16 dicembre 2020 – Notiziario

Scritto da in data Dicembre 16, 2020

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  • Iraq: ucciso un altro attivista iracheno delle proteste (copertina).
  • Iran: grandi timori per Djalali, il professore condannato a morte, potrebbe essere giustiziato oggi.
  • Afghanistan: ucciso il vicegovernatore di Kabul.
  • Israele e Palestina: arrestato adolescente ferito 10 giorni fa dai soldati israeliani.
  • Pakistan: approvata nuova legge contro lo stupro.
  • Ungheria: parlamento approva nuovo pacchetto misure anti LGBTQ.
  • Canada: il magnate della moda Nygard incriminato per traffico sessuale.
  • Messico: accusata di essere una ladra, cartello della droga amputa le mani a una ragazza incinta.
  • Filippine: per il tribunale penale c’è una ragionevole base per credere che siano stati commessi crimini contro l’umanità nella campagna contro la droga.
  • Giappone: condannato a morte il killer di Twitter

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin

Iran

Altissima la preoccupazione per la vita di Ahmad Reza Djalali, il medico iraniano svedese − che è stato anche ricercatore in Italia − condannato a morte per spionaggio. Secondo i familiari la sua esecuzione, rimandata di un paio di settimane grazie alle pressioni internazionali, potrebbe avvenire oggi. Non ci sono stati più contatti con lui che si è sempre detto innocente.

Iraq

Le autorità irachene stanno indagando sull’assassinio di un attivista, Salah al-Iraqi, colpito da cinque colpi di arma da fuoco ieri nel distretto di Baghdad al-Jadida.
Una fonte della sicurezza ha confermato ad Al Arabiya che sono in corso indagini per scoprire le circostanze intorno all’assassinio di al-Iraqi. La fonte ha confermato che l’area in cui è stato ucciso al-Iraqi rientra nelle responsabilità del comando delle forze di polizia federali. Al-Iraqi era considerato uno dei principali leader attivisti delle proteste in Iraq che hanno avuto luogo lo scorso anno.

Almeno 600 persone sono state uccise dalla polizia durante le manifestazioni o da loschi gruppi armati.
Nel suo ultimo post su Facebook, solo poche ore prima della sua morte, al-Iraqi aveva rimproverato i “codardi” che governano il suo Paese ed elogiato «ogni martire caduto nella rivoluzione di ottobre».

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Gli iracheni delle proteste vs gli iracheni delle milizie

Turchia

Gli Stati Uniti hanno varato sanzioni contro la Turchia per l’acquisto del sistema missilistico S-400 dalla Russia. Da parte sua Ankara «condanna e respinge le sanzioni unilaterali» nei suoi confronti.

Medio Oriente

La Turchia, l’Egitto e l’Arabia Saudita sono tra i paesi che hanno incarcerato il maggior numero di giornalisti nel 2020, secondo due rapporti pubblicati questa settimana. Il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ) ha pubblicato martedì il suo rapporto globale annuale, che ha rilevato come almeno 274 giornalisti siano stati arrestati quest’anno, rispetto al record di 272 nel 2016.

La Cina apre la strada con 47 giornalisti incarcerati, seguita da Turchia (37), Egitto (27) e Arabia Saudita (24). L’Iran è al 6° posto, con 15 arresti. Ieri, Reporter Senza Frontiere (RSF) ha anche pubblicato il suo riepilogo del 2020, che ha rilevato che un totale di 387 giornalisti erano stati arrestati tra il primo gennaio e il primo dicembre. Si tratta di 252 giornalisti, 122 dei quali non professionisti e 13 operatori dei media.

«È scioccante e spaventoso vedere un numero record di giornalisti imprigionati nel mezzo di una pandemia globale», ha detto il direttore esecutivo del CPJ Joel Simon.

«Questa ondata di repressione è una forma di censura che interrompe il flusso di informazioni e alimenta l’infodemia. Con il Covid-19 che imperversa nelle prigioni del mondo, sta anche mettendo a rischio la vita dei giornalisti».

Il rapporto di RSF ha rilevato un aumento considerevole del 35% del numero di donne detenute, da 31 dello scorso anno a 42 nel 2020.

Giornalisti dietro le sbarre

Israele e Palestina

Soldati israeliani hanno preso in custodia, lunedì sera, un ragazzo palestinese adolescente che era stato colpito sotto l’occhio, il 6 dicembre, nella città di al-‘Isawiya, nei pressi di Gerusalemme Est, e hanno anche una donna anziana a Hebron. Fonti dei media hanno detto che i soldati hanno arrestato Omar Ahmad Khalil Mahmoud, 17 anni, nella sua casa di al-‘Isawiya dopo che l’esercito ha fatto irruzione. Mahmoud il 6 dicembre scorso era stato colpito da un proiettile in acciaio rivestito di gomma sotto l’occhio sinistro, dopo che i soldati avevano attaccato i manifestanti. Il ragazzino stava tornando a casa dopo aver pregato nella moschea di al-Aqsa.
Intanto nel villaggio di Masafer Yatta, a sud della città di Hebron, in Cisgiordania meridionale, è stata prelevata un’anziana donna palestinese. Fuad al-‘Amour,  coordinatore del Comitato per la protezione e la fermezza a Masafer Yatta e nelle colline meridionali di Hebron, ha detto che i soldati hanno rapito Wadha Khalil Najjar, sorella di Bakr Najjar, un prigioniero politico che sta scontando diversi ergastoli nelle carceri israeliane.

Libia: il premier libico Fayez al-Sarraj è stato a Roma due giorni “in visita privata” ed è rientrato ieri a Tripoli. Non ci sono stati incontri istituzionali con esponenti del governo italiano.

Guinea

Il presidente guineano Alpha Conde ha fatto appello all’unità nazionale durante il giuramento a seguito della vittoria in elezioni violentemente contestate.
«Esorto ognuno di voi a dimenticare il passato che divide e a volgersi verso un futuro di unità e speranza», ha detto Conde durante le cerimonie a cui hanno partecipato diversi capi di stato africani. La proposta dell’82enne di un terzo mandato era stata condannata dall’opposizione come abuso di potere e decine di persone sono morte negli scontri.

Coronavirus

Regno Unito: a causa del virus sono 819 mila i posti di lavoro persi, disoccupazione al 4,9%. A Londra chiusi pub, ristoranti e teatri. In Olanda lockdown di cinque settimane. L’Agenzia europea per i medicinali si riunirà il 21 dicembre per decidere sul vaccino Pfizer-BioNTech. Brasile: Rio de Janeiro cancella i festeggiamenti di Capodanno, Carnevale rinviato a luglio. Da oggi tutta la Danimarca in semi-lockdown. Svezia: ondata di dimissioni tra gli infermieri, troppo stress, manca personale nelle terapie intensive. Ucraina: decine di poliziotti feriti durante proteste anti-lockdown.

Ungheria

Ieri parlamentari ungheresi hanno approvato un pacchetto di nuove misure contro la tormentata comunità LGBTQ del paese, nell’ennesima provocazione del governo in difesa dei valori “tradizionali”. Una legge approvata in modo schiacciante dai parlamentari fedeli al governo nazionalista e culturalmente conservatore del primo ministro Viktor Orban, che vieta effettivamente alle coppie dello stesso sesso di adottare bambini limitando l’adozione alle coppie sposate. Le eccezioni al divieto dovranno essere approvate dal ministro per gli Affari familiari.

Il governo ha acuito la sua retorica anti-LGBTQ negli ultimi mesi, con Orban che ha commentato in ottobre che gli omosessuali dovrebbero «lasciare i nostri figli in pace». Martedì i parlamentari hanno approvato anche una modifica alla costituzione con la lettura: «La madre è una donna, il padre è un uomo».

Il governo ha spiegato il cambiamento dicendo che «i nuovi processi ideologici in Occidente hanno reso necessario proteggere i bambini da possibili interferenze ideologiche o biologiche».

Lo stesso emendamento definisce il sesso dei bambini come quello assegnato loro alla nascita e «garantisce l’educazione dei bambini secondo… la cultura cristiana (ungherese)».

Afghanistan

Con una bomba piazzata sotto la sua auto, il vicegovernatore di Kabul, Mahboobullah Mohebi, è stato assassinato ieri nella capitale afghana. L’esplosione ha ucciso Mohebi, il suo segretario, e ha ferito due agenti della sua squadra di sicurezza. Non è stata rivendicata alcuna responsabilità: gli IED non sono rari in Afghanistan e diversi gruppi potrebbero essere stati coinvolti nell’incidente.
Il vice governatore si stava dirigendo nel suo ufficio, al momento dell’attacco, con il suo segretario e il team di sicurezza. Il governo parla come di una “ondata di omicidi” nel pieno di una violenza crescente.
Un secondo attentato con un dispositivo simile è stato segnalato nella provincia di Ghor e ha ucciso un vice capo del consiglio provinciale. La bomba è esplosa a Feroz Koh, uccidendo il parlamentare e ferendo due guardie.

Pakistan

Il presidente Ari Alfi ha approvato ieri, una legge contro lo stupro che garantisce processi rapidi in caso di violenza sessuale contro le donne e i bambini. Secondo la nuova ordinanza saranno istituiti tribunali speciali per accelerare i processi, con l’aspettativa di chiudere i procedimenti entro 4 mesi. Il primo ministro dovrà istituire una serie di unità di crisi anti stupro, autorizzate a condurre esami medico legali entro sei ore dal crimine. L’ordinanza prevede che rivelare il nome di una vittima sia un reato punibile. Il presidente non ha menzionato nulla per quanto riguarda le pene da comminare agli stupratori.

Canada

Il magnate canadese della moda, Peter Nygard, è stato accusato ieri di traffico sessuale, racket e altri crimini contro decine di donne e ragazze minorenni, crimini avvenuti per oltre un quarto di secolo in tre diversi paesi: lo hanno riferito le autorità statunitensi. La polizia canadese ha arrestato Nygard a Winnipeg, Manitoba, lunedì (14 dicembre) su richiesta del governo degli Stati Uniti ai sensi del trattato di estradizione tra i due paesi. Nygard deve anche affrontare una class action civile a Manhattan da parte di 57 donne, senza nome, che lo accusano di cattiva condotta sessuale. Nato in Finlandia, Nygard è cresciuto a Manitoba, gestendo la sua omonima società di abbigliamento e diventando una delle persone più ricche del Canada.

Stati Uniti

Biden confermato presidente dal processo dei Grandi Elettori. Putin si congratula e, dopo una lunga attesa, per la prima volta si congratulano anche il presidente del Messico e il presidente del Brasile Bolsonaro.

La diciottesima persona più ricca al mondo, MacKenzie Scott, ha annunciato di aver donato 4,2 miliardi di dollari in beneficenza. 384 NGO hanno beneficiato dei suoi soldi in 4 mesi. MacKenzie Scott, l’ex moglie del fondatore di Amazon Jeff Bezos, ha detto martedì di aver donato 4,2 miliardi di dollari a gruppi che aiutano i più vulnerabili mentre la pandemia colpisce la vita come «una palla da demolizione».

Messico

Una ragazza incinta e due giovani uomini sono stati scaraventati da un veicolo in movimento, dopo che le loro mani sono state amputate da un cartello della droga messicano, come punizione per presunti atti di rapina. Il macabro incidente è avvenuto nello stato messicano centrale di Guanajuato. Le vittime, che rimangono in condizioni critiche, sono state soccorse da testimoni nei pressi della città di Silao, Guanajuato. Il procuratore generale ha aperto un’indagine sugli eventi. Si ritiene che tutti e tre abbiano un’età compresa tra i 22 e i 25 anni. Guanajuato si trova al centro di una brutale guerra tra il cartello Jalisco Nuevo Generación (CJNG) e l’alleanza del cartello Santa Rosa de Lima/Sinaloa. In assenza di un’efficace applicazione della legge da parte delle autorità federali, i gruppi locali spesso sostengono le proprie interpretazioni della legge con estrema violenza. Le vittime sono state accusate dal CJNG di rapina con una nota allegata a uno degli uomini che diceva: «Questo mi è successo perché sono un ladro e perché non rispettavo le persone che lavoravano sodo e continuavo a derubarle. Chiunque faccia lo stesso, soffrirà. Firmato Elite Group». L’Elite Group è un braccio notoriamente armato della CJNG.

Filippine

Il procuratore capo della Corte Penale Internazionale (ICC) ha detto lunedì che esistono «basi ragionevoli per credere» che le Filippine abbiano commesso crimini contro l’umanità in relazione alla cosiddetta guerra alla droga del presidente Rodrigo Duterte. L’ufficio di Fatou Bensouda, nel suo rapporto annuale, ha affermato che quei crimini includevano omicidio, tortura, gravi lesioni fisiche e danni mentali. Gli eventi si sono svolti tra il primo luglio 2016 e il 16 marzo 2019.
L’ufficio del procuratore della Corte Penale Internazionale esamina il caso delle Filippine dal 2018, concentrandosi in particolare sulle accuse secondo cui Duterte e altri funzionari governativi hanno attivamente promosso e incoraggiato l’uccisione di sospetti consumatori di droga e spacciatori, sostenendo inoltre che le forze dell’ordine e gli aggressori non identificati abbiano compiuto migliaia di uccisioni illegali nelle Filippine. Una decisione finale su un’indagine formale dell’ICC potrebbe arrivare nella prima metà del 2021, afferma il rapporto, attribuendo i ritardi alla pandemia di coronavirus. Duterte, che ha assunto la carica nel 2016, ha promesso una guerra implacabile contro la droga, questione su cui ha fatto una specifica campagna durante le elezioni presidenziali dello stesso anno. In diverse occasioni, il presidente filippino aveva detto agli agenti di polizia di «sparare e uccidere» i sospetti di droga, affermando nel 2017 «ucciderò di più se non altro per sbarazzarmi della droga». Il rapporto dell’ICC ha rilevato che le forze dell’ordine sono state coinvolte nella morte di oltre 5.300 persone durante la repressione anti-droga.

Giappone

Condanna a morte per l’assassino che utilizzava Twitter per adescare giovani vittime con tendenze suicide, uccidendo così fino a nove persone e occultandone i cadaveri nel proprio appartamento. Il caso del 30enne Takahiro Shiraishi, residente nella cittadina di Zama, a sud di Tokyo, aveva sconvolto l’opinione pubblica. Tra agosto e ottobre 2017 il killer seriale ha strangolato otto donne, dopo aver abusato di loro, e un uomo smembrando successivamente i loro cadaveri. Tutte le vittime avevano tra i 15 e i 26 anni. Il punto del contendere durante il processo, riferiscono i media nipponici, era la presenza o meno del consenso degli individui − perlopiù giovani donne che si rivolgevano a Shiaraishi tramite lo scambio di messaggi via Twitter, dove lo stesso appariva con un nomignolo in giapponese equivalente a “Hangman”, il boia. Nell’emanare la sentenza, il giudice Yano Naokuni ha definito i crimini commessi da Shirahishi «di una ferocia estrema», aggiungendo che il caso dimostra quanto i social media siano diventati parte integrante della società.

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