16 febbraio 2022- Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Febbraio 16, 2022
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- Afghanistan: i talebani segnano i primi sei mesi al potere mentre le donne spostano la protesta online.
- Yemen: Onu, «la situazione peggiora e milioni di persone rischiano di perdere gli aiuti umanitari».
- Stati Uniti: guarita dall’HIV una donna dopo un trapianto di cellule staminali.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli e Silvia Muletti
Afghanistan
Il governo talebano ha avvertito gli Stati Uniti di riconsiderare la decisione sui beni congelati della banca centrale afghana e di astenersi da ulteriori “azioni provocatorie”. «Nel qual caso l’Emirato islamico sarà costretto a riconsiderare la propria politica nei confronti del paese», hanno affermato i governanti afghani in un comunicato ufficiale. Hanno anche chiesto agli Stati Uniti di rilasciare incondizionatamente i beni congelati. In precedenza, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva firmato un ordine esecutivo per aprire la strada alla divisione dei fondi afghani congelati per circa 7 miliardi di dollari. L’ordine è di dividere i fondi tra possibili risarcimenti per le vittime degli attacchi terroristici dell’11 settembre e aiuti umanitari al paese. La decisione di Biden ha suscitato indignazione tra gli afghani e l’ex presidente Hamid Karzai l’ha definita una “atrocità” contro i cittadini afghani. Centinaia di persone hanno protestato martedì a Kabul per condannare la decisione di Biden. Politici e accademici afghani hanno chiesto che i fondi congelati non siano utilizzati per risarcire le vittime dell’11 settembre poiché nessun afghano è stato coinvolto negli attacchi, né il denaro del paese dovrebbe essere incanalato come aiuto. Vogliono che i fondi rimangano intatti per garantire la stabilità della valuta afghana e del sistema finanziario del paese nel suo insieme. L’Afghanistan ha circa 9 miliardi di dollari in beni congelati, inclusi i 7 miliardi di dollari negli Stati Uniti. I fondi rimanenti sono per lo più detenuti in Germania, Emirati Arabi Uniti e Svizzera.
Le donne afghane continuano a sfidare i talebani, portando le proteste al chiuso poiché la repressione delle manifestanti a Kabul ha costretto molte attiviste a nascondersi. Almeno otto attiviste, tra cui Tamana Zaryabi Paryani e Parwana Ibrahimkhel, sono state catturate durante incursioni notturne nelle loro case da militanti armati che affermavano di essere talebani. I talebani in un primo momento hanno negato la conoscenza delle donne scomparse, scese regolarmente in strada dall’acquisizione del potere del 15 agosto, ma sono state rilasciate lo scorso fine settimana dopo quasi un mese di custodia. Sabato altre ventinove donne e loro famigliari sono state arrestate dai talebani, ha affermato in un tweet Rina Amiri, inviata speciale degli Stati Uniti per le donne, le ragazze e i diritti umani afghani.
Yemen
La guerra, che ormai dura da sette anni in Yemen, ha assistito a una pericolosa escalation con il numero di vittime civili a gennaio tra i più alti degli ultimi tre anni e otto milioni di yemeniti che rischiano di perdere tutti gli aiuti umanitari il mese prossimo in mancanza di nuovi fondi urgenti, hanno affermato ieri funzionari delle Nazioni Unite. L’inviato speciale delle Nazioni Unite, Hans Grundberg, e il capo umanitario delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, hanno dipinto un quadro in peggioramento della già terribile situazione nella nazione più povera del mondo arabo. Hanno detto che l’ultimo mese ha portato a una moltiplicazione delle zone di combattimento e la fine di gennaio ha visto quasi due terzi dei principali programmi di aiuto delle Nazioni Unite essere ridimensionati o chiusi.
Lo Yemen è sconvolto dalla guerra civile dal 2014, quando i ribelli houthi sostenuti dall’Iran hanno preso il controllo della capitale, Sanaa, e di gran parte del nord del paese, costringendo il governo a fuggire a sud, poi in Arabia Saudita. Una coalizione a guida saudita è entrata in guerra nel marzo 2015, sostenuta da Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti, per cercare di riportare al potere il presidente Abed Rabbo Mansour Hadi.
Grundberg ha avvertito il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che i recenti attacchi degli houthi agli Emirati Arabi Uniti e all’Arabia Saudita «indicano come questo conflitto rischi di perdere il controllo a meno che non vengano compiuti urgenti sforzi seri dalle parti yemenite, dalla regione e dalla comunità internazionale per porre fine al conflitto».
Israele e Palestina
Le forze israeliane hanno sparato e ucciso un adolescente palestinese nel villaggio di Nabi Saleh, a nord di Ramallah, in Cisgiordania, martedì pomeriggio portando a cinque il numero totale di palestinesi uccisi da Israele nell’ultima settimana. Il giovane, identificato come Nihad Barghouti, residente nella città di Kufr Ein, è stato colpito all’addome durante gli scontri tra forze israeliane e palestinesi a Nabi Saleh.
A sad farewell to the Palestinian youth, Nihad Barghouti, who was shot dead by the Israeli occupation forces during confrontations in Nabi Saleh village north of Ramallah in the occupied West Bank.#FreePalestine pic.twitter.com/ayfl6kT3IW
— Quds News Network (@QudsNen) February 15, 2022
Barghouti è il quinto palestinese, e il secondo adolescente, ucciso dalle forze israeliane in Cisgiordania nel corso di una settimana.
Unione Europea
Inizia oggi a Bruxelles il vertice tra Unione Europea e Unione Africana che durerà fino al 18 febbraio per discutere la strategia europea in Africa; a proposito di questo l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Josep Borrell, ha affermato: «I problemi dell’Africa sono i nostri problemi, quando risolviamo questi problemi risolviamo anche i nostri».
We have clear objectives for #AUEU Summit this week, based on mutual interests.
And while the EU and African Union do not agree on everything, we agree on the essential – which is a good basis for a renewed and stronger partnership. @Europarl_EN https://t.co/CCJ5VtSJUd pic.twitter.com/84JH6gbroh
— Josep Borrell Fontelles (@JosepBorrellF) February 15, 2022
In questa occasione il presidente francese Macron potrebbe annunciare il ritiro delle truppe dal Mali, e un ripensamento della presenza militare della Francia nel Sahel. La discussione sulla presenza militare nell’area porrebbe fine all’operazione Barkhane, che ha guidato una contro-insurrezione in Mali. Secondo Reuters una bozza di documento sarebbe già pronta in seguito alle dichiarazioni del ministro per gli Affari Esteri Jean-Yves Le Drian per cui «non esistono più le condizioni affinché l’operazione continui».
Serbia
Si è svolta ieri una manifestazione davanti a “Palazzo Serbia” a Belgrado per chiedere al governo di proibire per legge e in modo permanente ogni tipo di studio, ricerca ed estrazione in Serbia del litio e di altri minerali sensibili. La richiesta avviene nella contestazione dei progetti di sfruttamento di una miniera di litio nell’ovest della Serbia, dove è coinvolto il gruppo industriale Rio Tinto.
Tanzania
L’ex presidente della Repubblica Unita di Tanzania, S.E. Jakaya Kikwete, ha intrapreso un tour sul campo dei progetti agricoli supportati dalla Alliance for a Green Revolution in Africa (alleanza per una rivoluzione verde).
«L’agricoltura è un percorso critico per la prosperità economica e la riduzione della povertà in Tanzania, sostiene i mezzi di sussistenza di circa il 65% della popolazione, rappresenta circa il 27% del nostro PIL e contribuisce per il 24% alle esportazioni totali. Sto facendo questo tour come membro del comitato dei progetti del consiglio di amministrazione che sovrintende alla consegna e nutre un vivo interesse per la trasformazione agricola a beneficio dei piccoli agricoltori in Tanzania e in tutta l’Africa», ha affermato l’ex presidente.
Il tour vuole migliorare i mezzi di sussistenza dei piccoli agricoltori in Tanzania e accelerare la spinta all’industrializzazione e al commercio di esportazione, e consiste della visita ad agro-rivenditori, trasformatori di alimenti, strutture di aggregazione e stoccaggio, aziende di sementi, appezzamenti dimostrativi, agricoltori, leader chiave del settore pubblico e privato a Iringa e Mbeya in Southern Highlands, Katavi e Tabora nella regione occidentale e Dodoma nella Tanzania centrale.
Ucraina
«Gli Usa sono preparati, a prescindere da quello che accade», «un attacco all’Ucraina resta sempre possibile»: lo ha detto il presidente Usa Joe Biden parlando alla Casa Bianca dopo gli ultimi sviluppi sulla crisi ucraina. Gli Usa «non hanno ancora verificato in questa fase un ritiro delle truppe russe», ha aggiunto Biden. «Siamo desiderosi di negoziare accordi scritti con la Russia, di proporre nuove misure sul controllo degli armamenti e sulla trasparenza», ha precisato il presidente Usa, affermando che alla diplomazia deve essere data «ogni possibilità di avere successo». «Non vogliamo destabilizzare la Russia», ha assicurato.
I siti del ministero della Difesa ucraino e quelli di due banche pubbliche sono sotto cyberattacco: lo annuncia Kiev.
Russia
Si è aperto ieri mattina un nuovo processo nei confronti di Alexei Navalny, il più noto oppositore del presidente russo Vladimir Putin, che si trova da oltre un anno in prigione dopo essere rientrato in patria dalle cure ricevute in Germania per l’avvelenamento, di cui accusa il Cremlino. Il dissidente è imputato con nuove accuse di frode e rischia più di dieci anni carcere. L’udienza, in cui Navalny è comparso in uniforme da detenuto e con la testa rasata, si tiene nella colonia penale a un centinaio di chilometri Mosca in cui è recluso.
Canada
Il capo della polizia di Ottawa, Peter Sloly, ha annunciato le dimissioni. Lo riporta la Cbc canadese. Il funzionario era stato aspramente criticato per la gestione delle proteste dei “Freedom Convoy” che da tre settimane stanno paralizzando la capitale del Canada. Intanto il premier canadese Justin Trudeau ha annunciato il ricorso a misure di emergenza per i dimostranti che in Canada sono contrari alle restrizioni anti-Covid. Tra le misure, il congelamento dei depositi bancari senza necessità di un atto giudiziario o la sospensione delle assicurazioni sui veicoli.
Una comunità indigena nella provincia canadese del Saskatchewan ha annunciato martedì la scoperta di 54 tombe anonime in due ex scuole residenziali, aggiungendosi a un numero crescente di tali ritrovamenti che ha scioccato la nazione l’anno scorso. Le due scuole erano gestite dalla Chiesa cattolica per conto del governo federale: St Philip’s dal 1905 al 1913 e Fort Pelly dal 1928 al 1969.
Stati Uniti
Una bambina di quattro anni, scomparsa nel luglio 2019, è stata trovata viva dalla polizia, nascosta sotto una scala in una casa di New York. Paislee Shultis, che ora ha sei anni, è stata trovata ieri in una stanza “piccola, fredda e umida” sotto le scale di una casa a Saugerties, nella valle del fiume Hudson, dopo una ricerca durata un’ora. La caccia alla bambina è arrivata dopo che la polizia ha ricevuto una soffiata su dove si trovasse Paislee lunedì sera (ora locale), ha detto il dipartimento di polizia di Saugerties. Kimberly Cooper, 33 anni, e Kirk Shultis jnr, 32 anni, i genitori che avevano perso la custodia della bambina, sono stati arrestati e accusati di interferenza con la custodia oltre ad aver messo in pericolo il benessere di un bambino.
La polizia di Saugerties ha riferito che Paislee è in buona salute e si è riunita alla sorella maggiore. È sotto la custodia del suo tutore legale.
La bambina è stata trovata solo dopo che la polizia ha notato che le scale erano costruite in modo strano e che la luce delle loro torce brillava attraverso una fessura nelle assi. Attraverso le fessure è stato notato un mucchio di coperte. Paislee venne dichiarata scomparsa da Cayuga Heights, a 259 chilometri da Saugerties, nel luglio 2019. Le autorità credevano che fosse stata rapita dai suoi genitori non affidatari.
Saugerties police say they found a child hidden in this home. They say Paislee Shultis was four-years-old in 2019 when she was reported missing from Cayuga Heights, Tompkins County. Police say she is in good health. Her non-custodial parents face charges. pic.twitter.com/ez6ezRqq0U
— Heather Kovar (@CBS6Heather) February 15, 2022
La polizia di Saugerties ha detto di aver perquisito la casa diverse volte negli ultimi due anni, con il proprietario, il padre 57enne del signor Shultis, che ha negato di essere a conoscenza della posizione di Paislee.
Una paziente statunitense affetta da leucemia è diventata la prima donna, e la terza persona fino a oggi, a essere guarita dall’HIV dopo aver ricevuto un trapianto di cellule staminali da un donatore naturalmente resistente al virus che causa l’AIDS. Il caso di una donna di 64 anni di razza mista è anche il primo che coinvolge il sangue del cordone ombelicale, un approccio più nuovo che potrebbe rendere il trattamento disponibile a più persone. Da quando ha ricevuto il sangue del cordone ombelicale per curare la sua leucemia mieloide acuta − un cancro che inizia nelle cellule che formano il sangue nel midollo osseo − la donna è stata in remissione e libera dal virus da 14 mesi, senza la necessità di potenti trattamenti per l’HIV noti come terapia antiretrovirale.
I due casi precedenti si sono verificati in maschi, uno bianco e uno latino, che avevano ricevuto cellule staminali adulte come parte della procedura più comune di trapianto di midollo osseo. Le cellule trapiantate funzionano perché mancano dei recettori utilizzati dal virus per infettare le cellule.
Brasile
Frane e inondazioni innescate da forti piogge hanno ucciso almeno diciotto persone, martedì, in una città turistica sulle colline sopra Rio de Janeiro, ha riferito AFP citando i vigili del fuoco brasiliani.
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