21 settembre 2022 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Settembre 21, 2022
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- La Guinea Equatoriale abolisce la pena di morte.
- Rimpasto talebano, sostituito il ministro dell’Istruzione.
- Myanmar: elicottero militare attacca scuola, uccisi sette bambini.
- Giappone: un uomo si dà fuoco davanti alla casa del premier.
- Turchia: HRW, il riciclaggio di plastica malfatto danneggia la salute e l’ambiente.
- Per la prima volta dopo la pandemia, riprende in presenza l’Assemblea delle Nazioni Unite concentrandosi sulla guerra in Ucraina e il clima.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli.
Afghanistan
Il leader supremo dei talebani ha emesso, martedì, un’ordinanza in cui annuncia un rimpasto di diverse posizioni, nazionali e provinciali, compresa la sostituzione del ministro dell’Istruzione ad interim. Il portavoce talebano, Zabihullah Mujahid, ha pubblicato l’elenco dei cambiamenti, affermando che sono su ordine del leader spirituale supremo dei talebani, Haibatullah Akhundzada, che ha sede a Kandahar, nella provincia meridionale, luogo di nascita del movimento. Il ministro dell’Istruzione ad interim, Noorullah Munir, è stato sostituito nel ruolo dal capo del consiglio provinciale di Kandahar, Maulvi Habibullah Agha. Nessun motivo è stato fornito per il rimpasto. Il sistema educativo dell’Afghanistan è sotto i riflettori da quando i talebani hanno conquistato il paese, poco più di un anno fa. Il gruppo aveva in gran parte vietato l’istruzione delle ragazze già quando era al potere due decenni fa, ma aveva affermato che le sue politiche sarebbero cambiate.
I residenti di Kabul si sono lamentati della scarsa qualità dei servizi Internet nel paese. Hanno invitato i servizi competenti a prestare attenzione alla questione. Nonostante il prezzo elevato di Internet, la qualità è scarsa, hanno affermato i residenti. I funzionari hanno dichiarato che sono in corso sforzi per migliorare la qualità di Internet.
Iran
Cinque persone sono state uccise dalle forze di sicurezza iraniane durante le proteste scatenate dalla morte di Mahsa Amini, 22 anni, seguite al suo arresto da parte della polizia morale di Teheran. Lo riporta Cnn citando la Hengaw Organization for Human Rights, organizzazione registrata in Norvegia che monitora le violazioni dei diritti in Iran. Le vittime — secondo la stessa fonte — sono state uccise da colpi di arma da fuoco durante le manifestazioni nella regione curda dell’Iran, di cui era originaria la giovane. Altre settantacinque persone sono rimaste ferite in altre città durante il fine settimana.
L’Onu denuncia «la violenta repressione» delle manifestazioni in Iran a seguito della morte di Mahsa Amini. L’Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ad interim, Nada Al-Nashif, ha espresso oggi la propria preoccupazione per la morte di Mahsa Amini. «La tragica morte di Mahsa Amini e le accuse di tortura e maltrattamenti devono essere indagate in modo rapido, imparziale ed efficace da un’autorità indipendente competente, assicurando, in particolare, che la sua famiglia abbia accesso alla giustizia e alla verità».
Turchia e Israele
Ieri il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha incontrato per la prima volta dal 2008 un primo ministro israeliano, Yair Lapid. I due leader si sono incontrati a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a un mese dall’annuncio che i due paesi avevano ripristinato i rapporti diplomatici dopo anni di tensioni. Il leader israeliano ha anche espresso preoccupazione per l’arcinemico Iran e «ha ringraziato il presidente Erdogan per la cooperazione nell’intelligence», ha affermato il suo ufficio.
La Turchia nel 1949 è diventata la prima nazione a maggioranza musulmana a riconoscere Israele. Ma le relazioni si sono inasprite sotto Erdogan, che si è allontanato dal secolarismo del paese da quando è diventato leader supremo nel 2003. Le relazioni si sono fortemente deteriorate nel 2010 dopo la morte di dieci civili a seguito di un raid israeliano sulla nave turca Mavi Marmara, parte di una flottiglia che cercava di violare un blocco trasportando aiuti nella Striscia di Gaza.
Erdogan ha mantenuto i rapporti con Hamas, il movimento che controlla la densamente popolata Striscia di Gaza. Si ritiene che il gruppo tenga in ostaggio due civili israeliani. Lapid vorrebbe l’aiuto di Erdogan in questo.
Israele e Palestina
Un’indagine congiunta di un gruppo di ricerca multidisciplinare, con sede a Londra, e di un gruppo per i diritti dei palestinesi ha scoperto ulteriori prove che confutano il racconto di Israele secondo cui l’uccisione della giornalista veterana di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh, sia stato un errore. Forensic Architecture e Al-Haq hanno affermato che l’omicidio di Abu Akleh è stato deliberato. Abu Akleh, che è stata con Al Jazeera per venticinque anni e conosciuta come la “voce della Palestina”, è stata colpita alla testa e uccisa dalle forze israeliane l’11 maggio scorso, mentre stava seguendo un’incursione dell’esercito nel campo profughi di Jenin. È stato esaminato l’angolo di tiro del cecchino israeliano e si è concluso che questi fosse in grado di poter dire chiaramente che c’erano giornalisti nell’area. Si è anche esclusa la possibilità di scontri tra forze israeliane e palestinesi a Jenin, al momento dell’attacco. Secondo l’indagine, per la quale Al Jazeera ha fornito materiale, il cecchino israeliano ha sparato per due minuti e ha deliberatamente preso di mira coloro che cercavano di salvare Abu Akleh.
La famiglia di Abu Akleh ha presentato una denuncia ufficiale alla Corte penale internazionale (CPI) per chiedere giustizia per la sua morte. Parlando davanti alla CPI a L’Aia, nei Paesi Bassi, martedì scorso, il fratello di Abu Akleh, Anton, ha detto che avrebbero fatto tutto il necessario per garantire la responsabilità della sua uccisione.
Lunedì le autorità israeliane hanno esteso la detenzione amministrativa della giornalista palestinese Bushra Al-Taweel per la terza volta consecutiva, per un periodo di tre mesi, secondo quanto riportato da Middle East Monitor. La ventinovenne Al-Taweel, residente nella città di Ramallah, è stata arrestata il 21 marzo al posto di blocco militare di Zatara, a sud di Nablus, in Cisgiordania.
https://twitter.com/OnlinePalEng/status/1571833471823384586
Bushra è già stata arrestata nel 2011, 2017 e di nuovo nel 2019. Ha trascorso circa tre anni e mezzo dietro le sbarre. Bushra è la figlia del leader di Hamas Jamal Al-Taweel, 60 anni, detenuto da Israele in detenzione amministrativa dal giugno 2021.
Un palestinese è rimasto ucciso durante gli scontri in corso tra combattenti palestinesi e le forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese (AP) nella città di Nablus, occupata da Israele, in Cisgiordania. I media locali hanno identificato l’uomo come Firas Yaeesh, 53 anni. La sua morte è stata annunciata all’alba di martedì. Testimoni, così come giornalisti locali, hanno affermato che Yaeesh è stato ucciso dal fuoco della polizia dell’AP, ma il fatto non è stato ancora confermato. Scontri si sono svolti a Nablus poco dopo la mezzanotte in seguito all’arresto da parte dell’Autorità Palestinese di due combattenti palestinesi, tra cui il trentenne Musab Shtayyeh, in cima alla lista dei ricercati di Israele. Shtayyeh è un comandante delle brigate al-Qassam, braccio armato del movimento di resistenza armata di Hamas, con sede a Gaza.
Turchia
Il riciclaggio della plastica in Turchia sta danneggiando la salute di molte persone e degradando l’ambiente per tutti: lo ha affermato Human Rights Watch in un rapporto pubblicato oggi. Il rapporto di 88 pagine — È come se ci stessero avvelenando: gli impatti sulla salute del riciclaggio della plastica in Turchia — documenta le conseguenze della risposta inefficace del governo turco all’impatto sulla salute e sull’ambiente del riciclaggio della plastica. Gli inquinanti atmosferici e le tossine emesse dal riciclaggio colpiscono i lavoratori, compresi i bambini, e le persone che vivono vicino agli impianti di riciclaggio.
Il governo non applica leggi e regolamenti che richiedono licenze rigorose e ispezioni regolari e approfondite degli impianti di riciclaggio e della salute sul lavoro, aggravando notevolmente l’impatto delle strutture sulla salute e sull’ambiente. I rifiuti di plastica importati dall’Unione Europea stanno contribuendo in modo significativo a questi abusi. I lavoratori e i residenti delle comunità vicine hanno descritto problemi respiratori, forti mal di testa, disturbi della pelle, mancanza di dispositivi di protezione e scarso o nessun accesso alle cure mediche per le malattie professionali. Molte delle strutture visitate da Human Rights Watch si trovavano pericolosamente vicino alle abitazioni, in violazione delle leggi turche e delle normative ambientali. Per essere riciclati, i rifiuti di plastica vengono triturati, lavati, fusi ad alte temperature e poi trasformati in pellet. Questo processo emette inquinanti atmosferici e tossine che, senza adeguate protezioni, possono contribuire a problemi di salute a breve termine, tra cui asma, difficoltà respiratorie e irritazione agli occhi. Gli scienziati hanno anche collegato l’esposizione a queste tossine con un aumento del rischio di cancro, impatti neurologici e danni al sistema riproduttivo. Inoltre, la plastica è composta da combustibili fossili e additivi tossici e rilascia anche quantità significative di emissioni di gas serra, contribuendo alla crisi climatica.
Tunisia
La polizia ha preso di mira due leader dell’opposizione tunisina nell’ultima campagna di repressione delle critiche al presidente Kais Saied. Rached Ghannouchi, ex presidente del disciolto parlamento tunisino e presidente del movimento Ennahda, è stato convocato in una stazione di polizia con l’accusa di sostenere il “terrorismo”. La polizia antiterrorismo del paese ha anche arrestato Ali Laarayedh, che è stato primo ministro dal 2013 al 2014. Laarayedh, che è anche un alto funzionario del partito Ennahda, è stato arrestato con l’accusa di «aver mandato jihadisti in Siria», secondo i suoi avvocati. Le autorità tunisine non hanno ancora spiegato perché abbiano convocato Ghannouchi, indagato da giugno con l’accusa di riciclaggio di denaro legato a fondi esteri. Ghannouchi nega le accuse.
Guinea Equatoriale
La Guinea Equatoriale ha abolito la pena di morte: lo ha annunciato la televisione di Stato citando una legge promulgata da Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, presidente di questo piccolo paese petrolifero dell’Africa centrale, tra i più chiusi e con il regime più autoritario del mondo. L’ultima esecuzione risale al 2014, secondo Amnesty International, ma il regime è accusato di sparizioni forzate, detenzioni arbitrarie e torture.
Francia
Tentato omicidio a Biarritz per il rifugiato politico Vladimir Osechkin, dissidente anti-Putin e fondatore del progetto russo per i diritti umani Gulagu.net, ong che denuncia regolarmente la tortura e la corruzione nel sistema carcerario russo. La procura di Bayonne ha aperto un’inchiesta per “minacce”, non per tentato omicidio, e non ha voluto commentare il procedimento. Osechkin ha raccontato di essere sfuggito a un attentato la sera del 12 settembre mentre si trovava a casa sulla costa basca con la moglie e i figli. Nel 2021, l’ong di Osechkin ha diffuso video di stupri nelle carceri russe, oltre a testimonianze di vittime e, in un raro caso, di torturatori che avevano portato all’apertura di un’indagine da parte delle autorità. Sostiene di avere più di mille video che mostrano le torture in carcere.
Svizzera
La ministra dell’Ambiente svizzero, Simonetta Sommaruga, sta promuovendo misure per ridurre il consumo di energia del 15% nel prossimo inverno: uno dei suoi suggerimenti è che i cittadini facciano la doccia insieme, in due. Secondo The Times, la sessantaduenne socialista Sommaruga suggerisce di «spegnere il computer quando non serve, spegnere le luci o fare la doccia insieme». La proposta è stata accolta con incredulità in Svizzera, e la titolare dell’Ambiente è stata costretta a chiarire che il suggerimento era rivolto ai giovani, ammettendo che «dopo una certa età, fare la doccia insieme non è più adatto a tutti».
Ucraina – Russia
I leader mondiali riuniti alle Nazioni Unite, a New York, hanno denunciato l’invasione russa dell’Ucraina, dopo che i leader insediati da Mosca nelle aree occupate di quattro regioni ucraine hanno annunciato l’intenzione di tenere referendum sull’adesione alla Russia nei prossimi giorni. Nella decisione, apparentemente coordinata, le figure filo-russe hanno annunciato i referendum per il 23-27 settembre nelle province di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia, che rappresentano circa il 15% del territorio ucraino — un’area delle dimensioni dell’Ungheria. Se il piano referendario «non fosse così tragico, sarebbe divertente», ha detto ai giornalisti il presidente francese Emmanuel Macron prima dell’assemblea delle Nazioni Unite a New York. Liz Truss, nuovo primo ministro britannico, ha affermato che la Russia dovrà risarcire le sue «vaste riserve di petrolio e gas» all’Ucraina, quando il conflitto sarà finito. Olaf Scholz, il cancelliere tedesco, ha affermato che i referendum non sono coperti dal diritto internazionale.
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in un’intervista alla tv americana Pbs, ripresa da The Guardian, ha dichiarato che le terre invase dalla Russia dovrebbero essere restituite all’Ucraina, compresa la Crimea.
Sette persone, fra cui tre bambini, sono rimaste uccise in un bombardamento di artiglieria «da parte delle forze armate ucraine dell’insediamento di Krasnorechenskoye, nel distretto di Kremensky», nel Lugansk.
Russia
Il presidente russo Vladimir Putin avrebbe dovuto parlare ieri sera alla nazione russa, ma la sua conferenza è stata posticipata a oggi.
La Duma, la camera bassa del Parlamento russo, ha approvato una serie di emendamenti al codice penale che prevedono il rafforzamento delle pene in caso di “mobilitazione”, “legge marziale”, “tempo di guerra” e “conflitto armato”. Per la renitenza alla leva è prevista una pena fino a dieci anni di reclusione. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti. Gli emendamenti andranno in votazione oggi al Consiglio della Federazione, il Senato russo, prima di essere promulgati dal presidente Vladimir Putin.
Stati Uniti
I leader mondiali si sono incontrati martedì per il dibattito della 77° Assemblea Generale delle Nazioni Unite, segnando il primo incontro in presenza a tre anni dall’inizio della pandemia. L’invasione russa dell’Ucraina e il cambiamento climatico hanno dominato nei discorsi dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York City.
Il primo giorno dell’assemblea, della durata di una settimana, ha visto i leader di tutto il mondo condividere le proprie preoccupazioni per l’ordine internazionale tremante e per le sfide globali, come la fame e il cambiamento climatico, esacerbate dall’effetto della guerra sull’inflazione e sui prezzi di cibo ed energia.
I leader mediorientali hanno anche parlato dell’occupazione israeliana e del conflitto in Siria. Erdogan ha inoltre chiesto una soluzione pacifica del conflitto siriano, sulla falsariga della risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiede una transizione politica nel paese attraverso le elezioni. Sebbene la Turchia sia stata uno dei primi sostenitori dei ribelli che combattono contro il governo di Bashar al-Assad, e continui a sostenere i militanti nel nord-est della Siria, secondo quanto riferito sta valutando la normalizzazione dei legami con Damasco. La Turchia ha lanciato diverse invasioni nel nord della Siria per sradicare i militanti curdi, che considera “gruppi terroristici”, e ha minacciato una nuova incursione nel paese. Il re di Giordania, Abdullah, ha avvertito che “campanelli d’allarme” stanno suonando in tutto il mondo, toccando anche il tema del cambiamento climatico, del conflitto israelo-palestinese e della crisi dei rifugiati. La Giordania è uno dei paesi più poveri d’acqua al mondo e Abdullah ha avvertito che il fiume Giordano, il Mar Morto e le barriere coralline di Aqaba sono «tutti minacciati dal cambiamento climatico». Il re ha inoltre lanciato un duro avvertimento sulla difficile situazione dei cristiani in Medio Oriente, in particolare in Cisgiordania, dicendo che «il cristianesimo è sotto tiro a Gerusalemme». L’emiro al potere in Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al Thani, si è preso il proprio tempo sul podio per strombazzare il ruolo del suo paese come fornitore affidabile di energia e mediatore nella regione. Thani ha chiesto una risoluzione del conflitto israelo-palestinese lungo le linee del 1967, con Gerusalemme Est come capitale, avvertendo che Israele «persegue una politica del fatto compiuto» in Cisgiordania.
El Salvador
Martedì scorso, il presidente di El Salvador si è rivolto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite con un discorso in cui ha sottolineato come il suo paese sia passato dall’essere conosciuto come il luogo più pericoloso del mondo «all’essere sulla buona strada per diventare il paese più sicuro delle Americhe». Nayib Bukele ha detto che coloro che prima conoscevano il paese, «lo sapevano per le bande, per le morti, per la violenza, per la guerra». Negli ultimi decenni la storia di El Salvador è stata segnata dalla violenza delle bande, con il paese che soffre di uno dei più alti tassi di omicidi e criminalità al mondo. Ma da quando Bukele è salito al potere — da marzo scorso — è riuscito ad abbassare il tasso di omicidi del paese imprigionando più di cinquantamila presunti membri di una banda. Il piano ha suscitato allarme tra i gruppi per i diritti umani, che vedono nella misura un’opportunità per il governo di Bukele di frenare le libertà individuali.
India
Un’altra giovane vittima di violenza sessuale è morta in India, a distanza di appena una settimana dal ritrovamento dei corpi impiccati a un albero delle due sorelle rapite e violentate. La vittima, questa volta, è una sedicenne, morta due sere fa in ospedale a Lucknow, la capitale dello stato dell’Uttar Pradesh, dove era stata ricoverata in fin di vita dopo essere stata violentata e data alle fiamme. Due presunti colpevoli sono già stati arrestati. E, ancora una volta, la vittima apparteneva alla casta dei dalit, ritenuta la più bassa nella persistente scala sociale dell’induismo.
Myanmar
Elicotteri della giunta militare hanno colpito una scuola nel centro-nord del Myanmar, uccidendo almeno tredici persone, tra cui sette bambini. Diciassette i feriti. L’amministratrice della scuola ha raccontato che stava cercando di portare gli studenti in un nascondiglio sicuro quando, venerdì scorso, due dei quattro elicotteri governativi Mi-35 che si sono alzati a nord del villaggio di Let Yet Kone a Tabayin, a circa 110 km a nord-ovest di Mandalay, hanno iniziato a sparare con mitragliatrici e armi più pesanti contro la scuola. L’istituto, che conta duecentoquaranta studenti dall’asilo alle elementari, è situato in un complesso del monastero buddista del villaggio. Da quando i militari hanno estromesso il governo eletto di Aung San Suu Kyi, nel febbraio dello scorso anno, le Nazioni Unite hanno documentato duecentosessanta attacchi a scuole e personale educativo, ma questo sarebbe il più alto numero di bambini uccisi. L’attacco alla scuola, secondo la giunta militare, aveva come obiettivo i ribelli che si nascondevano nell’area.
Giappone
Un uomo si è dato fuoco davanti alla residenza ufficiale del primo ministro Fumio Kishida nelle prime ore di mercoledì, ed è stato portato in ospedale privo di conoscenza. L’uomo — di cui non si conoscono al momento le generalità — prima di compiere il gesto aveva detto alla polizia di essere contrario ai funerali di Stato organizzati per l’ex premier Shinzo Abe, assassinato a inizio luglio nella città di Nara durante un comizio elettorale. Al funerale del 27 settembre dovrebbero partecipare centinaia di dignitari stranieri. Secondo quanto riportato dai media locali, gli agenti hanno spento le fiamme e hanno portato l’uomo ancora cosciente in ospedale. L’entità delle sue ferite e le sue condizioni attuali sono sconosciute. Secondo i media giapponesi, si ritiene che l’uomo abbia settanta anni. I funerali di Stato non sono una pratica consolidata in Giappone e i critici affermano di essere risentiti per l’uso di fondi pubblici per un evento che dovrebbe costare circa 1,65 miliardi di yen (£ 10,1 milioni; $ 11,4 milioni). Inoltre, le critiche ai funerali di Stato sono aumentate poiché è stato riscontrato che più politici nel parlamento giapponese hanno legami con una chiesa controversa. L’uomo accusato di aver ucciso Abe ha detto di aver preso di mira l’ex primo ministro per i suoi legami con la Chiesa dell’Unificazione, che secondo lui aveva mandato in bancarotta la sua famiglia.
Clima
È di due morti, un disperso e oltre cento feriti il bilancio del passaggio del tifone Nanmadol nel sud-ovest del Giappone; la perturbazione, dopo aver lasciato la regione del Kyushu, prosegue la sua corsa verso il Pacifico, indebolendosi fino a essere classificato come un sistema di bassa pressione, ma è comunque ancora pericoloso secondo le autorità.
Un vulcano a nord dell’isola principale di Tonga ha eruttato 8 volte nelle ultime 48 ore, secondo il servizio geologico della nazione del Pacifico, che ha allertato i naviganti a tenersi alla larga. Il vulcano Home Reef è in eruzione da dieci giorni, con fuoriuscite di lava, vapore e cenere per almeno tre chilometri.
È di due morti, danni non gravi in vari stati e oltre cinquecento scosse il bilancio del terremoto di magnitudo 7,7 registrato ieri mattina nello stato centrale messicano di Michoacán, e avvertito chiaramente a Città del Messico.
La Nigeria sta combattendo contro le peggiori inondazioni dell’ultimo decennio, con oltre trecento morti nel 2022, di cui almeno venti questa settimana, mentre le autorità hanno dichiarato che la situazione è «fuori dal nostro controllo». Le inondazioni in ventisette dei trentasei stati della Nigeria e nella capitale hanno colpito mezzo milione di persone provocando centomila sfollati e più di cinquecento feriti, ha dichiarato l’Agenzia nazionale nigeriana per la gestione delle emergenze, come scrive The Guardian nell’edizione online. Le alluvioni hanno anche distrutto migliaia di ettari di terreni agricoli, aggravando i timori di un’interruzione dell’approvvigionamento alimentare nel paese più popoloso dell’Africa.
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