16 agosto 2019 – notiziario
Scritto da Radio Bullets in data Agosto 16, 2019
Sudan la società civile fa il nome del suo candidato premier / Tanzania, sale a 85 il bilancio delle vittime dell’esplosione di un camion cisterna / Zimbabwe, oggi manifestazione dell’opposizione / Lesotho, accordo per la tutela delle lavoratrici tessili e contro gli abusi sessuali nei loro confronti / Austria, secondo i servizi segreti è il terrorismo islamico il pericolo principale, ma le cifre accusano l’estrema destra / Slovacchia, ancora accuse contro i politici nell’omicidio Kuciak / Gran Bretagna, la proposta Corbyn sulla Brexit spiazza i parlamentari.
Questo e molto altro nel web notiziario di Radio Bullets, un podcast di notizie dal mondo oggi a cura di Paola Mirenda. Musiche di Walter Sguazzin. Foto di copertina di Worker Rights Consortium.
Gran Bretagna
La proposta di Jeremy Corbyn ha smosso i parlamentari britannici, che ora dovranno decidere se aderire o meno alla sua iniziativa. “Noi proponiamo una mozione di sfiducia nei confronti di un governo che prepara una uscita senza accordo dall’Unione europea”, ha spiegato Corbyn, che mercoledì sera ha reso nota la lettera che ha indirizzato a tutti i parlamentari. L’intento è quello di creare un nuovo esecutivo, del quale il leader laburista si propone come premier, per arrivare a nuove elezioni e a un ulteriore allungamento dei tempi di applicazione dell’articolo 50. Ma non tutti i parlametari anti-Brexit sono d’accordo. Il punto non è una nuova maggioranza, ma la figura stessa di Corbyn, poco gradita in certi ambienti, soprattutto tra i liberal democratici. La loro leader, Jo Swinson, ha presentato una proposta altermtiva per un governo di unità nazionale guidato dal veterano dei Tory Ken Clarke o da Harriet Harman del Labour. Per sfiduciare Boris Johnson serve comunque il sostegno dei parlamentari conservatori che si oppongono all’uscita senza accordo. In caso contrario, non ci sarebbero i numeri.
Svizzera
in vista delle elezioni del prossimo ottobre i partiti si preparano alla campagna elettorale e uno dei temi sarà la coesione sociale. Secondo l’ultimo rapporto sulla ricchezza mondiale del Crédit Suisse (ottobre 2018) oltre l’8 per cento della popolazione svizzera è povera e il 3,5% dipende dagli aiuti sociali. Tra il 2016 e il 2017 la povertà nella Confederazione è aumentata di quasi il 10 per cento, con il costo della vita che cresce e i salari che rimangono invariati. Il paradosso svizzero sta nel fatto che complessivamente si tratta di un Paese piuttosto ricco, con servizi e prestazioni adeguati alle capacità finanziarie della maggioranza, e che non offre dunque soluzioni alternative per chi resta sotto la media. Vale per l’assicurazione sanitaria, che è a carico dei cittadini e obbligatoria, così come vale per il mercato immobiliare.
Un interessante reportage di Swiss info mostra cosa significa essere poveri a Berna, capitale della Confederazione.
Lesotho
Lesotho, è stata firmata l’intesa per garantire il rispetto dei diritti sindacali a tutela delle lavoratrici delle fabbriche tessili. L’accordo arriva assieme alla pubblicazione del rapporto del Worker Rights Consortium, una ong con sede negli Stati Uniti, che ha testimoniato come le lavoratrici delle 5 fabbriche possedute in Lesotho dalla società taiwanese Nien Hsing, fossero sottoposte a ricatti sessuali da parte di dirigenti e manager delle fabbriche stesse, senza che venissero prese misure disciplinari nei confronti dei abusatori. Le 5 fabbriche in questione impiegano oltre diecimila lavoratrici e operano per conto di noti marchi di jeans americani. Gli accordi appena firmati includono la creazione di un organo di controllo indipendente con il potere di indagare sulle denunce di molestie sessuali ed denunciare i responsabili. L’organo di controllo ha anche il potere di costringere le fabbriche a punire i trasgressori, incluso il licenziamento ove giustificato.
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