4 ottobre 2023 – Notiziario Mondo

Scritto da in data Ottobre 4, 2023

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  • Europa: approvato dal Parlamento europeo lo European media freedom act (EMFA) che rafforza la tutela di giornalisti e media
  • Polonia: ripristinati temporaneamente i controlli al confine per fermare l’immigrazione clandestina
  • Svezia: assegnati anche i premi Nobel per la Fisica
  • Armenia: ratificato lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale

Questo nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Raffaella Quadri

Europa

Il Parlamento europeo approva la propria posizione riguardo alla legge sulla libertà e la trasparenza dei media o EMFA (European media freedom act). La proposta di legge era stata presentata il 16 settembre 2022 e ora il testo è stato approvato al Parlamento di Strasburgo con 448 voti a favore, 102 contrari e 75 astensioni. La nuova legge vuole rafforzare la trasparenza e l’indipendenza dei mezzi di informazione in Europa, proteggendoli da interferenze governative, politiche, economiche o private; e promuovendone, nel contempo, il pluralismo.
L’obiettivo è prevenire le ingerenze nelle decisioni editoriali e garantire una maggiore tutela ai giornalisti e al loro lavoro, impedendo che siano esercitate su di loro pressioni esterne, come l’obbligo di rivelare le proprie fonti, l’accesso a contenuti crittografati sui loro dispositivi o l’uso di spyware. In particolare il ricorso a questi software spia potrà essere giustificato solo in “ultima istanza”, come misura da valutarsi caso per caso e sempre su disposizione di un’autorità giudiziaria indipendente. Il loro uso, inoltre, potrà essere giustificato solo per indagare su reati di particolare gravità, come il terrorismo o la tratta di esseri umani.
Il testo della legge non è ancora definitivo. La posizione del Parlamento segue quella del Consiglio d’Europa espressa lo scorso giugno. Ora prenderanno il via i negoziati per trovare un accordo sulla forma definitiva della legge.

Polonia

Aumenta il numero di immigrati che clandestinamente entrano in territorio polacco dalla vicina Slovacchia e il governo di Varsavia reintroduce i controlli alla frontiera. Secondo quanto riferito dalle autorità polacche sarebbero 551 le persone individuate e arrestate per avere attraversato clandestinamente il confine nelle ultime due settimane. Questo e l’aumento vertiginoso del numero di migranti in Slovacchia avrebbero portato la Polonia alla decisione di ripristinare i controlli. Una misura temporanea – a detta del governo – che per il momento dovrebbe durare dieci giorni, ma che già si prevede di prolungare.
La medesima misura di controllo dell’immigrazione è stata introdotta, sempre in forma provvisoria, anche dai governi di Austria e la Repubblica Ceca.

Svezia

Prosegue l’assegnazione dei premi Nobel 2023. L’Accademia Reale delle Scienze di Stoccolma ha conferito l’ambita onorificenza per la Fisica a Pierre Agostini, Ferenc Krausz e Anne L’Huillier. I tre scienziati, che lavorano rispettivamente negli Stati Uniti, in Germania e in Svezia, si sono distinti per l’invenzione dei metodi sperimentali che generano impulsi di luce di attosecondi – i più brevi segnali esistenti – finalizzati allo studio della dinamica degli elettroni all’interno di atomi e molecole. A beneficiarne, per prime, saranno l’elettronica e la diagnostica medica, ma la loro applicazione riguarderà anche molti altri settori.
L’assegnazione del Nobel per le Fisica segue quello per la Medicina che è stato assegnato, invece, a Katalin Karikó e Drew Weissman per la scoperta della tecnologia dell’Rna messaggero che ha reso possibile lo sviluppo dei vaccini per combattere il Covid-19. Entrambi gli scienziati vivono e lavorano negli Stati Uniti.
Le assegnazioni dei premi, iniziate il 2 ottobre, proseguiranno fino al giorno 9, mentre la cerimonia di consegna avverrà, come da tradizione, a Stoccolma il 10 dicembre, giorno dell’anniversario della morte di Alfred Bernhard Nobel, il chimico svedese fondatore dell’ambito premio che porta il suo nome.

Armenia

Con 60 voti a favore e 22 contrari, e dopo una breve consultazione, il Parlamento armeno ha ratificato lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale (Cpi). L’intento è di tutelarsi da una possibile invasione da parte dell’Azerbaigian che, nei giorni scorsi, ha ripreso il controllo del Nagorno Karabakh ponendo fine, di fatto, all’autonomia della regione e provocando l’esodo dai suoi territori della popolazione di origine armena.
In caso di attacco, quindi, la giurisdizione sarebbe della Corte penale internazionale. La ratifica non è però ben vista dallo storico alleato dell’Armenia, la Russia di Putin, che lo ha giudicato – si legge su Ansa – “estremamente ostile”, acuendo la tensione già presente tra i due Paesi. Il governo armeno accusa Mosca di averlo praticamente abbandonato di fronte all’attacco da parte dell’Azerbaigian.

Intanto la missione dell’ONU nella regione ha registrato la presenza ormai di un numero ridotto di Armeni rimasti nel territorio, tra le 50 e le 1.000 persone totali, a fronte di un esodo di oltre 100.000 individui avvenuto nei giorni scorsi. In una nota delle Nazioni Unite si legge anche che l’équipe non avrebbe sentito parlare – né dai locali intervistati né da altri – di episodi di violenza contro i civili, dopo l’ultimo appello al cessate il fuoco. Nelle aree visitate non avrebbe riscontrato danni visibili alle infrastrutture pubbliche, compresi ospedali, scuole, abitazioni o strutture culturali e religiose. Pare, inoltre, che il governo dell’Azerbaigian si stia preparando a ripristinare i servizi sanitari e alcune utenze cittadine.
I funzionari della missione ONU hanno comunque chiesto che sia garantita la protezione dei diritti della popolazione locale.

Turchia

Azioni antiterrorismo in tutto il Paese: obiettivo il Partito dei lavoratori del Kurdistan Pkk.
La risposta del governo turco all’attentato che domenica ha colpito Ankara ha visto impegnato un dispiegamento di ben 13.400 tra poliziotti e forze di sicurezza. Un’operazione su larga scala che ha portato all’arresto di 90 persone, mentre altre 928 sono state arrestate con l’accusa di contrabbando di armi e possesso di armi senza licenza.
L’attentato suicida, poi rivendicato da un gruppo vicino al Pkk, aveva come obiettivo il Ministero dell’Interno della Turchia. Due gli assalitori, entrambi rimasti uccisi: il primo si è fatto esplodere nell’attentato, mentre il secondo è stato ferito a morte dalla polizia.

OMS

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lavora al contrasto della diffusione della malaria. Dopo avere sentito il parere del Gruppo consultivo strategico di esperti sull’immunizzazione (SAGE) e del Gruppo consultivo sulle politiche sulla malaria (MPAG), il Direttore generale dell’OMS ha approvato la risoluzione con la quale raccomanda il ricorso a un nuovo vaccino per la prevenzione della malaria.

Haiti

Le forze di polizia di Haiti sono sempre più in difficoltà per l’aumento della violenza delle bande criminali. Una situazione divenuta insostenibile e che ha spinto il governo del Paese caraibico a chiedere aiuto alle Nazioni Unite.
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, quindi, ha approvato la creazione di una forza internazionale da inviare in supporto alla polizia haitiana. Una missione multinazionale che dovrebbe avere durata di 12 mesi, con però una rivalutazione dopo 9, e che è stata largamente condivisa – gli unici Paesi astenutisi alla votazione della risoluzione sono stati Russia e Cina.
La missione avrà il compito di collaborare con le autorità locali e dare supporto operativo alla polizia haitiana, aiutandola a proteggere scuole, porti, ospedali e aeroporti, oltre che a migliorare le condizioni di sicurezza del Paese.

Brasile

Accusate di avere occupato illegalmente i territori indigeni di quattro comuni nello Stato di Parà, in Amazzonia, circa 1.600 famiglie hanno ricevuto l’ordine di sgombero dal Ministero dei Popoli indigeni brasiliano. Si tratta di territori in cui sono presenti 51 villaggi abitati da diversi gruppi etnici indigeni, la cui integrità è minacciata proprio dalla presenza di estranei. Alcune delle persone oggetto dello sgombero, tra l’altro, sarebbero coinvolte in attività illecite, dall’allevamento di bestiame all’estrazione mineraria illegali, fino alla distruzione della vegetazione autoctona di questi territori.

Repubblica Democratica del Congo

Preoccupazione dell’Unicef per i bambini della Repubblica Democratica del Congo (RDC). Secondo le analisi effettuate dalle Nazioni Unite, le violenze contri i bambini sono aumentate in maniera preoccupante negli ultimi mesi. I dati riportati nel rapporto del Segretario Generale, intitolato “Bambini e conflitti armati” – Children and Armed Conflict – Report of the Secretary-General – e che interessa diversi Paesi, tra cui anche l’Afghanistan, sono davvero allarmanti.
Nella prima metà del 2023 si è registrato un incremento del 41% del numero di gravi violazioni contro i bambini, che già nel 2022 erano state 3.377 ai danni di 2.420 bambini. Sempre nel 2022 – dice il rapporto – ben 1.545 bambini, alcuni dei quali di soli 5 anni d’età, sono stati reclutati e usati da gruppi armati. Agghiaccianti anche i dati sulle uccisioni e le mutilazioni, fenomeni aumentati del 32%, rispetto ai 699 casi dello scorso anno. Infine nel 2022 i bambini rapiti sono stati 730.
Le cause di questa preoccupante situazione, spiegano gli esperti dell’ONU, sono l’intensificarsi di violenze, gli sfollamenti di massa e la vicinanza di gruppi armati alle comunità.
Sheema Sen Gupta, direttore della Protezione dell’Infanzia dell’Unicef ha sottolineato l’urgenza che vi sia, da parte del governo congolese, l’intensificazione degli sforzi per proteggere i civili, soprattutto i soggetti più vulnerabili, come appunto i bambini. Oltre a questo auspica azioni da partner e donatori per consentire di ampliare le attività di prevenzione e risposta da parte di Unicef. «Questa violenza è inaccettabile» ha dichiarato il direttore. «Chiediamo alle parti in conflitto di intraprendere misure per prevenire e porre fine a tutte le gravi violazioni contro i bambini».

Foto in copertina: Engin_Akyurt – Pixabay

 

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