25 gennaio 2021 – Notiziario

Scritto da in data Gennaio 25, 2021

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  • Cina: 11 minatori tratti in salvo dopo due settimane sottoterra (copertina).
  • Olanda: arrestato “El Chapo asiatico”, uno degli uomini più ricercati al mondo.
  • Grecia: Msf conferma piombo nel nuovo campo di Lesbo.
  • Rep. Centrafricana: il TPI arresta il comandante della milizia Seleka con l’accusa di crimini di guerra.
  • Stati Uniti: Biden pronto a togliere il bando ai transgender di arruolarsi e annuncia piano per combattere l’estremismo interno.
  • Australia: il fumo causa la metà dei decessi tra gli indigeni di oltre 45 anni.
  • I principali distributori di film evitano quello sul giornalista saudita ucciso Khashoggi.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin

Yemen

Attacchi aerei sauditi contro un convoglio houthi, nella provincia centrale di Maarib, hanno ucciso almeno 34 combattenti e distrutto 3 veicoli militari che stavano tentando di trasportarli in prima linea.
Maarib è un territorio a lungo conteso, una delle numerose rotte attraverso le quali i sauditi hanno cercato di avanzare nella capitale. Come con altri tentativi, i combattimenti si sono bloccati e la situazione è irrisolta. Non è chiaro se ci siano stati morti civili, gli attacchi aerei avvenuti su un’autostrada che hanno colpito più veicoli suggeriscono che alcuni di questi potrebbero essersi trovati accidentalmente sulla linea di tiro. Questo è l’attacco più mortale in Yemen dall’inizio di settembre, quando i sauditi hanno attaccato una prigione e ucciso un numero enorme di prigionieri.

Israele e Palestina

Ieri mattina le forze israeliane in Cisgiordania hanno arrestato tre giovani della città di Qabatiyeh, vicino a Jenin, nel nord della Cisgiordania, e hanno fatto detonare i due veicoli su cui viaggiavano. Altrove in Cisgiordania, un lavoratore palestinese di 48 anni, Fuad Sebti Jouda, è morto dopo aver inalato gas lacrimogeni sparati dalle forze israeliane vicino al muro di separazione israeliano a Tulkarm, dove c’era una fila di palestinesi in attesa di superare un posto di blocco israeliano. Muntasir Salloum, il capo del Club dei prigionieri palestinesi a Jenin, ha detto al servizio di lingua araba di The New Arab che non c’erano informazioni sulle circostanze degli arresti dei tre uomini, sul motivo per cui le loro auto erano state fatte saltare in aria o dove siano stati portati dopo l’arresto. Ha identificato i ragazzi come Ahmed Abu Al-Rab, Jihad Abu Al-Rab e Majdi Kamil. Fonti locali hanno riferito a The New Arab che domenica mattina le forze speciali israeliane hanno fatto irruzione nella parte orientale di Qabatiyeh, prendendo d’assalto la Ibn Bitar School, e hanno usato altoparlanti per ordinare ai tre giovani di arrendersi.

Intanto sul fronte politico, la Commissione elettorale centrale palestinese (CEC) ha esteso un invito ufficiale al Parlamento europeo e all’Unione Europea (UE) per presenziare con il ruolo di osservatori alle prossime elezioni palestinesi.

Libia

Un’altra deadline è trascorsa senza effetti concreti: sabato 23 gennaio, i mercenari e forze straniere avrebbero dovuto lasciare il paese. Ma non ci sono stati segni nemmeno di un mero inizio della smobilitazione e anzi arrivano notizie che i mercenari russi del gruppo Wagner stiano scavando una maxi-trincea attrezzandosi quindi a restare a lungo nel Golfo della Sirte. La scadenza appena passata era una delle varie “misure di creazione di fiducia” concordate a Ginevra nell’ambito del “cessate il fuoco” che il 23 ottobre aveva posto ufficialmente fine al fallito attacco a Tripoli, portato invano per 14 mesi, causando duemila morti fino a giugno, dal generale dissidente Khalifa Haftar.

Mozambico

Aeree del Mozambico centrale si sono allagate al passaggio del ciclone Eloise, vicino alla città portuale di Beira, con velocità del vento fino a 160 chilometri orari. Quattro persone sono morte, secondo funzionari locali citati dalla Bbc. I funzionari locali e le agenzie umanitarie stanno valutando l’entità del danno in modo da poter aiutare le persone colpite e stanno cercando di ripristinare le reti elettriche e le comunicazioni interrotte.

Repubblica Centrafricana

La Corte Penale Internazionale (CPI) ha arrestato un ex comandante della milizia della Repubblica Centrafricana (CAR) sospettato di crimini di guerra e contro l’umanità. In una dichiarazione, domenica, il tribunale ha affermato che le autorità della Repubblica Centrafricana hanno consegnato Mahamat Said Abdel Kani, un leader della fazione Seleka, a causa di un mandato di arresto della Corte Penale Internazionale emesso il 7 gennaio 2019. Il mandato si riferisce a presunti crimini commessi nella capitale del paese, Bangui, nel 2013. L’arresto di Said arriva sullo sfondo di uno stato di emergenza nella Repubblica Centrafricana, con combattimenti tra l’esercito, sostenuto da truppe dell’ONU, russe e ruandesi, e ribelli che cercano di ribaltare il voto del 27 dicembre con cui il presidente Faustin-Archange Touadera è stato dichiarato vincitore. La Repubblica Centrafricana è impantanata nella violenza da quando una coalizione di ribelli, per lo più del nord e prevalentemente musulmani noti come Seleka, o “alleanza” in lingua sango, ha preso il potere dall’allora presidente Francois Bozize nel marzo 2013. Il loro brutale governo ha dato origine alle milizie cristiane anti-balaka, e molti degli ex leader del gruppo sono anch’essi accusati presso la Corte Penale Internazionale. La violenza ha provocato migliaia di morti e altre centinaia di migliaia di sfollati.

Uganda

L’esercito ugandese ha segnalato un’operazione di 24 ore contro una base di al-Shabaab nel sud della Somalia, sostenendo di aver ucciso 189 militanti e distrutto la base. Hanno detto che le truppe ugandesi non hanno subito vittime e ha negato la morte di civili. La cifra non può essere confermata, ma è una cifra incredibilmente grande senza vittime civili.
L’Uganda è stato parte attiva dell’operazione dell’Unione Africana in Somalia, ma raramente ha preso l’iniziativa in grandi operazioni come questa.

Coronavirus

Messico: positivo il presidente Obrador, sintomi lievi. Dimesso dalla clinica l’ex presidente boliviano Evo Morales, in isolamento a casa per 15 giorni. Stati Uniti: Las Vegas riapre le scuole dopo che in 9 mesi 18 ragazzi si sono suicidati. Biden ripristina bando per i viaggi dall’Europa e aggiunge il Sudafrica. Israele chiude per una settimana l’aeroporto internazionale Ben Gurion. Regno Unito: la polizia fa irruzione in un rave a Londra con 300 persone. L’Egitto comincia le vaccinazioni anticovid. Manifestanti olandesi antilockdown hanno appiccato il fuoco a un centro test-covid in un villaggio di pescatori. Ad Amsterdam usati gli idranti per disperdere i manifestanti: 240 le persone arrestate.

Grecia

Il governo greco ha confermato che i rifugiati ospitati nel nuovo campo di Mavrovouni (conosciuto anche col nome di Kara Tepe), sull’isola di Lesbo, sono esposti al piombo. Lo denuncia Msf su Twitter invocando l’intervento dell’UE per l’immediato trasferimento dei migranti a rischio intossicazione. Medici Senza Frontiere ha postato il link del comunicato del governo di Atene nel quale si conferma la presenza di piombo nel campo. Tuttavia, si legge nella nota, nei luoghi del campo nel quale si trovano le residenze dei rifugiati, i livelli della sostanza tossica «sono sotto ai limiti internazionali». Più alti, invece, nella zona degli uffici. Qui, assicurano le autorità della Grecia, sono già stati avviati dei lavori di risanamento come la «copertura con uno strato di ghiaia alto 20 cm».
Il campo di Kara Tepe è stato costruito in tutta fretta dopo l’incendio che a settembre ha distrutto l’enorme struttura di Moria. Doveva essere un campo temporaneo. Da ottobre ONG e ONU denunciano le terribili condizioni di vita dove sono ospitati quasi 8.000 rifugiati.

Portogallo: il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa è stato rieletto al primo turno nelle presidenziali di ieri.

Olanda

Il capo di uno dei più grandi cartelli asiatici della droga è stato arrestato ad Amsterdam, si legge sulla Bbc. La polizia non ha specificato il nome della persona arrestata ma si ritiene si tratti di Tse Chi Lop, un cinese naturalizzato canadese noto come “El Chapo asiatico”, a capo di un impero da 70 miliardi di dollari che gestisce il traffico di droga in tutta l’Asia. Il 56enne, uno degli uomini più ricercati al mondo, è stato fermato all’aeroporto di Schiphol prima di imbarcarsi su un volo diretto in Canada. La polizia australiana gli ha dato la caccia per oltre 10 anni, adesso il governo ne chiederà l’estradizione. Secondo l’Australian Federal Police (AFP) Tse Chi Lop, è responsabile del 70% delle droghe che entrano nel paese. I servizi di intelligence di oltre 20 paesi hanno partecipato alle operazioni per l’arresto di Tse che negli ultimi anni si era spostato tra Macau, Hong Kong e Taiwan.

Russia

Sono oltre 3.300 i manifestanti fermati sabato in diverse città della Russia che chiedevano la liberazione dell’oppositore Alexei Navalny, proteste che hanno visto una partecipazione senza precedenti come riferisce l’ONG OVD Info. Secondo la fonte, i fermi sono in totale 3.324, di cui 1.320 a Mosca e 490 a San Pietroburgo. In quest’ultima città, di cui è originario il presidente Vladimir Putin, un manifestante rimasto ferito in scontri con le forze dell’ordine versa in gravi condizioni ed è ricoverato in terapia intensiva, secondo quanto riferito da fonti ospedaliere all’agenzia Afp.

Afghanistan

Una guardia del corpo è stata uccisa, mentre il capo del dipartimento di risoluzione delle controversie della Banca centrale e il suo autista sono rimasti feriti in un’esplosione di ieri a Kabul: lo ha confermato la Banca centrale. L’incidente è avvenuto intorno alle 8:12 ora locale nell’area di Shah Shaheed, nel PD8 della città di Kabul, dopo che il veicolo blindato che trasportava Abdullah Dawrani, il capo del dipartimento di risoluzione delle controversie della Banca centrale, è stato colpito da un IED magnetico.

Stati Uniti

Il presidente Biden emetterà un ordine esecutivo per invertire una politica del Pentagono che vieta alle persone transgender di unirsi alle forze armate, eliminando così un divieto ordinato dal presidente Donald Trump in un tweet durante il suo primo anno in carica, scrive Associated Press. Ci si aspettava che Joe Biden ribaltasse la politica di Trump nei suoi primi giorni in carica. La Casa Bianca potrebbe annunciare la decisione già oggi, secondo la persona informata della decisione che ha parlato, a condizione di anonimato, con AP. La mossa per invertire la politica ha il sostegno del segretario alla Difesa recentemente confermato di Biden, il generale dell’esercito in pensione Lloyd Austin.

Austin ha anche concesso ai suoi alti dirigenti due settimane per inviare rapporti sui programmi di prevenzione delle aggressioni sessuali nell’esercito. Austin sta cercando di fare una valutazione di cosa ha funzionato e cosa no. Austin aveva promesso di affrontare immediatamente i problemi delle aggressioni sessuali e delle molestie nei ranghi, con cui i leader della difesa e dell’esercito si sono confrontati per anni. Le segnalazioni di aggressioni sessuali sono aumentate costantemente dal 2006.

Venerdì, il segretario stampa della Casa Bianca, Jen Psaki, ha annunciato che il presidente Biden ha ordinato a tre agenzie di intelligence statunitensi di riesaminare la minaccia di “estremismo violento interno”. Da quando i manifestanti pro-Trump hanno preso d’assalto l’edificio del Campidoglio degli Stati Uniti il ​​6 gennaio, gli appelli a combattere il “terrorismo interno” sono aumentati. Prima del 6 gennaio la squadra di transizione di Biden aveva detto che stavano progettando di approvare leggi contro il terrorismo interno, e l’incidente del Campidoglio lo ha reso una priorità assoluta. Psaki ha affermato che la valutazione produrrà «un’analisi basata sui fatti su cui si possa modellare la politica». Oltre all’analisi dell’intelligence, il Consiglio di sicurezza nazionale ha il compito di trovare modi per interrompere le “reti estremiste”. Il Congresso è pronto a dare la priorità alle minacce interne. All’inizio di questa settimana, la legge sulla prevenzione del terrorismo domestico è stata introdotta alla Camera con sponsor bipartisan. Il disegno di legge istituirebbe uffici all’interno dell’FBI, del Dipartimento per la sicurezza interna e del Dipartimento di giustizia per combattere il terrorismo interno.

Il pluripremiato regista Bryan Fogel ha detto a Hill.TV che il suo docufilm sull’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi è stato evitato da tutti i principali distributori globali. “The Dissident” si concentra sull’uccisione di Khashoggi, critico della famiglia reale che scriveva per The Washington Post, avvenuta nel 2018. Fogel ha detto di credere che il film sia ritenuto troppo agli occhi delle aziende più grandi che hanno legami finanziari con l’Arabia Saudita.
L’anno scorso un tribunale saudita ha condannato 8 persone tra i 7 e i 20 anni per l’omicidio del 2018. I membri della famiglia di Khashoggi hanno detto che perdonare gli autori e la pena di morte venne tolta dal tavolo processuale. Nel 2019, 2 importanti aiutanti del principe ereditario saudita Mohammed bin-Salman sono stati assolti dal coinvolgimento nell’omicidio. Il principe ereditario è ampiamente sospettato di aver ordinato l’uccisione di Khashoggi.

Messico

Le autorità messicane hanno aperto un’indagine dopo la scoperta di 19 corpi bruciati in diversi veicoli nella città di Santa Anita, vicino al confine con gli Stati Uniti: lo ha detto l’ufficio del pubblico ministero di Tamaulipas. Si ritiene che le vittime provengano dall’America centrale, probabilmente dal Guatemala, e sarebbero state prelevate da un rifugio gestito da membri di un gruppo criminale organizzato nello stato di Tamaulipas. La polizia di stato sabato ha trovato «due veicoli bruciati e resti di persone» su una strada rurale, dopo essere stata avvertita da un cittadino che un furgone era in fiamme. «In uno dei furgoni c’erano 2 corpi sui sedili anteriori, un altro sul lato della portiera del guidatore, un altro sul lato della portiera del passeggero e 15 corpi nella parte posteriore del veicolo», si legge nella dichiarazione della procura. «Le indagini iniziali mostrano che la morte è stata causata da proiettili di armi da fuoco e poi [le vittime] sono state date alle fiamme».

Venezuela

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha detto sabato di essere disposto a «voltare pagina» con gli Stati Uniti sotto il presidente Joe Biden, e ha chiesto un «nuovo percorso» dopo anni di tensioni con la Casa Bianca di Donald Trump. Il governo di Trump aveva imposto molteplici sanzioni economiche al Venezuela, incluso un embargo petrolifero in vigore dal 2019 nel tentativo di rovesciare il regime socialista di Maduro che gli Stati Uniti definiscono un dittatore. Dopo anni di gelide relazioni, Caracas e Washington hanno rotto completamente i rapporti diplomatici il 23 gennaio 2019, quando il governo degli Stati Uniti ha riconosciuto il leader dell’opposizione Juan Guaidó come presidente a interim del Venezuela. Gli analisti ritengono che l’amministrazione Biden assumerà una posizione più moderata sul Venezuela e sosterrà la mediazione internazionale per la transizione verso un nuovo governo.
Detto questo, il Segretario di Stato di Biden, Anthony Blinken, ha già descritto Maduro come un «dittatore brutale» e durante la sua audizione di conferma al Senato ha dichiarato di sostenere la politica di Trump di sostenere Guaidó. Il rinnovato sostegno a Guaidó segue il giuramento della nuova Assemblea Nazionale venezuelana pro-Maduro dopo le elezioni di dicembre boicottate dall’opposizione, che le ha ritenute fraudolente.

Australia

Secondo uno studio, la metà degli australiani indigeni di età superiore ai 45 anni è morta per malattie legate al fumo. Lo studio pubblicato oggi dai ricercatori dell’Australian National University (ANU) ha scoperto che il fumo ha causato 10.000 morti prevenibili di aborigeni e isolani dello Stretto di Torres, nell’ultimo decennio. In media, gli australiani indigeni che fumano muoiono 10 anni prima di quelli che non lo fanno. Lo studio ha monitorato i risultati sulla salute di 1.388 australiani indigeni cui, al momento dell’adesione allo studio, non era stato diagnosticato un cancro o una malattia cardiovascolare. I ricercatori hanno scoperto che il fumo causa il 37% di tutti i decessi degli autoctoni australiani e metà di quelli delle persone di età pari o superiore a 45 anni. «I risultati sono scioccanti: il fumo sta uccidendo uno su due adulti più anziani, e abbiamo scoperto che i fumatori hanno quattro volte il rischio di morte prematura rispetto a coloro che non hanno mai fumato», ha detto l’autrice principale Katie Thurber. «È quasi il doppio rispetto alle stime precedenti». Circa il 40% degli adulti indigeni ha dichiarato di essere fumatore nel 2019, rispetto al 54,5% del 1994. Raymond Lovett, indigeno e coautore dello studio, ha detto che l’alto tasso di fumo derivava dalla pratica coloniale di pagare i lavoratori indigeni con razioni, compreso il tabacco. «Se lavoravi, in particolare nelle zone rurali, venivi pagato con il tabacco. Questo ha un ruolo importante nel perché i tassi di fumo sono così alti», ha detto.

Cina

Sono 11 i minatori cinesi tratti in salvo dopo aver trascorso due settimane 600 metri sottoterra. Il primo, fisicamente debole, è stato tirato fuori dalla miniera d’oro di Hushan, nella provincia di Shandong, attorno alle 11.03 ora locale (le 6 di mattina in Italia), gli altri 10 un’ora dopo ma da un’uscita diversa. Uno di questi è ferito, ma non si sa se sia in gravi condizioni. Erano 22 i minatori rimasti bloccati, quindi ci sarebbero altri 11 minatori bloccati nella miniera, ma di loro non si sono avute più notizie dal giorno dell’esplosione, il 10 gennaio. Uno è morto nei giorni scorsi per le ferite riportate durante il crollo. Dall’esplosione del 10 gennaio nella miniera d’oro di Qixia, nella provincia orientale dello Shandong, i soccorritori lavorano per salvare i minatori bloccati a diverse centinaia di metri sottoterra e minacciati dall’innalzamento dell’acqua. L’esplosione ha bloccato l’ingresso al pozzo e interrotto le comunicazioni.

 

 

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