22 ottobre 2020 – Notiziario

Scritto da in data Ottobre 22, 2020

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  • 200 parlamentari europei chiedono al presidente egiziano di rilasciare i prigionieri di coscienza (in copertina).
  • Poliziotto israeliano che uccise palestinese autistico accusato di omicidio colposo.
  • Non si trovano i genitori di 545 bambini separati al confine con gli Stati Uniti.
  • Arrestato giordano accusato di spionaggio per gli Emirati Arabi.
  • Afghanistan: 15 donne morte schiacciate mentre erano in fila per il visto pakistano.
  • Colombia: uccisi due leader socialisti.
  • I manifestanti thailandesi hanno dato tre giorni al premier per dimettersi.  Il parlamento europeo invita a boicottare il G20 in Arabia Saudita.
  • Vietnam: decine di morti per il maltempo.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Foto di copertina: Gerd Altmann from Pixabay 

Arabia Saudita

Decine di membri del Parlamento europeo hanno presentato una petizione ai leader dell’UE − Charles Michel e Ursula Von der Leyen, rispettivamente i presidenti del Consiglio e della Commissione − per non partecipare al vertice del G20 che si terrà in Arabia Saudita il 21-22 novembre. Marie Arena, presidente della sottocommissione per i diritti umani, e Marc Tarabella, vicepresidente della commissione per le relazioni con la penisola arabica, hanno presentato una lettera, firmata da 65 deputati, esortando i leader dell’UE a non legittimare l’oppressivo regime saudita con la loro presenza e declassare la loro partecipazione a un livello di alti funzionari, se non ritirarsi del tutto. Questa iniziativa rispecchia sforzi simili del Congresso degli Stati Uniti e del parlamento britannico e viene dopo che i sindaci di New York, Los Angeles, Parigi e Londra hanno deciso di ritirarsi dalla riunione dei sindaci del G20 a causa dell’impressionante numero di violazioni dei diritti umani dell’Arabia Saudita. Ne citiamo solo alcune: il trattamento spaventoso dei migranti etiopi, la sistematica e continua detenzione dei difensori e delle difensore dei diritti delle donne, la mancanza di responsabilità per l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi e la continua oppressione della minoranza sciita.

Iraq

Il primo ministro iracheno Mustafa Al-Kadhimi è arrivato nel Regno Unito ieri come parte di un tour europeo. Ha già incontrato il presidente francese Emmanuel Macron a Parigi e la cancelliera tedesca Angela Merkel a Berlino. Durante le visite Al-Kadhimi ha discusso delle principali sfide dell’Iraq, come la lotta al terrorismo e le interferenze straniere nei suoi affari. Kadhimi, nominato primo ministro a maggio, ha radici nel Regno Unito. Fuggì dall’Iraq negli anni ’80 diretto in Iran, poi rimase per un breve periodo in Germania prima di stabilirsi per molti anni nel Regno Unito e ottenere la cittadinanza britannica. Dal canto suo la Gran Bretagna fa parte di una coalizione internazionale, guidata dagli Stati Uniti, incaricata di aiutare le forze di sicurezza irachene nella lotta contro Daesh, oltre a fornire equipaggiamento militare e addestramento per le forze irachene.

Libano

Il premier uscente libanese si è lamentato che il Paese non abbia ancora ricevuto immagini satellitari da Francia e Italia, come richiesto nell’ambito di un’indagine sull’esplosione del porto di Beirut. Hassan Diab ha detto ai giornalisti durante un briefing di aver invitato il presidente francese Emmanuel Macron a fornire immagini satellitari del porto «prima, durante e dopo» la devastante esplosione del 4 agosto. Le autorità libanesi hanno rivolto lo stesso appello anche all’Italia, ha detto il premier, senza specificare quando la richiesta sia stata fatta o da chi. Né Parigi né Roma hanno dichiarato pubblicamente che avrebbero fornito le immagini. «Avrebbero dovuto fornirci le immagini satellitari ma non è successo, e non so perché», ha detto Diab, che si è dimesso sull’onda delle proteste seguite all’esplosione. Le immagini satellitari potrebbero aiutare a fornire maggiori dettagli su una delle più grandi esplosioni non nucleari al mondo.

Israele e Bahrein

Mentre la firma degli accordi di Abraham hanno significato i primi rapporti diplomatici ufficiali tra Israele e Bahrein, lo stato ebraico gestisce da oltre un decennio un’ambasciata segreta nella capitale del Bahrein, Manama, secondo un articolo del sito Axios.
Per 11 anni Israele ha lavorato per condurre la diplomazia con il Bahrein in segreto, attraverso l’uso di una società di copertura. Tuttavia, l’esistenza di questo ufficio diplomatico segreto è venuta alla luce solo di recente a seguito di un pezzo dell’emittente statale israeliana  KAN la scorsa settimana.

Israele e Palestina

Un poliziotto israeliano che ha ucciso un ragazzo palestinese autistico disarmato a maggio potrebbe essere processato per omicidio colposo, ha annunciato il ministero della Giustizia israeliano. Iyad al-Halak, 32 anni, venne ucciso da un agente di polizia il 30 maggio mentre si recava in una scuola per bisogni speciali nella città vecchia di Gerusalemme est. Dopo mesi di procedimenti legali, mercoledì il ministero ha dichiarato che Halak «non rappresentava alcun pericolo per la polizia e i civili della zona» quando è stato ucciso e che l’agente che gli ha sparato lo ha fatto contro gli ordini. Il ministero ha detto che gli agenti sulla scena sospettavano che Halak fosse un terrorista «alla luce di alcune caratteristiche del suo comportamento» e lo hanno inseguito, ma l’ufficiale in comando ha detto ai suoi subordinati di fermarsi, prima che l’agente accusato aprisse il fuoco. Secondo la dichiarazione, l’ufficiale ha poi sparato di nuovo ad Halak dopo aver parlato con lui, di fronte alla sua consigliera per bisogni speciali. La dichiarazione dice che «uno dei poliziotti ha chiesto a Iyad in arabo, ‹dov’è la pistola?› e Iyad, che era stato ferito dal primo colpo, si è alzato e ha indicato la donna che conosceva (la consigliere) e ha borbottato qualcosa. In risposta, il poliziotto si è rivolto alla donna e le ha chiesto in arabo, ‹dov’è la pistola?› e lei ha risposto, ‹quale pistola?›. In questa fase, il poliziotto ha sparato un altro colpo contro Iyad». Gli avvocati dell’agente hanno detto dopo l’udienza che erano certi che non sarebbe stato processato, sostenendo che il caso era «una tragedia, ma non un reato», ha riferito Haaretz.

Non migliorano le condizioni di Saeb Erekat, capo negoziatore dell’Olp ricoverato d’urgenza domenica all’ospedale Hadassah Ein Kerem di Gerusalemme dopo aver contratto il coronavirus. Ieri è stata eseguita un broncostomia per esaminare le condizioni del suo sistema respiratorio, ha detto la figlia. Erekat resta intubato e collegato alla macchina Ecmo che fa il lavoro dei polmoni trasferendo ossigeno nel sangue. Erekat è particolarmente a rischio avendo subito un trapianto di polmone nel 2017 negli Stati Uniti. Critico di Israele, che ha spesso accusato di crimini di guerra, massacri e genocidio, fu tra i primi a parlare di apartheid.

Turchia

Un tribunale turco ha arrestato Ahmed al-Astal, un cittadino giordano che è stato recentemente fermato da agenti dell’intelligence turca e dalla polizia antiterrorismo per presunto spionaggio per gli Emirati Arabi Uniti (EAU). Sebbene non sia chiaro come al-Astal sia arrivato all’attenzione dell’intelligence turca, un funzionario turco ha detto a The Washington Post che era in fuga da alcune settimane prima di essere catturato. Secondo la TRT Haber, il 45enne al-Astal, originario della Palestina, si era recato in Turchia utilizzando un passaporto non degli Emirati Arabi Uniti e si era infiltrato tra i giornalisti e i dissidenti arabi dal 2013. Lavorando come giornalista in Turchia, al-Astal, noto ai suoi gestori degli Emirati come Abu Layla, ha monitorato i dissidenti arabi e ha raccolto informazioni sulle relazioni della Turchia con il mondo musulmano, iniziative di politica estera e politica interna per sette anni. Le autorità turche hanno ottenuto un “tesoretto di documenti” che dimostrano i legami di al-Astal con gli Emirati Arabi Uniti, ha riferito Reuters la scorsa settimana, citando un funzionario turco. I risultati dell’intelligence turca indicano inoltre che i gestori di al-Astal lo hanno pagato circa $ 400.000 durante il periodo in cui è stato al loro servizio. Hanno anche rivelato che era stato incaricato di stabilire se il governo del Partito per la giustizia e lo sviluppo (AKP) del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan sarebbe stato indifeso nel caso di altro colpo di Stato, dopo che un tentativo fallito ha causato la morte di 251 persone e ha lasciato circa 2.200 feriti il ​​15 luglio 2016.

Egitto

Ieri oltre 200 legislatori europei hanno inviato una lettera al presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi, denunciando pubblicamente i continui abusi dei diritti umani da parte del governo egiziano ritenuti una minaccia alla sicurezza e alla stabilità del paese. La lettera, una copia della quale è stata inviata a Middle East Eye, ha anche esortato el-Sisi a rilasciare i difensori dei diritti umani che sono detenuti in custodia cautelare, in particolare a causa dei rischi per la salute associati alla pandemia Covid-19. «I nostri rispettivi paesi hanno da tempo un partenariato condiviso con l’Egitto basato su interessi e valori reciproci. Garantire i diritti e le libertà fondamentali sanciti dalla costituzione egiziana e dai trattati internazionali sui diritti umani di cui siamo tutti firmatari è essenziale», si legge nella lettera. «Continuare a trattenere prigionieri di coscienza mina non solo i nostri interessi condivisi, ma il fondamento delle nostre relazioni condivise». La lettera aggiunge che «le violazioni dei diritti umani non sono né necessarie né produttive per garantire sicurezza e stabilità».  El-Sisi, in carica dal 2014, è stato accusato da gruppi internazionali per i diritti umani di presiedere la peggiore repressione dei diritti umani del Paese nella sua storia moderna. Human Rights Watch accusa el-Sisi di trattenere almeno 60.000 prigionieri politici nelle carceri notoriamente sovraffollate del Paese.
Secondo il Comitato per la giustizia con sede a Ginevra, che tiene traccia delle morti nelle carceri egiziane, quasi 1.000 prigionieri sono morti in custodia principalmente a causa di negligenza medica dal luglio 2013, quando el-Sisi ha estromesso il suo predecessore democraticamente eletto, Mohamed Morsi, con un colpo di Stato militare.

Egitto: oltre i confini la caccia ai dissidenti

Francia

Si aggiunge un altro dettaglio al terribile omicidio di Samuel Paty. L’adolescente ceceno, che ha decapitato il 16 ottobre scorso l’insegnante di francese per aver mostrato caricature del profeta Maometto in classe, ha pagato gli studenti per identificarlo davanti alla scuola, ha detto mercoledì il procuratore anti-terrorismo francese. Jean-Francois Ricard ha dichiarato in una conferenza stampa che l’assassino è venuto a conoscenza del nome dell’insegnante e l’ubicazione della sua scuola dopo che un genitore aveva lanciato una campagna contro Samuel Paty sui social media, ma non aveva modo di identificarlo ai cancelli della scuola. Ricard ha detto che l’assassino è arrivato a scuola venerdì pomeriggio presto e ha offerto agli studenti tra i 300 e i 350 euro. Due studenti di 14 e 15 anni sono tra le 7 persone sospettate di complicità nell’omicidio, azione o associazione terroristica e consegnati a un giudice per determinare se dovranno essere sottoposti a indagine − a quel punto sarebbero trattati come sospettati formali.

Intanto il quotidiano regionale francese La Nouvelle Republique ha ricevuto minacce sui social media dopo aver pubblicato una caricatura del profeta Maometto in prima pagina, ha detto mercoledì uno dei suoi giornalisti. Il 18 ottobre, il giornale ha ripubblicato un precedente disegno satirico del Profeta Maometto dalla rivista Charlie Hebdo, a seguito dell’omicidio di Paty. Positivi la maggior parte dei commenti ma un piccolo numero, ha detto il giornalista Christophe Herigault, ha minacciato il giornale costringendo la redazione a presentare una denuncia.

Germania

La parola “razza” sparirà dalla costituzione tedesca. È quello che hanno concordato Angela Merkel, il vicecancelliere Olaf Scholz e il ministro dell’Interno Horst Seehofer, secondo la Süddeutsche Zeitung, che lo scrive oggi in prima pagina. L’iniziativa si deve a una proposta dei Verdi, inizialmente rigettata.

In un attacco ad alcuni dei prestigiosi edifici dell’Isola dei Musei di Berlino, sono state danneggiate 70 opere e pezzi antichi. Lo scrive Bild.de, rivelando un agguato del 3 ottobre − 30° anniversario dell’unificazione della Germania − fino a ieri rimasto segreto. Secondo il tabloid, i sospetti cadono su un complottista fanatico di 39 anni, Attila Hildmann, che in passato aveva definito il Museo di Pergamo come un «Trono di Satana» e centro dei «satanisti e dei criminali del coronavirus».  In corso le indagini.

Nagorno-Kharabakh

«Oggi, nel contesto della posizione dell’Azerbaijan, combattere in nome dei diritti del nostro popolo significa prima di tutto impugnare le armi e mettersi a difesa della propria patria. Organizzando in modo efficace questo processo, saremo in grado di raggiungere una soluzione diplomatica accettabile per noi», ha affermato su Facebook il premier armeno Nikol Pashinyan.

Afghanistan

Almeno 15 donne sono rimaste uccise e 12 ferite durante una fuga precipitosa, nella cittadina di Jalalabad, nel sud del Paese. Un’enorme folla che voleva richiedere il visto pakistano si era radunata vicino l’ambasciata. Si trovavano nello stadio dove le autorità afghane stavano organizzando i richiedenti il visto. Ogni giorno centinaia di persone si riuniscono per i visti pakistani fuori dal consolato, alcuni passano tutta la notte in coda.

Dopo che lunedì e martedì il governo afghano ha riferito di diverse operazioni letali contro i talebani, i talebani hanno teso un’imboscata nel Takhar settentrionale, uccidendo almeno 34 soldati, compreso il vice capo della polizia. Funzionari provinciali hanno ipotizzato che il bilancio potrebbe essere ancora più alto, qualcuno parla di 42 morti.
Il generale Scott Miller ha affermato che gli Stati Uniti stanno restando in Afghanistan per proteggere il proprio accordo di pace con i talebani. Il presidente afghano, Ghani, ha detto che non esiste giustificazione per la guerra dei talebani contro gli afghani.

Stati Uniti

Non ha trattenuto nulla, l’ex presidente Barack Obama, nel suo comizio pro Biden a Philadelphia: «La nostra reputazione nel mondo è a pezzi. Donald Trump − ha proseguito Obama − è incapace di prendere seriamente l’incarico, la sua presidenza è come un reality show. Non ha mostrato interesse verso nessuno se non sé stesso», ha aggiunto. Obama ha attaccato Trump anche per aver minacciato o chiesto la galera per i suoi avversari politici. «Ma ci pensate? Non è un comportamento normale, se non forse quello di uno zio pazzo», ha aggiunto, citando le parole di Savannah Guthrie, la moderatrice che ha messo all’angolo il presidente nell’ultimo dibattito.

Iran e Russia avrebbero entrambi ottenuto informazioni dagli elettori americani e starebbero tentando di influenzare l’opinione pubblica in vista delle elezioni del 3 novembre, hanno detto  funzionari della sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Ratcliffe, direttore dell’intelligence nazionale, e il direttore dell’FBI Chris Wray hanno dichiarato in una conferenza stampa che gli Stati Uniti infliggeranno un alto prezzo a qualsiasi paese straniero che si intrometta nelle elezioni statunitensi. Nonostante le azioni iraniane e russe, hanno detto che gli americani possono essere fiduciosi nel processo elettorale statunitense. Ratcliffe ha affermato che l’Iran ha inviato email contraffatte progettate per intimidire gli elettori, creare disordini sociali e danneggiare il presidente Donald Trump. Ratcliffe ha affermato che l’intelligence americana non ha osservato la stessa azione dalla Russia, ma che «siamo consapevoli che hanno ottenuto alcune informazioni sugli elettori proprio come hanno fatto nel 2016».

Nonostante l’ordine di un giudice federale secondo il quale il governo deve riunire le famiglie che erano state separate al confine tra Stati Uniti e Messico sotto la politica migratoria “zero tolleranza” dell’amministrazione Trump, i genitori di 545 bambini non sono ancora stati trovati. Secondo un documento del tribunale depositato martedì dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e dall’American Civil Liberties Union (ACLU), i bambini sono stati separati tra il 1 luglio 2017 e il 26 giugno 2018, quando un giudice federale di San Diego ha ordinato che i bambini in custodia del governo fossero riuniti ai genitori. I bambini di quel periodo sono difficili da trovare perché il governo aveva sistemi di localizzazione allora inadeguati. Rappresentanti di gruppi per i diritti hanno cercato i genitori andando porta a porta. Justice in Motion, organizzazione senza scopo di lucro con sede a New York che ha aiutato l’ACLU nell’opera di localizzazione dei genitori, afferma di aver sospeso la ricerca a marzo all’inizio della pandemia di coronavirus, ma ora ha 21 membri del team sul campo che stanno cercando fisicamente i genitori costretti a separarsi dai figli in Messico e in America centrale. Più di 2.700 bambini sono stati separati dai loro genitori nel giugno 2018, quando il giudice distrettuale degli Stati Uniti Dana Sabraw ordinò la fine della pratica in base alla politica di “tolleranza zero” per perseguire penalmente ogni adulto entrato illegalmente nel Paese dal Messico.

Colombia

Due leader del movimento politico di sinistra, Colombia Humana, sono stati assassinati martedì in due diverse regioni del Paese. Eduardo Alarcón è stato ucciso a colpi di arma da fuoco a casa sua da aggressori in motocicletta, e Gustavo Herrera è stato colpito a morte mentre era in strada.

I due omicidi sono avvenuti mentre migliaia di indigeni e altri leader sociali stavano pianificando uno sciopero nazionale a Bogotá per protestare contro le politiche sociali ed economiche e chiedere al governo del presidente di destra, Iván Duque, di porre fine alla violenza e agli omicidi contro i leader socialisti in Colombia.

Brasile: il ministro della Salute brasiliano Eduardo Pazuello è risultato positivo al test per Covid-19, ha detto mercoledì il ministero. Pazuello è il terzo ministro della Salute del Paese dall’inizio della pandemia di coronavirus.

Thailandia

I manifestanti thailandesi ieri, si legge su Reuters, hanno dato al primo ministro Prayuth Chan-ocha tre giorni per dimettersi o dovrà affrontare altre manifestazioni. Poco dopo, nel giro di due ore, la leader che ha fatto l’annuncio è stata arrestata. Prayuth ha detto di essere pronto a revocare le misure di emergenza che ha imposto la scorsa settimana per fermare le proteste e per “allentare” la situazione. Da mesi i giovani manifestano contro Prayuth e per chiedere di limitare i poteri del re Maha Vajiralongkorn. «La nostra lotta non è finita finché non si dimette. Se entro tre giorni non si dimetterà, affronterà di nuovo la gente», ha detto alla folla la leader della protesta Patsaravalee “Mind” Tanakitvibulpon, 25 anni. Successivamente è stata arrestata in relazione a una protesta del 15 ottobre, unendosi a una lista di decine di attivisti catturati nelle ultime due settimane. Il suo avvocato ha detto che è stata accusata di aver violato le misure di emergenza che impedivano alla gente di radunarsi. Quando Patsaravalee è stata portata via, ha detto: «Non sono preoccupata. Così gioca il governo».

Indonesia

Un video diventato virale mostra agenti della polizia antisommossa di Jambi picchiarsi tra di loro dopo che un agente sotto copertura è stato scambiato per un manifestante e picchiato da un collega durante le proteste. Nel video, gli agenti di polizia in borghese trattengono un manifestante che indossa una giacca verde dell’Università di Batanghari, mentre altri agenti prendono a pugni il manifestante e lo colpiscono con un manganello. Poi un agente di polizia in tenuta antisommossa colpisce un uomo con un zaino e un bastone, scambiandolo per un manifestante. «Non picchiarlo, è un poliziotto», grida un agente in borghese e scoppia il putiferio tra la polizia. L’imam Badawi, dell’Alleanza degli studenti e del popolo di Jambi, ha lamentato la brutalità della polizia e le notizie diffuse dai giornali che gli studenti sono stati ritenuti vandali. «Siamo studenti manifestanti, non criminali», ha detto. L’imam ha aggiunto che l’Alleanza aveva segnalato episodi di brutalità della polizia al governatore di Jambi, Restuardi Daud, che in seguito ha invitato dieci rappresentanti degli studenti nella sua residenza per una discussione, lunedì.

Vietnam

Allagamenti e smottamenti provocati da piogge torrenziali hanno causato almeno 132 morti e colpito 5 milioni di persone nelle regioni centrali del Vietnam, sommergendo almeno 250mila abitazioni. Secondo la presidente della Croce Rossa vietnamita, Nguyen Thi Xuan Thu, gli allagamenti sono «catastrofici, tra i peggiori visti negli ultimi decenni». La responsabile dell’organizzazione ha parlato di un «gigantesco colpo per la sussistenza di milioni di persone già colpite dalle difficoltà causate dalla pandemia del Covid-19».

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