29 settembre 2022 – Notiziario

Scritto da in data Settembre 29, 2022

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  • L’Iran bombarda l’opposizione curda in Iraq.
  • Amnesty International: Facebook deve risarcire i rohingya per i contenuti di odio.
  • Emirati Arabi Uniti: metà di quelli che hanno avuto un infarto sono sotto i 50 anni.
  • Nicaragua: espulsa l’ambasciatrice UE.
  • Nonostante le barriere culturali, l’Egitto prova a espandere la donazione di organi.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli.

Afghanistan

Parlando alla sessione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione in Afghanistan, il vice capo dell’UNAMA, Markus Potzel, ha affermato che se l’Emirato Islamico non risponderà alle esigenze di tutti gli elementi della società afghana e non si impegnerà in modo costruttivo entro la finestra di opportunità molto limitata con la comunità internazionale, «non è chiaro cosa accadrà dopo». Secondo Potzel, «un’ulteriore frammentazione, isolamento, povertà e conflitto interno sono tra gli scenari probabili che portano a potenziali migrazioni di massa e un ambiente domestico favorevole alle organizzazioni terroristiche, nonché a una maggiore miseria per la popolazione afghana». La Missione Permanente dell’Incaricato d’Affari dell’Afghanistan presso le Nazioni Unite, Naseer Ahmad Faiq, ha affermato di sperare che i paesi continuino a sostenere il piano di risposta umanitaria per l’Afghanistan.

Iran

Mentre non si placano le proteste, la famiglia di Mahsa Amini ha presentato una denuncia contro gli «autori del suo arresto».

Mahsa Amini: “Gridate il suo nome”

Mercoledì l’Iran ha lanciato una raffica di attacchi con droni e missili contro un gruppo di opposizione iraniano-curdo in Iraq, secondo quanto detto da funzionari statunitensi e curdi. Il generale Mohammad Pakpour, comandante del Corpo d’élite delle guardie della rivoluzione islamica iraniana, ha affermato che l’attacco di mercoledì includeva settantré missili balistici superficie-superficie e dozzine di droni contro quarantadue siti, alcuni separati da ben duecentocinquanta miglia, ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale della Repubblica islamica iraniana. Hengaw Organization for Human Rights, organizzazione indipendente per i diritti umani in Kurdistan, ha affermato che negli attacchi sono rimaste uccise almeno dodici persone e decine ferite. L’attacco arriva nel mezzo di proteste di massa contro il regime in patria, che secondo funzionari iraniani sarebbero state infiammate dall’opposizione curda. Il comando centrale degli Stati Uniti ha dichiarato di aver abbattuto un drone iraniano diretto verso le sue forze nella capitale del Kurdistan iracheno di Erbil, verso le 14:10 ora locale.

Emirati Arabi Uniti

I medici del paese riferiscono che almeno il 50% dei pazienti infartuati negli Emirati Arabi Uniti ha meno di 50 anni, mettendo in guardia sul fatto che l’obesità e lo stile di vita sedentario stia creando una generazione soggetta a malattie cardiovascolari. Mentre oggi viene celebrata la Giornata mondiale del cuore, una campagna internazionale che si tiene il 29 settembre di ogni anno a cura della World Heart Foundation per aumentare la consapevolezza sulla salute del cuore, l’azienda dimagrante Allurion ha condotto un sondaggio YouGov in otto diversi paesi, inclusi gli Emirati Arabi Uniti e ha scoperto qui è la più alta percentuale di popolazione che soffre di malattie cardiovascolari gravi o lievi. Il sondaggio, che esplora le correlazioni tra obesità e malattie cardiache, ha rivelato che il 60% dei casi gravi o moderati di obesità negli Emirati Arabi Uniti sono anche collegati a problemi cardiovascolari e cardiaci, oltre che al 40% dei decessi nel paese.

Israele e Palestina

Quattro miliziani palestinesi sono stati uccisi, ieri mattina, a Jenin (Cisgiordania) dal fuoco dell’esercito israeliano, secondo un aggiornamento trasmesso della radio militare, mentre sul terreno gli scontri proseguono.  Quarantaquattro i feriti.
Il ministero della Salute palestinese ha dichiarato, mercoledì mattina, che gli uomini uccisi sono Ahmad Alawneh (26), Abed Hazem (27), Mohammad al-Wanneh (30) e Mohammad Abu Naa’sah. Walid al-Omari di Al Jazeera, riportando da Ramallah, ha affermato che la Brigata dei martiri di al-Aqsa aveva confermato che tre degli uomini uccisi sono membri del gruppo armato palestinese. I media locali hanno affermato che Ahmad Alawneh aveva 24 anni e lavorava come ufficiale nell’intelligence dell’Autorità Palestinese (AP). Le riprese delle telecamere di sorveglianza, diffuse dai giornalisti locali, del momento in cui è stato ucciso lo mostrano mentre scambia fuoco con le forze israeliane. Abed Hazem e al-Wannah sono stati uccisi quando la casa del padre di Hazem è stata colpita da un missile. Abed era il fratello di Raad Hazem, che ad aprile aveva compiuto un attacco a Tel Aviv uccidendo tre civili israeliani, prima di essere ucciso lui stesso dalla polizia.

Egitto

Il ministero della Salute egiziano ha dichiarato, all’inizio di questa settimana, che è allo studio un nuovo meccanismo attraverso il quale i cittadini potranno donare “postumi” i propri organi a chi ne ha bisogno. Il ministro ha individuato gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrain, l’Arabia Saudita e il Marocco come esempi di paesi con sistemi di donazione di organi funzionanti. Sebbene l’Egitto abbia legalizzato le donazioni postume di organi nel 2010, momento in cui è stato formato un comitato del ministero della Salute per gestirle, l’instabilità politica degli anni successivi è stata un grave ostacolo ai piani del comitato di renderla una pratica più comune. Ci sono barriere culturali e psicologiche, nella mente di molti egiziani, che fanno ritenere le donazioni di organi dopo la morte come una violazione della santità del defunto. Inoltre, le donazioni postume di organi sono state in passato rifiutate da alcune figure religiose egiziane. Tuttavia, nel 2010 Al-Azhar, la massima autorità egiziana sull’Islam sunnita, e la Chiesa copta si sono entrambe dichiarate a sostegno delle donazioni.

Sudan

Uno dei più potenti movimenti pro-democrazia del Sudan ha pubblicato, mercoledì, un progetto politico di quaranta pagine per la ripresa della transizione democratica del paese, deragliata quando l’esercito ha preso il potere con un colpo di Stato lo scorso anno. Il documento dei Comitati di Resistenza, che hanno guidato l’opposizione ai generali al potere dal colpo di Stato del 25 ottobre, non prevede alcun ruolo politico attivo per i militari nel periodo di transizione e oltre. Il documento è aperto a cambiamenti, hanno affermato i comitati, che hanno anche invitato altri gruppi pro-democrazia a unirsi. «Noi, nei comitati di resistenza, siamo convinti che la base della resistenza debba essere radicata in obiettivi e programmi chiari che guidino l’azione rivoluzionaria», si legge in una dichiarazione dei comitati. Il documento, formalmente chiamato “La Carta Rivoluzionaria per Stabilire il Potere Popolare”, rappresenta le opinioni raccolte da tutti e quattro gli angoli della vasta nazione afro-araba. Il documento, data la sua visione critica senza compromessi sull’esercito e il suo ruolo in futuro, è improbabile che fornisca una via d’uscita alla crisi politica che paralizza il Sudan da quando il capo dell’esercito, il generale Abdel Fattah Al-Burhan ha preso il potere, lo scorso ottobre. Sottolinea l’enorme divario che separa i militari dal movimento pro-democrazia, che insiste affinché l’esercito si allontani completamente dalla politica e la metta sotto il controllo civile. Inquietante l’approccio intransigente adottato dai comitati nel documento potrebbe significare che il gruppo continuerà le sue proteste di piazza se verrà raggiunto un accordo tra i militari e altri gruppi meno radicali pro-democrazia. Costituisce anche l’ultimo tentativo da parte di un gruppo indipendente o pro-democrazia di tracciare una tabella di marcia per la transizione democratica del Sudan dopo il suo deragliamento a causa del colpo di Stato.

Eritrea

Nuove immagini satellitari di una delle nazioni più isolate del mondo mostrano un accumulo di forze militari all’interno dell’Eritrea, vicino al confine con la regione del Tigray settentrionale dell’Etiopia, a sostegno dei resoconti su una nuova offensiva su larga scala. L’Eritrea ha combattuto a fianco dell’Etiopia contro le forze del Tigray. Respinge le accuse secondo cui i suoi soldati avrebbero commesso alcune delle peggiori atrocità nel conflitto iniziato alla fine del 2020. Testimoni in Eritrea, questo mese, hanno riferito ad Associated Press che persone, inclusi studenti e funzionari pubblici, vengono radunati in tutta la nazione e inviate a combattere nella nuova offensiva.

Repubblica Ceca

Migliaia di persone nella Repubblica Ceca hanno protestato contro il governo mercoledì. I manifestanti si sono radunati in piazza Venceslao, nella capitale Praga, e hanno chiesto le dimissioni del governo di coalizione a cinque partiti. Hanno chiesto che la Repubblica Ceca lasci l’Unione Europea e la NATO e sia neutrale, così come la ripresa delle importazioni di gas naturale dalla Russia nell’ambito di un accordo speciale. Esprimendo la loro insoddisfazione per gli immigrati ucraini, i manifestanti hanno annunciato che terranno la prossima manifestazione il 28 ottobre.

Belgio

Una persona è deceduta durante un intervento della polizia nel distretto di Merksem, ad Anversa, in un’operazione dell’anti-terrorismo relativa al traffico di armi su un sospetto gruppo di estrema destra. La procura ha spiegato che una decina di perquisizioni sono state condotte mercoledì. Nell’operazione sono state sequestrate numerose armi e munizioni.

Olanda

Inizia oggi a L’Aia il processo a Félicien Kabuga, per i crimini commessi durante il genocidio ruandese del 1994. Kabuga è stato incriminato per la prima volta dal Tribunale penale internazionale per il Ruanda (ICTR) nel 1997. In qualità di capo finanziatore della Radio Télévision Libre des Mille Collines, che durante il genocidio ha incaricato le persone di erigere barriere ed effettuare perquisizioni, nominato persone da prendere di mira e indicato le aree da attaccare, è accusato di essere la mente del genocidio. Kabuga, che oggi ha 89 anni, è accusato anche di aver aiutato e favorito l’Interahamwe, una milizia legata al partito al governo, che ha dato la caccia e massacrato uomini, donne e bambini di etnia tutsi. È accusato di genocidio, istigazione a commettere genocidio, cospirazione per commettere genocidio e crimini contro l’umanità. È processato dall’International Residual Mechanism for Criminal Tribunals. Tra aprile e luglio 1994, estremisti politici e militari hutu hanno orchestrato l’uccisione di circa tre quarti della popolazione tutsi del Ruanda, provocando la morte di oltre mezzo milione di persone. Anche molti hutu, che hanno tentato di nascondere o difendere i tutsi e coloro che si sono opposti al genocidio, sono stati uccisi.
Ventotto anni dopo, molti autori del genocidio, inclusi ex alti funzionari del governo e altre figure chiave dietro i massacri, sono stati assicurati alla giustizia. La maggior parte è stata processata nei tribunali ruandesi. Altri si sono rivolti all’ICTR o ai tribunali nazionali in Europa e Nord America.

Russia

La Russia non rilascerà più passaporti alle persone richiamate alla leva in base alla mobilitazione voluta dal presidente russo Vladimir Putin. Migliaia di russi sono già fuggiti all’estero. A questo proposito, la Russia sta per aprire un centro di reclutamento al confine con la Georgia per intercettare uomini abili all’arruolamento nell’esercito per combattere in Ucraina fra le decine di migliaia di persone in coda, che cercano di uscire dalla Federazione russa proprio per sfuggire a questa prospettiva.

I cittadini americani sono invitati a «lasciare la Russia immediatamente», usando «le limitate opzioni di trasporto commerciale ancora disponibili». Lo si legge nel sito dell’ambasciata Usa a Mosca, citato da Tass.

Il presidente americano Joe Biden deve chiarire se vi siano gli Usa dietro gli incidenti avvenuti al Nord Stream. Lo ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, citata da Tass. Su richiesta della Russia, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite convocherà una riunione venerdì per discutere gli apparenti attacchi ai gasdotti del Nord Stream che hanno causato l’inizio del versamento russo nel Mar Baltico. «La Russia ha richiesto una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a causa di atti sovversivi contro le due linee di Nord Stream», ha scritto su Telegram Dmitry Polyansky, il primo vice rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite. Mosca ha respinto le affermazioni dell’Ucraina e di alcuni funzionari occidentali, secondo cui c’era proprio la Russia dietro l’attacco agli oleodotti nei quali ha investito miliardi per la costruzione. Il sospetto è caduto sugli Stati Uniti dopo che Radek Sikorski, un membro polacco del Parlamento europeo e falco russo, ha ringraziato gli Stati Uniti per l’incidente su Twitter.

Stati Uniti

Il rapper americano Coolio, famoso per il suo successo “Gangsta’s Paradise” del 1995, è morto a Los Angeles all’età di 59 anni. Lo ha reso noto il suo manager, Jarez Posey, senza specificare la causa del decesso. Il musicista, vincitore di un Grammy, il cui vero nome era Artis Leon Ivey Jr, è stato trovato senza vita nel bagno di casa sua da un suo amico, due giorni fa.

Ieri, durante una conferenza sulla fame, il presidente Joe Biden, dopo aver tenuto il suo discorso, ha cercato la deputata Jackie Walorski chiedendo “Dov’è Jackie?” e dimenticandosi che è morta ad agosto in un incidente stradale.

Nicaragua

Il Nicaragua ha chiesto all’ambasciatrice dell’Unione Europea di lasciare il paese, hanno riferito mercoledì a Reuters tre fonti diplomatiche, dopo che i funzionari hanno ritenuto la rappresentante “persona non grata”. L’ambasciatrice dell’Unione Europea, Bettina Muscheidt, è stata convocata al ministero degli Esteri dove è stata dichiarata “non grata” e informata che avrebbe dovuto lasciare il paese, ha detto una delle fonti diplomatiche. La decisione del governo del presidente Daniel Ortega è solo l’ultima spinta a punire coloro che sembrano criticarlo, a seguito di una repressione particolarmente radicale nei confronti dei media indipendenti e della sventrata opposizione politica negli ultimi anni. La decisione di costringere Muscheidt a lasciare il paese centroamericano fa seguito a una dichiarazione dell’Unione Europea, rilasciata la scorsa settimana alle Nazioni Unite, in cui si esortava Ortega a “ristabilire la democrazia”. La dichiarazione ha continuato a premere per il rilascio dei prigionieri politici e il rispetto dei diritti umani.

Il presidente nicaraguense Daniel Ortega ha definito la Chiesa cattolica «una dittatura perfetta», due settimane dopo che papa Francesco aveva assicurato che “c’è dialogo” con Managua. Francesco aveva insistito, il 15 settembre scorso, sulla necessità di «non interrompere mai il dialogo» con il Nicaragua, dove sono in crescita le tensioni tra lo Stato e la Chiesa cattolica. A marzo, il Nicaragua ha espulso l’ambasciatore vaticano, e ad agosto monsignor Rolando Alvarez, critico del regime, è stato arrestato ed si trova “ai domiciliari”, secondo la polizia che ha citato le attività «destabilizzanti e provocatorie» del vescovo.

Colombia

Almeno dieci gruppi armati, in Colombia — inclusi ex membri dei ribelli delle FARC che rifiutano un accordo di pace, e la banda criminale del Clan del Golfo — hanno accettato di partecipare a cessate il fuoco unilaterali, ha affermato mercoledì il governo. Il presidente Gustavo Petro, entrato in carica ad agosto, ha promesso di cercare la “pace totale” con i gruppi armati, attuando pienamente un accordo di pace del 2016 con le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) e incontrando dissidenti e bande.

Nepal

Il corpo della famosa alpinista americana Hilaree Nelson è stato ritrovato mercoledì vicino a una vetta di 8.138 metri in Nepal, dove era scomparsa all’inizio di questa settimana. Nelson, 49 anni, è stata spazzata via sul Manaslu, l’ottava montagna più alta del mondo, da una piccola valanga lunedì mattina, ora del Nepal, mentre lei e il suo compagno, Jim Morrison, scendevano dalla vetta, secondo Morrison e il suo sponsor, The North Face.

Myanmar

Facebook dovrebbe risarcire le centinaia di migliaia di rohingya costretti a lasciare le proprie case in Myanmar, per una campagna esacerbata dal dilagante incitamento all’odio online: lo ha affermato Amnesty International in un rapporto. I rohingya, una minoranza prevalentemente musulmana, sono stati presi di mira dai governanti militari del Myanmar nel 2017, e portati nel vicino Bangladesh, dove da allora vivono in vasti campi profughi. Le associazioni delle vittime e i difensori dei diritti affermano che la violenza è stata intensificata dagli algoritmi di Facebook, affermando che riproducono contenuti estremisti che incoraggiano la disinformazione dannosa e l’incitamento all’odio. «Molti rohingya hanno cercato di segnalare contenuti anti-rohingya tramite la funzione “report” di Facebook, ma senza successo, consentendo a queste narrazioni odiose di proliferare e raggiungere un pubblico senza precedenti in Myanmar», ha affermato Amnesty nel suo rapporto. Tre cause legali sono state intentate contro Facebook da rappresentanti rohingya, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, nonché con il gruppo OCSE delle economie sviluppate, in base alle proprie linee guida per una condotta aziendale responsabile.

Una modella del Myanmar, che ha parlato del governo militare repressivo del paese, è arrivata ieri in Canada dopo che il paese le ha concesso asilo politico. Thaw Nandar Aung, nota anche come Han Lay, è partita mercoledì mattina presto dall’aeroporto Suvarnabhumi di Bangkok, ha riferito Associated Press, citando un alto funzionario dell’Ufficio immigrazione della Thailandia. La ventitreenne «è arrivata sana e salva a Toronto», ha confermato ieri all’Agence France-Presse Tin Maung Htoo del Burmese Canadian Action Network. Han Lay ha fatto notizia nel marzo dello scorso anno quando ha esortato il mondo a “salvare” il suo paese, mentre si trovava a Bangkok per partecipare al concorso Miss Grand International, diventando una delle tante birmane che hanno lasciato o sono rimaste fuori dal paese.

Giappone

L’amministrazione americana di Joe Biden intende approfondire i legami “non ufficiali” con Taiwan: è il nuovo avvertimento americano alla Cina della vicepresidente Kamala Harris, espresso in un discorso tenuto ieri sul cacciatorpediniere USS Howard, a Yokosuka, in Giappone.

A commemorazione ultimata, il governo del Giappone intende fare chiarezza sui costi dei funerali di Stato organizzati per l’ex premier Shinzo Abe, assassinato lo scorso 8 luglio: funerali costati, secondo le ultime stime, circa milleseicento miliardi di yen (sedici milioni di euro), oggetto di contestazioni e di una spaccatura nell’opinione pubblica.

Clima

È salito a 1,5 milioni il numero di persone rimaste senza elettricità nella Florida sudoccidentale dopo l’arrivo del devastante uragano Ian, uno dei più violenti mai abbattutosi sugli Usa, con venti a 240 km orari.

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