25 gennaio 2020 – Notiziario Orientale
Scritto da Serena Console in data Gennaio 25, 2020
I titoli di oggi 25 gennaio: Cina, sale il numero delle vittime del coronavirus e i medici soffrono di burnout. Corea del Nord, è ufficiale la nomina di un nuovo ministro degli Esteri. India, via alle attività commerciali aperte 24/24. Questo e altro nel Notiziario Orientale di Radio Bullets a cura di Serena Console.
CINA
Resta alta l’allerta sanitaria in Cina per l’epidemia del coronavirus. E’ salito a 41 morti il bilancio provvisorio delle vittime nel Paese, mentre oltre un migliaio sono le persone infette. La gran parte dei decessi si è verificata nello Hubei, la regione che ha come capitale Wuhan, focolaio del virus. Ma per contenere la diffusione del virus, le autorità di Pechino hanno imposto il blocco ai trasporti in più di 14 città, isolando oltre 56 milioni di persone alla vigilia del Capodanno Lunare.
Tra i morti c’è anche un medico, il primo della categoria. Si chiamava Liang Wudong ed era un chirurgo dell’ospedale di Wuhan, ed è deceduto questa mattina all’età di 62 anni, secondo quanto riporta il portale di notizie Thepaper.cn con sede a Shanghai.
Si sono registrati casi di contagio anche in altre regioni cinesi, ma anche a Macao, Hong Kong e Taiwan.
Ed è proprio la leader del governo di Taipei, riconfermata alla presidenza poche settimane fa, che lamenta l’esclusione dal board decisionale dell’organizzazione mondiale della Sanità. Infatti, nella riunione fiume di giovedì dell’agenzia di Ginevra, che ha deciso di non decretare al momento “un’emergenza internazionale”, Taiwan non era presente al meeting internazionale per una politica imposta da Pechino, ovvero il principio dell’unica Cina, il consensus del 1992 secondo cui la comunità internazionale, escluse alcune eccezioni, riconosce Taiwan come parte integrante della Cina; al contrario, Taipei conferma la sua indipendenza dal territorio cinese. è una questione politica perché il potere della Cina sulle organizzazioni internazionali sta crescendo sempre di più.
I paesi hanno sempre meno voglia di usare grossi budget per le Nazioni Unite e per carrozzoni burocratici. Ed ecco che dove trova un vuoto la Cina s’infila, investendo miliardi di dollari e posizionando uomini del partito alla dirigenza di grandi agenzie internazionali, come è capitato recentemente con Qu Dongyu che si è aggiudicato la leadership della Fao. Ma ora torniamo al virus. Un aspetto interessante da valutare è proprio l’impegno del corpo sanitario dell’ospedale di Wuhan. Sui social cinesi girano video dove si vedono medici stressati e in preda a una crisi di nervi per l’eccessivo carico di lavoro e di stress. Quello che solitamente viene definito burnout.
Per questo il governo centrale di Pechino ha deciso di inviare a Wuhan 450 medici dell’esercito, della marina e dell’aviazione cinese per aiutare i colleghi nella città blindata.
450 military medical personnel from military medical universities of the Army, Navy and Air Force, 150 each, have arrived in #Wuhan by air. Many of them have experience fighting #SARS in Beijing and #Ebola in Africa. #WuhanCoronavirus https://t.co/qWJ5gmJKpq
— Global Times (@globaltimesnews) January 24, 2020
Inoltre, più di 20 ospedali a Wuhan hanno chiesto aiuto per una carenza di maschere, guanti in lattice, occhiali protettivi e camici chirurgici. Infatti, a mezzogiorno di oggi, il governo cinese ha stanziato le seguenti forniture mediche per Wuhan, ovvero 3 milioni di maschere, 114 mila tute protettive, 110 mila paia di guanti medici e oltre 2000 paia di occhiali protettivi.
Uno sforzo degno di nota tanto che Pechino, ricordando le accuse internazionali mosse durante la SaRS, secondo cui aveva cercato di nascondere all’opinione pubblica l’epidemia del virus, cerca di mantenere un’informazione chiara e aggiornata, tanto che il Global Times, legato al Quotidiano del Popolo, addirittura ha un live update della situazione del coranovirus in tutto il mondo (il link).
Per questo, il presidente americano Donald Trump ha ringraziato tramite twitter il governo cinese per la trasparenza e gli sforzi nella lotta contro il virus mortale.
China has been working very hard to contain the Coronavirus. The United States greatly appreciates their efforts and transparency. It will all work out well. In particular, on behalf of the American People, I want to thank President Xi!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 24, 2020
Sullo sfondo di questa crisi sanitaria, vi sono i festeggiamenti limitati del Capodanno Lunare. Le celebrazioni, che solitamente si svolgono in clima di allegria e convivialità, sono state cancellate in molte città, tra cui Pechino. Nel cielo della capitale dell’ex impero celeste non sono stati sparati fuochi d’artificio e molti monumenti, cinema, teatri, caffetterie e parchi di divertimento sono stati chiusi al pubblico per contenere il contagio. L’anno del topo, iniziato questa notte in tutta l’Asia Orientale, è stato salutato con un clima di tristezza in Cina. Ma ieri, durante la serata di gala trasmessa alla CCTV, la presentatrice di punta ha invitato all’unione e alla solidarietà, sottolineando come il governo di Pechino non tradirà la fiducia dei cinesi e sconfiggerà il virus.
“With the most transparent public info, the most meticulous prevention prep, the most scientific prevention and treatment, the strongest safeguards… on the epidemic’s battlefield, we will definitely win!” CCTV anchors on the #WuhanCoronavirus at the Spring Festival Gala pic.twitter.com/GdQr3o4uvo
— Sarah Zheng 鄭雅儒 (@_szheng) January 24, 2020
La corsa per mettere a punto un vaccino contro il nuovo coronavirus è iniziata. Sono almeno cinque i team internazionali coinvolti nell’impresa, con l’obiettivo di bruciare le tappe per ottenere il prima possibile quello che normalmente richiede almeno due o tre anni di lavoro. E i primi test sull’uomo potrebbero arrivare in tempi record, “meno di tre mesi, a fronte dei 20 mesi del vaccino sperimentale per la Sars”. A dirlo è uno dei massimi esperti di immunologia, Anthony S. Fauci, direttore dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive del National Institutes of Health, l’agenzia del governo degli Stati Uniti responsabile della ricerca e della salute pubblica.
COREA DEL NORD
Si vociferava da un po’ di giorni, ma ora è ufficiale. La Corea del Nord ha nominato un ex ufficiale dell’esercito come suo nuovo ministro degli Esteri. Dopo giorni di speculazioni, l’agenzia di stampa nordcoreana ha confermato ieri che Ri Son-gwon, che ha poca esperienza diplomatica alle spalle, ha sostituito Ri Yong-ho, che ha preso parte ai colloqui nucleari con Washington. La scelta deve essere letta come la volontà di Pyongyang di adottare una posizione più dura nei negoziati nucleari con gli Stati Uniti. Il nuovo ministro Ri, che non ha esperienza nel trattare questioni nucleari o funzionari statunitensi, ha visto aumentare rapidamente le sue credibilità nell’ultimo anno. È stato nominato nel pannel per gli affari esteri del parlamento nordcoreano lo scorso aprile ed è stato visto in una riunione del comitato centrale per le politiche del partito a dicembre. (Guardian)
GIAPPONE
Un ex impiegato delle poste giapponesi si trova di fronte a possibili accuse di violazione della legge postale dopo che la polizia ha scoperto che ha accumulato circa 24.000 articoli, tra lettere e raccomandate, nella sua abitazione nella prefettura di Kanagawa. La scusa del 61enne è stata quella di non volersi stancare troppo durante la consegna. Se condannato, l’uomo rischia una pena detentiva inferiore a tre anni o multe fino a 500.000 yen. Le poste hanno licenziato l’uomo dopo che il problema è emerso alla fine dell’anno scorso e si è scusato per la mancata consegna degli articoli, impegnandosi a garantirne la diffusione e consegna nelle destinazioni previste. (Guardian)
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