27 gennaio 2023 – Notiziario Mondo
Scritto da Ambra Visentin in data Gennaio 27, 2023
Ascolta podcast
- Perù: Gli Uros si uniscono alle proteste contro la Presidente Dina Bolouarte
- Messico: Ex funzionario della sicurezza messicana sotto processo per corruzione a New York
- Cina: Azienda riceve sanzioni dagli Stati Uniti per aver fornito informazioni al battaglione Wagner
- Brasile: La Polizia federale indaga sul genocidio degli Yanomami
- Svizzera: La comunità turca protesta contro il rogo del Corano in Svezia
- Rwanda: Il comitato per la protezione dei giornalisti chiede un’indagine sulla morte di John Williams Ntwali
- Stati Uniti: Meta ripristina gli account Facebook e Instagram di Donald Trump
Il Notiziario a cura di Ambra Visentin
Perù
Gli Uros, abitanti delle isole galleggianti sul lago Titicaca, si sono uniti alle proteste in Perù per chiedere le dimissioni della presidente Dina Boluarte.
Tra bandiere peruviane legate a zattere a motore e imbarcazioni tradizionali note come “caballitos de totora”, centinaia di indigeni hanno navigato per più di due ore sulle acque del Titicaca, il lago di confine tra Perù e Bolivia, per unirsi alle proteste nella città di Puno, la terraferma di questa zona dell’altopiano andino. I manifestanti si sono riuniti a Plaza de Armas.
Gli indigeni delle isole di Uros e Taquile hanno così espresso il loro malcontento nei confronti del governo Boluarte per i 46 morti delle manifestazioni, che hanno trasformato Puno nell’epicentro delle più violenti proteste tra quelle che hanno scosso il Perù nelle ultime sei settimane. I 40 giorni di tumulti hanno poi colpito in modo particolare il settore turistico di queste zone andine meridionali, considerate gioielli della cultura preispanica.
Messico
Nel tribunale del Distretto Est di New York ha avuto inizio il processo, per traffico di cocaina, contro l’ex Segretario della Pubblica Sicurezza messicana Genaro García Luna.
Nella sua arringa iniziale, il procuratore federale Philip Pilmar ha sostenuto che García Luna avrebbe usato la sua posizione per proteggere i cartelli della droga che diceva di combattere.
Se le accuse dovessero rivelarsi vere, il processo a García Luna servirà a dimostrare che lo Stato messicano ricopre un ruolo importante, pari ai livelli di leader dei cartelli quali Guzmán, nell’esportazione di miliardi di dollari in sostanze stupefacenti destinate ai consumatori americani. Lo Stato messicano avrebbe altresì un ruolo decisivo nei bagni di sangue interni al Messico, dovuti alla lotta fra cartelli per la spartizione dei profitti.
Cina
Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a una società cinese per aver presumibilmente fornito immagini satellitari in Ucraina, al gruppo mercenario russo Wagner.
Il Dipartimento del Tesoro e il Dipartimento di Stato hanno annunciato una serie di azioni, designando formalmente il gruppo Wagner come organizzazione criminale transnazionale, una mossa anticipata la scorsa settimana dalla Casa Bianca.
Come annunciato dal Segretario di Stato Antony Blinken in un comunicato, le nuove sanzioni sarebbero volte ad ostacolare ulteriormente la capacità del Cremlino di armare la sua macchina da guerra nell’aggressione contro l’Ucraina.
Tra le aziende prese di mira c’è la Changsha Tianyi Space Science and Technology Research Institute Co. un’azienda cinese che, secondo il Dipartimento del Tesoro, avrebbe fornito immagini satellitari sull’Ucraina al Gruppo Wagner.
Altre sanzioni sono state imposte ad una società di aviazione con sede negli Emirati Arabi Uniti, la Kratol, che avrebbe fornito aerei al Gruppo Wagner per spostare personale e attrezzature tra la Repubblica Centrafricana, la Libia e il Mali.
Brasile
Il Ministro della Giustizia e della Pubblica Sicurezza brasiliano Flavio Dino ha confermato mercoledì 25 gennaio, l’apertura di un’inchiesta della Polizia Federale sul reato di genocidio nei confronti della popolazione indigena Yanomami nello Stato settentrionale di Roraima.
Negli ultimi anni il gruppo etnico ha lottato contro una crisi sanitaria, con morti causate dalla malnutrizione e dalla proliferazione di malattie come la malaria.
Alla tramissione radiofonica A Voz do Brasil su Rádio Nacional, Dino ha ricordato che l’antica legge sul genocidio, sancita da Juscelino Kubitschek nel 1956 e ancora in vigore, copre vari tipi di pratiche di genocidio, che non riguardano solo l’uccisione, ma anche la violazione dell’integrità fisica e mentale, così come azioni e omissioni che portano allo sterminio di un determinato gruppo etnico. Il ministro ha quindi dichiarato di non aver dubbi sul fatto che non ci sia stata solo negligenza, ma anche un certo grado di intenzionalità, sul cui sarà compito della Polizia Federale indagare.
Secondo il ministro, le indagini riguarderanno anche la condotta delle persone che hanno commesso crimini nella regione e i responsabili della “negligenza nell’assistenza sanitaria e nel benessere” degli indigeni.
Svizzera
Nella giornata di ieri, la comunità turca in Svizzera si è riunita davanti all’ambasciata svedese a Berna, per protestare contro il rogo di una copia del Corano, avvenuto in Svezia nel fine settimana.
Lo scorso sabato, infatti, Rasmus Paludan, un politico danese di estrema destra, ha bruciato una copia del Corano fuori dall’ambasciata turca a Stoccolma.
Tra i partecipanti alla protesta c’erano presidenti e dirigenti di organizzazioni non governative turche in Svizzera. La protesta era guidata dalla Società Turca Svizzera, un’organizzazione ombrello di ONG turche in Svizzera.
In una dichiarazione a nome dei manifestanti, il presidente dell’organizzazione, Suat Sahin, ha affermato che essi condannano fermamente il “vile attacco” contro il Corano, ed ha espresso preoccupazione per il livello allarmante che gli atti islamofobici, razzisti e discriminatori avrebbero raggiunto in Europa e ha aggiunto: “L’impunità per tali atti incoraggerebbe i nemici dell’Islam”.
Sahin ha invitato le autorità svedesi a intraprendere le azioni necessarie contro gli autori di questo atto e a prendere misure per evitare che atti simili si ripetano.
Rwanda
Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti ruandese, le autorità del Paese devono fornire un resoconto credibile delle circostanze della morte del giornalista John Williams Ntwali.
La polizia ha dichiarato che Ntwali sarebbe stato ucciso la mattina presto del 18 gennaio a Kigali, la capitale, dopo che un’auto avrebbe investito il mototaxi su cui viaggiava.
Ntwali era noto per le sue critiche che rivolgeva alla governance riguardo alla situazione dei diritti umani in Ruanda. Ntwali aveva fondato un canale YouTube, seguito da circa 30.000 persone, chiamato Pax TV-Ireme News e ha lavorato come redattore per il quotidiano privato The Chronicles.
Pochi giorni prima della sua morte, Ntwali ha trasmesso un servizio su Pax TV-Ireme News sull’incarcerazione del fondatore di The Chronicles Christopher Kayumba, che è anche un politico ruandese. Di recente, Ntwali si è occupato anche della situazione dei prigionieri politici in Ruanda e delle accuse di torture subite da YouTubers in detenzione.
Secondo un rapporto di Human Rights Watch, nel giugno del 2022 Ntwali aveva raccontato all’organizzazione che membri dell’agenzia di intelligence ruandese gli avrebbero intimato di cambiare tono, per evitare di fare una brutta fine.
Stati Uniti
Il New York Times ha riportato la notizia che gli account Facebook e Instagram dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump saranno ripristinati da Meta.
Gli account dell’ex presidente statunitense su Facebook e Instagram erano stati sospesi da Meta, per un periodo di 22 mesi, dopo la rivolta del 6 gennaio 2021 in Campidoglio. Al momento della sospensione, l’account di Trump su Facebook aveva centinaia di milioni di follower. Il 7 gennaio 2021, il giorno dopo che centinaia di persone avevano preso d’assalto il Campidoglio in suo sostegno, Meta ha sospeso Trump dalle sue piattaforme, citando il rischio di incitare ulteriori violenze. Anche i suoi account su altre popolari piattaforme di social media, come YouTube e Twitter, sono stati disattivati quella stessa settimana.
Secondo un documento depositato presso la Securities and Exchange Commission, Trump ha avviato un proprio social network, Truth Social, nel quale ha una partecipazione finanziaria e dove è obbligato a rendere disponibili i suoi post in esclusiva per sei ore, prima di poterli condividere su altri siti.
Nel novembre dello scorso anno, Twitter ha ripristinato l’account di Trump dopo che Elon Musk ha assunto la carica di amministratore delegato della piattaforma di microblogging.
Musk aveva indetto un sondaggio chiedendo agli utenti del sito di votare se ripristinare l’account di Trump, che in precedenza era stato sottoposto a un divieto a vita per incitamento alla violenza in seguito alla rivolta del Campidoglio negli Stati Uniti.
Ascolta/leggi anche:
- Dimensione H2
- Idrogeno a vele spiegate
- Quell’aria pulita di città
- Afghanistan: L’Onu spinge affinché altre operatrici umanitarie siano esentate dal divieto di lavorare
E se credi in un giornalismo indipendente, serio e che racconta il mondo recandosi sul posto, puoi darci una mano cliccando su Sostienici