23 maggio 2023 – Notiziario in genere

Scritto da in data Maggio 23, 2023

Un’attrice iraniana si mostra di nuovo senza hijab in pubblico. L’Arabia Saudita manda una donna nello spazio. “Bread and Roses”, il documentario prodotto da Jennifer Lawrence sulla resistenza delle donne afghane. In Brasile cambia la carta di identità: scompare il campo ‘sesso’. Morto lo scrittore e drammaturgo cubano Antón Arrufat.

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Iran

Pantea Bahram è un’attrice iraniana molto nota. È comparsa, e non è la prima volta che succede, in pubblico senza il capo coperto mentre prendeva parte al funerale di un regista. In passato aveva partecipato alla cerimonia per la prima di un film senza indossare l’hijab e per questo le autorità giudiziarie hanno avviato un provvedimento a suo carico. L’attrice, sui suoi profili social, pubblica foto e video in cui non indossa il velo, in solidarietà con la protesta delle donne in Iran cominciata lo scorso settembre, e per questo è stata già multata. Nelle settimane scorse, insieme a un’altra attrice iraniana, Katayoun Riahi, è stata denunciata per non avere osservato l’obbligo di indossare il velo in pubblico. Le due donne stanno affrontando una causa legale. Riahi nei mesi scorsi è già stata arrestata proprio per il suo sostegno alle proteste anti governative iniziate a fine settembre dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non portava l’hijab in modo corretto.

Arabia Saudita

Rayyanah Barnawi | Wikipedia Commons

La seconda missione privata in assoluto verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), organizzata da Axiom Space, è decollata domenica dallo stato americano meridionale della Florida, portando i primi due astronauti sauditi, un uomo e una donna, a viaggiare verso il laboratorio orbitante. Rayyanah Barnawi, una ricercatrice che si occupa di cancro al seno, è la prima donna saudita a viaggiare nello spazio ed è affiancata nella missione dal collega saudita Ali Al-Qarni, un pilota di caccia. L’equipaggio di Axiom Mission 2 (Ax-2) è decollato a bordo di un razzo SpaceX Falcon 9 dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral alle 17:37 (21.37 GMT). Il team include anche Peggy Whitson, un’astronauta americana della NASA, che effettuerà il suo quarto volo verso la Stazione Spaziale Internazionale, e John Soffner, un uomo d’affari del Tennessee, che sta pilotando. L’equipaggio trascorrerà circa 10 giorni a bordo della ISS. “Essere la prima donna astronauta saudita, in rappresentanza della regione, è un grande piacere e onore che mi rende molto felice , spiega Barnawi.

Barnawi ha conseguito un master in scienze biomediche all’Alfaisal University in Arabia Saudita e una laurea in scienze biomediche  all’Università di Otago in Nuova Zelanda. Ha più di nove anni di esperienza nei programmi di reengineering delle cellule staminali e dei tessuti. Nel corso della sua carriera ha migliorato i protocolli di ricerca e gestito molti progetti di ricerca sul cancro al seno e ha all’attivo  diverse pubblicazioni nello stesso campo.

Per l’Arabia Saudita non si tratta della prima missione nello spazio. Nel 1985, il principe Sultan bin Salman bin Abdulaziz, un pilota dell’aeronautica, ha preso parte a un viaggio spaziale organizzato dagli Stati Uniti. “Rifletto sulla mia esperienza di molti anni fa e sono felice che l’Arabia Saudita sia tornata nello spazio ancora una volta”, racconta all’AFP durante una festa per il lancio dell’Ax-2 a Riyadh.
“A Dio piacendo, questo è solo l’inizio”. La missione spaziale che coinvolge una donna saudita è l’ultima mossa del Paese, dove le donne hanno ottenuto il diritto di guidare solo pochi anni fa, per rinnovare la sua immagine ultraconservatrice, si legge ancora sulla France Presse.

Afghanistan

Jennifer Lawrence | Red Carpet Report on Mingle Media TV

“Bread and Roses” è un documentario prodotto dall’attrice premio Oscar Jennifer Lawrence. Racconta la vita quotidiana di tre donne in Afghanistan nelle settimane successive al ritorno al potere dei talebani, nell’agosto del 2021.

“Voi opprimete solo le donne”, dice la giovane al combattente talebano. “Ti avevo detto di non parlare”, grida di rimando, “ti ucciderò proprio qui!” “Va bene, uccidimi!” risponde lei, alzando la voce allo stesso livello. “Avete chiuso scuole e università! È meglio uccidermi!”. Un telefono cattura questo confronto diretto all’interno di un’auto tra la donna e il militante. Lei era appena stata arrestata dopo una protesta e stava per essere portata in una cella di detenzione a Kabul. È una scena del documentario che Lawrence racconta alla BBC. “Il mio cuore batteva così forte guardando queste donne sfidare i talebani”, dice. “Non vedi questo lato della storia, le donne che reagiscono, nelle notizie di ogni giorno”. Il film è stato realizzato da Excellent Cadaver, la casa di produzione fondata da Lawrence nel 2018 con la sua amica Justine Ciarrocchi. “Questo documentario è nato dall’emozione e dalla necessità”, afferma Lawrence, che descrive la sensazione di sentirsi impotente e frustrata per ciò che vedeva al telegiornale.

Ciarrocchi afferma che Lawrence “ha avuto una reazione sismica alla caduta di Kabul nel 2021 perché le circostanze erano così terribili per le donne”. “E ha detto: ‘Dobbiamo dare a qualcuno una piattaforma per raccontare questa storia in modo significativo'”. Quel qualcuno era qualcuna: Sahra Mani, una documentarista che ha co-fondato la società di produzione indipendente di Kabul, Afghan Doc House. Sia Lawrence che Ciarrocchi avevano visto il suo documentario acclamato dalla critica “A Thousand Girls Like Me”, che descrive una donna afgana di 23 anni che va alla televisione nazionale per denunciare gli abusi sessuali di suo padre, dopo essere stata ignorata dalla sua famiglia e dalla polizia.

Ciarrocchi ha rintracciato Mani, che ha affermato che aveva già avviato un progetto, seguendo tre donne nel Paese mentre cercavano di stabilire una sorta di autonomia nei mesi successivi alla presa del potere talebano, mentre le ragazze e le donne erano escluse da università e scuole. Mani ha filmato utilizzando telecamere nascoste e ha persino chiesto alle donne di filmarsi nei rifugi con i loro amici e le loro famiglie.

Brasile

In Brasile il governo ha annunciato che cambierà la Carta d’identità nazionale in modo da renderla “più inclusiva e rappresentativa”. Come? Il documento non farà più distinzione tra denominazione sociale e anagrafica: in futuro conterrà solo il nome con cui la persona si dichiara nell’atto di emissione. Mancherà poi sulla carta d’identità lo spazio per indicare il sesso della persona.
Il decreto che metterà in atto queste modifiche sull’emissione dei documenti di identità è atteso per fine giugno. È stato il ministero dei
Diritti Umani e della Cittadinanza a richiedere le modifiche della Cin, per promuovere maggiore cittadinanza e rispetto per lesbiche, gay,
bisessuali, travestiti, transgender, queer, intersessuali, asessuali e altro (Lgbtqia+) come parte dell’impegno del governo per le politiche pubbliche rivolte a questo pubblico.

Cuba

Antón Arrufat / Imagen: YouTube / CREART: Ministerio de Cultura de Cuba

Drammaturgo, romanziere e saggista, nato a Santiago de Cuba e trasferitosi poi all’Avana: è morto, il 21 maggio scorso, all’età di 87 anni Antón Arrufat. Ad annunciare la sua morte, il ministero della Cultura cubano. “Triste notizia per Cuba: è morto il grande poeta, romanziere e drammaturgo Antón Arrufat, Premio Nazionale di Letteratura (nel 2000) e uomo essenziale della cultura cubana”, si legge nel tweet del ministero. Nato nel 1935 a Santiago de Cuba, autore di numerose poesie, saggi, romanzi e opere teatrali, Arrufat ha vinto nel 1968 il premio letterario dell’Unione degli scrittori e degli artisti di Cuba (UNEAC) per la sua opera teatrale “I sette contro Tebe”. L’opera è un’allegoria della Cuba politica dell’epoca e viene oggi considerata un punto di riferimento del teatro cubano anche se era stata giudicata controrivoluzionaria all’inizio degli anni ’70. Nell’era di “quinquenio grigio” (“i cinque anni grigi”), infatti, le autorità cubane stabiliscono dei “parametri” morali secondo i quali bisogna essere rivoluzionari ed eterosessuali per avere l’appoggio del regime. Il drammaturgo e poeta cubano è stato a lungo emarginato dal regime di Castro a causa della sua libertà di creazione e della sua omosessualità. Solo nel 2007 l’opera ha ricominciato a essere eseguita su un palcoscenico cubano.

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