5 luglio 2022 – Notiziario in genere
Scritto da Angela Gennaro in data Luglio 5, 2022
Aborto: in Sierra Leone approvato un disegno di legge per la depenalizzazione. Papua Nuova Guinea al voto, le donne rappresentano il 5% delle candidature al Parlamento. Stati Uniti, 4 luglio di protesta tra le star dopo la sentenza della Corte suprema che cancella il diritto all’aborto nel paese. Ucraina: era la bambina della storica foto, in fuga dal napalm. Ora salva le rifugiate dal paese invaso dalla Russia. Dall’India la storia delle donne portate in Europa con la promessa di un lavoro e qui sfruttate, anche sessualmente.
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Sierra Leone

Flickr/UNMEER/Martine Perret | Freetown, Sierra Leone, 14 dicembre 2014
In Sierra Leone il governo ha approvato un disegno di legge che depenalizzerebbe l’interruzione di gravidanza. Il paese ha uno dei tassi di mortalità materna più alti di tutto il mondo. Il presidente Julius Maada Bio ha spiegato, in occasione della decima Conferenza africana sulla salute e i diritti sessuali a Freetown, che il suo esecutivo ha appoggiato all’unanimità il progetto di legge sulla maternità senza rischi. Il testo assicurerebbe secondo Afp la salute e la dignità di tutte le ragazze e le donne in età riproduttiva in Sierra Leone, secondo il presidente. Un provvedimento che arriva dopo che la Corte suprema degli Stati Uniti ha di fatto annullato il diritto costituzionale all’aborto delle donne americane a livello federale, lasciando ai singoli stati la possibilità di legiferare e aprendo una fase in cui già tante sono le leggi che impediscono l’aborto, anche nei casi più gravi. Dal canto suo Bio si è detto “orgoglioso” del fatto che il suo paese stia mettendo invece in atto una “riforma progressista”, mentre i diritti delle donne nella salute sessuale e riproduttiva vengono cancellati o minacciati altrove. Oggi, in tema di aborto, in Sierra Leone vige ancora una legge del 1861, ovvero risalente a un secolo prima che il paese ottenesse l’indipendenza dal Regno Unito. La legge vieta l’interruzione di gravidanza a meno che la madre non sia in pericolo. Secondo le autorità sanitarie gli aborti ad alto rischio causerebbero oggi circa il 10% delle morti di donne nel paese. Nel 2015 il parlamento ha adottato una legge sugli aborti sicuri, ma l’allora presidente Ernest Bai Koroma rifiutò di approvarla a causa delle pressioni dei gruppi religiosi.
Papua Nuova Guinea

Flickr/Asian Development Bank | Kimbe, West New Britain, Papua New Guinea
Da ieri, 4 luglio, e fino al 22, in Papua Nuova Guinea si vota per eleggere i centodiciotto componenti del parlamento che formeranno il governo, tra severe misure di sicurezza per scongiurare nuove violenze elettorali, dopo quelle che nel 2017 causarono la morte di più di duecento persone. Secondo l’agenzia Efe oltre diecimila agenti di polizia e militari sono stati dispiegati nel paese. Si sono già registrati episodi di violenza in vista delle elezioni, per esempio nella città di Nipa-Kutubu, all’interno del paese, dove un gruppo di persone ha bruciato la casa di un deputato uscente. Le elezioni potrebbero portare qualche cambiamento: il parlamento è oggi composto solo da uomini, mentre ora candidate ci sono centosessantasette donne, ovvero, secondo la rete australiana ABC, il 5% dei 3.625 candidati.
Stati Uniti

Flickr/Adam Fagen | Una manifestazione davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti dopo la sentenza Whole Woman’s Health v. Hellerstedt Texas, Washington, DC, Stati Uniti, 27 giugno 2016.
Niente da festeggiare, dopo la sentenza della Corte suprema americana che cancella il diritto all’aborto a livello federale nel paese. Per questo la pop star Katy Perry e l’attrice Jessica Chastain hanno deciso, insieme ad altre star, di non festeggiare il 4 di luglio protestando contro la decisione della Corte suprema. «Il 4 luglio è stato cancellato a causa di una mancanza di indipendenza», scrive l’attrice Bette Middler su Twitter. «Non c’è molto da festeggiare questo 4 di luglio, temo. Speriamo solo che tutti possano rimanere al sicuro e in pace oggi e che presto la nostra nazione si allontani da questo precipizio», scrive la modella e presentatrice tv Padma Lakshmi. Jessica Chastain ha postato una foto del suo dito medio: «Buon giorno dell’indipendenza da me e dai miei diritti riproduttivi», commenta. «Oggi le donne hanno meno diritti di una stellina filante», twitta Katy Perry citando il suo più grande successo “Baby you are a firework”. Per la commissaria europea per l’Eguaglianza, Helena Dalli, intervenuta ieri in un dibattito sul diritto all’aborto alla plenaria del Parlamento europeo, la decisione della Corte suprema Usa è «un passo indietro notevole degli standard giuridici fissati sulla salute riproduttiva negli Stati Uniti, cosa che impatta le donne, in particolare le più vulnerabili. La sentenza — dice — ci ricorda che ci sono diritti che non possono essere dati per scontati da nessuna parte». Per questo, aggiunge, l’impegno della Ue è quello di «attuare i propri obblighi per quanto concerne i diritti delle ragazze e delle donne».
Ucraina

Flickr/manhhai/Associated Press/Nik Ut
Phan Thi Kim Phuc, “Napalm Girl“, è diventata famosa in tutto il mondo per quella foto in cui, bambina, disperata, nuda, ustionata correva in fuga da un attacco al napalm in Vietnam del 1972. La foto è del fotografo Ap Nik Ut, premio Pulitzer. Ieri la donna, oggi cinquantanovenne, ha accompagnato — racconta The Guardian — duecentoquaranta rifugiati e rifugiate dalla guerra in Ucraina su un volo da Varsavia al Canada. Solo in questi giorni, scrive The Guardian, la donna ha ricevuto, cinquanta anni dopo quella guerra, cure definitive per la sua pelle ustionata.
L’immagine iconica della “ragazza del Napalm” oggi è stampata sul Boeing 787-8 Dreamliner della ONG Solidaire, presieduta da Enrique Piñeyro, che ha effettuato, insieme a Open Arms, il volo umanitario da Varsavia, Polonia, a Regina, in Canada, con a bordo 236 rifugiati e rifugiate dall’Ucraina, raccontano da Open Arms. “Si tratta del decimo volo umanitario effettuato da Open Arms per rispondere all’emergenza in Ucraina. È stato possibile grazie all’impegno di Solidaire, in collaborazione con DKV Integralia Foundation e con il supporto del Saskatchewan-Ukraine Response Team del governo della provincia canadese del Saskatchewan”.
India
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