3 maggio 2021 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Maggio 3, 2021
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- Giornata Internazionale della Libertà di Stampa: Italia al 41° posto, peggio di Ghana e Burkina Faso.
- Iran: dopo più di cinque anni di prigione rilasciato l’attivista per i diritti umani Arash Sadeghi.
- Il governo cubano pone fine allo sciopero della fame di un artista dissidente.
- Turchia: arrestato stretto collaboratore dell’ex leader dell’Isis al-Baghdadi.
- Kenya: giornalista tedesca attaccata dalla polizia durante una manifestazione.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli.
Giornata Internazionale della Libertà di Stampa
Difficile celebrare la Giornata Internazionale della Libertà di Stampa nel pieno di una pandemia, che spesso è stata consapevolmente usata da alcune nazioni per limitare, se non addirittura ostacolare, il lavoro dei giornalisti. Difficile scrivere a pochi giorni dalla morte di due colleghi spagnoli in Africa, uccisi mentre cercavano di raccontare una storia. Difficile ricordare che ci sono tanti colleghi minacciati, detenuti, impauriti. Ma è nel pieno di una crisi che spesso si trova la forza per fare la differenza. Paradossalmente per quanto lo si possa schiacciare, ridicolizzare, mettere in pericolo, tentare di bloccare, il giornalismo resta uno dei pilastri della società civile. Resta ancora l’unico mezzo per monitorare i poteri, denunciare gli abusi, svelare i soprusi, manifestare anomalie, accendere e stimolare la ragione della gente.
Questo mestiere si fa per tutte quelle persone che non hanno voce. Persone che vivono vite difficili. Quelli che la vita la perdono e di cui noi raccogliamo l’eredità. Si fa giornalismo per ricordare che non siamo uno, ma tutti.
Intanto un’ondata di violenza online contro le giornaliste in tutto il mondo mina il loro lavoro, si trasforma in attacchi e molestie nella vita reale e mette a repentaglio le loro prospettive di salute e professionali. Lo denuncia l’Onu in un rapporto intitolato “The Chilling: Global Trends in Online Violence Against Women Journalists”, basato su interviste a 901 reporter donna di 125 paesi. La valanga di abusi e minacce misogine non danneggia solo le donne che lavorano nei media, ma è anche usata come arma «per minare la fiducia della gente nel giornalismo critico e nei fatti in generale», si sottolinea nello studio commissionato dall’Unesco. La violenza online contro le giornaliste donne è concepita per sminuire, umiliare, indurre paura e silenzio, si sottolinea ancora nel rapporto di 93 pagine. Lo studio ha analizzato in particolare 2,5 milioni di post su Facebook indirizzati a due importanti giornaliste. La prima è Maria Ressa, che dirige il giornale Rappler nelle Filippine, e recentemente ha vinto il premio annuale dell’Unesco per la libertà di stampa. I suoi reportage l’hanno resa un bersaglio della magistratura filippina e delle campagne di odio online tanto che, rileva il rapporto Onu, a un certo punto riceveva 90 messaggi di odio all’ora su Facebook. La seconda è la pluripremiata Carole Cadwalladr che scrive per The Observer e The Guardian.
Iran
Arash Sadeghi, prigioniero politico e studente universitario, è stato rilasciato sabato 3 maggio dalla prigione di Rajai Shahr a Karaj, dopo aver scontato cinque anni e sei mesi di prigione. Sadeghi è stato rilasciato sulla base della legge sulla riduzione della pena detentiva. Era stato condannato da un tribunale rivoluzionario a 15 anni di carcere per cospirazione contro la sicurezza della leadership e propaganda contro il regime. Arash Sadeghi, 34 anni, durante la sua prigionia ha intrapreso oltre due mesi di sciopero della fame per protestare contro la detenzione della moglie, Golrokh Ebrahimi-Iraee, che risulta ancora in carcere.
Dietro le sbarre le condizioni di salute dell’attivista sono notevolmente peggiorate – gli è stato diagnosticato un cancro – e ha denunciato di non aver ricevuto cure adeguate e di aver subito torture. Prima di essere scarcerato, Sadeghi ha scritto una lettera al relatore dell’Onu sui diritti umani in Iran, Javaid Rehman, descrivendo la violazione dei diritti delle famiglie dei prigionieri politici nel paese.
Il calvario di Arash Sadeghi è cominciato nel 2009, quando era membro della campagna elettorale di Mir Hossein Mousavi e dell’Associazione degli studenti islamici della Allameh University. Il primo arresto dell’attivista è avvenuto proprio dopo le contestate elezioni presidenziali dell’ex Presidente Mahmoud Ahmadinejad del giugno 2009.
Turchia
Uno stretto collaboratore del leader, ucciso, del gruppo dello Stato Islamico (ISIS) Abu Bakr al-Baghdadi è stato catturato a Istanbul: lo ha riferito domenica la polizia turca, scrive Associated Press. Cittadino afghano, identificato solo dal nome in codice Basim, è stato arrestato mercoledì nel distretto di Atasehir, nella parte asiatica della città, secondo il comunicato della polizia di Istanbul. Le notizie sull’operazione congiunta con l’agenzia di intelligence turca hanno affermato che il sospettato aveva aiutato a nascondere al-Baghdadi nella provincia di Idlib, in Siria, dopo la caduta del gruppo nel 2019. Basim era sospettato di aver organizzato corsi di formazione per l’ISIS mentre era in Siria e Iraq, oltre a prestare servizio nel suo consiglio decisionale. È arrivato in Turchia con un passaporto e una carta d’identità false. L’ISIS ha invaso vaste aree della Siria e dell’Iraq nel 2014, proclamando il “califfato” nelle terre che controllava. Da allora diverse offensive militari, comprese quelle sostenute dalla coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, hanno visto l’ISIS perdere la maggior parte delle aree che un tempo controllava, inclusa la perdita della loro capitale di fatto, Raqqa in Siria. Al-Baghdadi è stato eliminato alla fine di ottobre del 2019 in un’operazione statunitense in Siria, dopo anni di articoli contrastanti sul suo destino. Successivamente l’ISIS ha nominato Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurashi nuovo leader del gruppo jihadista.
La Turchia detiene regolarmente sospetti dell’ISIS. Alcuni giorni dopo l’eliminazione di al-Baghdadi, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha rivelato che il suo paese ha catturato la moglie di al-Baghdadi in un’operazione nel giugno del 2018. La Turchia ha anche catturato Rasmiya Awad, la sorella di al-Baghdadi, nonché suo marito e sua nuora.
Siria
A meno di un mese di distanza dalle elezioni presidenziali, il presidente della Siria, Bashar al-Assad, ha ordinato con un decreto un’amnistia per i detenuti, rilasciando non solo persone condannate per reati minori, ma anche chi è stato condannato per «complicità in atti di terrorismo». Tra questi ultimi, nel gergo del regime siriano, rientrano le attività dei ribelli ma anche degli attivisti contro il governo di Damasco. Inclusi nell’amnistia anche i disertori dell’esercito che si siano costituiti entro tre mesi, o sei se erano all’estero. Non beneficeranno, invece, della clemenza quei “terroristi” le cui azioni abbiano causato la morte. Quanto ai responsabili di alcuni reati come traffico di droga, contrabbando ed evasione fiscale, il rilascio sarà condizionato al pagamento di una multa.
Dalle elezioni presidenziali del prossimo 26 maggio − le seconde dallo scoppio della guerra civile − non ci si aspettano grandi sorprese e Assad appare proiettato senza troppi ostacoli verso un quarto mandato.
Israele e Palestina
Al premier israeliano Benyamin Netanyahu sono rimaste poche ore di tempo per provare a formare un governo, visto che il mandato affidatogli dal presidente Reuven Rivlin scade alle 24:00 di oggi. Un tempo che la tragedia di Monte Meron ha ulteriormente ridotto: il lutto nazionale ha impedito ogni contatto politico in rispetto delle vittime.
E a proposito del massacro che ha visto quarantacinque haredim − ebrei ultraordossi − rimasti uccisi durante il raduno al Monte Meron venerdì notte, alcune soldatesse israeliane sono state aggredite mentre aiutavano i feriti perché donne che “toccavano” uomini religiosi. «Hanno iniziato a prenderci a calci. Le soldatesse sono state prese a calci, hanno ricevuto sputi e prese a pugni da ogni direzione», ha raccontato alla stazione radio dell’esercito un soldato. Secondo i resoconti dei media ebraici, cinque donne soldato sono state prese di mira.
Ciad
Il Consiglio militare di transizione, che ha assunto il potere in Ciad dopo la morte del presidente Idriss Deby, ha formato un nuovo governo di transizione composto da 40 ministri. Il governo, guidato dal premier Albert Bahimi Badaki, è stato nominato ieri con la maggior parte dei ministri del gabinetto di Deby che hanno mantenuto i loro incarichi. È stato creato anche un nuovo ministero della Riconciliazione nazionale che sarà guidato dall’ex capo dei ribelli Acheick Ibn Oumar. L’esercito del Ciad aveva annunciato il 20 aprile che Deby, 68 anni, rieletto per il suo sesto mandato presidenziale, era morto per le ferite riportate durante gli scontri tra le truppe governative e i ribelli nel nord del paese. L’esercito del Ciad ha sciolto il governo precedente annunciando che il Consiglio militare di transizione avrebbe governato il paese per 18 mesi, fino a quando non si terranno nuove elezioni.
Kenya
La corrispondente di Deutsche Welle è stata aggredita dalla polizia sabato mentre copriva una manifestazione a Nairobi. Le autorità keniote hanno sparato lacrimogeni contro la corrispondente di DW per l’Africa orientale Mariel Müller con un cilindro che l’ha sfiorata e un secondo che l’ha ferita a una gamba mentre stava conducendo un’intervista.
People protesting against police brutality and lockdown measures in Nairobi. They say police officers use lockdown measures as an excuse to crack down on residents. #NjaaRevolution @dwnews pic.twitter.com/xCx768AXYi
— Mariel Müller (@_MarielMueller) May 1, 2021
Müller stava coprendo una protesta pacifica contro la brutalità della polizia e le misure di blocco del coronavirus nel centro di Nairobi, al momento dell’attacco. Circa 40 manifestanti si erano riuniti per esprimere la loro opposizione alle restrizioni Covid e all’impatto economico sulle comunità più povere. I manifestanti sono stati attenti ad aderire alle regole di distanziamento sociale «per non far arrabbiare la polizia», ha detto Müller a DW. «La polizia era lì e ha osservato la prima parte [della protesta] e poi alla fine ha iniziato a sparare gas lacrimogeni», ha aggiunto.
La prima volta che la Müller è stata ferita, ha detto di essere stata colpita da una bomboletta quando la polizia ha iniziato a lanciare gas lacrimogeni in direzione di manifestanti e giornalisti. La polizia è entrata con i manganelli e ha arrestato diversi manifestanti. Un uomo è stato spinto su un camion dopo che la polizia ha cercato di portare via il cartello che aveva in mano. Dopo un po’, «sembrava che la situazione si fosse calmata», ha detto Müller. Lei e la troupe si sono spostate ai margini della manifestazione e hanno iniziato a intervistare una donna anziana che prendeva parte alla protesta. «Abbiamo notato che stava succedendo qualcosa. Ma poi era troppo tardi ed è stato sparato un colpo. Ho notato che la mia gamba ha iniziato a farmi male e che ero stata colpita», ha detto. Müller ha aggiunto che la polizia sembrava mirare intenzionalmente a lei e alla troupe. In seguito si è rivolta alle autorità: «Mi hai appena sparato, mi hai appena colpito alla gamba». L’ufficiale ha negato e si è allontanato, «ma sapeva esattamente cosa era successo», ha detto Müller.
Sudafrica
Il governo del Sudafrica sta preparando una legge che metterà al bando gli allevamenti di leoni da usare come prede per i cacciatori, a favore di un’esperienza di caccia che sia «più autentica», con animali allo stato selvatico e non in cattività. La decisione è stata presa su indicazioni di un comitato di esperti, che dovrà formulare pareri anche sui controversi allevamenti di elefanti, rinoceronti e leopardi, usati per la caccia ma anche per il mercato degli animali domestici.
Malta
Emergono nuove prove di complicità all’interno della polizia maltese di cui ha goduto l’organizzazione che ha ucciso la giornalista investigativa Daphne Caruana Galizia. Secondo quanto riferito al Times of Malta da fonti vicine agli inquirenti, l’ex capo dell’unità antiriciclaggio e crimini finanziari della polizia maltese, Ray Aquilina, tra agosto e settembre del 2019, è stato visto entrare più volte nell’ ufficio di Johann Cremona, amico intimo e braccio destro di Yorgen Fenech, il tycoon arrestato a novembre di quell’anno mentre tentava la fuga in yacht e poi accusato di essere il mandante dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia.
Afghanistan
I talebani hanno assicurato futuri attacchi contro truppe statunitensi dopo che il termine per il ritiro, negoziato sotto l’amministrazione Trump, è scaduto sabato scorso. «Poiché il ritiro delle forze straniere dall’Afghanistan entro la scadenza concordata del primo maggio è scaduta, questa violazione in linea di principio ha aperto la strada ai mujahidin [dell’Emirato islamico dell’Afghanistan] per prendere ogni azione che ritenga appropriata contro le forze di occupazione», ha twittato il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid.
Stati Uniti
Mentre una delegazione israeliana è arrivata negli Stati Uniti, funzionari israeliani affermano che Biden ha rassicurato il direttore del Mossad che gli Stati Uniti hanno «molta strada da fare» prima che si possa raggiungere qualsiasi accordo con l’Iran sul processo nucleare. Israele è apertamente contrario all’accordo nucleare del 2015 e si oppone al ritorno degli Stati Uniti. I colloqui sull’accordo nucleare sono ripresi a Vienna in aprile. Il primo giorno di tali colloqui ha visto Israele sabotare il sito iraniano di Natanz. Si dice che gli Stati Uniti avessero avvertito Israele di non indebolire la diplomazia con tali attacchi, ma i segnali indicano che Israele considera ancora questo un suo affare.
Tre persone morte e più di due dozzine di altre sono state ricoverate in ospedale domenica, dopo che una barca si è capovolta e si è spezzata nelle acque agitate appena al largo della costa di San Diego durante una sospetta operazione di contrabbando di esseri umani: lo hanno riferito le autorità. Sette persone sono state tirate fuori dalle onde, di cui tre annegate, ha detto il tenente di San Diego Rick Romero. Una persona è stata salvata da una scogliera e altre ventidue sono riuscite a raggiungere la riva da sole, ha aggiunto.
Cuba
Il governo cubano ha posto fine ieri allo sciopero della fame di una settimana organizzato da un importante dissidente − capo di un gruppo che ha protestato contro la censura statale delle opere artistiche − ed è stato segnalato dalle autorità come in condizioni stabili. Una nota pubblicata dal Dipartimento di Sanità pubblica de L’Avana afferma che Luis Manuel Otero Alcantara è stato «mandato» in un ospedale locale domenica presto per «privazione alimentare autoimposta», è arrivato in ambulanza «e camminava senza difficoltà». Aveva trascorso sette giorni senza cibo né liquidi.
Il Movimento San Isidro, guidato da Otero Alcantara, artista performativo, è un gruppo dissidente che comprende poche decine di artisti, scrittori e attivisti. Il Dipartimento di Salute ha detto che l’ospedale non ha trovato segni di malnutrizione o altri squilibri chimici, ma ha dichiarato che Otero Alcantara era stato ricoverato in condizioni stabili ed era assistito da medici. Quellli di San Isidro non ci credono. La casa di Otero Alcantara era stata circondata dalla polizia per giorni, senza che nessuno potesse entrare o uscire durante il suo sciopero della fame. Sabato il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, in un post su Twitter, aveva espresso preoccupazione per la salute di Otero Alcantara e ha esortato «il governo cubano a prendere provvedimenti immediati per proteggere la sua vita e la sua salute».
Le persone possono sopravvivere più di un mese senza cibo, ma raramente più di dieci giorni senza liquidi. I membri del movimento San Isidro a novembre avevano organizzato uno sciopero della fame contro la censura e le vessazioni nei confronti di creatori e attivisti indipendenti da parte del governo comunista. La polizia ha posto fine allo sciopero della fame, provocando una rara protesta di circa trecento persone davanti al ministero della Cultura de L’Avana. Con lo sciopero della fame, Otero Alcantara chiedeva un ritorno alla sua arte, un risarcimento, la libertà di espressione e la fine delle molestie della polizia. Il gruppo dissidente ha chiesto sostegno dall’inizio del suo sciopero della fame.
India
Il partito del primo ministro in carica nello stato del Bengala occidentale dell’India ha sconfitto il partito del primo ministro Narendra Modi in un’elezione di stato, tenutasi mentre la pandemia Covid-19 saliva a livelli allarmanti. Modi è stato criticato per essersi concentrato sulle elezioni invece di fare del controllo della crisi sanitaria la sua massima priorità. Alcuni esperti incolpano la commissione elettorale federale per aver consentito raduni e votazioni in cui grandi folle hanno infranto le regole sul distanziamento sociale e l’uso della mascherina. Mamata Banerjee, 66 anni, è destinata a essere il capo del Bengala occidentale per la terza volta, dopo che il suo partito del Congresso Trinamool (TMC) ha ottenuto la maggioranza di due terzi, occupando più di 200 seggi nell’assemblea statale da 294 seggi, hanno riferito i funzionari della commissione elettorale. Il conteggio finale di alcuni posti era ancora in corso. Banerjee è ora l’unica donna capo ministro dell’India.
Myanmar
Almeno otto persone sono state uccise in Myanmar dopo che le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco nel corso di alcune delle più grandi proteste contro il governo militare degli ultimi giorni, tre mesi dopo che un colpo di Stato ha fatto precipitare il paese in disordini politici. Migliaia di persone, nei paesi e nelle città di tutto il paese, si sono unite alle proteste di domenica chiedendo «la rivoluzione globale della primavera del Myanmar».
Polinesia: da oggi riaperti i confini senza quarantena per i turisti vaccinati in arrivo dagli Stati Uniti e negativi al tampone fatto non più di tre giorni prima della partenza.
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