27 maggio 2025 – Notiziario Mondo

Scritto da in data Maggio 27, 2025

  • Gaza:  l’accordo che non c’è mentre Israele continua a bombardare.
  • Giappone: il riso non è mai stato così caro.
  • Kenya: deputato critico con il governo trovato picchiato in una piantagione.
  • Siria post-Assad: attacco a un concerto nella “libera” Idlib.
  • Venezuela: Nuovo sequestro politico a Caracas.

Introduzione al notiziario: Yaqeen, 11 anni, voce di Gaza: luce spenta sotto le macerie

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets a cura di Barbara Schiavulli

Israele e Palestina

■ GAZA: Lunedì , gli attacchi israeliani hanno ucciso almeno 52 palestinesi , di cui 36 in una scuola trasformata in rifugio nel quartiere di Al-Daraj a Gaza City, colpita mentre la gente dormiva, secondo quanto riportato dalle autorità sanitarie locali .

Le IDF hanno pubblicato un ordine di evacuazione urgente su X, definendo l’intera Striscia di Gaza meridionale una “zona di combattimento pericolosa”, ad eccezione della zona umanitaria di al-Muwasi, e affermando di star “lanciando un attacco senza precedenti per sconfiggere le organizzazioni terroristiche”.

Hanno anche distribuito volantini nel campo profughi di al-Shati a Gaza, invitando i residenti a collaborare con Israele nello sforzo di distruggere Hamas.

Gli Stati Uniti stanno esercitando una forte pressione su Israele affinché ponga fine alla guerra a Gaza, ha riferito ad Haaretz una fonte vicina alla vicenda.

Il messaggio sarebbe stato in parte consegnato dall’inviato statunitense per il Medio Oriente Steve Witkoff durante un incontro con il ministro israeliano Ron Dermer a Roma nel fine settimana.

L’ufficio di Dermer e quello del Primo Ministro Netanyahu si sono rifiutati di commentare.

Lunedì, il presidente degli Stati Uniti Trump ha dichiarato: “Abbiamo parlato con loro [Israele] e vogliamo vedere se possiamo porre fine a tutta questa situazione il più rapidamente possibile “.

La maggior parte delle attrezzature mediche è esaurita a Gaza e il 42 percento dei medicinali di base, compresi gli antidolorifici, è esaurito, ha affermato il direttore regionale dell’OMS a Ginevra.

Hamas ha dichiarato di aver giustiziato quattro uomini per aver saccheggiato camion di aiuti umanitari entrati a Gaza , secondo quanto riferito da una fonte a Reuters.

Una nuova milizia palestinese ha recentemente iniziato a operare nel sud di Gaza , secondo quanto riferito da due fonti ad Haaretz.

La milizia è legata a Yasser Abu Shabab, leader di un grande clan nell’area di Rafah, che ha affermato di stare creando una forza per garantire la consegna di aiuti in alcune zone dell’enclave.

 Hamas lo ha accusato di aver saccheggiato camion di aiuti umanitari e di mantenere legami con Israele.

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha dichiarato che questa settimana esorterà Netanyahu a non spingere gli attacchi a Gaza “troppo oltre”, aggiungendo che l’attuale livello di attacchi israeliani contro Gaza non può più essere giustificato dalla lotta contro Hamas.

Il Ministero degli Esteri svedese ha annunciato che il Primo Ministro Ulf Kristersson intende convocare l’ambasciatore israeliano a Stoccolma per discutere della situazione degli aiuti umanitari a Gaza.

■ OSTAGGI/CESSATE IL FUOCO: Intanto Hamas ha accettato la proposta dell’inviato statunitense Witkoff per un cessate il fuoco a Gaza, ha dichiarato a Reuters un funzionario palestinese vicino al gruppo.

La nuova proposta, che prevede il rilascio di dieci ostaggi e 70 giorni di tregua, è stata ricevuta da Hamas tramite mediatori, ha riferito la fonte, aggiungendo che “la proposta include il rilascio di dieci ostaggi israeliani ancora vivi, tenuti da Hamas in due gruppi, in cambio di un cessate il fuoco di 70 giorni e di un ritiro parziale dalla Striscia di Gaza”.

Poi Witkoff ha negato che Hamas abbia accettato la sua offerta , ha riportato Axios, affermando che la risposta dell’organizzazione alla sua offerta è stata “deludente e completamente inaccettabile”.

Una delegazione israeliana arriverà al Cairo per i colloqui di cessate il fuoco , ha riportato il canale di informazione saudita Al-Hadath.

Più tardi, lunedì, una fonte israeliana ha dichiarato ad Haaretz che non sono stati compiuti progressi nei negoziati per il cessate il fuoco, aggiungendo che le due parti si stanno consolidando sulle loro posizioni originali.

Hamas e Israele stanno esaminando una nuova proposta di cessate il fuoco presentata dall’attivista palestinese-americana Bishara Bahbah, che ha facilitato il rilascio dell’ostaggio Edan Alexander, ha dichiarato un alto funzionario palestinese ad Al Mayadeen, affiliato a Hezbollah.

La proposta prevederebbe il rilascio di 10 ostaggi israeliani in due fasi nel corso di un cessate il fuoco di 60 giorni.

■ STATO PALESTINESE: Il ministro israeliano per gli Affari strategici Ron Dermer ha minacciato il Regno Unito e la Francia che Israele potrebbe annettere parti della Cisgiordania se riconoscessero uno stato palestinese in una conversazione con il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot.

I coloni assediano la Cisgiordania

GERUSALEMME: Lunedì, mentre nazionalisti israeliani ed ebrei religiosi celebravano il Giorno di Gerusalemme, che celebra la conquista di Gerusalemme Est da parte di Israele nel 1967, alcuni hanno scandito “Morte agli arabi” mentre marciavano nei quartieri musulmani.

 I manifestanti, tra cui un membro del parlamento israeliano, avrebbero anche preso d’assalto un complesso dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi.

E ancora, Il ministro israeliano dell’ultradestra Itamar Ben-Gvir ha fatto irruzione ieri nell’Al-Aqsa, accompagnato da altri funzionari e protetto dalla polizia. L’azione, simbolicamente compiuta per celebrare l’occupazione di Gerusalemme Est del 1967, ha scatenato una raffica di condanne internazionali.

La Giordania ha definito l’incursione “una violazione flagrante dello status quo storico e giuridico”, ribadendo che Gerusalemme Est resta territorio occupato.

Il Qatar ha parlato di una “provocazione per oltre due miliardi di musulmani” e ha avvertito che la politica israeliana di escalation—compresa la guerra a Gaza—rischia di allargare il conflitto a tutta la regione, compromettendo ogni prospettiva di pace.

Secondo il Waqf islamico, oltre 2.000 coloni israeliani sono entrati nel complesso solo nella giornata di lunedì, molti compiendo rituali provocatori. Da ottobre, Israele ha inasprito le restrizioni per i palestinesi in arrivo dalla Cisgiordania.

■ ISRAELE: Il parlamentare laburista Efrat Rayten ha chiesto al procuratore generale Gali Baharav-Miara di indagare su come la società svizzera SRS sia stata scelta dall’ufficio di Netanyahu per coordinare le operazioni umanitarie a Gaza .

Il leader dell’opposizione Yair Lapid ha affermato che Netanyahu dovrebbe chiarire se i soldi dei contribuenti israeliani stanno finanziando la Gaza Humanitarian Foundation.

COLOMBIA: La Colombia ha designato Jorge Iván Ospina come suo primo ambasciatore nei Territori palestinesi.

Ospina, ex sindaco di Cali, la terza città della Colombia, è appartenuto a movimenti di sinistra ed è figlio di Iván Marino Ospina, uno dei comandanti della guerriglia dell’M-19 cui partecipò anche Petro.

Il governo di Bogotà ha interrotto le relazioni diplomatiche con Israele nel maggio 2024, dopo aver definito il suo intervento militare nella Striscia di Gaza un “genocidio” ed aver espresso ripetutamente il suo sostegno ai palestinesi.

La Colombia è stato il terzo paese della regione a rompere le relazioni con Israele dall’inizio della guerra a Gaza, dopo la Bolivia e il Belize.

Siria

Era previsto come un momento di festa, una celebrazione simbolica della caduta del regime di Bashar al-Assad.

Invece, si è trasformato in un assalto armato. Un gruppo di uomini mascherati ha fatto irruzione in una sala eventi a Sarmada, nel nord di Idlib, pochi minuti prima di un concerto del popolare cantante siriano Mohammed Al-Sheikh.

Secondo quanto riferito da Enab Baladi, l’evento – che avrebbe ospitato circa 500 persone – è stato bruscamente interrotto quando i miliziani hanno vandalizzato la sala, distrutto l’attrezzatura e sparato colpi d’arma da fuoco.

I video circolati online mostrano gli aggressori mentre urlano slogan religiosi, attaccando ciò che considerano “attività non islamiche”.

Il concerto, pubblicizzato da settimane, è stato cancellato. Nessun gruppo ha rivendicato l’attacco, ma la dinamica e il bersaglio – musica, presenza mista, toni laici – fanno pensare a una frangia islamista radicale ancora operante nella regione, nonostante la caduta del regime di Assad nel dicembre 2024.

Negli ultimi anni, Idlib ha vissuto un’altalena di tensioni tra popolazione civile e gruppi religiosi conservatori.

Già nel 2023, eventi pubblici e concerti erano stati colpiti da attacchi simili. All’epoca, il governo di salvezza nazionale – dominato da Hayat Tahrir al-Sham – aveva introdotto leggi sulla “moralità pubblica”, poi parzialmente ritirate dal presidente Ahmed al-Sharaa dopo proteste popolari.

La Siria senza Assad non è ancora una Siria libera. A Idlib, dove si sognava democrazia, resiste la paura. Non più dei carri armati del regime, ma di chi vuole imporre un altro tipo di oppressione, con la religione come scudo. E intanto, le canzoni si spengono sotto le raffiche di kalashnikov.

Kenya

In Kenya, cresce la tensione politica dopo il presunto rapimento del parlamentare George Koimburi, critico del governo e alleato dell’ex vicepresidente Rigathi Gachagua. Koimburi, scomparso domenica dopo una funzione religiosa, è stato ritrovato lunedì mattina in gravi condizioni in una piantagione di caffè, con evidenti segni di percosse. Ora è ricoverato in ospedale a Nairobi, in condizioni definite “molto serie”.

Secondo la moglie, l’uomo è stato prelevato con la forza fuori dalla chiesa, a Juja, e caricato su un veicolo da uomini non identificati. Un motociclista l’ha ritrovato il giorno dopo a meno di 10 km di distanza, in stato di choc.

L’opposizione accusa il governo di intimidazione sistematica contro i dissidenti. Gachagua, rimosso dal suo incarico nel 2023 dopo uno scontro con il presidente William Ruto, ha denunciato un clima di repressione contro i parlamentari critici. La polizia ha aperto un’indagine, ma il governo non ha ancora rilasciato dichiarazioni.

Secondo la Commissione nazionale per i diritti umani, oltre 80 persone sarebbero state rapite dallo scoppio delle proteste contro gli aumenti fiscali, lo scorso giugno. Il governo nega ogni coinvolgimento, ma il sospetto ricade sulle forze di sicurezza statali.

Un deputato rapito, picchiato e abbandonato in un campo. In un Paese dove chi protesta sparisce nel nulla, la democrazia cammina su un filo. E mentre il governo promette di “agire”, l’opposizione grida: in Kenya, oggi, nessuno è al sicuro.

Spagna

In Spagna è già estate. E non quella dolce della primavera che sfuma: è una canicola secca, sahariana, che porta il termometro sopra i 40 gradi nel sud del Paese, con notti tropicali oltre i 20°. È la prima ondata di caldo dell’anno – e arriva con almeno dieci gradi sopra la media stagionale.

L’allarme lo lancia l’Agenzia meteorologica statale AEMET, che prevede temperature estreme per l’intera settimana, con picchi nel sud-est e nelle zone interne della penisola iberica, ma anche i Pirenei non saranno risparmiati: là si toccheranno i 30 gradi.

È un déjà vu climatico: tre anni fa, a maggio, in Andalusia si superavano i 42°. Ma non è un caso isolato. Uno studio dell’AEMET del 2022 ha confermato che in 70 anni l’estate spagnola ha guadagnato fino a 40 giorni, divorando la primavera.

Non è solo caldo. È il futuro che bussa con prepotenza. In Spagna, come altrove, il clima sta accelerando, e con lui la nostra urgenza di capire cosa stiamo perdendo – stagione dopo stagione.

Regno Unito

Regno Unito – Paura a Liverpool: un’auto ha travolto numerosi pedoni durante la parata per la vittoria del Liverpool FC in Premier League. Alla guida, un uomo di 53 anni, poi arrestato. 27 le persone ricoverate.

La polizia esclude la matrice terroristica, definendo l’episodio un “incidente locale”. Nessun altro ricercato. La città era in festa, con un milione di persone in strada. L’autore dell’investimento ha rischiato il linciaggio da parte della folla.

Russia e Ucraina

I Paesi occidentali, tra cui Germania, Regno Unito, Francia e Stati Uniti, hanno rimosso le restrizioni sull’uso delle armi a lungo raggio fornite all’Ucraina. Lo ha annunciato il cancelliere tedesco Friedrich Merz durante un forum europeo.

“Non ci sono più limiti al raggio d’azione. L’Ucraina può ora colpire anche postazioni militari in Russia,” ha dichiarato anche su X, sottolineando che questa svolta potrebbe rappresentare un “punto decisivo” nel conflitto.

Merz prende così le distanze dal suo predecessore Scholz, restio a inviare i missili Taurus. Inoltre, ha affermato che la Germania non pubblicherà più dettagli sugli aiuti militari, per mantenere una “ambiguità strategica” e non offrire vantaggi a Mosca.

Merz ha anche commentato l’offensiva israeliana a Gaza, criticandola apertamente: “Colpire la popolazione civile, come accade sempre più spesso, non può più essere giustificato dalla lotta a Hamas.”

Ha aggiunto che chiamerà Netanyahu per invitarlo a non oltrepassare il limite, pur ricordando che la Germania, per ragioni storiche, manterrà una linea più cauta rispetto ad altri alleati europei.

Fine delle mezze misure. L’Occidente ora autorizza l’Ucraina a colpire oltre confine, mentre la Germania alza il tono anche su Gaza. La guerra cambia di passo — la diplomazia, invece, fatica ancora a trovarne uno.

Ungheria

Oggi, a Bruxelles, l’Ungheria sarà di nuovo al centro del dibattito europeo. Si terrà infatti l’ottava audizione nell’ambito della procedura dell’articolo 7, avviata nel 2018 dal Parlamento europeo per violazioni dello Stato di diritto da parte del governo di Viktor Orbán.

Sarà un momento di aggiornamento, spiegano fonti europee, in cui Budapest presenterà la sua posizione, la Commissione interverrà, e i ministri degli Stati membri potranno sollevare commenti o preoccupazioni. Nessuna decisione è attesa per ora, ma la pressione su Orbán sta crescendo.

Negli ultimi mesi, infatti, Bruxelles guarda con crescente allarme alla deriva autoritaria del governo ungherese: tra i temi più caldi, il divieto de facto delle marce e degli eventi LGBT+ – incluso il Pride di Budapest del 28 giugno, a cui parteciperanno diversi eurodeputati in segno di sfida.

Secondo Euractiv, però, dalla Commissione sarebbe già partita una discreta indicazione a non partecipare, nemmeno per Ursula von der Leyen, pur se invitata dagli organizzatori.

Anche la richiesta, sostenuta da ong ed eurodeputati, di un intervento d’urgenza alla Corte di Giustizia UE per garantire lo svolgimento del Pride, rischia di restare lettera morta.

Ma non è tutto. Desta preoccupazione anche la proposta di legge sulla “trasparenza della vita pubblica”, che darebbe ampi poteri all’Ufficio per la tutela della sovranità – già nel mirino di Bruxelles – per colpire le ong sgradite, multandole fino a 25 volte i fondi ricevuti se non registrate dal governo.

La Commissione ha chiesto il ritiro del testo, definendolo una grave violazione dei principi dell’Unione.

L’Ungheria si presenta al tavolo europeo con il suo volto più opaco. E l’Europa, ancora una volta, si ritrova a guardare – e forse a rimandare. Ma per i diritti, per le libertà, per chi marcerà a Budapest il 28 giugno, l’attesa non è più un’opzione.

Haiti

Haiti è sull’orlo del collasso. La crisi nel Paese caraibico è ormai una minaccia esistenziale, alimentata non solo da dinamiche interne ma anche da attori stranieri collusi con le gang locali, coinvolti in traffici illeciti di droga, armi, organi e in crimini brutali come stupri ed esecuzioni extragiudiziali.

È quanto emerso da un convegno organizzato dall’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), dove si sono confrontati figure chiave del panorama haitiano e internazionale: il presidente del Consiglio di transizione Smith Augustin, il ministro della Giustizia Patrick Pélissier, il ministro della Difesa Jean Michel Moïse, e per gli Stati Uniti la vice segretaria di Stato per Haiti, Barbara Feinstein.

Presente anche l’Italia, rappresentata dall’osservatore permanente Roberto Nocella.

Proprio l’ambasciatore italiano ha messo in guardia sull’effetto domino della crisi, che minaccia la stabilità dell’intera regione caraibica, e ha ribadito l’impegno dell’Italia a mantenere alta l’attenzione internazionale su Haiti.

Tra le priorità, è emersa l’urgenza di sostenere le fragili istituzioni di transizione e contrastare la corruzione, considerata da tutti gli attori presenti un ostacolo decisivo verso un ritorno democratico.

Il ministro haitiano Pélissier ha annunciato che una nuova Costituzione sarà presto presentata al Consiglio di transizione. Dopo una fase di consultazione popolare, dovrebbe andare al referendum nell’estate 2025, aprendo la strada a elezioni generali entro febbraio 2026.

Haiti lotta per sopravvivere, prigioniera di violenza, ingerenze straniere e istituzioni fragili. Ma a parole non basta. Servono scelte, coraggio, e soprattutto coerenza internazionale: perché un Paese abbandonato non si salva con i convegni.

Venezuela

Nuovo sequestro politico a Caracas. Agenti del governo Maduro hanno prelevato Catalina Ramos, coordinatrice nazionale delle associazioni cittadine di Vente Venezuela ed ex presidente dell’associazione degli ex studenti dell’Università Simón Bolívar.

Secondo il partito dell’oppositrice María Corina Machado, Ramos è stata sequestrata all’indomani delle elezioni regionali e parlamentari. Da quel momento, la famiglia non ha più notizie sul luogo di detenzione.

Vente Venezuela la descrive come una “donna brillante, madre di tre figli, biologa”, impegnata nella difesa dei diritti civili e nell’organizzazione politica sul territorio.

Un’altra voce dell’opposizione ridotta al silenzio. In Venezuela, la partecipazione politica sembra essere diventata un rischio personale. La democrazia, intanto, si misura sempre più nei nomi che spariscono.

Intanto, il partito di Nicolás Maduro ha dichiarato “una vittoria schiacciante” alle elezioni legislative e regionali, boicottate dalla maggior parte dell’opposizione.

Secondo il Consiglio Elettorale (CNE), dominato da lealisti del governo, il PSUV ha conquistato 23 su 24 governatorati e l’82,6% dei voti per l’Assemblea Nazionale.

Ma l’opposizione parla di farsa. María Corina Machado denuncia un’affluenza reale sotto il 15%, contro il 42,6% dichiarato ufficialmente. “L’85% dei venezuelani ha detto no a questa messinscena,” ha affermato.

Osservatori indipendenti confermano seggi vuoti. Intanto, la repressione non si ferma: oltre 70 arresti in pochi giorni, con accuse di sabotaggio e terrorismo contro attivisti e politici, tra cui Juan Pablo Guanipa, vicino a Machado.

Alcuni oppositori, come Henrique Capriles, hanno deciso di partecipare comunque al voto, parlando di “resistenza”. Ma sono stati accusati di tradimento dalla fazione che sostiene il boicottaggio.

Vietnam

Un video diventato virale mostra il presidente francese Emmanuel Macron apparentemente schiaffeggiato – o spinto con un gesto secco – dalla moglie Brigitte durante una visita ufficiale in Vietnam.

Nelle immagini si vede Macron scendere dall’aereo e tendere il braccio verso la moglie, che non lo prende. Poco dopo, lei lo colpisce leggermente al volto. Il gesto ha scatenato reazioni e ironie online.

Inizialmente l’Eliseo ha bollato il video come falso, ma successivamente ha ammesso l’autenticità della scena, ridimensionando l’episodio come un momento di leggerezza tra i due coniugi. “Un attimo d’intimità”, lo ha definito un portavoce.

Secondo alcuni media francesi e Sky News, si sarebbe trattato di un piccolo disaccordo, non di una lite, e nulla che meriti eccessive interpretazioni.

Più che un incidente diplomatico, è un momento di coppia immortalato dalle telecamere – ma quando sei presidente, anche uno schiaffo scherzoso fa notizia. Forse era solo jet lag. O forse Macron, oltre che in politica, ha preso un colpo anche in casa.

Giappone

Il prezzo del riso in Giappone ha raggiunto un nuovo massimo storico. Nella settimana conclusa il 18 maggio, il costo medio per 5 kg nei supermercati è salito a 4.285 yen, pari a circa 30 dollari. È il livello più alto da quando sono iniziate le rilevazioni comparabili, nel marzo 2022.

Dopo un lieve calo tra aprile e maggio, i prezzi hanno ripreso a salire, nonostante il governo abbia messo all’asta parte delle riserve statali per alleggerire il mercato.

Ora si guarda con attenzione a una nuova misura: la vendita di riso stoccato attraverso contratti negoziati, anziché aste competitive, per cercare di contenere l’impennata.

Intanto, un sondaggio Kyodo ha rilevato che il 60% dei cittadini crede che i prezzi possano calare dopo la nomina del nuovo ministro dell’Agricoltura, Shinjiro Koizumi.

Il suo predecessore, Taku Eto, si era dimesso dopo aver detto che non compra mai riso perché i suoi sostenitori gliene mandano abbastanza: una frase che ha indignato il Paese, già alle prese con rincari record.

Quando anche il riso diventa un lusso, le parole contano. E in Giappone, la gaffe di un politico ha avuto il sapore amaro di un Paese che non vuole sentirsi preso in giro.

Ti potrebbe interessare anche:

E se credi in un giornalismo indipendente, serio e che racconta il mondo recandosi sul posto, puoi darci una mano cliccando su Sostienici


[There are no radio stations in the database]