22 dicembre 2021 – Notiziario

Scritto da in data Dicembre 22, 2021

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  • Madagascar: ministro nuota per 12 ore verso la riva dopo un incidente in elicottero.
  • Afghanistan: «fateci mangiare», manifestanti chiedono agli USA di scongelare i fondi.
  • Iraq: inondazioni, evacuate decine di famiglie a Erbil
  • Myanmar: decine di scomparsi per una frana in una miniera di giava nel nord del paese.
  • Stati Uniti: professore di Harvard condannato per aver mentito sui legami con la Cina.
  • Libia: la commissione elettorale scioglie i comitati elettorali e rinvia di fatto le elezioni del 24 dicembre.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli

Afghanistan

Martedì centinaia di afghani hanno marciato a Kabul chiedendo agli Stati Uniti di liberare i miliardi nelle riserve del governo afghano mentre il paese sta affrontando una terribile crisi umanitaria. Sui cartelli si leggeva “Lasciateci mangiare” e “Dateci i nostri soldi congelati”. Associated Press ha riferito che i manifestanti hanno marciato verso l’ambasciata chiusa degli Stati Uniti a Kabul, con i talebani che ora la proteggono. Ad agosto, dopo il crollo del governo afghano sostenuto dagli Stati Uniti, questi hanno congelato circa 9 miliardi di dollari di riserve afghane. Oltre ai fondi congelati gli Stati Uniti mantengono sanzioni contro i leader talebani, scoraggiando le istituzioni finanziarie internazionali dal fare affari con il governo da loro guidato. Le Nazioni Unite e i gruppi umanitari hanno messo in guardia sul fatto che milioni di persone potrebbero morire di fame in Afghanistan se le condizioni non cambieranno. Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite ha affermato che circa 8,7 milioni di afghani sono «vicini alla carestia» e l’UNICEF avverte che un milione di bambini sotto i cinque anni potrebbe morire di fame nel prossimo anno. Nonostante la potenziale catastrofe, l’amministrazione Biden non sembra avere intenzione di rilasciare i soldi. Gli Stati Uniti hanno promesso milioni in assistenza umanitaria, ma i gruppi di aiuto affermano che non è sufficiente per evitare la crisi. Oltre quaranta democratici della Camera hanno scritto una lettera al presidente Biden esortandolo a rilasciare i fondi. «Temiamo, come fanno i gruppi di aiuto, che il mantenimento di questa politica possa causare più morti civili nel prossimo anno di quante vite siano state perse in 20 anni di guerra», si legge nella lettera.

Secondo un articolo esclusivo di Reuters, le Nazioni Unite starebbero proponendo di pagare quasi 6 milioni di dollari per la protezione in Afghanistan del personale del ministero dell’Interno gestito dai talebani, il cui capo è sotto sanzioni dell’ONU e degli Stati Uniti e ricercato dall’FBI: si tratta di un documento delle Nazioni Unite e di una fonte familiare con la materia. I fondi proposti verrebbero pagati l’anno prossimo, principalmente per sovvenzionare i salari mensili dei combattenti talebani a guardia delle strutture delle Nazioni Unite, e per fornire loro un’indennità mensile di cibo nell’ambito dell’espansione di un accordo con l’ex governo afghano sostenuto dagli Stati Uniti, come mostra il documento esaminato da Reuters. Il piano sottolinea la persistente insicurezza in Afghanistan dopo la presa del potere da parte dei talebani islamisti ad agosto, quando le ultime truppe statunitensi se ne sono andate, nonché una terribile carenza di fondi che ostacola il nuovo governo a causa del taglio degli aiuti finanziari internazionali.

Martedì il primo ministro pakistano Imran Khan ha espresso rammarico per la decisione relativa alla partecipazione del Pakistan alla ventennale “guerra al terrore” americana in Afghanistan, affermando che non è stata presa nell’interesse pubblico ma «per dollari». Parlando con gli ufficiali del Foreign Office (FO) dopo aver organizzato “con successo” la 17° sessione straordinaria del Consiglio dei ministri degli esteri dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC), domenica scorsa, per affrontare l’incombente crisi umanitaria in Afghanistan, il premier ha detto di essere vicino a chi ha deciso se il Pakistan dovesse unirsi alla “guerra al terrore”. «E quindi, sono ben consapevole di quali considerazioni ci fossero dietro la decisione. Sfortunatamente il popolo del Pakistan non è stato preso in considerazione», ha aggiunto. «Le considerazioni, invece, erano le stesse degli anni Ottanta, quando abbiamo partecipato al jihad afghano», ha detto riferendosi alla guerra sovietico-afghana. Definendo la guerra una «ferita autoinflitta al Pakistan», il primo ministro Imran ha continuato dicendo, tuttavia, che «non possiamo incolpare nessun altro per questo risultato [della decisione]. Noi stessi siamo responsabili… poiché abbiamo lasciato che [altri] ci usassero, abbiamo sacrificato la reputazione del nostro paese e abbiamo fatto una politica estera che andava contro l’interesse pubblico [ed è stata ideata] per denaro».

Maltempo

Decine di famiglie della periferia di Erbil, capitale del Kurdistan iracheno nel nord del paese, sono state fatte evacuare durante la notte per timore di nuove inondazioni, dopo quelle che nei giorni scorsi hanno causato la morte di 12 persone, tra cui donne e bambini. Intanto in Malesia è salito ad almeno 14 il bilancio dei morti durante la peggiore alluvione che abbia colpito il paese negli ultimi sette anni, 51.000 persone sono state evacuate. La Siria nordoccidentale è stata colpita da un temporale, domenica, che ha danneggiato le tende che ospitano più di 1.200 sfollati interni (IDP), secondo la Protezione civile siriana meglio conosciuta come  “Caschi Bianchi”. La tempesta ha danneggiato completamente 215 tende e oltre 1.000 parzialmente, colpendo oltre 1.100 famiglie nelle campagne di Idlib e Aleppo, ha detto il gruppo a The New Arab. Il temporale ha esacerbato le terribili condizioni degli sfollati interni, la maggior parte dei quali è fuggita al nord in seguito alle  offensive del regime siriano  nelle aree dell’opposizione in altre parti del paese.

Israele e Palestina

I cristiani palestinesi hanno criticato Israele per aver ostacolato il periodo natalizio e discriminato la popolazione, affermando che ritengono la loro presenza sia minacciata a Gerusalemme Est, in Cisgiordania e in Israele. La scorsa settimana i patriarchi e i capi delle chiese di Gerusalemme hanno rilasciato una dichiarazione affermando che «i cristiani sono diventati il ​​bersaglio di attacchi frequenti e prolungati da parte di frange radicali», riferendosi agli attivisti di estrema destra israeliani. Hanno affermato che dal 2012 sono stati registrati «innumerevoli incidenti» con attacchi verbali e fisici contro sacerdoti e che alcune chiese sono state «vandalizzate e profanate», aumentando i timori che i cristiani palestinesi nutrono per la loro sicurezza.

Le forze israeliane hanno arrestato martedì tre minori di Gerusalemme Est per aver issato la bandiera palestinese nel complesso della moschea di Al-Aqsa, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale palestinese WAFA. Il corrispondente di WAFA ha affermato che i bambini, di età compresa tra i 12 e i 13 anni, sono stati scortati fuori dal complesso sacro musulmano dalla polizia dopo aver issato la bandiera.

La polizia israeliana ha anche attaccato e detenuto un impiegato del dipartimento musulmano del Waqf, responsabile della moschea di Al-Aqsa e di altri luoghi santi a Gerusalemme. L’impiegato, identificato come Fadi Ilyyan, è stato aggredito e detenuto dopo essere uscito da uno dei cancelli del complesso murato di Al-Aqsa.

Ieri il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha invitato Israele a implementare gli accordi che ha firmato con la Palestina e a riprendere il processo di pace in Medio Oriente, in stallo da sette anni. Abbas lo ha detto durante un incontro con l’assistente segretario ad interim dell’ufficio per gli affari del Vicino Oriente del dipartimento di Stato americano Yael Lempert, a Ramallah. Il presidente lo ha informato sugli ultimi sviluppi nei territori palestinesi, principlamente sulle pratiche unilaterali di Israele conto i palestinesi che minano la soluzione “a due stati”, sostenuta dal mondo. Abbas ha detto a Lempert che è necessario fermare le misure israeliane e attuare gli accordi firmati tra le due parti, per avviare un vero processo politico basato sull’attuazione delle risoluzioni internazionali. I colloqui di pace diretti con Israele si sono interrotti alla fine del marzo 2014 a seguito di profonde divergenze, come gli insediamenti ebraici e il riconoscimento di uno stato palestinese nei confini del 1967.

Libia

Il capo dell’Alta Commissione Elettorale Nazionale libica (HNEC) ha ordinato lo scioglimento dei comitati elettorali a livello nazionale, con una mossa che posticipa di fatto le elezioni presidenziali di questa settimana. Una dichiarazione interna trapelata da Imad al-Sayeh, datata 20 dicembre, ha delineato sei punti, tra i quali principalmente «lo scioglimento degli uffici e dei comitati elettorali regionali e locali». Martedì un membro del Consiglio di amministrazione dell’HNEC ha confermato l’autenticità del documento.

Nessun commento ancora dal presidente libico Mohammad Younes Menfi, a Il Cairo per un incontro con il suo omologo egiziano, Abdel Fattah el-Sisi. Malik Traina di Al Jazeera, riportando da Tripoli, ha affermato che le crescenti tensioni registrate nelle ultime settimane all’interno dell’apparato politico e di sicurezza del paese hanno messo in dubbio che le elezioni del 24 dicembre si possano svolgere come previsto. Alcuni osservatori hanno affermato di aspettarsi il rinvio delle urne, ma i funzionari hanno finora evitato di dare l’annuncio.

Più di 160 migranti sono annegati in due diversi naufragi al largo della Libia la scorsa settimana: lo ha detto martedì un funzionario delle Nazioni Unite per la migrazione. Le vittime rappresentano le ultime catastrofi nel Mar Mediterraneo che hanno coinvolto migranti in cerca di una vita migliore in Europa. Safa Msehli, portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, ha affermato che almeno 102 migranti sono morti dopo che la loro barca di legno si è capovolta al largo della Libia, venerdì. Almeno altri 8 sono stati salvati e riportati a riva, ha aggiunto. Sabato è avvenuto il secondo naufragio. La guardia costiera libica ha recuperato almeno 62 corpi di migranti, ha riferito Msehli. Lo stesso giorno la guardia costiera ha intercettato una terza barca di legno con almeno 210 migranti a bordo. Le nuove morti hanno portato il conteggio nella rotta del Mediterraneo centrale a circa 1.500 migranti annegati quest’anno, ha detto Msehli. Negli ultimi mesi si è assistito a un’impennata dei tentativi di attraversamento dalla Libia, mentre le autorità hanno accelerato la loro micidiale repressione sui migranti nella capitale Tripoli. Secondo l’Oim, nel 2021 sono stati intercettati e rinviati in Libia circa 31.500 migranti, rispetto ai quasi 11.900 migranti dell’anno precedente. Circa 980 migranti sono morti o presunti tali nel 2020, ha affermato l’agenzia delle Nazioni Unite.

Tunisia

Un gruppo di tunisini ha annunciato lunedì che avvierà una serie di proteste, tra cui scioperi della fame, contro quelle che credono siano pratiche antidemocratiche esercitate dal presidente Kais Saied. L’iniziativa “Cittadini contro il colpo di Stato” ha affermato in un comunicato stampa lunedì sera che un certo numero di personalità nazionali ha deciso di intraprendere uno sciopero della fame per protestare contro quello che hanno chiamato il “golpe” compiuto da Saied. Vogliono anche protestare contro la repressione nei confronti dei manifestanti e degli attivisti pro-democrazia da parte delle forze di sicurezza durante le proteste dello scorso fine settimana. Il capo dell’iniziativa “Cittadini contro il colpo di Stato”, Jawhar Bin Mubarak, ha affermato che questi attacchi sono stati documentati e le prove saranno inviate alle organizzazioni nazionali e internazionali per i diritti umani. Saied ha “congelato” il parlamento, ha destituito il suo governo e ha assunto poteri esecutivi il 25 luglio. A settembre Saied ha parzialmente sospeso la costituzione del paese e si è dato il potere di governare per decreto, suscitando timori di ricadute democratiche. I critici hanno definito le misure di Saied un “colpo di Stato”, ma il presidente 63enne ha più volte difeso la sua decisione, che ha definito necessaria per “salvare la Tunisia”.

Marocco

Il Marocco ha ufficialmente inaugurato la sua prima base militare con un sistema di difesa aerea cinese a lungo raggio vicino alla città di Sidi Yahia el Gharb, secondo un rapporto del sito di notizie militari Defensa. Estesa su un’area di 420.000 metri quadrati, la base militare comprende sedi amministrative, hangar per le riparazioni e caserme. La struttura dispone di un sistema di difesa aerea cinese FD-2000B, acquisito dal governo marocchino a metà del 2021. La base ha anche un sistema antiaereo a medio raggio Sky Dragon 50, acquisito dalla Cina nel 2017.

Sudan

L’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha affermato di aver ricevuto 13 denunce di stupro e stupro di gruppo da parte delle forze di sicurezza durante le proteste in Sudan, mentre i medici dell’opposizione hanno riferito che una seconda persona è stata uccisa. La manifestazione di domenica ha attirato centinaia di migliaia di persone nella capitale Khartoum per protestare contro il colpo di Stato militare del 25 ottobre e un accordo del 21 novembre firmato per reintegrare il primo ministro Abdalla Hamdok.

Etiopia

Il leader delle forze del Tigray in Etiopia afferma che ai suoi combattenti al di fuori della regione è stato ordinato di ritirarsi e tornare nello stato federale assediato. Debretsion Gebremichael, in una lettera al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, ha proposto un “cessate il fuoco” immediato a cui seguiranno i negoziati. Altre proposte nella lettera includono l’istituzione di una no-fly zone sul Tigray per prevenire voli ostili, e l’imposizione di un embargo internazionale sulle armi all’Etiopia e all’Eritrea. L’ordine per le forze armate di tornare nel Tigray è arrivato mentre l’esercito federale etiope e i suoi alleati hanno compiuto forti progressi nelle ultime settimane. Le principali città e quelle delle vicine regioni di Amhara e Afar sono state riconquistate dalle forze etiopi, costringendo i combattenti del Tigray a ritirarsi ulteriormente nella loro regione.

Madagascar

Il ministro malgascio Serge Gelle è  uno dei due sopravvissuti, che hanno nuotato per circa 12 ore fino a riva, dopo che il loro elicottero si è schiantato sulla costa nord-orientale dell’isola: lo hanno riferito martedì lui stesso e le autorità nazionali. Gelle è diventato ministro ad agosto nell’ambito di un rimpasto di governo condotto sotto il presidente Andry Rajoelina. Rajoelina ha vinto le elezioni presidenziali del Madagascar nel 2018. Sono ancora in corso le ricerche di altri due passeggeri dopo l’incidente di lunedì. La causa dell’incidente non è ancora chiara, a detta della polizia. Serge Gelle, segretario di Stato per la polizia del paese, e un collega ufficiale di polizia hanno raggiunto terra separatamente martedì mattina. A quanto pare si sono lanciati dall’aereo per poi nuotare fino a riva, ha detto il capo dell’autorità portuale Jean-Edmond Randrianantenaina. I due passeggeri scomparsi erano anche membri delle forze di polizia del Madagascar. «Il mio momento di morire non è ancora arrivato», ha detto Gelle in un video. Il capo della polizia Zafisambatra Ravoavy ha riferito che Gelle ha usato uno dei sedili dell’elicottero come dispositivo di galleggiamento. L’elicottero stava portando i suoi passeggeri a ispezionare il sito di un naufragio al largo della costa nord-orientale del Madagascar. I soccorritori hanno recuperato altri 18 corpi dal relitto, ha detto Ravoavy martedì. Questo ha portato a 39 persone il bilancio delle vittime. La barca aveva a bordo 130 passeggeri, di cui 45 sono stati messi in salvo.

Ungheria

Con un annuncio a sorpresa, il premier Viktor Orban ha designato una donna come candidata a presidente della Repubblica. Si tratta di Katalin Novak, 44 anni, ministra della famiglia nell’attuale governo. Il nuovo presidente della Repubblica verrà eletto alla fine di gennaio dal Parlamento. La maggioranza richiesta è dei due terzi. Il mandato di cinque anni dell’attuale presidente Janos Ader finirà il 13 marzo prossimo, il successore deve essere eletto uno-due mesi prima. Novak è una fedelissima di Orban.

Ucraina

«L’ammassamento delle truppe continua», ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg riferendosi all’aumento della presenza di mezzi e militari russi al confine con l’Ucraina. «Faremo tutto il necessario per assicurare la sicurezza dei nostri alleati», ha aggiunto il segretario generale sottolineando che l’Alleanza atlantica è sempre pronta al dialogo per favorire la de-escalation.

Vladimir Putin ha affermato ieri, in una riunione del Consiglio di amministrazione del ministero della Difesa russo, che la recente proposta russa di garanzie di sicurezza, che ha fatto così tanto discutere il mondo occidentale, non è un ultimatum né per gli Stati Uniti né per la NATO. Il Cremlino esige però dall’Occidente una risposta chiara. Questo è stato il suo primo discorso dopo la pubblicazione, da parte del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, di progetti sulle garanzie di non espansione della NATO, avvenuta il 17 dicembre. La bozza di proposta per gli Stati Uniti cita solo la non-espansione della NATO a est, in particolare in Ucraina, e verso gli ex paesi post-sovietici, mentre quella con la NATO esclude qualsiasi espansione dell’Alleanza. Separatamente, la Russia chiede agli Stati Uniti di non stabilire basi militari nei territori dei paesi post-sovietici e di non schierare armi nucleari all’estero. Gli Stati Uniti e la NATO hanno sottolineato che non scenderanno a compromessi sui principi chiave su cui è costruita la sicurezza europea. L’Ucraina considera l’adesione alla NATO e alla UE un suo obiettivo strategico: nel 2019 esso è stato sancito dalla costituzione ucraina. La Georgia, dopo la pubblicazione dei trattati, ha definito inaccettabile la dichiarazione dei funzionari russi sulla necessità di sconfessare la decisione del vertice di Bucarest del 2008, che vede i due paesi membri della NATO.

Bielorussia

Le Nazioni Unite hanno affermato che a una squadra inviata per indagare sulla crisi dei migranti al confine tra Bielorussia e Polonia non è stato concesso l’accesso in nessuno dei due paesi.

Stati Uniti

Un professore dell’Università di Harvard è stato condannato martedì, accusato di aver mentito sui suoi legami con un programma di reclutamento gestito dalla Cina, in un caso molto seguito in seguito a un giro di vite sull’influenza cinese all’interno della ricerca statunitense. Una giuria federale di Boston ha giudicato Charles Lieber, rinomato nano-scienziato ed ex presidente del Dipartimento di chimica di Harvard, colpevole di aver rilasciato false dichiarazioni alle autorità, di aver presentato false dichiarazioni dei redditi e di non aver segnalato un conto bancario cinese. I pubblici ministeri hanno affermato che Lieber, nella sua ricerca per il premio Nobel, nel 2011 ha accettato di diventare uno “scienziato strategico” presso la Wuhan University of Technology in Cina e, attraverso di essa, ha partecipato a una campagna di reclutamento cinese chiamata “Thousand Talents Program”. I pubblici ministeri affermano che la Cina utilizzi quel programma per reclutare ricercatori stranieri che condividano le loro conoscenze con il paese. La partecipazione non è un reato, ma i pubblici ministeri sostengono che Lieber, 62 anni, abbia mentito alle autorità che indagavano sul suo coinvolgimento. Lieber, che sta combattendo un cancro, è rimasto seduto senza emozioni, e il verdetto è stato annunciato dopo quasi tre ore di deliberazioni della giuria in un processo di sei giorni.

Guatemala

Centinaia di indigeni hanno tolto il blocco a una strada principale in Guatemala martedì, dopo che è stato raggiunto un accordo in vista di colloqui per risolvere una sanguinosa disputa sulla terra che dura da un secolo. Lunedì, membri del gruppo Mayan K’iche avevano bloccato l’autostrada Interamericana con le bare di 11 delle 13 vittime di un massacro avvenuto nel fine settimana, nel quale quattro bambini di età compresa tra i 5 e i 16 anni sarebbero stati uccisi con il machete. Il blocco stradale è stato revocato dopo un accordo tra i residenti, che si erano recati a Città del Guatemala per incontrare i funzionari del governo per cercare di avviare colloqui su un confine legale tra due comunità rivali.

Myanmar

Si teme che decine di persone siano scomparse dopo una frana avvenuta oggi, nelle prime ore del mattino, in una miniera di giada nel nord del Myanmar. La frana, nell’area di Hpakant nello stato di Kachin, è avvenuta intorno alle 4:00 del mattino (21:30 GMT di martedì) e si teme che circa 80 persone siano state trascinate in un lago dai rifiuti minerari, ha detto un funzionario della Kachin Network Development Foundation. «Le autorità sono arrivate sul posto intorno alle 7:00 del mattino e stanno conducendo le ricerche», ha detto al telefono Dashi Naw Lawn, funzionario del gruppo della società civile, aggiungendo che finora non sono stati trovati cadaveri. Il portale di notizie Mizzima e Khit Thit hanno riferito che dozzine di persone sembrano scomparse nell’incidente a Hpakant, che è il centro dell’industria segreta della giada del Myanmar. In un’altra frana, lo scorso fine settimana, i media hanno riferito che almeno sei persone sono morte.

Tonga

Una nube tossica, che fuoriesce da un vulcano in eruzione a Tonga, potrebbe scaricare piogge acide nel regno del Pacifico, potenzialmente avvelenando l’acqua potabile e danneggiando la pelle e gli occhi delle persone, come avvertono i servizi di emergenza. Il remoto vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai si è risvegliato lunedì, inviando pennacchi di 18 chilometri (11 miglia) in aria, ha riferito il Tonga Geological Services (TGS). La polizia non ha riportato notizie di feriti a causa dell’eruzione, ma il TGS ha detto martedì scorso che la polvere e il gas potrebbero provocare piogge acide se mescolati con l’acqua nell’atmosfera. Ha consigliato ai residenti di rimuovere i sistemi di grondaie dai loro sistemi di stoccaggio dell’acqua piovana, fino a quando non fosse stato dato il via libera.

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