29 gennaio 2024 – Notiziario Mondo
Scritto da Raffaella Quadri in data Gennaio 29, 2024
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- Palestina: a rischio l’assistenza ai rifugiati palestinesi, ma per il numero uno dell’ONU il soccorso non deve cessare
- Finlandia: elezioni presidenziali, le prime dopo l’ingresso del paese nella Nato
- Turchia: attacco in una chiesa italiana a Istanbul, ucciso un senzatetto che ha reagito
Questo nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Raffaella Quadri.
Palestina
A rischio l’assistenza alla popolazione di Gaza sotto attacco dopo lo stop ai finanziamenti all’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, UNRWA, da parte di alcuni paesi occidentali. Una situazione preoccupante che ha spinto il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, a esortare gli stessi paesi a proseguire il lavoro dell’agenzia e portare soccorso alla popolazione palestinese.
Dopo le accuse mosse da Israele ad alcuni suoi funzionari di connivenze con Hamas e complicità nell’attacco del 7 ottobre, sono stati nove paesi ad avere tagliato i finanziamenti all’agenzia: Australia, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti.
I bisogni definiti dal segretario “disperati” della popolazione di Gaza non possono e non devono però restare disattesi. L’agenzia, dal canto suo, sta indagando e ha già licenziato alcuni dei dipendenti accusati.
L’agenzia – che è stata fondata nel 1949 e che si è presa cura da allora dei palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, ma anche di chi tra loro si è rifugiato in Siria, Libano e Giordania – sta assicurando cure salvavita a ben due milioni di abitanti della Striscia.
Da sempre fornisce loro le infrastrutture mediche ed educative, e gli aiuti umanitari tanto necessari in questo periodo. Il taglio dei finanziamenti è un colpo durissimo per l’agenzia dell’ONU, basti pensare che gli Stati Uniti da soli hanno fornito solo nel 2022 circa 340 milioni di dollari, seguiti dai 162 milioni di dollari arrivati dalla Germania.
Uno spiraglio di speranza arriva però dalle parole di John Kirby, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, riportate dalla BBC secondo cui il consigliere avrebbe sottolineato che le violazioni di alcuni dipendenti «non dovrebbero mettere in discussione l’intera agenzia». Israele invece, che insiste nell’accusare questa parte delle Nazioni Unite di parzialità, antisemitismo e addirittura di essere “il braccio civile di Hamas”, sostiene che a fine guerra, l’agenzia non dovrà avere più alcun ruolo nella Striscia.
Intanto Al Jazeera riporta gli ultimi dati pubblicati dal ministero della Sanità di Gaza – che, ricordiamo, è controllato da Hamas – secondo cui dall’inizio della guerra si conterebbero nella Striscia oltre 26.000 palestinesi uccisi mentre i feriti sarebbero quasi 64.500.
ONU
Intanto mercoledì prossimo si terrà il vertice del Consiglio di sicurezza dell’ONU che – dietro richiesta dell’Algeria – dovrà esaminare la decisione della Corte internazionale di giustizia dell’Aja e rendere esecutive le misure provvisorie imposte all’occupazione israeliana della Striscia. Come noto la Corte non ha imposto il cessate il fuoco ma ha chiesto a Israele di impedire un genocidio a Gaza.
Iran
È collegato a quanto sta accadendo in Palestina anche l’accordo che starebbero per raggiungere Qatar e Stati Uniti.
Questi ultimi, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre a Israele, avevano prospettavo che l’Iran avrebbe dovuto attendere prima di poter accedere ai fondi che Teheran aveva trasferito in Qatar. I fondi iraniani, per un totale di sei miliardi di dollari, erano stati trasferiti nelle banche del Qatar da quelle sudcoreane dove erano stati congelati a seguito di sanzioni da parte degli Stati Uniti. Ebbene un accordo tra Washington e Doha ne aveva bloccato l’accesso anche in Qatar. Ora pare che le posizioni americane si stiano ammorbidendo e che si sia vicini a un accordo.
Giordania
Intanto gli americani devono affrontare un altro problema in Giordania. Secondo quando riferisce la CNN, tre soldati statunitensi sono stati uccisi e venticinque feriti in un attacco avvenuto attraverso droni sul territorio giordano. Per il presidente degli Stati Uniti questo attacco non resterà impunito e promette di perseguirne i colpevoli.
Intanto il governo giordano smentisce la versione americana sul coinvolgimento del proprio territorio, sostenendo che l’attacco sarebbe avvenuto su suolo siriano.
Turchia
Attacco in una chiesa italiana a Istanbul. Durante le celebrazioni della messa, due uomini armati sarebbero entrati nella chiesa sparando in aria. Un cittadino turco presente nella chiesa – a quanto pare un senzatetto abituale frequentatore della chiesa nella quale era solito trovare rifugio – si sarebbe alzato urlando contro i due assalitori che hanno reagito colpendolo a morte.
Riguarda sempre la Turchia anche l’accordo tra Ankara e gli Stati Uniti per la vendita di 40 nuovi F-16 per un valore di ventitré miliardi di dollari. Con questi, in totale ora la flotta turca può contare su settantanove caccia. Il via libera di Washington sarebbe arrivato solo dopo che il governo turco ha ratificato l’ingresso della Svezia nella Nato.
Francia
Zuppa sulla Gioconda. Il celeberrimo quadro di Leonardo Da Vinci, custodito al Museo parigino del Louvre, è stato imbrattato. A versare della zuppa in scatola sulla teca che protegge il sorriso iconico della Monnalisa, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, sono state due attiviste per l’ambiente.
Pronto l’intervento degli addetti del museo che hanno fatto sgomberare la sala e coperto la scena con pannelli neri, iniziando immediatamente le operazioni di pulizia. La protesta, questa volta, riguardava il sistema agricolo ritenuto dalle due attiviste “malato”.
Finlandia
Si sono tenute in Finlandia le elezioni presidenziali. Lo spoglio delle schede elettorali è avvenuto nella notte. In corsa per diventare il primo presidente dopo l’ingresso del paese nella Nato erano cinque candidati, ma i favoriti sin da subito erano apparsi solo due. L’ex premier ed ex europarlamentare Alexander Stubb, che ha vinto al primo turno con il 27,2% dei voti, e l’ex ministro degli Esteri Pekka Haavisto, che si è piazzato secondo assicurandosi il 25,8%. delle preferenze. Stubb, esponente del centrodestra e compagno di partito del presidente uscente Sauli Niinisto, era stato dato per favorito anche dai sondaggi pre voto. Haavisto, invece, si è candidato come indipendente pur appartenendo al partito dei Verdi.
Non è però ancora detta l’ultima parola. Non avendo superato nessuno il 50% dei voti, il prossimo 11 febbraio si terrà il ballottaggio tra i due candidati.
Ucraina
Avanzano ancora le truppe russe in territorio ucraino e proseguono i combattimenti nella regione orientale di Kharkiv con la conquista di alcuni villaggi della zona.
Russia
Mentre la guerra è ancora lontana dalla fine, a Mosca un grosso incendio danneggia uno dei più famosi e storici teatri moscoviti: il Teatro della Satira.
Secondo quanto riferito dall’agenzia russa Tass, il fuoco ha interessato un’area molto vasta, ben 350 metri quadrati, propagandosi rapidamente alle strutture in legno del teatro. In particolare è andato in fiamme il tetto a cupola dell’edificio. Una cinquantina le persone evacuate di cui fortunatamente nessuna è rimasta ferita.
Il Teatro della Satira si trova in centro a Mosca, in piazza Triumfalnaya, ed è tra i più antichi della città, fu fondato nel 1924.
Ecuador
21,5 tonnellate. Questo il quantitativo di cocaina che le autorità del paese hanno sequestrato giorni fa e proceduto a distruggere con il metodo dell’incapsulamento, come raccomandato dall’ONU. La procedura ha richiesto undici ore.
Il metodo consiste nel mischiare la droga con cemento e materiali di scarto per la fabbricazione di mattoni che potranno poi essere utilizzati nel settore edile.
L’enorme partita di droga rappresenta un record per le autorità del paese sudamericano. Era stata rinvenuta in un magazzino sotterraneo di una piantagione di banane, suddivisa in 733 pacchi. Sui mercati statunitensi ed europei avrebbe fruttato rispettivamente 860 milioni di dollari e oltre 1,5 miliardi.
Colombia
Un fronte inesauribile di incendi ha distrutto in tre mesi ben 17.000 ettari di foresta. Si tratta di incendi boschivi di grandi proporzioni, causati dalle temperature record e dall’eccezionale siccità che hanno colpito il paese. Da novembre le autorità colombiane ne hanno contati complessivamente oltre 340.
Il presidente Gustavo Petro è stato costretto a dichiarare lo stato di disastro naturale e destinare alla lotta agli incendi i fondi riservati ad altre attività.
Foto in copertina: UNRWA – Hussein Owda.
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