3 novembre 2023 – Notiziario Mondo
Scritto da Barbara Schiavulli in data Novembre 3, 2023
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- Gaza: giorno 27, gli israeliani circondano Gaza city mentre infuriano i bombardamenti. In collegamento Stefania Guerrucci di Ponte Solidale.
- Pakistan: demolite case, raid, e rastrellamenti per costringere milioni di afghani ad andarsene.
- Libano: oggi l’atteso discorso del leader di Hezbollah.
- Iran: stop alle cure mediche alla premio Nobel.
- Cina: dopo 10 anni torna l’American Ballet Theatre. Onu condanna l’embargo Usa a Cuba.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli
Pakistan
Scene disperate si sono verificate in Afghanistan mentre migliaia di persone ritornano dal vicino Pakistan, dove le forze di sicurezza detengono e deportano stranieri privi di documenti o non registrati. Tre importanti organizzazioni umanitarie – il Consiglio norvegese per i rifugiati (NRC), il Consiglio danese per i rifugiati (DRC) e l’International Rescue Committee (IRC) – hanno affermato che molte persone in fuga dalla repressione pakistana sono arrivate in Afghanistan in pessime condizioni. La repressione del Pakistan sull’immigrazione clandestina colpisce soprattutto gli afghani perché sono la maggioranza degli stranieri che vivono in Pakistan, anche se il governo ha affermato che sta prendendo di mira tutti coloro che si trovano illegalmente nel paese.
Secondo le stime dell’NRC, ci sono 4,4 milioni di rifugiati afgani che vivono in Pakistan, di cui 1,73 milioni che non hanno documenti legali per restare. Molti sembrano aver ascoltato il messaggio del Pakistan e negli ultimi giorni circa 10.000 afghani sono tornati ogni giorno.
In precedenza erano circa 300 al giorno, secondo le squadre dell’agenzia sul posto. “La gente arriva in condizioni terribili, avendo spesso venduto quel poco che avevano per pagare il viaggio. Siamo profondamente preoccupati per il loro benessere e per la pressione che ciò pone sui nostri sforzi umanitari già impegnativi”, dice Neil Turner dell’NRC in Afghanistan spiegando che l’ondata di afghani in arrivo dal Pakistan ha sopraffatto le risorse del suo gruppo e le fragili infrastrutture locali.
Iran
Le autorità carcerarie iraniane hanno bloccato il trasferimento in ospedale di Narges Mohammadi, vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2023, che ha bisogno di cure urgenti, a causa del suo rifiuto di indossare l’hijab. Lo ha denunciato la famiglia dell’attivista in un comunicato, avvertendo che la sua salute è a rischio. Mohammadi, 51 anni, attualmente detenuta nella prigione Evin di Teheran, è stata premiata a ottobre “per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran”. L’assegnazione è avvenuta sulla scia delle proteste durate mesi in tutto l’Iran, scatenate dalla morte in carcere, nel settembre 2022, di Mahsa Amini, 22 anni, arrestata per aver presumibilmente violato le rigide regole di abbigliamento femminile. Mohammadi ha poi annunciato che non avrebbe indossato in nessun caso l’hijab. “Il direttore del carcere ha detto che, secondo gli ordini delle autorità superiori, il trasferimento in ospedale senza velo è proibito e il suo trasferimento è stato annullato”, ha detto la famiglia.
Israele e Palestina
I soldati israeliani hanno circondato Gaza City, ha detto ieri l’esercito israeliano, ingaggiando “battaglie faccia a faccia” con Hamas mentre portano avanti quella che i funzionari hanno previsto sarà una lunga e sanguinosa invasione di terra.
Mentre l’invasione di terra si è intensificata e gli attacchi aerei sono continuati, Israele è stato sottoposto a crescenti pressioni internazionali affinché cessi la campagna, o almeno sospenda temporaneamente i combattimenti con Hamas, per consentire l’ingresso degli aiuti umanitari nell’enclave.
Funzionari della Casa Bianca hanno detto che quando il segretario di stato, Antony J. Blinken, arriverà oggi in Israele, esorterà il governo israeliano ad accettare una serie di brevi cessazioni delle operazioni militari a Gaza . Le “pause umanitarie”, come le chiamano i funzionari americani, hanno lo scopo di consentire il rilascio sicuro degli ostaggi e la distribuzione degli aiuti. La richiesta è diversa da un cessate il fuoco generale, che secondo l’amministrazione Biden andrebbe a beneficio di Hamas. I funzionari israeliani hanno costantemente respinto le richieste di fermare o sospendere temporaneamente i combattimenti, affermando che devono ancora raggiungere il loro obiettivo di distruggere Hamas, il gruppo militante palestinese che controlla Gaza.
L’esercito israeliano ha dichiarato ieri di aver colpito oltre 12.000 obiettivi a Gaza dall’inizio della guerra. Secondo i funzionari di Gaza, più di 9.000 persone a Gaza sono morte negli attacchi aerei israeliani.
Le critiche verso Israele si intensificano man mano che aumenta il bilancio delle vittime degli attacchi aerei .
· Un funzionario di Hamas ha promesso altri attacchi contro Israele simili a quelli del 7 ottobre .
· In Cisgiordania, la violenza da parte dei coloni estremisti israeliani sta raggiungendo i livelli più alti degli ultimi anni, e c’è il rischio che si apra un altro fronte di guerra
Ieri la Camera ha approvato un disegno di legge per fornire a Israele 14,3 miliardi di dollari in aiuti militari, una forte dimostrazione di sostegno all’attacco israeliano a Gaza. Il deputato americano Brian Mast (R-FL), ex membro delle Forze di difesa israeliane (IDF), ha respinto l’idea che esistano “civili palestinesi innocenti” in un dibattito alla Camera.
“Incoraggerei l’altra parte a non gettare così alla leggera l’idea dei civili palestinesi innocenti, come spesso affermato”, ha detto Mast mercoledì. “Non credo che daremmo con tanta leggerezza il termine “civili nazisti innocenti” durante la seconda guerra mondiale”.
Mast ha recentemente indossato la sua uniforme dell’IDF a Capitol Hill, dimostrando il suo convinto sostegno a Israele. “Essendo l’unico membro a prestare servizio sia nell’esercito degli Stati Uniti che nelle forze di difesa israeliane, starò sempre dalla parte di Israele”, ha scritto su X in un post che mostra le sue foto in uniforme.
As the only member to serve with both the United States Army and the Israel Defense Forces, I will always stand with Israel.
Tlaib’s got her flag. I got my uniform. “Global Day of Rage” my ass. pic.twitter.com/WPWvst17ww
— Rep. Brian Mast (@RepBrianMast) October 13, 2023
Dopo l’ offensiva contro Israele del 7 ottobre, nella quale Hamas ha ucciso almeno 1.400 persone, ferito oltre 5.400 e preso più di 220 ostaggi, Israele ha scatenato una guerra contro Hamas con l’intenzione di eliminare il gruppo e cacciarlo dal paese. Sebbene diversi leader e strutture di Hamas siano stati abbattuti in tre settimane di combattimenti, che hanno visto intensi bombardamenti su Gaza, sono ci sono vittime civili. Gli ultimi dati rilasciati dalle autorità di Gaza guidate da Hamas affermano che il bilancio delle vittime degli attacchi israeliani ha superato le 9.000 persone, di cui almeno 3.600 sono minori. Centinaia di migliaia di palestinesi sono stati sfollati nelle settimane di combattimenti che non si placano, solo ieri il terzo attacco al campo profughi di Jabalya, tutti si trovano in condizioni precarie dato le scorte di cibo, acqua, medicine e carburante di Gaza stanno diminuendo.
Gaza: niente acqua e privacy, ricorso a pillole per ritardare il ciclo
Anche la Cisgiordania è stata toccata dal conflitto, con continui raid in alcune città in particolari, come Nablus e Jenin, l’arresto di centinaia di palestinesi e l’uccisione di almeno 132 persone dal 7 ottobre. La Cisgiordania, come Gaza pullula di progetti internazionali che aiutano la popolazione civile a vivere nel pieno dell’occupazione.
Stefania Presidente, socia lavoratrice della Cooperativa Ponte Solidale, una cooperativa che si occupa di commercio equo in Umbria, a Perugia ci racconta la sua esperienza: “Ho avuto l’onore di conoscere le donne dell’associazione Aowa nel 2004 grazie a un progetto svolto con le donne in nero. E stato per me il momento in cui mi si sono aperti gli occhi sulla situazione in Palestina, che non conoscevo così nel dettaglio dal vivo. Negli anni poi abbiamo sviluppato una serie di progetti. Aowa è un’associazione di donne palestinesi femministe progressiste nata nel 94, che collegano la loro mission e quindi valorizzare il ruolo della donna nella società palestinese, valorizzando quella che è una prospettiva di genere, quindi per quella che è una realtà di occupazione che c’è in Palestina che qui ho sperimentato come dire vivendo anche quotidianamente con loro. Hanno promosso nei vari villaggi Jenin Ramallah Hebron e la territorialità un elemento fondamentale perché siamo in un territorio occupato militarmente quindi spezzettato in questi vari luoghi hanno dato avvio ad attività di microcredito piccoli progetti e sviluppando i ricami e hanno anche aperto una falegnameria loro donne che di solito sono ruoli che non ricoprono. Questo è il senso di creare delle attività che dessero autonomia alle donne, anche economica ma non solo, anche un ruolo sociale. Nel nostro caso, insieme abbiamo sviluppato un progetto di valorizzazione ed esportazione dei loro saponi fatti con l’olio d’oliva, che sono tutti saperi culturali propri della loro storia. Ma in questo modo è stato possibile migliorarne la qualità e fare arrivare negli scaffali delle botteghe di commercio equo e solidale. Lo dico perché ci sono attualmente e quindi è un modo per chi ci ascolta di poterli anche andare a ad acquistare a supportare questo progetto e a provarli perché il senso del commercio equo non è solo la vendita in sé ma anche attraverso il prodotto stesso la conoscenza di una realtà come ci diceva anche Tani appunto che è responsabile e coordinatrice del progetto a Jenin dice la donna palestinese A nome delle donne palestinesi dico che nelle nostre mani c’è sempre una scelta. Quindi l’idea che nelle vostre mani ci possa essere un sapone è l’idea di conoscere un territorio e la loro realtà. La realtà palestinese che ho scoperto da subito e che negli anni ho continuato a conoscere perché la progettualità poi si è diciamo ampliata siamo iniziati abbiamo iniziato a a produrre i saponi insieme a loro ma poi loro stesse hanno usando appunto gli oli essenziali che arrivavano dalla Siria e con tutta la situazione drammatica in Siria hanno con la guerra”.
I ministri del gabinetto di sicurezza di Israele hanno votato per trasferire i fondi fiscali raccolti per l’Autorità Palestinese a Ramallah, ma hanno detratto il denaro stanziato per la Striscia di Gaza. Nel comunicato, riferisce Times of Israel, si spiega “non ci saranno più lavoratori palestinesi da Gaza e i lavoratori che erano in Israele il giorno in cui è scoppiata la guerra torneranno a Gaza”. Gli Stati Uniti avevano esortato Israele a trasferire i soldi all’Autorità Palestinese e il tema ha suscitato un intenso dibattito nel governo.
Libano
Il capo di Hezbollah libanese Hassan Nasrallah romperà settimane di silenzio da quando Israele ha iniziato la sua guerra contro Gaza assediata, in un discorso che potrebbe avere un impatto sulla regione mentre i combattimenti infuriano e i bombardamenti israeliani continuano. Il confine meridionale del Libano ha assistito a crescenti scambi di colpi, principalmente tra Israele e Hezbollah, alleato del gruppo palestinese, alimentando i timori di una conflagrazione più ampia. Gli attacchi transfrontalieri si sono intensificati giovedì, quando Israele ha risposto con un “ampio assalto” dopo che Hezbollah ha attaccato simultaneamente 19 posizioni israeliane, ha detto il gruppo. Razzi hanno colpito anche la città israeliana di Kiryat Shmona vicino al confine in uno sbarramento rivendicato dalla sezione libanese del braccio armato di Hamas. Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha avvertito che “la regione è come una polveriera” e che “tutto è possibile” se Israele non smette di attaccare Gaza. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha inviato due gruppi di portaerei nel Mediterraneo orientale e ha avvertito Hezbollah e altri di restare fuori dal conflitto. L’attesissimo discorso di Nasrallah sarà trasmesso come parte di un evento nella periferia meridionale di Beirut, roccaforte di Hezbollah, venerdì alle 15:00 [13:00 GMT], in memoria dei combattenti uccisi nei bombardamenti israeliani. Da parte libanese, più di 70 persone sono state uccise, almeno 50 dei quali combattenti di Hezbollah ma anche altri combattenti e civili, tra cui un giornalista della Reuters, secondo un conteggio dell’AFP. Da parte israeliana sono morte nove persone: otto soldati e un civile, dice l’esercito.
Medio Oriente e Turismo
La guerra tra Israele e Hamas sta minando il turismo in tutto il Medio Oriente in questo che viene considerato un periodo di alta stagione e cioè da ottobre a fine maggio. Il settore è una delle principali fonti di guadagno in valuta estera in Libano, Giordania ed Egitto, tutti Paesi che confinano con Israele e che sono sottoposti a diversi livelli di pressione economica.
Il conflitto in corso, secondo il quotidiano emiratino The National, ha colpito tutti e tre i Paesi in misura diversa, mentre in Siria, il quarto Paese confinante con Israele, il settore era già in crisi a causa di un decennio di guerra civile.
Turchia
La Turchia ha dichiarato di aver catturato Hakan Ayik, uno dei principali fuggitivi ricercati in Australia per traffico di droga, e altri 36 coinvolti in un giro di criminalità organizzata internazionale perseguito anche dalle autorità statunitensi e neozelandesi. Il ministro dell’Interno Ali Yerlikaya ha affermato che gli arresti a Istanbul hanno preso di mira la banda di motociclisti armati Comanchero che, a suo dire, sarebbe coinvolta nel traffico di droga, omicidio colposo, saccheggi e riciclaggio di denaro a livello globale. Soprannominato il “gangster di Facebook” in Australia, Ayik è da più di un decennio sulla lista dei ricercati nello stato del Nuovo Galles del Sud per “la fornitura di grandi quantità commerciali di droga”.
Il governo turco dovrebbe rispettare il diritto internazionale e attuare le sentenze vincolanti della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) rilasciando immediatamente i politici Selahattin Demirtaş e Figen Yüksekdağ, ex co-presidenti del Partito democratico popolare (HDP) all’opposizione. ), hanno affermato oggi quattro organizzazioni per i diritti umani. Le quattro organizzazioni non governative – Human Rights Watch, il Turkey Human Rights Litigation Support Project, la Commissione Internazionale dei Giuristi e la Federazione Internazionale per i Diritti Umani – hanno lanciato il loro appello nel settimo anniversario dell’ingiusta detenzione dei politici.
Sahel
Le forze di sicurezza e i gruppi armati stanno commettendo crimini di guerra contro i civili nella regione africana del Sahel , dove estremisti e ribelli combattono sempre più per esercitare il dominio e controllare le risorse nelle comunità, secondo nuovi rapporti di due gruppi per i diritti umani.
I civili vengono sempre più uccisi, rapiti o maltrattati, anche in Burkina Faso, dove i gruppi jihadisti combattono da molti anni , e in Mali, dove militanti e ribelli etnici stanno espandendo la loro portata , hanno affermato Human Rights Watch e Amnesty International.
Il rapporto di Amnesty è stato pubblicato giovedì, mentre quello di HRW è uscito martedì.
Distribuita nella vasta distesa arida a sud del deserto del Sahara, la regione del Sahel è stata un punto caldo per l’estremismo violento, con gruppi armati che spesso approfittano della scarsa o nessuna presenza del governo e della sicurezza per prendere di mira le comunità indifese.
il conflitto è peggiorato negli ultimi mesi e gli analisti attribuiscono la colpa di questa tendenza all’assenza di riforme istituzionali, al fallimento degli sforzi di pace e ai dilaganti colpi di stato da parte dei militari in luoghi come il Burkina Faso e il Mali. La violenza include anche presunti crimini di guerra , che secondo i gruppi per i diritti sono spesso insabbiati.
In Mali, sia le forze armate che i ribelli estremisti hanno ucciso e maltrattato numerosi civili nelle regioni centrali e settentrionali del paese, accusati di aver collaborato con entrambe le parti del conflitto, ha affermato Human Rights Watch nel suo rapporto. Le forze di sicurezza maliane sono state responsabili di almeno 40 morti civili, quasi la metà dei quali erano bambini, afferma il rapporto. In Burkina Faso, dove HRW aveva precedentemente accusato i militari di crimini di guerra , Amnesty ha affermato di aver scoperto che il gruppo estremista Ansaroul Islam e altri gruppi armati stanno uccidendo e rapendo donne e ragazze, distruggendo anche infrastrutture chiave nelle comunità per effettuare “assedi brutali”.
Rwanda
Il Ruanda ha annunciato giovedì che consentirà agli africani di viaggiare senza visto nel paese, diventando l’ultima nazione del continente ad annunciare una misura volta a promuovere la libera circolazione delle persone e il commercio per rivaleggiare con la zona Schengen dell’Europa. Il presidente Paul Kagame ha dato l’annuncio nella capitale ruandese, Kigali, dove ha sottolineato il potenziale dell’Africa come “destinazione turistica unificata” per un continente che, secondo i dati delle Nazioni Unite, fa ancora affidamento sul 60% dei suoi turisti provenienti da paesi terzi.
Russia e Ucraina
Il comandante in capo dell’Ucraina ha riconosciuto che le sue forze sono bloccate in uno “stallo” con la Russia lungo una linea del fronte che si è appena spostata, nonostante mesi di feroci combattimenti, e che nessuna svolta significativa è imminente. Si tratta della valutazione più schietta fatta finora da un importante funzionario ucraino sullo stallo della controffensiva militare. “Proprio come durante la prima guerra mondiale, abbiamo raggiunto un livello tecnologico che ci mette in una situazione di stallo”, ha detto all’Economist il comandante, generale Valery Zaluzhny . Il generale ha affermato che la tecnologia moderna e le armi di precisione di entrambe le parti impediscono alle truppe di sfondare le linee nemiche e ha chiesto progressi nella guerra elettronica come modo per sbloccare la situazione.
Stati Uniti
Il neo eletto speaker della Camera Usa, il repubblicano ultraconservatore Mike Johnson, ha collaborato dai primi anni fino a metà del 2000 con un gruppo anti-gay il cui scopo era “convertire gli omosessuali”. Lo ha rivelato la Cnn pubblicano un’intervista radiofonica del politico che Liz Cheney ha definito “pericoloso” nella quale egli sostiene, citando non meglio precisati storici, che “la caduta dell’impero romano non è stata causata solo dalla depravazione della società e dalla mancanza di moralità ma anche dal dilagante comportamento omosessuale che era consentito”.
Convinto che “gay non si nasca ma lo si diventi” Johnson in quegli anni è arrivato persino a sostenere che “il matrimonio tra persone dello stesso sesso è equiparabili a sposare il proprio animale domestico”.
Cuba
Giovedì l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato a stragrande maggioranza per condannare l’embargo economico americano su Cuba per il 31° anno, dopo che il ministro degli Esteri aveva esortato: “Lasciate che Cuba viva senza il blocco!”. Il voto sulla risoluzione dell’Assemblea Generale composta da 193 membri ha raggiunto il record di sostegno alla nazione insulare dei Caraibi: il voto è stato di 187 a favore, con gli Stati Uniti e Israele contrari e l’Ucraina astenuta. Somalia, Venezuela e Moldavia non hanno votato.
Il voto “sì” è aumentato rispetto ai 185 dell’anno scorso e ai 184 del 2021 , e ha pareggiato i 187 voti del 2019. Il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodriguez ha esortato l’assemblea prima del voto a sostenere “ragione e giustizia”, la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale e ad appoggiare la risoluzione. Le risoluzioni dell’Assemblea Generale non sono giuridicamente vincolanti e non si può costringere ad applicarle, ma riflettono l’opinione mondiale, e il voto ha dato a Cuba una tappa annuale per dimostrare l’isolamento degli Stati Uniti nei suoi decenni di sforzi per isolare la nazione caraibica. L’embargo fu imposto nel 1960 in seguito alla rivoluzione guidata da Fidel Castro e alla nazionalizzazione delle proprietà appartenenti a cittadini e aziende statunitensi. Due anni dopo fu rafforzato.
India
Gli abitanti di Nuova Delhi si sono svegliati oggi con uno spesso strato di foschia tossica e ad alcune scuole è stata ordinata la chiusura per due giorni poiché l’indice di qualità dell’aria (AQI) è entrato nella categoria “grave” in diverse parti della capitale indiana. Lo smog si forma su Delhi ogni inverno mentre l’aria fredda e pesante intrappola la polvere delle costruzioni, le emissioni dei veicoli e il fumo proveniente dalle stoppie dei raccolti che bruciano negli stati vicini, causando un’ondata di malattie respiratorie tra i 20 milioni di persone della città.
Oggi i residenti si sono lamentati di irritazione agli occhi e prurito alla gola con l’aria che diventava di un grigio denso mentre l’AQI si aggirava intorno a 480 in alcune stazioni di monitoraggio della città. Un AQI compreso tra 0 e 50 è considerato buono mentre un valore compreso tra 400 e 500 colpisce le persone sane ed è un pericolo per coloro che soffrono di malattie esistenti.
Thailandia
La Thailandia sta cercando di riportare a casa 162 dei suoi cittadini intrappolati in Myanmar a causa dell’ondata di scontri tra le truppe della giunta e i ribelli delle minoranze etniche vicino al confine con la Cina. Il tentativo di salvare i thailandesi dal caos nel vicino Myanmar arriva dopo che almeno 30 thailandesi, la maggior parte dei quali erano braccianti agricoli, sono stati uccisi durante la furia del 7 ottobre da parte dei militanti di Hamas nel sud di Israele.
Pesanti combattimenti sono scoppiati la scorsa settimana nello Stato Shan, nel nord del Myanmar, dove un’alleanza di forze di minoranze etniche in lotta per l’autodeterminazione, ha lanciato una serie di attacchi coordinati contro le posizioni della giunta. L’esercito al potere in Myanmar afferma di aver perso il controllo di diverse città al confine con la Cina, tra cui Chinshwehaw al confine con la provincia cinese dello Yunnan.
Cina e Myanmar
Pechino ha chiesto “un cessate il fuoco immediato” dei combattimenti in corso nel nord della Myanmar, dopo che l’esercito regolare ha dichiarato di aver perso il controllo di Chinshwehaw, città strategica che confina con la provincia cinese dello Yunnan, a seguito dei combattimenti contro un’alleanza di tre gruppi etnici armati.
Cina
L’American Ballet Theatre è tornato in Cina ieri per la prima volta in un decennio, ultimo segnale che le tese relazioni USA-Cina stanno iniziando a migliorare. Gli 85 ballerini della troupe con sede a New York si sono preparati per la serata di apertura allo Shanghai Grand Theatre, per eseguire “Classic Old and New”, un programma di tre diverse opere che comprende coreografie contemporanee e classiche, ha affermato Susan Jaffe, direttrice artistica del gruppo.
Il tour segna una rinascita degli scambi culturali tra Cina e Stati Uniti. La nazione asiatica ospiterà anche una serie di esibizioni a partire dalla prossima settimana della Philadelphia Orchestra, in occasione del cinquantesimo anniversario della storica visita dell’orchestra in Cina nel 1973.
Dopo quattro notti di esibizioni a Shanghai, ABT si trasferirà a Pechino, dove metterà in scena la sua acclamata versione di “Giselle”, un balletto romantico classico, al Centro Nazionale per le Arti dello Spettacolo dal 9 al 12 novembre.
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