19 ottobre 2023 – Notiziario Africa
Scritto da Giunio Santini in data Ottobre 19, 2023
Ascolta il podcast
- Si moltiplicano le reazioni negli stati africani sul conflitto a Gaza.
- Repubblica democratica del Congo: sale a 52 vittime il bilancio del naufragio di un battello nel fiume Congo.
- Liberia: sarà ballottaggio per le elezioni presidenziali.
- Guinea: arrestati dodici giornalisti.
Questo e molto altro nel notiziario Africa di Radio Bullets, a cura di Giunio Santini
Israele-Palestina
Si allargano a macchia d’olio le reazioni internazionali all’assedio di Gaza, deciso dall’esercito israeliano in seguito all’attacco del 7 ottobre scorso. Da un lato le proteste in numerose capitali del mondo arabo, dall’altro le reazioni dei governi a difesa dell’una o dell’altra parte del conflitto.
L’Algeria ha chiesto un “intervento internazionale immediato” per venire in aiuto del popolo palestinese di Gaza contro “l’aggressione” israeliana e per consentirgli di avere un proprio Stato indipendente con Gerusalemme come capitale. Nel suo discorso di apertura della ventesima sessione della Riunione dei Ministri degli Esteri dell’Africa e dell’Europa del Nord, il ministro degli Esteri algerino Ahmed Attaf ha chiesto che i “fratelli palestinesi” vedano finalmente garantiti i propri diritti nazionali “in conformità a ciò che la comunità internazionale ha decretato, in modo chiaro e coerente che non ammette interpretazioni, elusioni o smentite”.
Come riferito dal giornale “Yedioth Ahronoth”, il Ministero degli Esteri israeliano ha evacuato il personale delle ambasciate a Rabat, in Marocco, e al Cairo, in Egitto, a causa delle manifestazioni a sostegno della popolazione palestinese. L’evacuazione si aggiunge allo stato di allerta annunciato in tutte le ambasciate israeliane nel mondo, ai rinforzi e al trasferimento del personale dai paesi sensibili a quelli più sicuri.
Manifestation massive en cours à Rabat au Maroc en solidarité avec la Palestine. #Israel #Palestine #Gaza #Hamas pic.twitter.com/kI9xqBKKNF
— Anonyme Citoyen (@AnonymeCitoyen) October 15, 2023
Il Sudafrica ha fatto sapere che il proprio ministro degli esteri Naledi Pando ha avuto martedì un colloquio telefonico con il leader di Hamas, Ismail Haniyeh. Il Ministero degli esteri ha precisato che la telefonata ha riguardato la consegna di aiuti umanitari a Gaza e in altri territori palestinesi e ha negato di aver offerto sostegno al gruppo militante nel suo conflitto contro Israele, come in un primo momento era stato riportato. Il paese è da decenni un forte sostenitore della pace nella regione e più volte ha paragonato la situazione dei palestinesi alla quella della sua popolazione di origine africana sotto il regime di apartheid, terminato nel 1994.
L’Egitto non accoglierà gli sfollati in fuga dalla Striscia di Gaza. “Se sarà necessario sfollare la popolazione di Gaza, c’è il deserto del Negev in Israele”, ha affermato in maniera provocatoria il presidente egiziano, Abdel Fatah al Sisi, durante una conferenza stampa con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. L’Egitto ha un ruolo chiave nel conflitto riacuitosi tra Israele e Palestina, con il controllo del valico di Rafah, unica via di ingresso o uscita dalla Striscia di Gaza per gli aiuti umanitari e i rifugiati.
https://twitter.com/PalEmbassyZa/status/1713932410440536193
Tunisia
Il presidente tunisino Kais Saied ha rimosso dall’incarico il ministro dell’Economia dopo le sue dichiarazioni secondo cui un accordo con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) sarebbe stato vitale per l’economia.
Definendo i precetti dell’Fmi come “Diktat”, Saied ha smentito fortemente le dichiarazioni del ministro, affermando che il governo ha il solo compito di attuare la politica del presidente. Il ministro delle Finanze Sihem Boughdiri è stato incaricato di dirigere temporaneamente il ministero dell’Economia.
Proseguono intanto le proteste a Tunisi per l’arresto di Abir Moussi, presidentessa del Parti Destourien Libre e rivale politico del presidente Saied. Centinaia di persone si sono radunate domenica per chiedere la liberazione di Moussi, detenuta da due settimane con l’accusa di “attentato volto a cambiare la forma di governo, incitare le persone ad armarsi l’una contro l’altra o provocare disordini, omicidi o saccheggi sul territorio tunisino”.
L’arresto era avvenuto il 3 ottobre davanti al palazzo presidenziale di Cartagine. Secondo i suoi avvocati, Abir Moussi, ex parlamentare, si era recata negli uffici per presentare dei ricorsi contro dei recenti decreti presidenziali. In quel frangente ne è scaturita un’accesa discussione, in seguito al rifiuto dei funzionari di accettare le pratiche presentate, che ha poi portato all’arresto di Moussi.
In questi mesi, numerose ONG hanno accusato il presidente Saied di portare il paese verso una deriva autoritaria, facendo riferimento anche all’arresto di numerosi oppositori, tra cui il capo del partito Ennhadha, Rached Gannouchi.
Guinea
Dodici giornalisti sono stati arrestati a Conakry, capitale della Guinea per aver partecipato ad una marcia di protesta per la condizione della libertà di stampa nel paese.
L’Unione della stampa guineana aveva indetto una marcia nel centro della capitale per chiedere la revoca delle restrizioni imposte al sito web Guinée Matin, da parte della giunta militare al potere.
Tra i giornalisti arrestati figura anche il segretario generale del sindacato organizzatore. Gli imputati saranno giudicati per direttissima per “partecipazione criminale a un raduno illegale”, sulla base del divieto a ogni forma di protesta e manifestazione, decretato dai militari lo scorso anno.
Il governo militare della Guinea fa parte delle diverse giunte dell’Africa occidentale e centrale che hanno preso il potere in una serie di colpi di stato dal 2020 e che ora stanno disattendendo le promesse di una transizione democratica. Lo scorso ottobre, le autorità della Guinea avevano proposto una transizione di due anni verso la democrazia, ma ad oggi continuano nel restringimento delle libertà personali.
Repubblica democratica del Congo
I corpi di 52 persone sono stati recuperati dal fiume Congo dopo che un battello si è ribaltato nella notte di venerdì, vicino alla città di Mbandaka nel nord-ovest della Repubblica Democratica del Congo. Come dichiarato lunedì dal governatore provinciale, il bilancio delle vittime potrebbe salire ulteriormente con molti passeggeri ancora dispersi.
L’imbarcazione, evidentemente sovraccarica, trasportava oltre 300 persone quando si è rovesciata e non aveva l’autorizzazione a navigare di notte. Il ministro dei Trasporti ha annunciato un rafforzamento dei controlli e delle regole di navigazione per la sicurezza dei passeggeri.
Liberia
Si andrà al secondo turno delle elezioni presidenziali in Liberia, dopo che nessuno dei due candidati con più preferenze è riuscito a raggiungere il 50% necessario ad assicurarsi la vittoria.
Il presidente uscente, George Weah detiene un sottile vantaggio, con il 43,80% dei voti, mentre lo sfidante Joseph Boakai ha il 43,5%, dopo lo scrutinio della quasi totalità dei seggi, come ha dichiarato la Commissione elettorale.
Weah, ex stella del Milan, aveva vinto la presidenza in un clima di ottimismo nel 2017, portando speranza a un paese che era stato devastato da due guerre civili consecutive tra il 1989 e il 2003, oltre che dall’epidemia di ebola del 2014. La sua elezione era stata vista come un evento storico, segnando il primo passaggio di potere democratico e pacifico dal 1944 per la Liberia.
Nonostante Weah abbia tentato di mantenere le promesse di affrontare la povertà, creare posti di lavoro e porre fine alla corruzione, ad oggi il malcontento è forte nel paese soprattutto a causa dell’aumento incontrollato dei prezzi.
Burkina Faso
Il Burkina Faso e la Russia hanno firmato un accordo per la costruzione di una centrale nucleare sul territorio burkinabé.
Il documento è il risultato dell’incontro dello scorso luglio tra il capitano Ibrahim Traoré, presidente di transizione del Burkina Faso e il presidente russo, Vladimir Putin.
Come spiegato dal Ministro dell’Energia del Burkina Faso, il paese spera di poter costruire questa centrale nucleare entro il 2030, permettendo così alla sua economia di diversificare le proprie fonti di energia. La costruzione di una centrale nucleare dovrebbe raddoppiare la produzione di energia elettrica entro il 2030, dando così un forte impulso di sviluppo all’industria del paese.
Il settore energetico va ad aggiungersi alla lista di aree di cooperazione che stanno nascendo tra Russia e Burkina Faso, principalmente nel settore militare, compresa la formazione in Russia di soldati e ufficiali dell’esercito burkinabé.
https://twitter.com/TchadOne/status/1712886873792659614
Ti potrebbe interessare anche:
- Gaza: il fallimento della politica di Netanyahu
- “Sono pronto”: il Premio Nobel Denis Mukwege candidato alle presidenziali
- Gaza, ActionAid: “In migliaia a Rafah”
E se credi in un giornalismo indipendente, serio e che racconta il mondo recandosi sul posto, puoi darci una mano cliccando su Sostienici