3 giugno 2021 – Notiziario

Scritto da in data Giugno 3, 2021

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  • Egitto: altri 45 giorni di custodia cautelare a Patrick Zaki (copertina).
  • Fumata bianca per il nuovo governo israeliano, fuori il premier Netanyahu.
  • Il Pentagono minimizza il numero delle vittime civili nelle guerre statunitensi nel 2020.
  • I talebani controllano una diga chiave a Kandahar, i contadini implorano per l’acqua.
  • Myanmar: condannati altri due giornalisti.
  • Stati Uniti: Trump controllava i tabulati telefonici dei giornalisti di The New York Times.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Foto di copertina: Amnesty International

Qatar

Le autorità del Qatar hanno rilasciato mercoledì una guardia di sicurezza keniana, arrestata dopo aver scritto su un blog della condizione dei lavoratori migranti, ha detto un gruppo per i diritti umani. Migrant Rights ha  dichiarato che Malcolm Bidali, scomparso con la forza il mese scorso, è stato «rilasciato dalla custodia ma le accuse contro di lui rimangono». La scorsa settimana il Qatar ha accusato Bidali, 28 anni, di aver preso denaro «dall’estero» per diffondere disinformazione, dopo averlo tenuto in isolamento per quasi tre settimane. Scrivendo sotto lo pseudonimo di Noah, Bidali riferiva regolarmente per Migrant Rights sulle tristi realtà affrontate da molti lavoratori all’interno del paese ricco di energia che si prepara per la Coppa del Mondo 2022. «Fino al suo rilascio, all’inizio di questa settimana, non aveva ricevuto consulenza legale. Le accuse contro di lui mirano solo a mettere a tacere una voce forte che attira l’attenzione sulle violazioni dei diritti umani dei migranti nel paese», ha spiegato Migrants Rights.

Iran

Un violento incendio è divampato in una raffineria a sud di Teheran in seguito − secondo quanto ha detto in televisione il capo della cellula di crisi della capitale iraniana − a un’esplosione causata da una fuoriuscita di gas liquido. Secondo un giornalista di Afp, più di un’ora dopo l’inizio del disastro, a diversi chilometri di distanza, erano visibili denso fumo nero e fiamme. La raffineria in fiamme, in funzione dal 1968, appartiene alla Tehran Oil Refining Company e ha una capacità di 250.000 barili al giorno.

L’Iran e la Repubblica Centrafricana sono in arretrato con il pagamento delle loro quote del bilancio operativo delle Nazioni Unite e perderanno i loro diritti di voto nell’Assemblea Generale di 193 membri, ha detto il capo delle Nazioni Unite in una lettera diffusa mercoledì. Nella lettera al presidente dell’Assemblea generale Volkan Bozkir, il segretario generale Antonio Guterres ha affermato che anche altri tre paesi africani − Comore, Sao Tome e Principe e Somalia − sono in arretrato. Ma ha detto che l’assemblea ha approvato una risoluzione dicendo che possono ancora votare nella sessione in corso che si concluderà a settembre. La Carta delle Nazioni Unite afferma che i membri i cui arretrati sono pari o superiori all’importo dei loro contributi per i due anni interi precedenti perdono il diritto di voto. Ma dà anche all’Assemblea Generale l’autorità di decidere «che il mancato pagamento è dovuto a condizioni al di fuori del controllo del membro», e in tal caso un paese può continuare a votare. Secondo la lettera del segretario generale, i pagamenti minimi necessari per ripristinare i diritti di voto sono $ 16.251.298 per l’Iran e $ 29.395 per la Repubblica Centrafricana.

Giordania

Due sospettati di un presunto complotto per destabilizzare la Giordania dovranno affrontare un processo alla Corte di sicurezza dello stato del regno, secondo quanto riferito dai media statali. Entrambi gli accusati hanno stretti legami con la vicina Arabia Saudita: l’ex capo della corte reale Bassem Awadallah, che detiene anche la nazionalità saudita, e l’ex inviato speciale in Arabia Saudita, Sharif Hassan bin Zaid. I pubblici ministeri devono ora formulare accuse e fissare una data per il processo, secondo la procedura legale giordana.

Israele e Palestina

Il leader centrista Yair Lapid ha informato il presidente Reuven Rivlin di essere «riuscito a formare un nuovo governo». Trentacinque minuti prima dello scadere del mandanto, Lapid ha informato Rivlin che si sono uniti al nuovo governo Blu Bianco di Benny Gantz, Yamina di Naftali Bennett, “Israele Casa nostra” di Avigdor Lieberman, “Nuova speranza” di Gideon Saar, i Laburisti, la sinistra Meretz e il partito arabo islamista Raam. Secondo le intese, Naftali Bennett sarà premier per i primi due anni mentre poi toccherà allo stesso Lapid. Una coalizione che di fatto fa fuori l’attuale primo ministro Benjamin Netanyahu e il suo partito di destra Likud.  La storia si compie, con il partito arabo Ra’am, il primo partito arabo che si unisce a una coalizione che sarà finalizzata entro 12 giorni da un voto della Knesset, il parlamento dove però i parlamentari di destra potrebbero opporsi.

Intanto Isaac Herzog è stato nominato nuovo presidente di Israele con 87 voti. L’altra candidata Miriam Peretz ha avuto 26 voti. Herzog − attuale presidente dell’Agenzia ebraica ed ex leader dei Laburisti − prende il posto, come undicesimo presidente di Israele, di Reuven Rivlin che tuttavia resterà in carica fino al 9 luglio.

Più di una dozzina di giornalisti palestinesi sono stati recentemente arrestati dalle autorità israeliane dopo aver tentato di coprire quello che accadeva  in condizioni spesso «estremamente stressanti e pericolose». Due palestinesi – la giornalista Zeina Halawani e il cameraman Wahbe Mikkieh – sono stati rilasciati lunedì tardi agli arresti domiciliari, dopo essere stati detenuti dalle forze di sicurezza israeliane la scorsa settimana nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est. Stavano cercando di coprire le proteste per l’imminente espulsione dei palestinesi dalle loro case per far posto ai coloni israeliani. Dopo cinque giorni di carcere, il giudice della Corte Centrale di Gerusalemme li ha rilasciati su cauzione di 4.000 shekel (1.230 dollari) ciascuno e ha ordinato loro di restare agli arresti domiciliari per un mese, vietando di comunicare tra loro per 15 giorni.

Oltre 1.000 artisti e operatori culturali canadesi hanno firmato una dichiarazione che chiede al governo canadese di imporre sanzioni militari ed economiche allo stato di occupazione di “Israele” e «porre fine alla sua complicità nell’oppressione dei palestinesi». «Noi, sottoscritti artisti e operatori culturali canadesi, sosteniamo il popolo palestinese nei suoi sette decenni di lotta per la libertà, la liberazione e il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi», si legge nella dichiarazione. Ha aggiunto: «Chiediamo al governo canadese di imporre sanzioni militari ed economiche a Israele e di porre fine alla sua complicità nell’oppressione dei palestinesi».

Egitto

La custodia cautelare in carcere di Patrick Zaki è stata prolungata di 45 giorni. Lo ha riferito all’ANSA una sua legale, Hoda Nasrallah, annunciando l’esito dell’udienza svoltasi due giorni fa reso noto ieri dalla Procura egiziana. Lo studente di Bologna, in carcere ormai da più di un anno, trascorrerà in prigione il suo trentesimo compleanno.

Mali

L’Unione Africana ha annunciato la sospensione del Mali quale suo membro, con effetto immediato, è ha anche paventato possibili sanzioni dopo il secondo colpo di Stato effettuato nel paese in nove mesi. Il golpe ha infatti suscitato particolari preoccupazioni per la stabilità nel Sahel. Nei giorni scorsi il Mali era stato sospeso anche dall’Ecowas (Economic Community of West African States).

Germania

Berlino ha bloccato i voli delle compagnie aeree russe in arrivo nella Repubblica federale, rispondendo alla mancata autorizzazione per i voli Lufthansa da parte di Mosca. Il ministero dei Trasporti tedesco che ha dato notizia della decisione in una nota, stando ad AFP, ha invocato il principio di “reciprocità” per motivare la scelta, che avviene nel contesto delle tensioni sulla questione bielorussa.

Afghanistan

La diga di Dahla è una delle principali fonti d’acqua fornita ai terreni agricoli in sette distretti della provincia di Kandahar. Ma il controllo della diga da parte dei talebani ha privato gli agricoltori dell’acqua per l’irrigazione. Gli agricoltori di Kandahar hanno affermato che i loro giardini e terreni agricoli saranno devastati se non si intraprende un’azione rapida per continuare il flusso d’acqua. I talebani hanno affermato che gli esperti dell’irrigazione potrebbero anche andare a regolare la distribuzione dell’acqua dalla diga ai campi degli agricoltori, ma il governo afghano ha detto che prevede di lanciare un’operazione per liberare l’area dal controllo dei talebani. Le terre nei distretti di Arghandab, Shah Wali Kot, Zhari, Maiwand, Panjwayi, Daman e Dand dipendono dall’acqua che scorre dalla diga di Dahla.

Stati Uniti

Gli Stati Uniti hanno sospeso i dazi nei confronti di sei paesi, inclusa l’Italia, per concedere più tempo per raggiungere un accordo sulla tassazione internazionale in seno all’Ocse. I dazi, che sarebbero dovuti scattare nei confronti di Austria, India, Italia, Spagna, Turchia e Regno Unito, erano in ritorsione alle loro tassazioni nazionali sui servizi digital.

Nel suo rapporto annuale al Congresso sulle vittime civili nelle operazioni militari statunitensi, il Pentagono ha ammesso di aver ucciso almeno 23 civili nel 2020, ma la cifra reale è molto più alta. Nel 2020 il Pentagono ha affermato che le sue forze hanno ucciso 23 civili e ne hanno feriti altri 10 in Afghanistan, Iraq e Somalia. La maggior parte dei civili è stata uccisa in Afghanistan. A gennaio e febbraio il Pentagono ha ammesso di aver ucciso 20 civili afghani prima che l’accordo di pace tra Stati Uniti e talebani fosse firmato alla fine di febbraio. Il gruppo di monitoraggio Airwars afferma che le stime pubbliche più basse indicano il numero di civili uccisi dagli Stati Uniti in cinque zone di conflitto nel 2020 a 102, quasi cinque volte superiore a quello ammesso dal Pentagono.
Il Pentagono ha una storia di segnalazioni di morti civili inferiori a quelle che ha effettivamente causato. In Somalia, l’US Africa Command non riporta quasi mai morti civili. Ma nel raro caso in cui giornalisti o organizzazioni umanitarie arrivino sulla scena di un attacco aereo statunitense, hanno una storia molto diversa da raccontare. Il Pentagono ha ammesso la morte di un civile in Somalia per il 2020. Airwars ha affermato che le stime più basse per la Somalia suggeriscono che almeno sette civili sono stati uccisi in Somalia dall’esercito americano nel 2020. La pressione di Airwars e di altri gruppi ha costretto il Pentagono ad ammettere la morte di civili negli anni precedenti. Nel rapporto, il Pentagono ha aggiunto 65 morti dal 2017 al 2019, principalmente in Siria e nello Yemen.

Il Dipartimento di Giustizia, durante l’amministrazione di Trump, ha segretamente sequestrato i tabulati telefonici di quattro giornalisti di The New York Times per quasi quattro mesi nel 2017, come parte di un’indagine su una fuga di notizie: lo ha rivelato mercoledì l’amministrazione Biden. È stata l’ultima di una serie di rivelazioni sull’amministrazione Trump, che ha ottenuto segretamente i registri delle comunicazioni dei giornalisti nel tentativo di scoprire le loro fonti. Il mese scorso, il Dipartimento di Giustizia di Biden ha rivelato i sequestri dell’era Trump dei registri telefonici dei giornalisti che lavorano per The Washington Post e dei registri telefonici ed e-mail di un giornalista di CNN. Dean Baquet, l’editore esecutivo di The Times, ha condannato l’azione dell’amministrazione Trump. «Sequestrare i tabulati telefonici dei giornalisti mina profondamente la libertà di stampa», ha affermato in una nota. «Minaccia di mettere a tacere le fonti da cui dipendiamo per fornire al pubblico informazioni essenziali su ciò che sta facendo il governo». Il mese scorso, dopo le rivelazioni sui sequestri di documenti relativi alle comunicazioni che coinvolgono i giornalisti di The Washington Post e CNN, il presidente Biden ha affermato che non avrebbe permesso al dipartimento di fare un passo del genere durante la sua amministrazione, definendolo «semplicemente, sbagliato».

Myanmar

Un tribunale del Myanmar, controllato dai militari, ha incarcerato mercoledì due giornalisti per incitamento e diffusione di notizie false, parte di una repressione in corso che un alto funzionario statunitense ha definito un attacco alla libertà di espressione. Il tribunale nel sud di Myeik ha condannato Aung Kyaw del Democratic Voice of Burma (DVB) e Zaw Zaw, un giornalista freelance di Mizzima, a due anni di carcere per aver riferito di proteste anti-giunta, hanno riferito Mizzima e DVB.
Aung Kyaw è la terza giornalista della DVB imprigionata dopo il rovesciamento militare del primo febbraio del governo eletto di Aung San Suu Kyi, che ha causato indignazione a livello nazionale e proteste quotidiane, alcune delle quali sono state represse dalle truppe con proiettili veri. Mizzima ha scritto che Zaw Zaw è stato uno dei sei membri del suo staff arrestati dopo il colpo di Stato.
DVB e Mizzima sono tra le varie testate giornalistiche cui è stata revocata la licenza dalla giunta, che ha limitato l’accesso a Internet e vietato le trasmissioni satellitari esterne nel tentativo di soffocare l’opposizione al suo governo.

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