22 aprile 2021 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Aprile 22, 2021
Ascolta il podcast
- Europa: ogni giorno scompaiono 17 minori migranti (copertina).
- Etiopia: Unicef, più di un milione gli sfollati nel Tigray.
- “Finché la prigione non ci separi”: la repressione di Hong Kong spinge gli attivisti a sposarsi.
- Indonesia: sottomarino scomparso con 53 persone a bordo.
- Israele e Palestina: arrestato Ala’a Al Remawi, giornalista palestinese.
- Ciad: il figlio del leader ucciso sarà nominato presidente della Repubblica.
- L’Australia esce da due accordi della cinese “Belt and Road Initiative”.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Foto di copertina: Barbara Schiavulli
Europa e minori migranti scomparsi
Diciassette bambini e adolescenti immigrati non accompagnati scompaiono ogni giorno nei paesi europei, compresa l’Italia, e si teme che molti di loro diventino vittime di sfruttamento lavorativo e sessuale, siano costretti a mendicare o finiscano preda di traffici umani. È quanto risulta da un’inchiesta condotta da The Guardian in collaborazione con il collettivo giornalistico internazionale Lost in Europe. Almeno 18.000 minori migranti non accompagnati sono scomparsi dopo essere arrivati in paesi europei, tra cui Grecia, Italia e Germania. The Guardian e il collettivo di giornalismo transfrontaliero Lost in Europe hanno rilevato che 18.292 minori migranti non accompagnati sono scomparsi in Europa tra gennaio 2018 e dicembre 2020, cifra equivalente a una media di quasi 17 bambini al giorno. Solo nel 2020, 5.768 bambini sono scomparsi in 13 paesi europei. La maggior parte dei bambini scomparsi negli ultimi tre anni è arrivata in Europa dal Marocco, ma anche Algeria, Eritrea, Guinea e Afghanistan sono tra i primi paesi di origine. Secondo i dati disponibili, il 90% sono maschi e circa uno su sei hanno meno di 15 anni.
L’indagine, che ha raccolto dati sui minori non accompagnati scomparsi da tutti i 27 paesi dell’UE, nonché da Norvegia, Moldavia, Svizzera e Regno Unito, ha rilevato che le informazioni fornite sono spesso incoerenti o incomplete, il che significa che il numero reale di minori scomparsi potrebbe essere molto più alto. Spagna, Belgio e Finlandia hanno fornito dati solo fino alla fine del 2019. Danimarca, Francia e Regno Unito non hanno fornito alcun dato sui minori scomparsi non accompagnati. I risultati dell’indagine sollevano seri interrogativi sulla misura in cui i paesi europei sono in grado − o disposti − di proteggere i minori migranti non accompagnati.
Federica Toscano, responsabile dell’advocacy and migration di Missing Children Europe, un’organizzazione senza scopo di lucro che collega le agenzie di base in tutta Europa, ha affermato che i dati sono «estremamente importanti» per comprendere la portata del problema in Europa. «L’alto numero di bambini scomparsi è un sintomo di un sistema di protezione dei bambini che non funziona», ha detto. Ha aggiunto che i minori non accompagnati sono tra i migranti più vulnerabili alla violenza, allo sfruttamento e alla tratta. «Le organizzazioni criminali prendono di mira sempre più i bambini migranti», continua Toscano, «soprattutto quelli non accompagnati, e molti di loro diventano vittime del lavoro e dello sfruttamento sessuale, dell’accattonaggio forzato e della tratta».
Nel marzo 2019, The Guardian e Lost in Europe hanno scoperto che almeno 60 bambini vietnamiti erano scomparsi dai rifugi olandesi. Le autorità olandesi sospettavano che fossero stati trafficati in Gran Bretagna per lavorare nelle fattorie di cannabis e nei saloni di bellezza.
Siria e Israele
Un missile lanciato dalla Siria ha colpito la regione israeliana del deserto del Negev, facendo scattare sirene antiaeree vicino al reattore nucleare del paese. In risposta, Israele ha detto di aver colpito il lanciamissili e altri obiettivi in Siria. La radio dell’esercito israeliano ha riferito che il missile siriano era stato sparato contro un aereo israeliano durante un precedente attacco, e aveva sorvolato il suo obiettivo e raggiunto l’area di Dimona, dove si trova il reattore nucleare. Le difese aeree siriane hanno affermato, invece, di aver intercettato un attacco israeliano in direzione delle alture del Golan.
Israele e Palestina
Le forze israeliane ieri hanno arrestato almeno sei palestinesi da diverse parti della Cisgiordania, secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa. Tra loro il giornalista Ala’a Al Remawi, 43 anni preso durante un’irruzione nella sua casa a Ramallah. Remawi lavora a J-Media, un’organizzazione che produce video, foto, servizi, durante eventi palestinesi.
Israeli forces arrested Palestinian journalist " Ala'a Al-Remawi from RamAllah. #Palestine #Palestinian pic.twitter.com/UVUJehSc9u
— Ahmed Shameya (@Ahmedwsh95) April 21, 2021
La moglie di Rimawi ha detto che ha cominciato subito uno sciopero della fame.
Etiopia
Sono più di un milione le persone sfollate in Etiopia, nella regione del Tigray, dove i combattimenti continuano in seguito all’offensiva militare governativa cominciata lo scorso 4 novembre, ed emerge «una preoccupante fotografia di gravi e continue violazioni dei diritti dei bambini», dice l’Unicef. «I bambini nel Tigray sono stati colpiti sia dal Covid-19 che dal conflitto: 1,4 milioni sono fuori dalle scuole da più di un anno − non un giorno di scuola in 13 mesi (da marzo 2020)», ha denunciato James Elder, portavoce del Fondo dell’Onu per l’infanzia. «La decisione sulla riapertura delle scuole dipende tuttavia dalla sicurezza e dai lavori di risanamento. Il ministero dell’Istruzione stima che fino al 25% delle scuole è stato danneggiato», ha aggiunto. La riapertura degli istituti, inoltre, richiede la ricollocazione di centinaia di migliaia di sfollati interni, attualmente sono rifugiati in questi edifici. Secondo una recente indagine dell’Unicef e dei suoi partner in 13 città, più della metà dei pozzi d’acqua non sono operativi, così come le strutture sanitarie, a causa di saccheggi. Il sovraffollamento in siti poco salubri espone le persone al contagio da Covid-19 e i bambini allo sfruttamento.
Nigeria
Uomini armati hanno attaccato l’università privata Greenfield nello Stato di Kaduna, nel nord della Nigeria, uccidendo un membro del personale e rapendo un numero imprecisato di studenti, come riferiscono polizia e funzionari. È dallo scorso dicembre che bande criminali hanno incrementato i sequestri a scopo di estorsione, prendendo di mira scuole e collegi. Il governo e le forze di sicurezza non sono in grado di fermare gli attacchi, mentre lottano per contenere il deterioramento della sicurezza e l’incremento della violenza e della criminalità in tutto il paese dell’Africa occidentale.
Ciad
Il figlio del leader ucciso del Ciad, Idriss Deby, assumerà la carica di presidente al posto del padre, secondo una risoluzione diffusa mercoledì dalla presidenza. Viene detto che il generale Mahamat Idriss Deby, 37 anni, che martedì è stato rapidamente nominato leader di transizione di un consiglio militare dopo la morte di suo padre, «assumerà le funzioni del presidente della repubblica» e servirà anche come capo delle forze armate. Deby, che ha governato con il pugno di ferro per quasi 30 anni, è morto per le ferite subite durante una visita in un campo di battaglia dove i soldati ciadiani avevano combattuto contro un gruppo ribelle entrato in Sudan dalla Libia. Mahamat Deby supervisionava la sicurezza del presidente come capo della guardia presidenziale d’élite (DGSSIE) ed è spesso apparso al suo fianco. Era anche comandante di alto livello delle forze ciadiane che assisteva una missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite nell’irrequieto nord del vicino Mali. Martedì Mahamat Deby ha firmato un decreto che istituisce un consiglio militare con 15 generali, tra cui sé stesso e altri 14 noti per aver fatto parte della cerchia di lealisti del defunto presidente. Il consiglio ha il compito di guidare una transizione di 18 mesi verso «elezioni libere e democratiche».
Germania: tensioni e scontri a Berlino, dove la polizia ha sciolto una manifestazione di proteste contro le misure anticovid. Secondo quanto riporta Ntv, alcuni agenti sarebbero stati aggrediti e avrebbero usato per questo i lacrimogeni.
Russia
Il presidente Vladimir Putin ha avvertito l’Occidente di non attraversare «la linea rossa con la Russia», ieri, durante il discorso annuale sullo stato della nazione. È stato uno dei pochi riferimenti di Putin alla situazione di stallo tra Russia e Occidente per l’escalation del conflitto nell’Ucraina orientale e al modo in cui il suo governo ha trattato il leader dell’opposizione in carcere Alexei Navalny. Mentre parlava le persone venivano arrestate − circa un migliaio − in tutto il paese, mentre le proteste di massa indette dagli alleati di Navalny non si placano.
La Russia ha anche ordinato a 10 membri dello staff dell’ambasciata degli Stati Uniti a Mosca di fare le valigie per lasciare il paese, mentre le relazioni tra il governo di Putin e gli Stati Uniti e l’Europa continuavano a peggiorare. Mercoledì il ministero degli Esteri russo ha convocato l’alto funzionario dell’ambasciata degli Stati Uniti e gli ha consegnato una nota in cui si dice che ai 10 dipendenti «è stato ordinato di lasciare il territorio del nostro paese entro la fine della giornata del 21 maggio». Le espulsioni sono state annunciate il giorno dopo che l’ambasciatore americano in Russia aveva detto che sarebbe tornato a Washington per «consultazioni», giorni dopo che il Cremlino stesso gli aveva suggerito di farlo.
Pakistan
Un’autobomba è detonata nel parcheggio del Serena Hotel di Quetta, città che ospita la roccaforte dei talebani. Nell’hotel soggiornava l’ambasciatore cinese Nong Rong, che però in quel momento non era presente. Quattro persone sono morte e dodici sono rimaste ferite. I talebani hanno rivendicato l’attentato. Il ben fortificato hotel è proprio vicino al consolato iraniano e all’edificio del parlamento provinciale. Quetta è la capitale della provincia, ricca di minerali, del Baluchistan confinante con l’Iran e l’Afghanistan, teatro di un basso, ma comunque presente, livello di insorgenza di nazionalisti locali che vogliono più condivisione delle risorse locali.
La provincia ospita il porto di Gwadar, recentemente ampliato, che è la chiave di un investimento di 65 miliardi nel corridoio della cinese Belt and Road Iniziative. Non è ancora chiaro se l’inviato cinese o i membri della sua delegazione fossero l’obiettivo dell’attacco, ma gli interessi cinesi nella regione sono stati attaccati in precedenza sia dai talebani che dai ribelli nazionalisti.
Stati Uniti
Joe Biden ha deciso di riconoscere il genocidio di 1,5 milioni di armeni durante il periodo della Prima Guerra Mondiale da parte dell’impero ottomano. Lo scrive The New York Times, precisando che l’annuncio è atteso per sabato, 106° anniversario dell’eccidio di massa. Sarà il primo presidente Usa a farlo, dopo che almeno una trentina di paesi ha già fatto passi analoghi. La decisione è destinata a infiammare le tensioni con la Turchia, alleato Nato, ma Biden ha anteposto il suo impegno verso i diritti umani.
Il vice dello sceriffo nella Carolina del Nord ha sparato e ucciso un uomo di colore mentre applicava un mandato di perquisizione, hanno riferito le autorità, alzando le tensioni sulla polizia in seguito al processo Derek Chauvin e all’omicidio di Ma’Khia Bryant. Il vice di Elizabeth City, è stato sospeso in attesa di una revisione da parte dell’ufficio investigativo statale, ha detto lo sceriffo della contea di Pasquotank, Tommy Wooten, in una conferenza stampa tenutasi ieri. Wooten ha riferito che il vice ha sparato ad Andrew Brown alle 8:30 circa di mercoledì mattina. Il vicesceriffo indossava una body camera attiva al momento della sparatoria, ha aggiunto lo sceriffo, che si è rifiutato di identificare l’ufficiale o di dire quanti colpi ha sparato.
India
Almeno 22 persone sono morte in un ospedale nello stato occidentale del Maharashtra, in India, a causa di una perdita di ossigeno che ha portato una grave interruzione delle forniture ai pazienti: lo ha detto il ministro della Salute della regione. Molti ospedali indiani stanno esaurendo le scorte di ossigeno, mentre il paese sta combattendo un drammatico aumento di infezioni da Covid-19, con un record di 295.000 nuovi casi e 2.000 decessi segnalati mercoledì. «I pazienti che erano su ventilatori all’ospedale di Nashik sono morti», ha detto il ministro Rajesh Tope nei commenti trasmessi dalla TV indiana. I filmati girati sulla scena e pubblicati online mostrano persone che indossano maschere tra spesse nuvole bianche che fuoriescono dai serbatoi di stoccaggio dell’ossigeno.
Oxygen Tank Leaked at Nashik Hospital. pic.twitter.com/R5OuBwwMrX
— Shivangi Thakur (@thakur_shivangi) April 21, 2021
Un hacker ha inserito più di 30 documenti, che gli investigatori avevano ritenuto incriminanti, su un laptop appartenente a un attivista indiano accusato di terrorismo, secondo una nuova analisi forense. Il rapporto aumenta le preoccupazioni per il controverso processo contro un gruppo di critici del governo sotto il primo ministro Narendra Modi. Arsenal Consulting, una società di digital forensics con sede nel Massachusetts, ha esaminato una copia elettronica del laptop su richiesta degli avvocati della difesa. The Washington Post ha esaminato una copia del rapporto. Una precedente analisi dell’Arsenal, riportata da The Washington Post a febbraio, aveva rilevato che sul portatile erano state depositate 10 lettere, inclusa una che parlava di un presunto complotto per assassinare Modi. L’ultimo rapporto dell’Arsenal rileva che 22 documenti aggiuntivi sono stati inseriti nel computer. I documenti − che ora ammontano a 32 − sono stati citati dalle forze dell’ordine come prove contro un gruppo di attivisti accusati di lavorare con un gruppo militante maoista bandito che ha condotto una ribellione pluridecennale contro lo Stato indiano. Secondo gli attivisti sono prove “impiantate” per giustificare la repressione dei critici del governo.
Indonesia
La marina indonesiana ha perso i contatti, da ieri mattina, con un sottomarino: 53 i membri dell’equipaggio a bordo. L’Indonesia ha chiesto aiuto a Singapore e Australia per cercarlo, dopo aver perso il contatto al largo delle coste di Bali. I soccorritori indonesiani hanno trovato una fuoriuscita di petrolio mercoledì vicino al punto in cui l’imbarcazione si è inabissata.
Hong Kong
Entrambi veterani marxisti, che hanno trascorso decenni a fare campagne per la democrazia di Hong Kong, Chan Po-ying e Leung Kwok-hung vedevano il matrimonio come una sorta di istituzione patriarcale, non necessaria. Ma quando la repressione della Cina contro i dissidenti di Hong Kong ha raggiunto Leung, 63 anni, alla fine si sono sposati. La coppia sta insieme da 45 anni e sono due dei volti più importanti della sinistra di Hong Kong, che hanno condotto campagne prima contro la Gran Bretagna coloniale e poi contro il governo sempre più autoritario della Cina, si legge su Digital Journal. Nel corso degli anni Leung − meglio conosciuta con il soprannome di “capelli lunghi” − è entrata e uscita di prigione per il suo attivismo. La scorsa settimana si trovava insieme a un gruppo di dissidenti condannati a 18 mesi per aver organizzato una “protesta illegale”. È stata l’improvvisa imposizione, lo scorso anno, di una radicale legge sulla sicurezza nazionale − che porta all’ergastolo − a spingerli alla fine a sposarsi. «Non abbiamo mai pensato che avessimo bisogno di sposarci, fino a quando la prigionia a lungo termine non è diventata una possibilità», ha detto Chan a AFP dall’ufficio della Lega dei socialdemocratici (LSD), partito di opposizione di sinistra che lui e Leung hanno contribuito a fondare in 2006. In quanto coppia sposata, la coppia avrebbe maggiori diritti di visita in carcere e in tribunale se uno di loro fosse detenuto a lungo termine.
Australia, Cina e Clima
L’Australia ha annullato l’accordo con la Cina della cosiddetta “Belt and Road”, la nuova Via della Seta. L’Australia ha annunciato che revocherà l’accordo raggiunto dallo stato di Victoria sul progetto cinese della Via della Seta, affermando che è incompatibile con la politica estera del paese. Il ministro degli Esteri Marise Payne ha usato i suoi poteri per ribaltare l’accordo del 2018 tra il governo statale e Pechino.
Ti potrebbe interessare anche:
- Ms Kalashnikov
- Afghanistan: il ritorno dei Buddha
- Le bambine viol(ent)ate di Puerto Quito
- La Germania e l’Euro
- L’Afghanistan e il Pink Shuttle
- Il corpo è mio (o meglio, dovrebbe)
- Comunicazione 19 – La grande pandemia
- Yemen: Antisar, la guerra sul corpo di una donna
- Chiedilo a l*i: Posso darti del they/them?
- Le passage
- Vietnam: arrestati tre giornalisti
E se credete in un giornalismo indipendente, serio e che racconta recandosi sul posto, potete sostenerci andando su Sostienici