4 gennaio 2023 – Notiziario Mondo

Scritto da in data Gennaio 4, 2023

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  • Israele e Palestina: tensioni alla spianata delle Moschee per la visita del neo ministro colono
  • Tanzania: dopo sei anni le opposizioni potranno tornare a manifestare
  • Brasile: Il dolore per la morte di Pelè e il mistero delle grandi assenze
  • Radio Bullets: prossima partenza, Afghanistan

Questo molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli

Prossima partenza: Afghanistan

Ogni giorno negli ultimi anni vi ho raccontato quello che succede nel mondo. Mi sveglio alle 5 ogni mattina, mi leggo i giornali internazionali e stilo una raffica di notizie. Alcune sono note, la maggior parte non sono riprese da nessun media italiano. A volte mi trovo nei posti che racconto, altre sono inchiodata alla sedia di casa. In ogni caso ci sono sempre, qualsiasi cosa accada in quel fuori che mi circonda cerco di portarvi in un mondo dove si denuncia la violazione dei diritti umani, dove la gente povera diventa sempre più povera, dove il clima distrugge e gli uomini odiano le donne. Vi trascino con me in un mondo che sembra ogni giorno più brutto, senza speranza, senza senso. Ma sono, siamo profondamente convinti che sapere sia necessario. Che non c’è cambiamento senza conoscenza, che non c’è libertà senza diritti, che non c’è progresso senza determinazione. Il notiziario è una scarica, o una raffica come mi piace descriverlo, ma è anche l’agenda di un mondo che reagisce, che gira, che sfida, che si ribella ed è oltre la semplice notizia che vogliamo portarvi. Una piccola testata giornalistica indipendente, che però ci prova, a fare breccia, a creare quella spaccatura da cui più entrare una luce. Non parliamo di dissidenti arrestati, o colleghi uccisi, o donne torturate perché è solo una notizia ma perché dimostra che il dissenso esiste, che c’è chi frantuma le tradizione, che c’è chi si insinua in una realtà che spesso sembra predestinata.

Tra qualche giorno torniamo in Afghanistan, non era previsto, ma la situazione è talmente seria e le conseguenze talmente gravi, che non possiamo tirarci indietro. Se il nostro lavoro è raccontare, allora bisogna essere dove le cose accadono. Per farlo abbiamo bisogno di chi come noi, ha voglia di frantumare questo mondo e questo silenzio. Di scavare quella fessura che ci permette di vedere cosa succede oltre il nostro cortile. Vi porterò come me in un viaggio attraverso un mondo difficile, ma che ci appartiene, dove le notizie non sono solo due righe lette velocemente, ma persone che conoscono la sofferenza, che ogni giorno lottano per sopravvivere. Per farlo abbiamo bisogno anche del tuo aiuto. Che sostieni il giornalismo indipendente, che lo diffondi. Basta poco, se siamo tanti. Serve tanto se siamo pochi. Se volete essere parte di tutto questo potete andare su radiobullets.com sostienici o se no, continuare ad ascoltarci, basta anche questo.

Iran

L’Iran che da una parte brutalizza i suoi giovani, giovani soprattutto donne che chiedono un cambio di regime, in nome della libertà, ma che ha annunciato che a he aumenterà di cinque volte il numero di borse di studio che consentiranno agli studenti afghani di studiare all’Università di Teheran e ridurrà inoltre le tasse di iscrizione per le donne afghane, escluse dalle università nel loro Paese. Le donne afghane rivivono il momento più buio della loro storia, ci erano già passate negli anni 90, ma questa volta è diverso perché nelle grandi città tutte le giovani per 20 anni hanno studiato e vorrebbero continuare a farlo. Tutte vogliono lavorare, fare una passeggiata nel parco, o andare in palestra. Cose normali che definiscono la vita per ognuno di noi, e che da quando è stato loro strappato le ha immerse in una condizione che peggiora di giorno in giorno.

Israele e Palestina

Benyamin Netanyahu ha affermato di essere impegnato “nella difesa meticolosa e senza alcun cambiamento dello status quo sul Monte del Tempio come lo chiamano gli ebrei e non si arrenderà ai diktat di Hamas”: lo ha detto un fonte nell’ufficio del premier commentando le reazioni alla visita del ministro Itamar Ben Gvir alla Spianata delle Moschee di Gerusalemme, come la chiamano i musulmani. Cosa è successo? Il neo ministro della sicurezza nazionale israeliano di estrema destra, Itamar Ben-Gvir, è entrato ieri nei cortili della moschea di Al- Aqsa a Gerusalemme est, una decisione destinata ad infiammare le tensioni. Un  video pubblicato sui social media  mostra Ben-Gvir che gira per i cortili con la scorta ben armata.

Lunedì, il movimento palestinese Hamas aveva avvertito  Israele  che “non sarebbe stata a guardare” se il nuovo ministro della sicurezza avesse visitato la moschea di Al-Aqsa, come aveva  promesso di fare  domenica. Dopo la sua visita di ieri, Ben-Gvir ha dichiarato: “Il nostro governo non si arrenderà alle minacce di Hamas. “Il Monte del Tempio è il luogo più importante per il popolo di Israele”, ha detto, usando il nome ebraico del sito. La moschea di Al-Aqsa è uno dei luoghi più sacri dell’Islam e il sito del tempio ebraico distrutto dai romani nel 70 d.C.

Da quando Israele ha occupato il sito in seguito alla guerra in Medio Oriente del 1967, la preghiera ebraica nel sito è stata vietata, sebbene coloni di estrema destra come Ben-Gvir (alcuni dei quali vogliono demolire Al-Aqsa e sostituirlo con un terzo tempio ebraico) hanno pregato spesso sotto stretta sorveglianza negli ultimi anni.

Il ministero degli Esteri dell’Autorità palestinese, gestito dal rivale di Hamas, Fatah, ha dichiarato  di ritenere il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu “responsabile dell’assalto di Ben-Gvir ad Al-Aqsa e delle sue conseguenze”.

Lunedì, l’ex premier israeliano Yair Lapid, che Netanyahu la scorsa settimana ha sostituito come primo ministro, ha criticato la visita programmata, definendola una ” provocazione deliberata ” che potrebbe causare la morte di diverse persone. Lapid ha esortato Netanyahu a frenare il suo nuovo ministro della sicurezza nazionale.

Un palestinese di 15 anni, Adam Ayad, è rimasto ucciso nel campo profughi di Deheishe (Betlemme) durante scontri fra manifestanti e reparti dell’esercito israeliano entrati per catturare un ricercato. Secondo i media israeliani abitanti del campo profughi hanno lanciato contro i militari sassi e bottiglie incendiarie. Siti palestinesi precisano che la vittima era un attivista del Fronte popolare per la liberazione della Palestina.

Kenya

La peggiore siccità degli ultimi 40 anni in Kenya sta portando seriamente al rischio di morte per fame oltre 4,5 milioni di persone nelle regioni aride e semi-aride del paese, di cui già più di due milioni stanno soffrendo per gravi livelli di malnutrizione. Secondo il sesto aggiornamento sulla siccità in Kenya, pubblicato dall’Unicef a dicembre e segnalato dal sito del quotidiano The Standard, le cause principali della malnutrizione sono l’insicurezza alimentare acuta, caratterizzata da una scarsa disponibilità di latte provocata da produzione inferiore alla media in 20 delle 23 contee aride e semi-aride; condizioni commerciali sfavorevoli per il bestiame e i raccolti; prezzi elevati dei prodotti alimentari; aumento delle malattie e grave mancanza d’acqua che si prevede durerà ancora diversi mesi.

Filippine

Il bilancio delle vittime delle inondazioni della scorsa settimana è salito a 51, ha dichiarato il governo filippino il 3 dicembre, aggiungendo che oltre 33.000 persone sono ancora in rifugi temporanei. Il Dipartimento per la previdenza sociale e lo sviluppo ha affermato che gli sfollati erano tra le 8.930 famiglie di cinque regioni gravemente colpite dalle inondazioni che hanno colpito il paese dell’arcipelago alla vigilia di Natale. Il Consiglio nazionale per la riduzione e la gestione del rischio di catastrofi ha dichiarato che mancano 19 persone all’appello. Le Filippine sono uno dei paesi più soggetti a disastri a livello globale, principalmente a causa della sua posizione nell’anello di fuoco del Pacifico e nella cintura dei tifoni del Pacifico. In media, il paese subisce 20 tifoni all’anno, alcuni dei quali intensi e distruttivi.

Grecia

Nelle ultime settimane si sono registrate nelle farmacie greche carenze significative di farmaci da banco, come gli sciroppi antipiretici e gli sciroppi per la tosse ma anche antibiotici e farmaci per inalazione che interessano soprattutto i bambini.
Per risolvere il problema, sempre nella giornata di ieri il ministro Plevris ha annunciato una serie di misure, al termine di un incontro con l’Agenzia greca per i prodotti farmaceutici (EOF), con i rappresentanti dei grossisti e delle farmacie. Tra gli interventi annunciati è previsto l’aumento dei prezzi di alcuni farmaci molto economici, in modo che possano essere promossi sul mercato greco e non, come avverrebbe, su quello internazionale dove invece vengono venduti a prezzi più alti. Il ministro della Salute greco Thanos Plevris ha inviato una lettera alla Commissaria europea per la Salute, Stella Kyriakides, chiedendo “una politica centrale a livello dell’Unione Europea per il problema della carenza di farmaci che affligge tutti gli Stati membri dell’Ue”.

Cina

Restiamo nell’ambito sanitario, ci spostiamo dall’altra parte del mondo dove c’è tosse e difficoltà respiratorie: negli ospedali sovraffollati di Shanghai, i pazienti anziani di Covid stanno sovraccaricando i servizi di emergenza. A Shanghai, una delle città più ricche della Cina, la situazione sanitaria è particolarmente critica. Dal mese scorso, circa il 70% della popolazione, ovvero circa 18 milioni di persone, ha contratto il virus, secondo i media ufficiali. In due ospedali della megalopoli, l’Afp ha visto centinaia di pazienti, per lo più anziani, distesi su barelle nel mezzo di reparti di emergenza sovraffollati. Molti sono attaccati a flebo o a bombole di ossigeno e sono sottoposti a monitor cardiaci. vengono curati fuori dall’edificio, sul marciapiede, perché non c’è posto. Anche le autorità adesso ammettono che la portata dell’epidemia è ora “impossibile” da determinare, poiché i test di screening non sono più obbligatori e i dati sono frammentari. In poco tempo, il sistema sanitario è stato sopraffatto, con le farmacie inondate di richieste di farmaci antifebbrili e i crematori sopraffatti dall’afflusso di corpi.

Tanzania

In Tanzania è stato vietato manifestare a chiunque fosse all’opposizione. Fino a ieri quando la presidente della Tanzania Samia Suluhu Hassan, che ha preso il potere dopo la morte di John Magufuli nel 2021, ha revocato il divieto di manifestare imposto alle opposizioni nel 2016 dal suo autoritario predecessore, venendo incontro alla  richiesta di ripristino delle libertà democratiche.

Regno Unito, Francia e Manifestazioni

E non serve guardare lontano per vedere che i problemi sono ovunque e c’è chi li denuncia scendendo in piazza, in Francia per esempio Diversi sindacati francesi hanno ribadito la loro ferma opposizione all’innalzamento dell’età pensionistica, denunciando una “riforma ingiusta” da parte del presidente Emmanuel Macron. Nel Regno Unito invece, riparte, dopo la breve pausa coincisa con i giorni di Natale e fine anno, la protesta sociale animata da numerose categorie nel Regno Unito per l’aumento dei salari di fronte all’impennata dell’inflazione. Ieri è scattato il primo sciopero del 2023 da parte dei ferrovieri aderenti al sindacato Rmt, protagonisti da mesi della vertenza più dura e prolungata di tutte. I partecipanti, circa 40.000 fra Inghilterra, Galles e Scozia, stanno incrociando le braccia per 48 ore fino a oggi compreso.

Per restare nel Regno Unito, il primo ministro britannico Rishi Sunak annuncerà piani per tutti gli studenti in Inghilterra per studiare matematica fino all’età di 18 anni nel tentativo di garantire che il Regno Unito rivaleggi con i migliori sistemi educativi del mondo. Dovrebbe fare l’annuncio nel suo primo discorso dell’anno, secondo un articolo di The Independent. Userà il discorso per avvertire che i lavori del futuro richiederanno maggiori capacità analitiche rispetto a prima.

Perù

E continuano le proteste anche in Perù, ,migliaia di persone sono scesi in piazza ieri per chiedere la pace, il giorno prima in cui erano previste nuove proteste a seguito degli scontri causati dalla cacciata dell’ex presidente Pedro Castillo che ha provocato quasi due decine di morti a dicembre. Persone vestite di bianco hanno portato la bandiera del Perù durante la marcia, organizzata da gruppi conservatori. Castillo, uomo di sinistra che in precedenza era un insegnante, ha tentato di sciogliere illegalmente il Congresso all’inizio di dicembre ed è stato estromesso e detenuto. È in custodia cautelare mentre è indagato per ribellione e associazione a delinquere. Nega le accuse. La manifestazione, soprannominata la “Grande Marcia per la Pace”, è stata inizialmente sostenuta dalla polizia nazionale, ma gli ufficiali hanno ritirato il loro sostegno dopo che i politici di sinistra e le organizzazioni locali per i diritti umani hanno espresso preoccupazione per un conflitto di interessi.Il governo ha emesso lo stato di emergenza quando sono scoppiate le prime proteste violente a dicembre, inviando forze di sicurezza nelle aree di protesta.

Bolivia

Centinaia di camion hanno percorso le autostrade nella regione agricola boliviana di Santa Cruz martedì, mentre i manifestanti hanno bloccato le rotte fuori dalla regione in seguito all’arresto del governatore locale e le imprese locali duramente colpite hanno sollecitato un ritorno all’ordine.

Le proteste hanno attanagliato la regione della pianura dall’arresto del 28 dicembre del leader locale di destra Luis Camacho con l’accusa di “terrorismo” relativa a un presunto colpo di stato del 2019 contro l’allora presidente Evo Morales.

I manifestanti che chiedono il rilascio di Camacho, hanno bloccato le autostrade fuori dalla regione con pneumatici, rami e pietre, lasciando lunghe file di traffico fermo, ha testimoniato Reuters. I blocchi minacciano le consegne di cereali e cibo in tutto il paese.

Ucraina

“La Russia sta mobilitando coloro che vuole usare come carne da macello. Noi stiamo mobilitando il mondo civile. Per il bene della vita”: lo ha detto ieri sera nel suo consueto videomessaggio il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sottolineando che la Russia dispiegherà tutte le sue forze per cercare di cambiare l’esito della guerra e rimandare la sconfitta.

Stati Uniti

 Il 118/mo Congresso Usa si è insediato ieri, più giovane e più diverso, con la tradizionale cerimonia del giuramento e il voto per l’elezione dello speaker della Camera, che apre l’era post Pelosi dopo che i repubblicani l’hanno riconquistata a Midterm con una maggioranza risicata (222 seggi). Il suo successore in pectore, Kevin McCarthy, non ha però al momento i 218 voti necessari e per la prima volta in 100 anni saranno necessari forse più round di votazioni, come nel 1923, quando il repubblicano Frederick Gillett fu rieletto al nono scrutinio. Nel caso McCarthy non riuscisse a far cambiare idea ai suoi detrattori con le ampie concessioni promesse su vari fronti, potrebbe emergere come alternativa il deputato italo-americano della Louisiana Steve Scalise, più ideologico e più vicino alla destra, proiettato per ora a diventare leader della maggioranza alla House.

Colombia

Il cessate il fuoco annunciato nel fine settimana dal presidente colombiano Gustavo Petro e una proposta da discutere nei negoziati di pace e non è in vigore, ha affermato il gruppo ribelle dell’Esercito di liberazione nazionale (ELN). Petro si è impegnato a porre fine al conflitto interno sessennale della nazione andina, che ha causato almeno 450.000 morti. Il suo governo ha tenuto un primo ciclo di colloqui di pace con l’ELN a dicembre. Durante il fine settimana, Petro ha dichiarato che la Colombia manterrà un cessate il fuoco di sei mesi con l’ELN e altri quattro gruppi armati. E ieri è stato smentito dai guerriglieri. Nei prossimi giorni probabilmente sapremo se il presidente ha sottovalutato le relazioni con le controparti o se i militanti stanno alzando il tiro.

Giappone

 Il governo giapponese offre un milione di yen, pari a 7.500 dollari, per ogni bambino alle famiglie che decidono di lasciare Tokyo per trasferirsi in zone dove c’è un forte declino della popolazione. Lo riferisce il Guardian. L’incentivo sarà introdotto ad aprile. Sebbene la popolazione di Tokyo sia diminuita per la prima volta lo scorso anno, una tendenza in parte attribuita alla pandemia di coronavirus, il governo ritiene che si dovrebbe fare di più per ridurre la densità di popolazione della città e incoraggiare le persone a iniziare una nuova vita in zone del Paese “fuori moda” che sono state colpite dall’invecchiamento, dal calo della popolazione e dalla migrazione dei giovani verso Tokyo, Osaka e altre grandi città.

Spazio

Walter Cunningham, l’ultimo astronauta sopravvissuto dell’equipaggio dell’Apollo 7 che volò nello spazio nel 1968, è morto all’età di 90 anni. Cunningham fece parte della prima missione spaziale Apollo con equipaggio di successo della Nasa , insieme a Walter Schirra e Donn Eisele per il volo spaziale di 11 giorni condotto in orbita terrestre bassa. Era pilota del modulo lunare sull’Apollo 7, sebbene la missione non fosse sulla Luna. Cunningham è morto martedì a Houston, in Texas.

Brasile

L’edificio che si trova al numero 5 del Canal Six di Santos, a un paio di isolati dal surf del Sud Atlantico, è tanto modesto quanto segnato dalle intemperie. Due piani di cemento invecchiato, delimitati da un cantiere, a guardare le immagini non sarebbe l’idea di un palazzo per nessuno. Ma per alcuni minuti indimenticabili, è sembrato che vi fosse stato deposto tutto il dolore del Brasile. Casa da mae do Rei, la chiamano lì la casa della madre del Re. E mentre si avvicinava un elaborato corteo funebre, con il corpo di Pelé montato su un’autopompa secondo la tradizione nazionale, la folla è scoppiata in un applauso commosso, consapevole che per l’ultima volta il loro re stava tornando a casa.

Celeste, la madre di Pelé, era in casa mentre passava la sua bara. Ha 100 anni e, secondo sua figlia e badante Maria Lucia, è rimasta “nel suo mondo”, in gran parte ignara che suo figlio è morto. Ma in questo giorno il suo balcone era pieno fino a scoppiare di cugini, nipoti, pronipoti, pronipoti, uno addirittura drappeggiava una sagoma di Pelé da una finestra. E’ toccato a Maria Lucia assumere il centro della scena, le mani strette mentre lei e la vasta folla sottostante recitavano il Padre Nostro. Una scenografia che sembrava a volte sembrava caotica, con la polizia antisommossa che urlava alle persone in lutto di far passare la processione. Ma è stato anche incredibilmente commovente, il percorso del suo ultimo viaggio delicatamente strutturato per concedergli un ultimo momento di vicinanza all’amore materno. Davanti al camion dei pompieri, gli ultras del Santos hanno sventolato gigantesche bandiere bianche e nere per annunciare l’arrivo di Pelé, fiancheggiati da ufficiali armati che cercavano disperatamente di mantenere una parvenza di ordine.
La giornata lo ha portato da Vila Belmiro, sua terra natale per 16 anni e dove è stato esposto in una bara aperta per 24 ore, lungo la riva dell’oceano, e oltre la porta d’ingresso di Celeste. Vero anche che c’era tensione, l’assenza dei compagni di squadra e delle stelle moderne, ha parlato forte quanto i suoi elogi nel giorno in cui si è pianto il grande enigma del Brasile. Dei giocatori che hanno ottenuto un quarto trionfo nel 1994, e un quinto nel 2002, solo uno, Mauro Silva, si è presentato alla veglia funebre. Sia Romario che Ronaldo, talismani di glorie più recenti, hanno invece scelto di inviare corone di fiori. Neymar, l’erede di Pelé della maglia gialla numero 10, è stato un altro vistoso assente, con grande dispiacere del presentatore televisivo brasiliano Jose Luiz Datena, che si è lamentato: “Avrebbe potuto fare pressione sul Paris St-Germain per venire. Ha già fatto pressione su di loro perché andassero alle feste».

Per quanto molti dei suoi compagni di squadra fossero persi nell’ammirazione per Pelé, raramente riuscivano a raccogliere la stessa riverenza per Edson Arantes do Nascimento. “Pelé è una cosa ed Edson è un’altra”, ha detto Rivelino. “Fuori dal campo aveva diversi problemi e non poteva servire da esempio per nessuno”. Parole dure che raccontano uno dei misteri della morte, quanto istantaneamente i difetti di un carattere possano essere cancellati. In mezzo a tutta l’intensità della morte di Pelé, non si è potuto fare a meno di soffermarsi sulle tensioni tra la divinità pubblica e l’uomo privato. Anche l’esibizione emotiva dell’unità familiare sul balcone, era un riflesso inaffidabile di tutto ciò che era accaduto prima. Pelé, notoriamente, non ha nemmeno partecipato al funerale della figlia biologica, Sandra, morta di cancro al seno nel 2006, avendo negato di essere suo padre fino a quando un test del DNA non ha dimostrato il contrario.

Pelé è stato sepolto, nel tardo pomeriggio, al nono piano di quello che si dice sia il più grande cimitero verticale del mondo. Dal suo caveau, hanno spiegato i suoi fan, guerderà attraverso il campo del Santos per l’eternità.

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