30 ottobre 2020 – Notiziario Africa
Scritto da Giusy Baioni in data Ottobre 30, 2020
Ascolta il podcast
- Kenya: ambientalisti in rivolta contro gli Stati Uniti (in copertina).
- Costa d’Avorio domani al voto, fra speranze e timori.
- Guinea: Alpha Condé in visita ai feriti delle manifestazioni.
- Tanzania: spoglio in corso.
- Senegal: tragedia in mare, morte 140 persone.
- Mali: gli attentatori di Bamako del 2015 condannai a morte.
Questo è il notiziario Africa di Radio Bullets, a cura di Giusy Baioni. Musiche di Walter Sguazzin
Costa d’Avorio
Ancora giorni di tensioni elettorali, nel continente africano.
Domani 7,5 milioni di ivoriani sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente. Alassane Ouattara, capo di Stato uscente, si ripresenta, forzando la mano, per un terzo mandato incostituzionale, sostenuto apertamente dalla Francia e forte di una crescita economica importante negli ultimi anni. Crescita che però ha lasciato tanti indietro, aumentando il divario fra ricchi e poveri. Le opposizioni invitano al boicottaggio del voto e alla disobbedienza civile.
Secondo Le Monde, sui 7,5 milioni di aventi diritto al voto, solo 3,5 milioni hanno ritirato la tessera elettorale che permetterà loro di recarsi alle urne. Molti sostengono l’opposizione nella sua richiesta di boicottaggio del voto, altri temono le conseguenze e preferiscono non farsi vedere andare alle urne. Militanti dell’opposizione nelle ultime settimane hanno bruciato o rubato circa 235mila tessere elettorali. Il governo assicura che sono state già sostituite.
Inoltre, per garantire la sicurezza dei 22mila seggi elettorali, sono stati dispiegati oltre 35mila agenti di polizia e gendarmeria. Mobilitate anche le forze speciali. Ieri ha preso la parola anche Laurent Gbagbo, l’ex presidente rilasciato dalla Corte Penale Internazionale, dichiarando di temere la catastrofe e invitando al dialogo.
In ogni caso, le premesse sono davvero poco incoraggianti per uno dei paesi chiave per l’equilibrio politico dell’Africa occidentale.
Guinea
Resta critica la situazione in Guinea, a quasi due settimane dal voto: il presidente uscente Alpha Condé, ormai proclamato vincitore, si è recato ieri in ospedale a far visita ai feriti colpiti durante le manifestazioni post-elettorali. I morti sono stati 21 secondo il governo, una trentina secondo le opposizioni.
Lo sfidante Cellou Dallein Diallo, dopo una settimana di confinamento a domicilio, con la sua abitazione circondata da un dispositivo di sicurezza, è stato restituito alla libertà mercoledì 28 ottobre. La misura di protezione era stata sollecitata dalla missione congiunta di Nazioni Unite, Unione Africana e Cedeao al termine del suo soggiorno a Conakry. Secondo la Commissione elettorale indipendente, Diallo sarebbe giunto secondo con il 33,5% delle preferenze, ma prima della proclamazione ufficiale si era dichiarato vincitore, cosa che continua tuttora a rivendicare.
Tanzania
In Tanzania è in corso lo spoglio e il conteggio dei voti per le elezioni presidenziali conclusesi mercoledì sera. Il presidente uscente Joseph Magufuli concorre per un secondo mandato. Sono 29 milioni gli elettori registratisi per questa tornata elettorale, che vede in corsa un totale di 15 candidati presidenziali. Da assegnare anche 399 seggi parlamentari.
L’appello a un voto pacifico ha trovato però diversi ostacoli: l’opposizione accusa gli agenti di sicurezza di aver impedito l’accesso ai seggi degli osservatori delle opposizioni. A Dar es Salaam, una candidata parlamentare per il partito di opposizione Chadema è stata arrestata dalla polizia per alcune ore.
Il principale sfidante, Tundu Lissu, ha già riferito di aver ricevuto informazioni dettagliate di ampi brogli e che non accetterà gli esiti ufficiali. Nell’isola semiautonoma di Zanzibar, l’opposizione ha denunciato di aver trovato schede precompilate col nome del presidente Magufuli. Si segnala inoltre un blocco di internet e dei social media nelle ore a ridosso del voto, come sta diventando purtroppo prassi in tanti angoli del continente.
La proclamazione dei risultati è attesa a ore. Considerato uno dei paesi più stabili e pacifici dell’intero continente, la Tanzania sotto la presidenza Magufuli ha visto deteriorarsi la libertà di parola e ora, forse, anche quella di voto.
Seychelles
Una storia un po’ diversa giunge dalle isole Seychelles, che lo scorso sabato sono anch’esse andate al voto. Qui, al suo sesto tentativo, è stato eletto presidente Wavel Ramkalawan. Si tratta di un cambiamento storico: per la prima volta dal 1977 cambia il partito di appartenenza del presidente. Ma non solo: Ramkalawan è infatti un prete anglicano. Il suo messaggio di pace e riconciliazione, l’appello a tutti gli abitanti del Paese a lavorare insieme per l’unità nazionale e superare le divisioni storiche ha fatto breccia. Ora è atteso alla prova dei fatti.
On 6th attempt Wavel Ramkalawan, an Anglican cleric, has bcm Seychelles' president ending 44 yrs of the ruling party’s grip. Good time to be a priest in opposition in Africa. Malawi elected Lazarus Chakwera, leader of the Malawi Assemblies of God church.https://t.co/wgtASE7Ehh
— Charles Onyango-Obbo (@cobbo3) October 29, 2020
Senegal
Si tratta della peggiore tragedia del 2020: almeno 140 persone hanno perso la vita nel naufragio di un’imbarcazione carica di migranti salpata dalle coste senegalesi. La tragedia è avvenuta una settimana fa, ma solo ieri se ne sono apprese le dimensioni effettive, rese note dall’OIM.
Fra il 7 e il 25 ottobre la marina senegalese, appoggiata dalla Guardia Civil spagnola, ha intercettato cinque imbarcazioni in partenza per l’Europa, soccorrendo in totale 388 persone. Una di queste imbarcazioni avrebbe avuto una grave avaria a causa di un incendio a bordo.
Mali
La Corte d’Assise anti-terrorista, in seguito a un processo durato due giorni, ha condannato a morte tre persone implicate negli attentati di Bamako avvenuti nel 2015. I giudici hanno riconosciuto colpevoli il mauritano Fawaz Ould Ahmed, detto “Ibrahim 10”, e i maliani Sadou Chaka e Abdoulbaki Abdramane Maiga, quest’ultimo condannato in contumacia. Ould Ahmed aveva confessato di aver assaltato il bar-ristorante di Bamako La Terrasse, provocando la morte di 5 persone e rivendicando di aver agito a nome del gruppo Al-Murabitun come vendetta per le vignette di Charlie Hebdo.
I tre erano accusati anche dell’altro attentato del novembre 2015, l’assalto all’hotel di lusso Radisson Blu. L’assedio provocò 20 morti, fra cui 14 stranieri.
Somalia
Centinaia di persone ieri hanno manifestato nella capitale somala Mogadiscio, chiedendo il boicottaggio dei beni francesi. Le posizioni espresse pubblicamente da Emmanuel Macron in difesa della laicità dello stato e della libertà di parola sono state recepite come offensive e islamofobiche. I giovani in piazza hanno chiesto al governo somalo di tagliare ogni rapporto con la Francia. Va ricordato inoltre che la Turchia di Erdogan ha compiuto investimenti enormi negli ultimi anni nel Paese devastato da decenni di guerra civile, ed è per questo molto amato dalla popolazione.
Kenya
Il Kenya sta negoziando un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. Via dazi e balzelli su importazioni ed esportazioni. Ma c’è un però: le più grosse compagnie chimiche e petrolifere statunitensi starebbero spingendo per ottenere la possibilità di esportare proprio verso il Kenya i propri rifiuti plastici. Una eventualità che sta portando i giovani di Nairobi a manifestare in difesa dell’ambiente, già sufficientemente martoriato. Secondo Patricia Kombo, dei Fridays For Future, il Kenya è una nazione corrotta ed è per questo che gli Stati Uniti vogliono approfittarne. «Ma noi on lo permetteremo».
https://twitter.com/violaafrikana/status/1303213925631250432
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