22 agosto 2022 – Notiziario

Scritto da in data Agosto 22, 2022

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  • Afghanistan: forti inondazioni nell’est del paese.
  • Messico: detenuto un giudice per essere sicuri che presenzi un’udienza preliminare nel caso dei 43 studenti scomparsi.
  • Onu contro la condanna a 34 anni di una studentessa saudita per dei tweet.
  • Il Pakistan vieta i discorsi in diretta dell’ex premier Imran Khan.
  • Israele e Palestina: cento giorni dalla morte della giornalista Shireen Abu Akleh.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli, in collegamento da Kabul.

Afghanistan

Forti inondazioni dovute alle piogge stagionali verificatesi nell’Afghanistan orientale e nelle zone vicine del Pakistan, hanno causato la morte di decine di persone durante la notte: lo hanno riferito funzionari locali nella giornata di ieri. Un video di Associated Press mostra gli abitanti dei villaggi del distretto di Khushi, nella provincia di Logar, a sud della capitale afghana di Kabul, mentre ripuliscono dopo l’alluvione le loro case danneggiate. Abdullah Mufaker, capo dell’autorità di risposta alle catastrofi naturali della provincia, ha affermato che non si sa ancora quanti siano rimasti uccisi e feriti dall’innalzamento delle acque, ma si parla di almeno nove vittime.

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Pakistan

L’autorità di regolamentazione dei media ha introdotto il divieto di trasmettere in diretta i discorsi di Imran Khan, domenica, suscitando proteste tra i sostenitori dell’ex primo ministro. La decisione è arrivata poche ore dopo che Khan aveva criticato il governo durante una manifestazione a Islamabad. ​​Nel suo discorso, trasmesso in diretta, Khan ha avvertito che avrebbe intentato causa contro ufficiali di polizia di alto rango e il magistrato Zeba Chaudhry per la detenzione del suo assistente, Shahbaz Gill. Gill è stato arrestato con l’accusa di sedizione il 10 agosto e pare sia stato torturato mentre era in custodia di polizia. Il partito politico di Khan, Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI), ha affermato che il veto della Pakistan Electronic Media Regulatory Authority (PEMRA) è segno di fascismo.

Arabia Saudita

Le Nazioni Unite hanno espresso indignazione per la decisione del tribunale saudita di condannare una donna a trentaquattro anni di prigione per tweet critici nei confronti del governo, chiedendo che sia rilasciata. «Siamo sconvolti dalla condanna della studentessa di dottorato saudita Salma al-Shehab… in connessione con una serie di tweet e retweet su questioni politiche e sui diritti umani in Arabia Saudita», ha detto in una nota Liz Throssell, portavoce dell’ufficio per i diritti delle Nazioni Unite. «Esortiamo le autorità saudite ad annullare la sua condanna e a rilasciarla immediatamente e incondizionatamente», ha affermato. Salma al-Shehab, membro della minoranza musulmana sciita nel regno governato dai sunniti, stava studiando per un dottorato in Gran Bretagna ed è stata arrestata nel gennaio 2021 mentre si trovava in vacanza. Il 9 agosto è stata condannata a trentaquattro anni di carcere per aver aiutato i dissidenti che cercavano di «disturbare l’ordine pubblico» nel regno trasmettendo i loro tweet.

Israele e Palestina

Sono passati cento giorni dall’uccisione della giornalista palestinese di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh, da parte delle forze israeliane lo scorso 11 maggio, durante un raid a Jenin, in Cisgiordania. Abu Akleh indossava un giubbotto antiproiettile con la scritta stampa ed era in piedi tra altri giornalisti, quando è stata uccisa. Nata a Gerusalemme nel 1971, Abu Akleh, era anche cittadina statunitense.

Somalia

Sono almeno ventuno le persone morte — ma il bilancio finale potrebbe essere anche più alto — nell’attacco all’hotel Hayat di Mogadiscio, rivendicato dai terroristi di al-Shabaab, legati ad al-Qaida, e nel successivo assedio da parte delle forze di sicurezza somale, secondo la polizia somala e testimoni citati da vari media internazionali.

Sudan

Più di settantacinque persone sono rimaste uccise e più di milleduecento case distrutte: sono i danni causati dalle forti piogge e alluvioni stagionali in Sudan. Le peggiori conseguenze si sono viste nelle province di Al Jazirah, Kordofan del Nord, Kordofan del Sud, Darfur Sud e Nilo. La stagione delle piogge di solito dura fino a settembre, con picchi alti verso la fine del mese.

Regno Unito

Gli operai del porto di Felixstowe, nel Suffolk, il più grande del Regno Unito, hanno iniziato uno sciopero di otto giorni che crea preoccupazione per le sue possibili ripercussioni sulla catena di distribuzione di beni nel paese. Lo sciopero è solo l’ultimo in una catena che ha attraversato i trasporti e vari altri settori da diverse settimane: un’ondata di proteste che verte sui salari, che i sindacati chiedono di adeguare a un livello di inflazione da record che ha superato il 10% in luglio, e si prevede possa arrivare al 13% in ottobre: il livello più alto fra i paesi del G7.

Svezia

La Svezia ha arrestato l’attivista curdo Zinar Bozkurt, che ora potrebbe essere estradato in Turchia. Zinar, esponente del partito curdo Hdp, omosessuale, si è rifugiato in Svezia a diciotto anni per fuggire alle persecuzioni politiche di Ankara. Diem25, il partito transeuropeo che fa capo all’economista Yanis Varoufakis, ha denunciato su Twitter che «questo è il prezzo che il governo svedese ha concordato di pagare per poter aderire alla Nato: svendere il popolo curdo».

Ucraina – Russia

Joe Biden, Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Boris Johnson lanciano un appello alla “moderazione” militare intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dai russi, dove da settimane si susseguono bombardamenti di cui si accusano reciprocamente Mosca e Kiev. I quattro leader occidentali, nel corso di un colloquio telefonico, hanno concordato sulla necessità di «un’ispezione in tempi rapidi» dell’Aiea all’impianto nucleare.

Le autorità di Kiev hanno deciso di vietare ogni assembramento pubblico per tre giorni, a partire da domani e fino al 25 agosto. L’allarme è alto per le celebrazioni della festa dell’Indipendenza, dopo che il presidente Volodymyr Zelensky ha messo in guardia dal rischio che la Russia possa compiere azioni “terribili” proprio in quei giorni.

Russia

La figlia dell’ideologo nazionalista russo, Alexandr Dugin, spesso chiamato “il cervello di Putin”, è rimasta uccisa nell’esplosione della sua auto alla periferia di Mosca. Secondo i membri della famiglia, Dugin, accanito sostenitore dell’offensiva del Cremlino in Ucraina, era il probabile bersaglio dell’esplosione di sabato sera, poiché sua figlia avrebbe preso in prestito la sua auto all’ultimo minuto. Dugina è morta sul colpo ed è stata aperta un’indagine per omicidio, ha affermato la commissione che indaga sui principali casi di criminalità in Russia. Nessun sospetto è stato finora identificato. Ma Denis Pushilin, presidente della cosiddetta Repubblica popolare separatista di Donetsk, che è al centro dei combattimenti della Russia in Ucraina, ha accusato i «terroristi del regime ucraino che cercano di uccidere Alexandr Dugin». Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha negato il coinvolgimento dell’Ucraina, dicendo alla TV nazionale che «non siamo uno stato criminale, a differenza della Russia, e sicuramente non uno stato terrorista».

Stati Uniti

Una donna della Louisiana si è vista negare il diritto di abortire, nonostante i suoi medici le avessero consigliato, dopo la decina settimana, di interrompere la gravidanza a seguito di una gravissima malformazione congenita del feto, l’acrania, ossia la mancanza del cranio, che non gli avrebbe permesso di sopravvivere che qualche giorno dopo il parto. L’ospedale ha deciso di non procedere per il timore di violare la legge che vieta l’aborto se non in caso di pericolo di vita per la donna.

Circa duecento persone sono state salvate al Carlsbad Caverns National Park, nel New Mexico, dopo essere rimaste bloccate a causa di inondazioni improvvise. Ai turisti e al personale del centro visitatori e del parcheggio per roulotte del parco è stato ordinato di rifugiarsi sul posto dopo che le strade erano diventate impraticabili.

Messico

L’ex procuratore generale del Messico, Jesus Murillo Karam, è detenuto in custodia cautelare affinché ne sia garantita la presenza mercoledì nell’udienza preliminare che stabilirà se il magistrato sia incriminato per la vicenda dei quarantatré studenti “desaparecidos” nel 2014 ad Ayotzinapa. L’ex procuratore generale del Messico, Jesus Murillo Karam, è stato arrestato ieri, insieme ad altri sessantaquattro fra militari e poliziotti, tutti accusati di complicità con il crimine organizzato, rapimento, tortura, omicidio e ostruzione della giustizia. Fu infatti lui l’autore della cosiddetta “Verità storica”, il risultato dell’inchiesta ufficiale del 2015 sul caso, voluta dall’allora presidente messicano, Enrique Peña Nieto. Conclusioni che non convinsero nessuno e non parlarono del coinvolgimento, o perlomeno della complicità della giustizia e delle forze dell’ordine messicane in quel crimine, definito “delitto di Stato” dalla recente inchiesta resa pubblica venerdì e coordinata dal sottosegretario dell’Interno, Alejandro Encinas, e voluta dall’attuale presidente messicano, Andrés Manuel Lopez Obrador.
La notte fra il 26 e il 27 settembre 2014, quarantatré studenti di un istituto di Ayotzinapa, nello stato meridionale di Guerrero, che avevano prenotato dei pullman per partecipare a una manifestazione di protesta a Città del Messico, furono rapiti e assassinati, e i loro corpi fatti sparire da parte del cartello di narcotrafficanti “Guerreros Unidos”, ai quali erano stati girati dai poliziotti, per motivi non ancora del tutto chiari: una vicenda che ha profondamente scosso il Messico, sollevando un’onda di sdegno nel mondo intero.

Singapore

Il primo ministro di Singapore, Lee Hsien Loong, ha annunciato che abrogherà una legge dell’era coloniale che criminalizza i rapporti tra persone dello stesso sesso, anche se ha affermato che il governo continuerà a “sostenere” il matrimonio tra uomo e donna.

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