20 gennaio 2023 – Notiziario Mondo

Scritto da in data Gennaio 20, 2023

– Afghanistan: Vicesegretaria delle Nazioni Unite si trova nel paese per parlare dei diritti delle donne, intanto il gelo attanaglia il paese e uccide
– Svizzera: Al forum economico Greta Thunberg denuncia la mancanza di azione per il clima
– Europa: Christine Lagarde afferma che l’inflazione è troppo alta, la BCE mantenga la rotta
– Francia: La riforma delle pensioni di Macron scatena scioperi e proteste in tutto il paese
– Israele: Netanyahu discute l’espansione degli accordi di Abramo con Biden
– Sudafrica: Russia e China preparano esercitazioni navali nell’Oceano indiano
– Perù: I manifestanti delle Ande a Lima per chiedere le dimissioni del presidente Dina Boluarte

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets a cura di Ambra Visentin

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Afghanistan

Nazioni Unite

La vicesegretaria generale delle Nazioni Unite ha discusso dei diritti delle donne con il ministro degli esteri ad interim afghano ieri dopo che le autorità talebane hanno vietato alla maggior parte delle operatrici umanitarie di lavorare e impedito a donne e ragazze di frequentare la scuola superiore e l’università. Amina Mohammed ha anche incontrato il personale delle Nazioni Unite, gruppi umanitari e donne afgane “per fare il punto della situazione, trasmettere solidarietà e discutere i modi per promuovere e proteggere i diritti delle donne e delle ragazze. E’ stata incoraggiata l’esenzione al divieto delle operatrici umanitarie di lavorare, motivo per il quale sono ricominciati alcuni progetti Onu, ma anche di ONG in alcuni settori come l’assistenza sanitaria. A Kabul, Mohammad ha incontrato anche funzionari di Turchia, Qatar e Pakistan per discutere della situazione in Afghanistan, constatando il consenso di tutti sulla questione dei diritti delle donne e delle ragazze al lavoro e all’accesso all’istruzione”. Dal canto suo il ministro talebano Muttaqi ha affermato che la mancanza di riconoscimento formale, le restrizioni di viaggio per i leader talebani e le sanzioni bancarie stanno causando problemi che dovrebbero essere affrontati da altri paesi. E ha aggiunto che le donne possono lavorare nella sanità e nell’istruzione in quella che ormai è una costante confusione delle regole che vengono imposte e poi ammorbidite.

Il gelo

E ancora Afghanistan, perché almeno 70 persone sono morte nell’ondata di temperature gelide che ha colpito l’Afghanistan, hanno detto funzionari dell’ufficio meteorologico nazionale, mentre condizioni meteo estreme aggravano una crisi umanitaria nella nazione colpita dalla povertà. Dal 10 gennaio, la colonnina di mercurio è precipitata a Kabul e in molte altre province, con la regione centrale di Ghor che ha registrato la lettura più bassa di -33°C durante il fine settimana. Nelle campagne famiglie senza casa per ripararsi dal freddo si sono rannicchiate attorno a fuochi, mentre nella capitale innevata le stufe domestiche a carbone sono state accese solo dai più fortunati. L’ondata di freddo dovrebbe durare un’altra settimana. Il ministero della gestione dei disastri ha affermato che negli ultimi otto giorni sono morte 70 persone e 70mila capi di bestiame, un bene vitale nei settori più poveri della società afgana. Più della metà dei 38 milioni di persone del paese stanno affrontando la fame quest’inverno e quasi quattro milioni di bambini soffrono di malnutrizione, secondo le agenzie umanitarie.

Barbara Schiavulli da Kabul per Radio Bullets

Svizzera

Forum Economico Mondiale

L’attivista svedese per il clima Greta Thunberg ha denunciato i big delle aziende riuniti a Davos, in Svizzera, per aver “alimentato la distruzione del pianeta” investendo nei combustibili fossili e scegliendo i profitti a breve termine a discapito delle persone colpite dalla crisi climatica. Thunberg è stata raggiunta da giovani attivisti di spicco, Vanessa Nakate, Helena Gualinga e Luisa Neubauer, ad una tavola rotonda con il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia, Fatih Birol, in occasione dell’incontro annuale del Forum Economico Mondiale. Le attiviste hanno portato una lettera di “cessazione e desistenza”, firmata da quasi 900.000 persone, nella quale si chiede ai dirigenti delle compagnie di combustibili fossili di fermare tutti i nuovi progetti di petrolio e gas naturale. Secondo gli scienziati presenti, non dovrebbero essere messi in cantiere nuovi progetti che prevedano l’utilizzo di combustibili fossili, se si vuole limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius, così come previsto dagli obiettivi climatici fissati a Parigi nel 2015.

Europa

DAVOS/SWITZERLAND, 25JAN13 – Christine Lagarde, Managing Director, International Monetary Fund (IMF), Washington DC; World Economic Forum Foundation Board Member reflects during the session ‘Women in Economic Decision-making’ at the Annual Meeting 2013 of the World Economic Forum in Davos, Switzerland, January 25, 2013.
Copyright by World Economic Forum swiss-image.ch/Photo Michael Wuertenberg

Per la Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, l’inflazione è tutt’ora a livelli troppo elevata e ha quindi promesso che i responsabili delle politiche economico-finanziarie porteranno avanti gli sforzi per riportare la crescita dei prezzi ai livelli prefissati. Giovedì, a un panel del Forum di Davos, Lagarde ha dichiarato di voler mantenere la rotta fino a quando non saremo in territorio restrittivo per un periodo sufficientemente lungo, da poter riportare l’inflazione al 2% in modo tempestivo. Con l’alleggerimento dei prezzi nell’eurozona e il crollo dei costi del gas naturale, diversi rappresentanti politici starebbero valutando l’opportunità di contenere l’aumento dei tassi, dopo il mezzo punto previsto a febbraio.

Ma con l’inflazione sottostante che ha toccato un nuovo record a dicembre e l’economia che ha retto meglio del previsto dopo l’attacco della Russia all’Ucraina, molti funzionari rimangono intenzionati a proseguire con i rialzi dei tassi per garantire che il più forte picco dei prezzi dell’era dell’euro sia sconfitto.

Francia

Nella giornata di ieri, i lavoratori francesi sono scesi nelle piazze di tutto il paese per protestare contro i piani del governo di innalzare l’età pensionabile da 62 a 64 anni, in quella che è stata la prima grande ondata di proteste da quando il presidente francese Emmanuel Macron è stato rieletto lo scorso anno.
I principali sindacati francesi si sono schierati in massa contro la riforma pensionistica del governo, che aumenterebbe il numero di anni di contributi necessari per ottenere una pensione completa a 43 anni a partire dal 2027. Decine di migliaia di lavoratori ospedalieri e insegnanti di scuola hanno abbandonato il lavoro e gli scioperi hanno causato enormi disagi ai trasporti pubblici, con la cancellazione della maggior parte dei treni in tutto il Paese. Secondo i sindacati, Macron potrebbe dover affrontare una lotta prolungata sulla questione e sarebbero pronti a indire nuovi scioperi se il governo non cambia i suoi piani.

Israele

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato mercoledì il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan. Si è trattato del primo incontro tra un alto funzionario di Washington e il premier israeliano.

Netanyahu ha dichiarato di aver discusso i “passi per approfondire gli accordi di Abramo” e di aver affrontato il tema della minaccia rappresentata dal programma nucleare iraniano. Sullivan, che mercoledì ha incontrato il presidente israeliano Isaac Herzog, sta cercando di sviluppare un rapporto di base con un governo spesso descritto come il governo israeliano più di estrema destra che si sia mai visto finora. È improbabile, tuttavia, che la delegazione statunitense incontri i controversi membri del governo israeliano, come Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, nonché le fazioni ultraortodosse del governo. Il consigliere statunitense intende assicurarsi che Gerusalemme e Washington siano sulla stessa lunghezza d’onda su questioni come il conflitto palestinese e la minaccia posta dal programma nucleare iraniano. L’amministrazione Biden ritiene che la stabilità in Medio Oriente si basi molto sulla prospettiva che l’Arabia Saudita e altri Stati arabi aderiscano agli Accordi di Abramo o a un trattato simile per normalizzare le relazioni con lo Stato ebraico.

Sudafrica

Russia e Cina condurranno esercitazioni navali nell’Oceano Indiano al largo delle coste sudafricane il mese prossimo. Le forze armate sudafricane hanno dichiarato giovedì che insieme alle marine russe e cinesi si impegneranno in “un’esercitazione marittima internazionale”, che si terrà dal 17 al 27 febbraio, al largo della costa orientale del Sudafrica, vicino alle città di Durban e Richards Bay. Le esercitazioni si svolgeranno in prossimità dell’anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il 24 febbraio, e porteranno maggiore attenzione alla spinta di Russia e Cina verso l’influenza globale e al rifiuto del Sudafrica di schierarsi con l’Occidente e condannare le azioni della Russia in Ucraina. L’annuncio arriva anche pochi giorni prima della visita del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in Sudafrica, che avrà colloqui con l’omologo sudafricano Naledi Pandor.

Perù

Una folla di manifestanti, molti provenienti da remote regioni andine, si è riversata nella giornata di ieri a Lima, la capitale costiera del Perù, per protestare contro la presidente Dina Boluarte e dare sostegno al suo predecessore, la cui estromissione il mese scorso ha scatenato violenti disordini e gettato la nazione nel caos politico. I sostenitori dell’ex presidente Pedro Castillo, il primo leader del Perù proveniente da un ambiente rurale andino, sperano che la protesta apra un nuovo capitolo nel movimento che da settimane chiede le dimissioni di Boluarte, elezioni immediate e cambiamenti strutturali nel Paese. Castillo è stato messo sotto impeachment dopo un tentativo fallito di sciogliere il Congresso.
Finora le proteste si sono svolte principalmente nelle Ande meridionali del Perù, con 53 vittime fra i manifestanti, la maggior parte dei quali sarebbero morti durante gli scontri con le forze di sicurezza.
Le manifestazioni e i successivi scontri con le forze di sicurezza rappresentano la peggiore violenza politica che il Perù abbia vissuto in oltre due decenni e hanno acceso i riflettori sulle profonde divisioni che esistono nel Paese tra l’élite urbana, in gran parte concentrata a Lima, e le aree rurali povere, dove i cittadini si sono spesso sentiti relegati.

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