24 settembre 2025 – Notiziario Mondo

Scritto da in data Settembre 24, 2025

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Il “mayday” viene lanciato dalle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla nei primi minuti di questo nuovo giorno: mercoledì 24 settembre 2025.

Questo – e non solo – nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Raffaella Quadri

Global Sumud Flotilla

Pochi minuti dopo mezzanotte, la Global Sumud Flotilla ha subito nell’ennesimo attacco, mentre si trovava al largo della Grecia, a sud dell’isola di Creta, in acque internazionali.

Contro alcune barche sono state lasciate bombe sonore, partite da droni in sorvolo che hanno deliberatamente attaccato la flottiglia.

Le altre imbarcazioni – compresa quella dove si trova la nostra Barbara Schiavulli per raccontare, giorno dopo giorno, il complicato viaggio verso Gaza – hanno immediatamente iniziato le procedure di emergenza previste in questi frangenti.

Ad essere colpita e danneggiata per prima la Zefiro che, nell’attacco, ha perso lo strallo di prua.
Si tratta del cavo fisso che, dalla prua, giunge fino alla testa dell’albero e che ha il compito di sostenere l’albero stesso.

Non ci sarebbero, fortunatamente, persone ferite.

E proprio mentre stavamo scrivendo queste righe, giunge da Barbara un nuovo messaggio:
«Ne abbiamo uno qua vicino» dice… pochi secondi dopo, l’esplosione.

A qualche minuto di distanza, un’altra bomba colpisce la Morgana – l’imbarcazione dove si trova Barbara – e danneggia la randa, la vela dell’albero principale.

«Hanno appena sganciato un colpo sull’albero della nostra barca che ora è completamente danneggiata» si sente nel messaggio.

Immediate intanto le richieste di soccorso e di supporto per le barche sotto attacco.

I bombardamenti sono continuati.

Lo schema è preciso: i droni si avvicinano alle barche puntando le strutture e lanciando sugli equipaggi sostanze urticanti e altre non meglio identificate.

L’intento, evidentemente, è danneggiare il più possibile le barche a vela della missione e impedirle di giungere sulle coste della Palestina.

L’arrivo di altre barche

Verso le 3:00 del mattino compaiono alcune barche non meglio identificate attorno alla flottiglia.

Una situazione surreale che ha costretto gli equipaggi a continuare a navigare nella totale incertezza, con addosso i giubbotti salvagente e nella speranza di non essere colpiti nuovamente.

L’incubo è terminato con il sopraggiungere della luce.

Solo a questo punto i droni hanno smesso di sorvolare lo specchio di mare dove sta navigando la flottiglia.

Attacco illegale

Le barche della flottiglia di trovano in acque internazionali e fanno parte di una missione umanitaria.

Ogni attacco è un atto in totale illegalità.

“Queste tattiche non ci distoglieranno dalla nostra missione di portare aiuti a Gaza e rompere l’assedio illegale” si legge in un comunicato diramato immediatamente dalla Global Sumud Flotilla.
“Ogni tentativo di intimidirci non fa che rafforzare il nostro impegno.
Non ci faremo mettere a tacere. Continueremo a navigare”.

Le minacce di Israele

«Israele ha minacciato un’azione militare contro di noi sostenendo falsamente che sia “organizzata da Hamas” e “destinata a servire Hamas”, e promettendo di impedirci di raggiungere Gaza» dice Barbara.

«Ci è stato intimato di attraccare ad Ashkelon e consegnare gli aiuti per una distribuzione controllata da Israele, che però mantiene un blocco navale su Gaza dal 2007».

«In passato le flottiglia, sono state intercettate con la forza» aggiunge.

«La risposta, al sesto giorno di navigazione, è NO».

Europa

Danimarca

La Danimarca alle prese con una minaccia venuta dal cielo.

La sera di lunedì 22 settembre diversi droni di grandi dimensioni hanno sorvolato a lungo l’aeroporto Kastrup di Copenaghen.

Un’azione che ha costretto le autorità a sospendere decolli e atterraggi per ore.

La premier Mette Frederiksen ha parlato di un attacco serio, «il più grave mai avvenuto contro un’infrastruttura critica danese» ha affermato.

Secondo la premier si è trattato di un atto deliberato e finalizzato a disturbare e testare i limiti del paese.

Nessuna certezza, ma il sospetto che si tratti di un’azione in cui è coinvolta Mosca è molto forte.

La polizia danese ha descritto i droni come mezzi manovrati con grande abilità, capaci di entrare e uscire dall’area aeroportuale spegnendo e accendendo le luci.

Questo ha paralizzando il traffico aereo dell’aeroporto danese fino alle prime ore del mattino.

Norvegia

E a poche ore dopo l’episodio danese, un fatto simile ha interessato l’aeroporto di Oslo, in Norvegia.

Anche in questo caso, sono stati avvistati droni vicino alla pista e lo scalo è rimasto chiuso per circa tre ore, coinvolgendo dodici voli.

Le autorità norvegesi hanno avviato indagini in stretto contatto con quelle danesi, proprio per capire se i due episodi siano collegati.

Il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre ha ricordato come questa sia la terza violazione dello spazio aereo norvegese registrata quest’anno.

Un dato che alimenta ulteriormente le preoccupazioni.

Unione Europea

Da Bruxelles, intanto, arriva un messaggio di ferma condanna.

La portavoce della Commissione europea, Anitta Hipper, ha parlato di “schema chiaro” che porta a sospettare della Russia, pur invitando ad attendere l’esito delle indagini.

La presidente Ursula von der Leyen, dopo un colloquio con la premier danese, ha sottolineato che l’Europa “risponderà con forza e determinazione” a ogni minaccia alle proprie infrastrutture critiche.

Anche la presidente ha sottolineato poi come gli attacchi con droni all’interno dei confini europei si stiano moltiplicando.

Nato

Anche la Nato ha reagito.

Dopo la recente incursione di caccia russi nei cieli estoni, il Consiglio Atlantico si è riunito su richiesta di Tallinn ai sensi dell’articolo 4.

La Nato ha definito le azioni di Mosca una “pericolosa escalation” e ha ribadito che userà tutti i mezzi, militari e non, per difendere i propri membri da nuove violazioni.

Russia

Il Cremlino, dal canto suo, respinge ogni accusa.

Il portavoce Dmitri Peskov ha definito “infondate” le ipotesi di un coinvolgimento russo nei sorvoli di Copenaghen e Oslo.

Ha accusato inoltre l’Occidente di formulare dichiarazioni prive di prove concrete e di alimentare la tensione internazionale.

Italia

In questo clima di allerta, anche l’Italia si muove.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato la preparazione di un piano nazionale per proteggere aeroporti e infrastrutture strategiche.

Pur escludendo minacce immediate per gli scali italiani, Crosetto ha spiegato che è necessario strutturarsi, studiare le minacce e produrre contromisure in tempi rapidi.

La Nato, ha ribadito, non deve cedere alle provocazioni.

Occorre, ha aggiunto, evitare un’escalation e preservare la stabilità europea.

Stati Uniti

Donald Trump, intervenendo all’assemblea generale dell’ONU a New York, ha usato toni duri nei confronti delle Nazioni Unite.

Accusate di non essere in grado di porre fine alle guerre in corso.

Oltre che di incoraggiare, attraverso il sostegno all’immigrazione, “invasioni” in Europa.

Dure le sue parole anche sulle politiche ambientali: secondo Trump, “l’impronta di carbonio è una bufala” e le energie verdi rischiano di “distruggere l’Occidente”.

Il presidente statunitense ha attaccato poi anche la Nato, accusata di ipocrisia per l’acquisto di gas e petrolio russi.

E ha minacciato “dazi severi” se Mosca non porrà fine alla guerra in Ucraina.

Ha esortato i paesi della Nato a difendere il propri alleati, affermando la necessità di abbattere i jet russi che osino violare i loro cieli.

Sul fronte medio orientale, infine, ha invitato a un’azione immediata per liberare gli ostaggi a Gaza e ha attaccato l’Iran, definendolo lo “sponsor numero uno del terrorismo”.

 

Le notizie sulla Striscia di Gaza sono di Barbara Schiavulli che ci aggiorna direttamente da una delle barche della Global Sumud Flotilla in viaggio verso Gaza.

Gaza

Almeno 29 persone sono state uccise dalle forze israeliane in tutta Gaza dall’alba di ieri, tra cui 25 a Gaza City, hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera.

A Gaza City il sistema sanitario continua a crollare, con un altro ospedale che ha cessato le attività: l’Ospedale da campo giordano a Tel alrrll-Hawa.

Lunedì anche l’ospedale pediatrico al-Rantisi – l’unico nella parte settentrionale di Gaza – e un ospedale oculistico hanno interrotto i servizi.

L’esercito giordano ha dichiarato che sta trasferendo il proprio ospedale da campo a Khan Younis per la prima volta dal 7 ottobre 2023, sottolineando di non averlo mai evacuato nemmeno durante i primi bombardamenti della guerra.

Veicoli dell’occupazione israeliana stanno avanzando nel quartiere di Tel al-Hawa a Gaza City, riferisce il giornalista Abdel Qader Sabbah, dove vengono fatti esplodere robot carichi di esplosivo e i centri di accoglienza vengono evacuati con la forza sotto minaccia di bombardamenti. I residenti descrivono un diffuso stato di paura e panico.

L’inviato di Trump, Tom Barrack, ha ammesso in un’intervista a Hadley Gamble di The National News che Israele ha colpito le navi della Global Sumud Flotilla in Tunisia all’inizio di questo mese, definendolo parte di un più ampio schema di attacchi nella regione.

Negoziati per il cessate il fuoco

Trump presenterà martedì ai leader arabi e musulmani i principi statunitensi per porre fine al genocidio a Gaza, in quella che i funzionari hanno descritto ad Axios come la proposta più dettagliata finora avanzata da Washington.

Il piano prevede la liberazione dei prigionieri, il ritiro israeliano, una gestione postbellica di Gaza senza Hamas e il contributo di truppe e finanziamenti da parte degli Stati arabi per un periodo di transizione, con l’Indonesia che ha già offerto soldati.

Funzionari arabi hanno dichiarato di considerare la proposta come un piano americano che necessita del loro contributo, e alcuni hanno espresso apertura all’invio di forze se l’Autorità Palestinese sarà inclusa e se il processo avanzerà verso la creazione di uno Stato palestinese, secondo Axios.

Hamas ha elaborato una proposta che prevede la liberazione di dieci prigionieri e di due corpi di cittadini statunitensi in cambio di un cessate il fuoco di due mesi, ha riferito il canale saudita Al Arabiya, con garanzie americane per mantenere la tregua e consentire gli aiuti umanitari.

Alti funzionari di Hamas hanno dichiarato ad Asharq Al-Awsat che è in corso una nuova iniziativa e che chiarezza potrebbe emergere entro circa dieci giorni, con diversi Stati arabi coinvolti alle Nazioni Unite negli sforzi per garantire il ritiro israeliano dalle aree residenziali.

Secondo N12 israeliana, i leader di Hamas in Qatar hanno redatto una lettera a Trump per chiedere una garanzia personale che la tregua sarebbe stata rispettata, ma la lettera non è ancora stata firmata né inviata. Drop Site News non ha verificato in modo indipendente questi rapporti.

Lunedì Francia, Belgio, Monaco, Lussemburgo, Malta e Andorra hanno riconosciuto la Palestina, portando il numero complessivo di Stati membri dell’ONU che riconoscono la Palestina a 156 su 193, pari a oltre l’81%.

La mossa segue i riconoscimenti di Regno Unito, Canada, Australia e Portogallo.

Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas ha condannato pubblicamente per la prima volta l’attacco di Hamas del 7 ottobre, parlando all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, affermando che l’AP «condanna i crimini dell’occupazione così come condanna l’uccisione e la cattura di civili da parte di Hamas» inviando al contempo gli auguri per il Capodanno ebraico e lodando la resilienza palestinese.

Ha presentato un ampio programma di riforme per migliorare la governance, tra cui riforme finanziarie e dell’istruzione e un sistema unico di welfare sociale, attualmente sottoposto a revisione internazionale.

World Economic Forum

Secondo l’ultimo “Chief Economists’ Outlook” del World Economic Forum, il 72% dei principali economisti mondiali prevede un indebolimento dell’economia globale nel 2026.

Le interruzioni nel commercio, nella tecnologia, nelle risorse e nelle istituzioni segnalano l’ingresso in un nuovo contesto economico, caratterizzato da crescita debole, incertezze politiche e sconvolgimenti sistemici destinati a durare.

Differenze regionali

Lo studio mette in evidenza profonde fratture tra le aree del mondo.

I mercati emergenti sono considerati i principali motori della crescita: Medio Oriente e Nord Africa, Asia meridionale e Asia orientale–Pacifico sono indicati come le regioni più dinamiche.

Per la Cina, si prevede invece una crescita moderata ma accompagnata da persistenti pressioni deflazionistiche.

Al contrario, le economie avanzate sono viste in fase di rallentamento: in Europa ci si aspetta una crescita debole con inflazione bassa o moderata, mentre negli Stati Uniti le previsioni parlano di crescita debole o molto debole, e inflazione ancora elevata.

Divario crescente

Il rapporto pone poi in evidenza come i percorsi di crescita tra paesi sviluppati ed economie in via di sviluppo stiano divergendo sempre di più.

Questa spaccatura potrebbe definire il prossimo ciclo economico, con i mercati emergenti destinati a trainare l’espansione mentre le nazioni avanzate affrontano stagnazione e pressioni inflazionistiche persistenti.

Foto di copertina: Barbara Schiavulli durante il collegamento con Rai News 24

 

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