24 maggio 2022 – Notiziario in genere

Scritto da in data Maggio 24, 2022

Ucraina, l’arcivescovo di Kiev: stupri in pubblico usati come armi. Francia, il nuovo ministro Abad accusato di violenza sessuale. Cannes, protesta femminista sul red carpet contro i femminicidi. Morta la celebre street artist francese Miss.Tic. Usa: Nancy Pelosi celebra Harvey Milk. Pakistan: due giovani sorelle uccise dai parenti per “onore”.

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Ucraina

«Terrificante è l’uso della violenza sessuale come arma di guerra: abbiamo ascoltato centinaia di persone − donne, uomini e bambini − stuprate in questa città, stupri fatti in pubblico per umiliare pubblicamente le persone che devono essere rieducate per intimorire gli altri. Gli uomini ricevono l’ordine di fare queste cose». Sono le parole dell’arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, Svjatoslav Shevchuk, intervenuto, in collegamento da Kiev, all’incontro pubblico “Ucraina: una pace da costruire”, organizzato dalla fondazione “Ambrosianeum” a Milano. «Ogni giorno in Ucraina si dice che muoiano tra cinquanta e cento soldati nelle linee di combattimento, ma le vittime tra i civili sono dieci volte di più e nessuno finora le ha potute contare». «Questa guerra − dice l’arcivescovo − sta provocando una tragedia umanitaria mai vista prima in Ucraina. Abbiamo ospitato quasi cinquecento persone nei sotterranei della nostra cattedrale a Kiev, tutte con una sola domanda: Perché? Quando vedo donne stuprate, bambini mutilati e fosse comuni, che ogni giorno si scoprono intorno alla città di Kiev, dentro di me c’è la stessa domanda. Non riesco a capire».

Pakistan

Due sorelle pachistano-spagnole di 21 e 24 anni sono state uccise dai suoceri e altri familiari, nella provincia pachistana orientale del Punjab, per aver chiesto il divorzio dai loro mariti dopo matrimoni forzati. Aneesa e Arooj Abbas sono state strangolate e poi finite a colpi di arma da fuoco venerdì sera nel villaggio di Nathia, nel distretto di Gujrat. Nuaman Hussain, portavoce della polizia locale, ha detto all’Ansa che entrambe le sorelle, insieme alla madre, erano tornate dalla Spagna lo scorso 19 maggio. Secondo la sua ricostruzione, un anno fa era stato organizzato il matrimonio con i cugini e ora le due giovani volevano divorziare per sposarsi in maniera volontaria in Europa. Le due sorelle, secondo la polizia, sarebbero quindi state uccise per “onore”, una pratica brutale in base alla quale una donna viene uccisa per aver disonorato la propria famiglia. Azra Bibi, madre delle vittime, ha affermato di essere stata tenuta lontana dalla scena del crimine. Tuttavia non ha presentato denuncia contro l’omicidio delle figlie. La polizia ha aperto un’inchiesta contro sette familiari delle vittime e altre due persone, tutti latitanti. L’omicidio delle due sorelle è avvenuto nello stesso distretto del Punjab dove l’italo-pachistana Sana Cheema, 26 anni, è stata uccisa da suo padre e suo fratello nel 2019. Nata in Pakistan e vissuta a Brescia, Sana Cheema voleva sposare un italo-pachistano ma la sua famiglia si era opposta. Il padre, il fratello e lo zio di Sana sono stati arrestati in relazione al suo omicidio, ma successivamente un tribunale di Gujrat li ha assolti per mancanza di prove. Ogni anno, ricostruisce Ansa, centinaia di donne vengono uccise con l’accusa di “disonore” in Pakistan. Nel 2021 nel paese asiatico sono stati segnalati oltre quattrocento casi di “delitto d’onore”.

Francia

Accuse di violenza sessuale per il neo ministro

Il nuovo ministro francese della Solidarietà, Damien Abad, appena nominato dal nuovo governo, è già nei guai. È accusato di violenza sessuale. I fatti risalirebbero al 2010 e al 2011 e sono stati resi pubblici subito dopo la sua nomina dal sito di informazioni Mediapart. Abad rigetta le accuse «con la massima forza». Secondo Mediapart, due donne accusano Abad, 42 anni, di averle violentate nel 2010 e 2011. Una di loro lo aveva denunciato ma, la vicenda era stata archiviata nel 2017.

Secondo Mediapart, sia il partito République en Marche, come anche i Républicains e la procura della Repubblica hanno ricevuto pochi giorni prima della nomina a ministro di Abad «una segnalazione da parte dell’Osservatorio delle violenze sessiste e sessuali», un’istanza creata da gruppi di femministe all’origine del movimento #meTooPolitique. Abad, ex capogruppo dei Républicains in Assemblée Nationale, «contesta di aver esercitato qualunque forma di costrizione su una donna. Contesto ogni abuso di potere legato alle funzioni da me ricoperte», dice in una nota. «Le relazioni sessuali che posso aver avuto durante tutta la mia vita sono state sempre reciprocamente consenzienti». Queste accuse «riferiscono di atti o gesti che mi sarebbero semplicemente impossibili a causa del mio handicap». Abad è affetto da una rara malattia, l’artrogriposi, che blocca le articolazioni e riduce la mobilità: «L’atto sessuale può avvenire soltanto con l’assistenza e la benevolenza della mia partner», spiega. Nel 2012, Abad fu il primo politico con handicap eletto in Assemblée Nationale. Una delle due donne che lo accusa, di 41 anni, denuncia fatti risalenti a una sera del 2010, quando Abad le avrebbe offerto un bicchiere di champagne in un bar. La donna sostiene di aver avuto a qual punto «un black out totale» e di essersi «risvegliata la mattina seguente in una stanza d’hotel vicina al bar in abiti intimi e in profondo stato di shock e di nausea». L’altra donna, una ex militante centrista di 35 anni, afferma che all’inizio del 2011, dopo aver incontrato Abad nel 2009 ed essere stata da lui «corteggiata attraverso sms», lo avrebbe poi visto una sera a Parigi. Avrebbero avuto un rapporto sessuale che all’inizio era consenziente ma successivamente non più. Sarebbero intervenuti a quel punto atti di «non rispetto, di ingiunzione e di insistenza». La nuova premier Elisabeth Borne ha detto di aver saputo di queste accuse su Mediapart: “Posso assicurarvi che se ci saranno nuovi elementi, se la giustizia fosse di nuovo investita del caso, ne trarremmo tutte le conseguenze». Sulle violenze sessuali, ha aggiunto, «non c’è alcuna impunità».

Protesta femminista sul red carpet di Cannes contro i femminicidi

I nomi di centoventinove donne uccise dai mariti e dai compagni, vittime della violenza domestica, sono stati esposti su un lungo lenzuolo bianco srotolato a sorpresa sul red carpet di Cannes. L’azione è stata organizzata dalle femministe del movimento “Les Colleuses”. La protesta durante la Montee des Marches per il film in concorso Holy Spider di Ali Abbasi. Nei giorni scorsi al festival è stato proiettato un documentario francese, Riposte Féministe di Marie Perennes e Simon Depardon, che racconta proprio la violenza sessista e le aggressioni quotidiane attraverso le azioni delle autrici di una campagna di azione particolare: di notte, armate di lenzuola bianche e vernice nera, tappezzano le strade con messaggi di sostegno alle compagne, denunciando il femminicidio.

Addio alla street artist

Flickr/dierk schaefer

È morta a 66 anni, al termine di una lunga malattia, Miss.Tic, una celebrità della street art autrice di famose silhouettes di donne brune, sexy e poetiche sui muri di Parigi. Le sue opere sono esposte regolarmente in Francia e all’estero. L’artista era nata da padre tunisino immigrato in Francia e madre della Normandia. Il suo vero nome era Radhia Novat e aveva iniziato a raffigurare sui muri i suoi ideali di figure femminili nel 1985, dopo un soggiorno negli Stati Uniti, nelle strade del quartiere della Butte Montmartre, dove è cresciuta. Il nome d’arte di Miss.Tic le era stato ispirato dal personaggio di Miss Tick, una delle tante streghe create per Disney. All’inizio, molte furono le sue difficoltà e i guai con la giustizia, dal momento che all’epoca i “tag” o lo “stencil” − tecnica che consente di riprodurre in serie i disegni sui muri − erano considerati come un danneggiamento di bene pubblico. Nel 1997 venne arrestata, ma attirò l’attenzione di grandi marchi della moda, da Kenzo a Louis Vuitton. Nel 2007 firmò il manifesto del film “La fille coupée en deux” di Claude Chabrol e le poste riprodussero le sue opere su francobolli.

Stati Uniti

«Harvey Milk spesso parlava di speranza per un mondo e un domani migliore. Nell’onorare la sua eredità rinnoviamo l’impegno a mantenere quella speranza per le nuove generazioni, sradicando il bigottismo e realizzando gli ideali della democrazia americana». Così, in una nota, la Speaker della Camera Nancy Pelosi nella giornata dedicata all’attivista per i diritti dei gay, primo omosessuale dichiarato a essere stato eletto consigliere comunale a San Francisco e poi assassinato nel 1978. Milk, che oggi avrebbe 92 anni, è stato interpretato in un celebre film da Sean Penn, che per il ruolo ha vinto un Oscar. «Harvey ha spianato la strada affinché generazioni di americani Lgbtq conquistassero il loro posto al tavolo del potere», spiega Pelosi. La terza carica dello stato americana, eletta da anni in California, è sempre molto attiva nella difesa dei diritti e delle libertà civili. L’arcivescovo di San Francisco, Salvatore Cordileone, ha annunciato che non le darà più la comunione per via della sua difesa dell’aborto.

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