20 febbraio 2020 – Notiziario
Scritto da Radio Bullets in data Febbraio 20, 2020
- Due donne vincono i premi più prestigiosi per i diritti umani: un’attivista iraniana contro il velo obbligatorio e un’avvocatessa yemenita che ha rivelato delle prigioni segrete degli Emirati
- Iraq: Allawi, pronto il nuovo governo, piacerà ai manifestanti? (in copertina)
- Venezuela: nuove sanzioni americane
- Afghanistan: vince le elezioni dopo 5 mesi l’attuale presidente Ghani
- L’Iran non consegnerà le scatole nere dell’aereo ucraino abbattuto
Questo e molto altro nel webnotiziario di Radio Bullets, oggi a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Yemen
L’attivista yemenita Huda al-Sarari, che ha contribuito a esporre una rete di prigioni segrete gestite dagli Emirati Arabi Uniti nel sud dello Yemen, ha vinto il prestigioso Martin Ennals Award per i diritti umani. Sarari, un’avvocatessa di 42 anni, ha lavorato con gruppi di diritti umani e la stampa internazionale dal 2015 per denunciare che gli Emirati Arabi Uniti e le milizie che appoggiano avevano istituito una rete di centri di detenzione segreti nelle aree che controllano in Yemen, catturando persone ritenute sospette, torturandole senza un giusto processo. Dopo aver ricevuto il premio a Ginevra ieri, Sarari ha criticato le parti in guerra in Yemen, chiedendo che vengano perseguiti per le violazioni dei diritti umani nel paese devastato dalla guerra, comprese le sparizioni forzate.
Sarari, il cui figlio è stato ucciso l’anno scorso da uomini armati durante una protesta per i diritti umani ad Aden, ha affermato che Abu Dhabi sta cercando di usare le sue relazioni internazionali e stretti legami con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per nascondere i suoi abusi. “Gli Emirati si vantano dei loro forti legami con i governi europei e l’amministrazione Trump. Si vendono come un alleato antiterrorismo”, ha detto ieri durante la cerimonia. “Ma credetemi, sono una madre che ha perso il figlio e ha visto gli Emirati in azione. Questo non è un paese con cui vuoi macchiare il tuo nome.”
Ha anche criticato i ribelli Houthi, accusandoli di impegnarsi in uno sforzo organizzato per distruggere le istituzioni dello Stato e intimidire i difensori dei diritti umani, giornalisti e operatori umanitari. “Sogno un paese in cui prevalgono i diritti del popolo yemenita”, ha detto Sarari. L’avvocatessa per i diritti umani ha affrontato minacce di morte per aver difeso i detenuti scomparsi, ma non si è fermata, ha raccolto prove di oltre 250 casi di abusi che si sono verificati nei centri di detenzione. “Avevo paura di uscire di casa o parlare con i media”, ha detto Sarari a Middle East Eye nel 2017. “Ma ora, voglio che tutto questo si sappia”.
Iran
Un’attivista iraniana per i diritti delle donne e attivista anti-hijab obbligatorio ha vinto un prestigioso premio internazionale dedicato alle donne a Ginevra, Svizzera. Shaparak Shajarizadeh, 44 anni, era una Girl of Revolution Street ovvero una delle ragazze iraniane che hanno osato togliersi i veli in luoghi pubblici affollati per protestare contro l’hijab obbligatorio e il codice di abbigliamento della Repubblica iraniana.
Il 27 dicembre 2017, un giorno prima dello scoppio di proteste diffuse contro la povertà, la disoccupazione e la dittatura in tutto l’Iran, una donna non identificata era salita su una cassa in una delle strade più trafficate di Teheran, Enqelab (Revolution) Avenue. Si è tolta il velo, lo ha messo su un bastone e ha cominciato a sventolarlo in aria. Video diventato subito virale e simbolo della resistenza delle donne iraniane. Così centinaia di donne in tutto l’Iran, dominato dai conservatori religiosi, hanno seguito l’esempio rimuovendo i loro foulard nei luoghi pubblici. Shajarizadeh era una delle ragazze di via Revolution. È stata condannata a due anni di prigione oltre a una pena detentiva sospesa di 18 anni nel 2018. Immediatamente dopo la sua liberazione su cauzione, Shajarizadeh è fuggita dall’Iran per continuare la sua campagna per i diritti delle donne. Nel 2018, le autorità iraniane hanno annunciato di aver arrestato 29 donne che avevano rimosso il velo durante una campagna contro il codice di abbigliamento islamico obbligatorio del paese.
Restiamo in Iran perché le autorità iraniane hanno deciso di non consegnare le scatole nere danneggiate del volo ucraino abbattuto al decollo dall’aeroporto della capitale poche ore dopo che le Guardie Rivoluzionare, la più potente forza militare iraniana, avevano lanciato missili contro due basi irachene che ospitavano militari americani all’inizio di gennaio in ritorsione all’omicidio mirato degli americani contro il generale Suleimani ucciso da un drone all’aeroporto di Baghdad. Nonostante le pressioni internazionali per un’indagine indipendente, l’Iran non consegnerà le scatole nere. Su quel volo sono morte 176 persone, tra cui 57 cittadini con la doppia nazionalità iraniana e canadese, motivo per il quale il Canada è intervenuto chiedendo di avere le scatale nere. Il ministro della difesa iraniano Hamir Hatami ha risposto che la scatola di registrazione dei dati di volo “ha subito danni evidenti e l’industria della difesa è stata, di conseguenza, invitata a contribuire alla sua ricostruzione”.
Emirati Arabi
Un marito arrabbiato con la moglie che aveva chiesto il divorzio, oltre la garanzia dei suoi diritti e la restituzione della macchina, nel giro di poche ore ha commesso 29 violazioni del traffico con la macchina di lei. Di conseguenza poi lei ha aggiornato la sua istanza di divorzio aggiungendo le infrazioni stradali tra i motivi che l’hanno spinta a chiedere l’annullamento del matrimonio.
Iraq
Il neo premier Mohammad Allawi ha detto ieri di aver messo insieme un governo di politici indipendenti e ha invitato il parlamento a tenere una sessione straordinaria la prossima settimana per garantirgli il voto di fiducia. L’Iraq sta affrontando una crisi interna profonda, dall’inizio delle proteste il primo ottobre più di 600 manifestanti e attivisti sono stati uccisi, 20 mila i feriti, persone che chiedono la rimozione dell’élite politica corrotta e la fine dell’interferenza straniera da parte di Iran e Stati Uniti. Allawi ha dichiarato durante un discorso televisivo che, se dovesse ottenere il voto di fiducia, il suo primo atto sarebbe quello di indagare sulle uccisioni dei manifestanti e consegnare gli autori alla giustizia. Ha anche promesso elezioni anticipate e ha chiesto ai ragazzi di piazza Tahir di dare una possibilità al suo governo nonostante “la crisi di fiducia che di tutto ciò che riguarda la politica”, di cui ha incolpato i suoi predecessori. Ex ministro delle comunicazioni, Allawi è stato designato premier dal presidente Salih, il primo febbraio dopo mesi di litigi tra i partiti rivali. Immediatamente respinto dai manifestanti che a novembre avevano costretto il precedente primo ministro Abdel Mahdi a dimettersi rimanendo in carica. Ora Mahdi ha promesso di lasciare e, qualora Allawi non ottenesse la fiducia entro il 2 marzo, potenzialmente si creerebbe un vuoto di potere senza precedenti.
Sempre in Iraq, a Tal Afar, quindi vicino al confine siriano, è stata rinvenuta una fossa comune con 1.000 vittime dell’Isis.
Siria
“Se gli altri paesi non riescono a darci garanzie, dovremo farci carico da soli della nostre preoccupazioni di sicurezza. È solo una questione di tempo prima che iniziamo un’altra operazione nel nord-ovest della Siria a Idlib”, ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando al gruppo parlamentare del suo Akp ad Ankara, confermando di essere pronto ad azioni militari nella provincia. I Russi mettono in guardia la Turchia contro un eventuale attacco. Intanto centinaia di migliaia di persone stanno fuggendo dalla zona, ma non c’è un posto dove andare, le strade sono intasate di persone e macchine.
Libano
Il Libano è il terzo paese più indebitato al mondo e la mancanza di lavoro ha costretto migliaia di rifugiati siriani a tornare nella propria patria devastata dalla guerra. In cinque mesi sono stati persi 25 mila posti di lavoro.
Israele
Il processo per corruzione del premier Netanyahu inizierà il 17 marzo, due settimane dopo le elezioni. Il tribunale distrettuale di Gerusalemme ha annunciato la data della prima udienza per il premier, che arriverà mentre i partiti si affretteranno a formare la coalizione.
Libia
Il governo Sarraj, quello riconosciuto internazionalmente di base a Tripoli, si è ritirato dai colloqui di pace di Ginevra in protesta alle continue violazioni della tregua da parte del rivale Haftar, comandante dissidente dell’Est che da mesi assedia il sud di Tripoli.
Tunisia
Il primo ministro tunisino Elyes Fakhfakh ha nominato ieri un nuovo governo di coalizione dopo aver raggiunto un accordo con il partito islamista moderato di Ennahda, il più grande potere in Parlamento, ponendo fine a una crisi politica in corso da quattro mesi.
Sudan del Sud
Dopo Uganda e Kenya, le locuste del deserto hanno invaso Sudan del Sud. Il governo ha detto che sta cercando di raccogliere più di $ 19 milioni per combattere l’infestazione. Il ministro Onyoti Adigo per l’Alimentazione e l’Agricoltura ha dichiarato che uno sciame di locuste è entrato lunedì nel paese.
Germania
Di almeno 9 persone uccise e altre ferite gravemente, è il bilancio provvisorio dopo due sparatorie in bar shisha o arghilè nella città tedesca di Hanau, ha riferito la polizia locale . Coinvolte, nella caccia agli autori, decine di poliziotti. La polizia ha poi twittato verso le 5:00 che le forze speciali della polizia avevano fatto irruzione nella casa del presunto sospetto e l’avevano trovato morto insieme a un altro corpo. “Uno dei morti è probabilmente il colpevole”, ha detto la polizia in una nota. “Al momento non ci sono indicazioni di altri autori. Sono in corso indagini sull’identità delle vittime e sul sospettato colpevole. Hanau, che si trova nella Germania sud occidentale, a circa 20 km a est di Francoforte, ha una popolazione di circa 100 mila abitanti. Le notizie sulla sparatoria arrivano pochi giorni dopo che una persona è stata uccisa e altre quattro sono rimaste ferite fuori da un locale di musica di Berlino, venerdì scorso, che ospitava uno spettacolo di cabaret turco. I motivi dietro l’attacco di Berlino sono rimasti poco chiari.
Regno Unito
Ingressi chiusi dal 2021 ai nuovi immigrati “a bassa qualificazione” e che non parlano lingua inglese: inclusi quelli che dall’anno prossimo busseranno alle porte dell’isola dai Paesi dell’Unione Europea. L’obiettivo del modello a punti è simile al sistema australiano.
Ukraina
L’agenzia cinematografica ucraina ha vietato un film del 2012 dell’ex attore comico e attuale presidente ucraino Volodymyr Zelensky perché vi recita l’attrice russa Yekaterina Varnava, finita nella lista nera di Kiev per aver visitato la Crimea senza l’autorizzazione del governo ucraino per uno show nel 2016. La Russia si è annessa la Crimea nel 2014 con un’invasione militare e un referendum controverso. L’agenzia cinematografica ha vietato di proiettare in pubblico il film “Otto nuovi appuntamenti” per questioni di “sicurezza nazionale”. Tra quelli proibiti da Kiev anche il film d’azione americano “Machete”, con Steven Seagal, e il film fantastico francese “Les enfants de Timpelbach”, con Gerard Depardieu. Entrambi gli attori sono cittadini russi.
Afghanistan
Dopo cinque mesi dalle elezioni presidenziali, la commissione elettorale conferma la vittoria dell’attuale presidente Ashraf Ghani, con un margine sottilissimo, il 50,64 per cento dei voti contro il rivale di sempre Abdullah Abdullah che parla di colpo di Stato.
Corea del Sud
L’Alta Corte di Seul ha condannato di nuovo l’ex presidente sudcoreano Lee Myung-bak, già condannato a ottobre 2018 per corruzione e appropriazione indebita, portando la pena detentiva a 17 anni dai 15 di primo grado, ordinando la revoca della libertà su cauzione. A marzo del 2019, a Lee, 78 anni e presidente dal 2008-2013, era stata concessa la libertà su cauzione per problemi di salute. La Corte lo ha anche condannato al pagamento di una multa di 13 miliardi di won (10,9 miliardi di dollari) e di un ulteriore forfeit di 5,78 miliardi. Lee è il quarto ex presidente sudcoreano a essere condannato per motivi penali.
Cina
Cala il numero dei nuovi casi di Coronavirus, secondo uno studio, la situazione di paralisi in Cina a causa della malattia ha ridotto l’inquinamento del 25 per cento. Sulla nave in quarantena al largo del Giappone, la Diamond Princess, muoiono due passeggeri, una coppia di 80 anni. Salgono a 82 i casi in Corea del Sud, due in Iran. Migliora in Egitto un cinese contagiato.
Dopo un titolo ritenuto razzista e diffamatorio sugli sforzi contro l’epidemia, la Cina ha revocato l’accredito a 3 giornalisti del Wall Street Journal e li ha espulsi. Il giornale si è rifiutato di chiedere scusa per un articolo che definiva la “Cina il vero malato dell’Asia”.
Australia
L’ex primo ministro australiano Tony Abbott ha affermato, parlando in un documentario trasmesso mercoledì, che funzionari malesi sospettavano da tempo che l’incidente dell’MH370, ormai quasi sei anni fa, fosse un omicidio-suicidio. Abbott, che all’epoca era primo ministro, ha affermato che alti funzionari della Malesia credono che il pilota Zaharie Ahmad Shah abbia deliberatamente abbattuto il veivolo che trasportava 239 persone, scomparso durante il volo da Kuala Lumpur a Pechino nel marzo 2014. Parti del velivolo in seguito riaffiorarono nell’oceano Indiano occidentale. Le scatole nere non furono mai trovate.
Stati Uniti
Trump nomina l’ambasciatore americano in Germania, Richard Grenell, direttore ad interim della National Intelligence che coordina 17 agenzie di intelligence americane. Grenel è il primo omosessuale dichiarato del governo. Il presidente fa fuori invece il sottosegretario alla Difesa John Rood, al quale è stato chiesto di dimettersi. In carica dal 2018, consigliere di Mark Esper, segretario della Difesa, scrisse al Congresso una lettera che smentiva la versione, alimentata dal presidente, che certificava gli sforzi fatti dall’Ucraina alla lotta contro la corruzione e che giustificavano l’invio di aiuti militare americani a Kiev.
La potente organizzazione dei Boy Scout americani, dopo lo scandalo del metoo, sceglie l’opzione bancarotta a causa delle centinaia di denunce per abusi sessuali esplosi l’anno scorso quando i giornali americani hanno rivelato che tra il 1944 e il 2016 quasi ottomila volontari avrebbero abusato di oltre 12 mila ragazzi. Alcuni Stati americani poi hanno approvato e quindi aperto finestre legali che hanno consentito alle vittime più anziane di fare causa.
Il Senato dello Utah ha votato all’unanimità per depenalizzare la poligamia tra gli adulti consenzienti. Secondo le leggi vigenti, chiunque abbia più coniugi potrebbe affrontare fino a cinque anni di carcere anche se poi raramente qualcuno è stato condannato. I sostenitori del disegno di legge dicono che eliminerebbe il segreto che circonda le comunità che praticano la poligamia e consentirebbe alle vittime di denunciare gli abusi. Ma i critici avvertono che potrebbe rafforzare il potere di chi lo fa. Il disegno di legge deve ancora essere approvato dalla Camera dei rappresentanti dello stato. Si stima che circa 30 mila persone vivano in comunità poligame nello Utah, secondo l’Associated Press. Lo stato ospita la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, nota anche come Chiesa mormone, che ammise la poligamia nella sua storia antica prima di vietarla nel 1890.
Venezuela
Il rappresentante speciale degli Stati Uniti per il Venezuela Elliott Abrams ha avvertito ieri che le sanzioni statunitensi contro nazione sudamericana non cesseranno fino a quando “il Venezuela non recupererà la sua democrazia”. Riferendosi alle sanzioni imposte martedì da Washington contro una consociata della società energetica russa Rosneft per aver presumibilmente contribuito a evitare sanzioni contro il Venezuela, Abrams ha definito la decisione “un primo passo” durante un briefing telefonico. La sanzione di Rosneft Trading SA, una consociata costituita in Svizzera che i dipartimenti di Stato e del Tesoro hanno dichiarato servire come società di intermediazione petrolifera, è stata effettuata perché opera nel settore petrolifero venezuelano, che gli Stati Uniti hanno sanzionato a gennaio 2019. Mentre gli Stati Uniti hanno lanciato nuovi attacchi contro la compagnia petrolifera e del gas naturale statale (PDVSA), dal canto suo, il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha annunciato, sempre ieri, due misure adottate dal suo governo per garantire la sicurezza dell’industria petrolifera del paese.
Colombia
Non si placa la violenza, il partito delle Farc ha manifestato preoccupazioni per l’assenza di garanzie sulla sicurezza quando un altro ex membro delle forze rivoluzionari e armate della Colombia è stato ucciso. Il partito nato dalle trattative di pace che hanno portato nel 2016 alla fine di un conflitto pluridecennale ha chiesto sicurezza per gli ex combattenti ora che sono nel pieno di un processo di reintegrazione verso una vita civile. Daniel Jimenez è stato ucciso nella cittadina meridionale di Puerto Guzman, ha detto Radio Contagio.
Argentina
Il Fondo Monetario internazionale, al termine di una missione nel paese, ha ritenuto il debito insostenibile e pensa sia necessario un “contributo significativo” da parte dei titolari privati di bond per riportare la “sostenibilità”.
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