31 maggio 2021 – Notiziario dall’Est Europa e dal Caucaso

Scritto da in data Maggio 31, 2021

La rassegna di notizie dall’Est Europa e dal Caucaso: un breve focus sugli eventi principali.

  • «Non è Gulag»: in Russia la proposta di sostituire i lavoratori migranti con i prigionieri.
  • The New York Times: negli Stati Uniti si indaga sulla possibile interferenza di funzionari ucraini nelle elezioni del 2020. 
  • Bielorussia: perché Lukashenko è andato da Putin dopo il Ryanair gate? 
  • Russia: un chatbot su Telegram per espiare colpe dopo aver visto un porno.

Russia 

L’ennesimo attacco ai diritti umani in Russia. A fine maggio il Servizio penitenziario federale russo (FSIN) ha proposto di sostituire il lavoro svolto da lavoratori migranti con il lavoro dei detenuti, secondo quanto riporta RBC. Si tratta di quei detenuti per cui è prevista la sostituzione della pena con i lavori forzati. 

L’idea è stata già sostenuta da molti dipartimenti statali. In questo modo i funzionari russi stanno cercando di risolvere il problema della carenza di personale, dato che tanti lavoratori migranti, perlopiù dall’Asia Centrale, non possono entrare nel paese a causa della pandemia di Coronavirus.

«Questo non sarà un gulag: saranno condizioni assolutamente nuove e decenti», ha sottolineato il capo del Servizio penitenziario federale Alexander Kalashnikov, l’artefice dell’idea, dopo – inevitabili –accuse con il sistema dei campi di lavoro che si sviluppò sotto Stalin. 

Il funzionario sostiene che i detenuti potranno vivere e lavorare nelle case comuni, oppure passare a vivere negli appositi appartamenti con la propria famiglia, oltre ad avere un stipendio decente. 

Il capo del ministero della Giustizia russo, Konstantin Chuychenko, ha appoggiato l’iniziativa, affermando che tutto ciò consentirà ai detenuti di «realizzare il loro diritto» di sostituire una pena detentiva con il lavoro forzato, riporta RBC. Il funzionario ha osservato che ora circa 180.000 detenuti hanno il diritto di passare a scontare la pena sotto forma di lavoro per detenuti sotto sorveglianza. 

Chuychenko ha aggiunto che il ministero della Giustizia, in collaborazione con il Servizio penitenziario federale, stanno già negoziando con diverse imprese per aumentare il numero di centri penitenziari e posti di lavoro.

La dubbia proposta del capo del Servizio penitenziario Kalashnikov non poteva non scatenare aspre reazioni, soprattutto sui social e, giustamente, dalla parte dell’opposizione e coloro che vedono nella proposta l’ennesima repressione dei diritti umani in Russia.

Ucraina 

I pubblici ministeri federali di New York stanno indagando sull’ipotesi che alcuni funzionari ucraini di alto rango – in carica e non – possano aver interferito interferito nelle ultime elezioni presidenziali statunitensi: a scriverlo è The New York Times. 

Stando a quanto riportato dalla testata statunitense l’indagine, finora sconosciuta, è iniziata alla fine del 2020. I PM sospettano che funzionari ucraini possano aver diffuso intenzionalmente informazioni false sul conto del presidente Joe Biden, soprattutto tramite Rudy Giuliani, l’avvocato del presidente di allora Donald Trump. L’indagine si concentra sul viaggio di  Giuliani in Europa nel 2019, durante il quale ha incontrato funzionari ucraini, riferisce NYT. Uno dei funzionari su cui si indaga è il membro del parlamento ucraino Andriy Derkach.

Ora è aperta un’altra inchiesta contro l’avvocato per contatti con alcuni imprenditori ucraini: è sospettato di lobbing dei loro interessi alla Casa Bianca. Secondo quanto riportato da Reuters, dopo recenti perquisizioni del suo appartamento e nell’ufficio a Manhattan in vista dell’indagine sui suoi affari in Ucraina, Rudy Giuliani ha negato di aver mai rappresentato nessun cittadino del paese slavo. 

Come scrive The New York Times, le due indagini in questione non sono correlate. 

Bielorussia 

Come è noto, Lukashenko e Putin si sono incontrati il 28 maggio a Sochi, in Russia, e quel giorno i loro colloqui sono durati più di cinque ore. La maggior parte della conversazione si è tenuta in modalità privata, e questo è il terzo incontro tra i due dall’inizio dell’anno. 

I due hanno discusso del caso Ryanair, della detenzione della cittadina russa Sofia Sapega, la fidanzata del giornalista Protesevich arrestato da regime di recente Lukashenko, e della seconda tranche del prestito russo per un importo di 500 milioni di dollari. Lo ha annunciato il portavoce di Putin Peskov, secondo quanto scrive il servizio bielorusso di Radio Liberty. 

Sabato 29 maggio, i due hanno continuato il loro incontro in un’atmosfera informale, riporta l’agenzia russa Interfax. Apparentemente, come scrive Novaya Gazeta, “la seconda puntata” si è svolta sullo yacht presidenziale (acquistato dall’Ufficio del Presidente nel 2011), dove era presente anche il figlio minore di Lukashenko, Nikolay. 

 

Durante l’incontro è stata concordata l’assegnazione della seconda tranche del prestito russo alla Bielorussia per un importo totale di 1,5 miliardi di dollari, che il presidente della Federazione Russa e Lukashenko avevano concordato nel settembre 2020. 

Peskov ha sottolineato che Putin ha discusso con Lukashenko anche la questione della cittadina russa Sofia Sapega, che ora si trova nel centro di detenzione preventiva in Bielorussia. «Certamente non siamo indifferenti al suo destino», riporta le parole del portavoce del presidente russo l’agenzia statale TASS. 

Invece sulla situazione creatasi con l’aereo Ryanair, dopo che è stato dirottato verso Minsk dalle autorità bielorusse e dopo l’arresto del giornalista Protasevich, Peskov ha detto che quelle dei paesi europei “sono conclusioni affrettate”, che “si basano esclusivamente sulle emozioni, ma non sul tentativo di chiarire le circostanze, poiché, dal punto di vista di Mosca, la situazione dovrebbe essere esaminata in modo costruttivo e ponderato”.

Si ricorda che dopo l’incidente l’UE ha imposto il divieto alla compagnia aerea di Minsk Belavia, chiedendo alle compagnie aeree europee di evitare lo spazio aereo della Bielorussia. A precedere è l’arresto del co-fondatore del canale Telegram Nexta Protasevich, che tornava a Vilnius con la fidanzata Sofia Sapega, arrestata da regime poi anche lei.

E di nuovo Russia 

Sul Telegram russo è stato lanciato un chatbot per «espiare i peccati dopo aver visto un porno». Il bot prima chiede quanto tempo l’utente ha speso a vedere il porno e poi offre una preghiera a scelta. 

Secondo uno dei creatori del servizio, Stanislav Elis, molti credenti non possono resistere alla tentazione di guardare il porno a causa della sua disponibilità su Internet, e dopo si sentono in colpa − riporta Esquire Russia. A suo parere, si tratta di un senso di colpa molto forte, e per alcune persone diventa inaccettabile rivolgersi a un prete. Così il bot risolve il problema. 

Alla creazione del chatbot ha contribuito il sacerdote Konstantin Maltsev, consigliando agli amministratori una serie di preghiere da aggiungere al servizio. 

Immagine in evidenza: Giuliani: Creative Commons / Lukashenko Creative Commons / Putin: Creative Commons / Ryanair: Creative Commons / proteste: Wikimedia Commons

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