27 ottobre 2020 – Notiziario in genere
Scritto da Angela Gennaro in data Ottobre 27, 2020
La sfida ai leader mondiali per la parità di genere in tempi di Coronavirus. Polonia: la risposta della società civile e le proteste, dopo la sentenza che vieta l’aborto anche in caso di malformazioni del feto. Francia: espulsa la famiglia di una ragazza musulmana bosniaca − l’avevano rasata a zero −, la giovane era innamorata di un ragazzo serbo cristiano. L’Australia protesta contro gli esami vaginali su alcune passeggere all’aeroporto in Qatar. Cina: oltre 3mila persone ultra-centenarie a Shanghai, il 74% donne. La vittoria di Donald Trump prima del voto del 3 novembre: il Senato dice ok e la giudice Barrett giura, svolta alla Corte Suprema. Ora le toghe conservatrici sono sei su nove: negli Stati Uniti non accadeva da 90 anni.
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Parità di genere
Coronavirus, da Women 20 parte la controffensiva per la partà di genere in tutto il mondo
Il Coronavirus fa male anche − e tanto − alla parità di genere in tutto il mondo. Per questo Women 20 (W20), il gruppo del G20 impegnato nell’elaborazione di proposte sul tema ai leader e alle leader globali, ha presentato un piano articolato per cambiare e accelerare il cammino verso la parità di genere. «Affrontare i problemi causati dalla pandemia Covid-19 è necessario e urgente, considerato soprattutto l’impatto negativo e sproporzionato che sta avendo sulla vita delle donne in tutto il mondo», si legge in una nota ufficiale. Non solo: l’occasione è quella di pianificare una ripresa «basata sull’inclusione e riconoscendo che proprio la piena ed equa partecipazione delle donne all’attività economica la rende possibile». Il tutto nella preoccupazione per la mancanza di un riconoscimento diretto da parte delle leadership mondiali sull’impatto che la pandemia e le risposte nazionali stanno avendo sulle donne.
Il documento individua 8 misure chiave:
- garantire una pari rappresentanza delle donne in tutti i livelli decisionali;
- adottare una pianificazione di bilancio che risponda alle esigenze di genere, sulla base di valutazioni di impatto; aumentare in modo significativo gli investimenti nelle infrastrutture sociali;
- fornire un’assistenza accessibile e di qualità per bambini, persone a carico e anziani;
- attuare meccanismi di protezione sociale e del reddito; stimolare la partecipazione delle donne all’imprenditorialità;
- aumentare l’accesso alla tecnologia digitale per donne e ragazze;
- collaborare con le istituzioni finanziarie per sviluppare prodotti finanziari digitali innovativi e facilmente accessibili;
- finanziare la ricerca e la raccolta di dati disaggregati per genere sul corso della pandemia.
Chi occupa posizioni di leader nel G20, si spiega (uomini, naturalmente) deve «intervenire tempestivamente», dice Thoraya Obaid, presidente del W20. «Se non interveniamo subito, la pandemia continuerà a esacerbare le disuguaglianze di genere, a esporre le profonde vulnerabilità dei sistemi sociali, politici ed economici, e a far regredire le conquiste ottenute finora in termini di parità tra donne e uomini».
Polonia
Women On Web vuole aiutare le donne ad abortire dopo la sentenza della Corte Costituzionale polacca che impedisce l’aborto anche in caso di malformazioni del feto
Nei giorni scorsi se n’è parlato a lungo anche in Italia: la Corte Costituzionale polacca ha stabilito che nel Paese non sarà più legale l’aborto per gravi malformazioni fetali. La decisione è stata accolta da manifestazioni di protesta cui è seguita una dura risposta da parte delle autorità. La svolta pone limiti ancora maggiori alle già rigide leggi polacche sull’aborto (di fatto, ormai, impossibile legalmente nel Paese): è stato sottolineato dagli organismi internazionali, lo ribadisce Women on Web, organizzazione canadese senza scopo di lucro che da tempo sostiene e facilita l’accesso alla contraccezione e ai servizi di aborto sicuro per proteggere la salute e la vita delle donne. L’associazione fa sapere che «garantirà che le donne polacche con indicazioni fetali siano in grado di ottenere pillole abortive gratuitamente, nel tentativo di proteggere i loro diritti umani». Women on Web supporta già le persone con gravidanze indesiderate, per tutti i motivi, nel primo trimestre.
Le diagnosi di gravi malformazioni fetali vengono solitamente effettuate nel secondo trimestre di gravidanza. «Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, i farmaci, Mifepristone e Misoprostol, rappresentano un metodo altamente efficace anche per terminare le gravidanze nel secondo trimestre», scrive Women on Web. Il personale medico dell’associazione fornirà una stretta supervisione a tutte le donne che necessitano di questo servizio.
«Non possiamo semplicemente sopportare queste gravi violazioni dei diritti umani. Pertanto, a partire da oggi, oltre alle persone con gravidanze indesiderate nel primo trimestre, le donne polacche che sono incinte di gravi malformazioni fetali e desiderano porre fine alla gravidanza possono contattare Women on Web per ricevere aborti medici», spiega Dr. Rebecca Gomperts, direttrice di Women on Web.
In the middle of the 2nd wave, our government made us go on the streets and we ain’t shit about it. Poland is fighting right now for freedom of choice, respect for women and sexual minorities, and last but not least, for ending governments of right-wings PIS #wypierdalać #Strajk pic.twitter.com/U3RnOrcV2L
— TennisPower (@Nowicki_tennis) October 27, 2020
Francia
Espulsa la famiglia di una ragazza musulmana bosniaca
Cinque componenti della famiglia di una ragazza musulmana bosniaca, che era stata rasata a zero perché innamorata di un giovane serbo cristiano, sono stati espulsi nei giorni scorsi dalla Francia, dove vivevano, verso Sarajevo. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin. La sentenza di espulsione ha riguardato i genitori della ragazza e tre dei loro figli. La decisione è giunta all’indomani della condanna della coppia a un anno di carcere (4 mesi con la condizionale) con divieto di ingresso sul territorio francese per 5 anni. Erano stati posti in stato di fermo a Besançon, nell’est del Paese. Lo zio e la zia della ragazza, condannati alla stessa pena dei genitori, non sono espulsi in quanto beneficiano dello status di rifugiati. La vicenda aveva suscitato emozione e polemiche in Francia e all’estero e a molti erano tornate alla mente le immagini delle migliaia di donne rasate durante Liberazione per aver avuto legami con un soldato tedesco sotto l’Occupazione. All’udienza in tribunale, la ragazza, 17 anni, e la famiglia del suo fidanzato, presente al momento dei fatti il 17 agosto, hanno affermato che la giovane era stata portata nella sua stanza, percossa dai quattro adulti e rasata dallo zio. I genitori, lo zio e la zia hanno ammesso gli schiaffi e sostenuto che era stato il padre a volerla rasare per «punirla, affinché non uscisse più» dopo una fuga durata 4 giorni con il giovane, 3 anni più grande di lei. La ragazza sarà ora affidata ai servizi di protezione dei minori e otterrà al compimento dei 18 anni un titolo di soggiorno in Francia.
Australia
13 passeggere di un volo per Sydney della Qatar Airlines sottoposte a esami vaginali
13 donne australiane sono state sottoposte nei giorni scorsi a “esami vaginali invasivi”. Erano passeggere di un volo per Sydney della Qatar Airlines. È stato imposto loro di sbarcare dall’aereo nell’aeroporto di Doha per essere sottoposte a un esame medico “invasivo” in un’ambulanza sulla pista, dopo che era stato trovato un neonato prematuro in un bagno del terminal. Il governo australiano ha espresso «profonda preoccupazione» con il Qatar per «il trattamento offensivo, gravemente inappropriato» nei confronti di queste donne. Secondo quanto raccontato da Canale 7, il decollo del volo QR908 per Sydney il 2 ottobre scorso è stato ritardato di quattro ore, dopo la scoperta del neonato e dopo i controlli sulle passeggere, in cerca di segni che avessero partorito di recente. «Abbiamo espresso molto chiaramente alle autorità del Qatar che il trattamento in questione è stato offensivo e oltre le circostanze in cui le donne potessero dare consenso libero e informato. Il dipartimento degli Esteri è impegnato nella questione attraverso canali diplomatici», dice la ministra degli Esteri australiana Marise Payne, la quale ha riportato il caso alla polizia federale australiana e ha detto di attendere una relazione sull’incidente dal governo del Qatar. Il neonato sarebbe al sicuro e sta ricevendo cure mediche.
Australia has raised concerns with Qatar after 13 Australian women were subject to vaginal exams before they were allowed to board a @qatarairways flight from Doha to Sydney. https://t.co/QZGec0axFc
— Andy Ngô (@MrAndyNgo) October 26, 2020
Cina
3mila persone ultracentenarie vivono nella municipalità di Shangai: il 74% è donna
Ha 113 anni e si chiama Xu Suzhen la più anziana residente della municipalità di Shanghai. A riportarlo è l’elenco, diffuso in questi giorni, delle “star della longevità” e delle coppie ultra-centenarie che vivono in città. L’uomo più anziano è più “giovane” e ha 110 anni: si chiama Tao Ruisheng. Shangai ha una popolazione di più di 24 milioni di persone: tra queste ci sono anche quattro coppie ultra-centenarie. Nella municipalità cinese, dicono i dati ufficiali, abitano ad oggi più di 3mila − per la precisione 3.009 − ultra-centenari, di cui quasi il 74% donne. In città vivono anche altre 1.949 persone che hanno già compiuto 99 anni.
70 anni fa, nel 1953, in città viveva un solo ultra-centenario. Era il 2011, quando il totale di persone centenarie o ultra-centenarie aveva superato quota mille. Sei anni dopo, nel 2017, erano 2mila. La lista delle “star della longevità” viene pubblicata dal 2008 in concomitanza con il Festival di Chongyang: celebrato il nono giorno del nono mese del calendario lunare cinese − quest’anno cadeva domenica 25 ottobre − è un’occasione per prendersi cura e inviare i propri migliori auguri agli anziani in tutta la Cina.
USA
Amy Barrett è giudice della Corte Suprema: vittoria di Trump prima delle elezioni
Una svolta che potrebbe incidere sul sistema giudiziario e sulla vita sociale degli americani per decenni, visto che i giudici della Corte Suprema non hanno una scadenza. Il Senato − controllato dai Repubblicani − ha votato 52-48 per confermare la giudice Amy Coney Barrett alla Corte Suprema, appena una settimana prima del giorno delle elezioni e 30 giorni dopo essere stata nominata dal presidente Trump per occupare il seggio della defunta e compianta giudice Ruth Bader Ginsburg.
In una cerimonia alla Casa Bianca dopo il voto di lunedì sera, l’ultracattolica Coney Barrett ha prestato giuramento davanti al giudice della Corte Suprema, Clarence Thomas. Il presidente Trump ha parlato all’evento, ringraziando il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell e definendo quello di oggi un «giorno epocale» per l’America, la costituzione e lo stato di diritto. Ha anche elogiato l’intelletto e l’equilibrio di Barrett durante il processo di conferma. Erano presenti anche diversi senatori repubblicani.
«Il Senato sta facendo la cosa giusta. Stiamo portando avanti questa nomina e, colleghi, entro domani sera avremo un nuovo membro della Corte Suprema degli Stati Uniti», ha dichiarato domenica il leader della maggioranza al Senato, Mitch McConnell, R-Ky.
La sua nomina rappresenta una grande vittoria politica per il presidente uscente: l’unica probabilmente, almeno per il momento, in questi difficili mesi di campagna elettorale. Era dagli anni ’30 che l’Alta Corte così disegnata da Trump − che prima di Barrett aveva voluto due altri giudici ultraconservatori − non apparisse così fortemente conservatrice: sei toghe di nomina repubblicana e appena tre di nomina democratica. Lo stesso ruolo di ago della bilancia interpretato spesso dal presidente della Corte, John Roberts, che in più casi ha votato con i colleghi liberal nonostante sia stato nominato dal repubblicano George W.Bush, potrebbe essere ora vano. Adesso in pericolo sono l’Obamacare, l’odiata riforma sanitaria del predecessore di Trump Barack Obama, la storica sentenza Roe vs Wade che nel 1973 ha legalizzato l’aborto, quella più recente che ha riconosciuto il diritto alle nozze gay, e tante altre conquiste sul fronte dei diritti civili.
In copertina Twitter/ Marzena Zukowska, Angela Christofilou | Proteste in Polonia dopo la sentenza della Corte Costituzionale
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