andasse a prenderla, si legge su The New York Times. L’anno scorso ha scritto una lettera e l’ha data a un amico americano con istruzioni di diffonderla quando sarebbe stata arrestata. Nella lettera, chiede ai suoi amici non solo di fare una campagna per la sua libertà, ma di usare la sua incarcerazione per combattere per libere elezioni e porre fine al governo del partito unico in Vietnam. «Non voglio la libertà solo per me stessa, è troppo facile», ha scritto la Pham, 42 anni, che cammina con difficoltà da quando la polizia l’ha picchiata nel 2015. «Voglio qualcosa di più grande: la libertà per il Vietnam». Poco prima della mezzanotte del 6 ottobre, la polizia ha fatto irruzione nel suo appartamento a Ho Chi Minh City e l’ha arrestata con l’accusa di aver creato e diffuso propaganda contro lo stato vietnamita. Rischia fino a 20 anni di carcere. Pham è una delle critiche più eminenti a essere stata arrestata negli ultimi anni dal regime comunista del Vietnam, che da tempo molesta, picchia e incarcera gli attivisti più critici. L’uso diffuso di smartphone e Internet in Vietnam ha fatto sì che attivisti e giornalisti audaci come la Pham possano pubblicare in modo indipendente storie in cui scoprono corruzione o denunciano atti illeciti. Ma questo pone anche un enorme mirino sulle loro spalle. «È il tipo di scrittrice e pensatrice prolifica che il governo vietnamita non vuole sia libera», ha detto Phil Robertson, vicedirettore asiatico di Human Rights Watch. «Lei non scenderà a compromessi». Il Partito Comunista ha a lungo temuto che la libertà di parola avrebbe minato la sua presa sul potere e ha costruito un grande apparato per soffocare il dissenso. Gli attivisti affermano che l’arresto della signora Pham è stato probabilmente provocato dal prossimo congresso del partito a gennaio, che si tiene ogni cinque anni. In un momento in cui il Vietnam si è riposizionato come alleato strategico americano e importante polo manifatturiero globale, le autorità sono state nuovamente incoraggiate a reprimere il dissenso con poca paura delle ripercussioni. Human Rights Watch stima che il Vietnam abbia incarcerato almeno 130 prigionieri politici, più di qualsiasi altro Paese nel sud-est asiatico.
Spazio: l’astronauta statunitense Kathleen Rubins e i cosmonauti russi Sergei Ryzhikov e Sergei Kud-Svertchkov sono decollati questa mattina per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) a bordo di un razzo russo Soyuz.
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