5 ottobre 2023 – Notiziario Africa
Scritto da Giunio Santini in data Ottobre 5, 2023
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- Tunisia: il paese non accetterà i fondi stanziati dall’UE per il contrasto alla migrazione illegale.
- Repubblica democratica del Congo: il Premio Nobel per la Pace Denis Mukwege ha ufficialmente presentato la propria candidatura alle elezioni presidenziali del prossimo dicembre.
- Egitto: il presidente Al-Sisi ha annunciato che si candiderà per un terzo mandato dopo le contestate vittorie del 2014 e del 2018.
- Niger: il governo algerino fa sapere che la giunta militare del paese ha accettato il piano di transizione di sei mesi proposto dal presidente Tebboune.
Questo e molto altro nel notiziario Africa di Radio Bullets, a cura di Giunio Santini
Tunisia
Il Presidente della Tunisia Kais Saied ha fatto sapere questo lunedì che il suo paese non accetterà i fondi stanziati dall’Unione Europea, nel quadro dell’accordo sulla migrazione concluso a luglio tra le parti.
Il contributo proposto dalla Commissione europea è stato definito “irrisorio” dal Presidente tunisino, che ha aggiunto che il paese non ha necessità di accettare “dell’irrispettosa carità”.
Secondo la Commissione europea, l’aiuto di 105 milioni di euro avrebbe dovuto essere utilizzato per rinnovare la flotta della guardia costiera tunisina e per cooperare con le organizzazioni internazionali sia per la “protezione dei migranti” che per le operazioni di rimpatrio. Kaïs Saïed ha aggiunto che il suo paese sta già “facendo il possibile per smantellare le reti criminali che trafficano gli esseri umani”.
Repubblica democratica del Congo
Il Premio Nobel per la Pace e chirurgo Denis Mukwege ha ufficialmente presentato la propria candidatura alle elezioni presidenziali del prossimo dicembre in Repubblica democratica del Congo.
“Prendere questa decisione, e abbandonare la mia zona di comfort, è già una vittoria per me. Ora tocca ai cittadini decidere” ha dichiarato Mukwege all’uscita dalla Commissione elettorale dove ha depositato il proprio dossier, all’indomani della seguitissima conferenza stampa di lunedì.
Mentre il presidente Félix Tsishekedi è in tournée elettorale, si allunga così la lista dei candidati al prossimo scrutinio. Oltre a Fatshi, come viene soprannominato l’attuale presidente, Mukwege contenderà l’elezione anche ad alcuni noti esponenti dell’opposizione come Martin Fayulu e Moïse Katumbi.
Alla luce del turno unico delle elezioni, la lunga lista di candidati con la conseguente dispersione di voti, potrebbe aumentare le possibilità di vittoria di Tsishekedi, che ad oggi risulta essere in testa nei sondaggi. Per questo motivo sarà necessario monitorare la situazione nelle prossime settimane, quando potrebbero nascere alcune alleanze al fine di creare un fronte comune dell’opposizione e limitare la dispersione dei voti.
Niger
Il Ministro della Difesa del Niger ha reso noto che il bilancio dell’attacco lanciato lunedì contro un contingente dell’esercito è di almeno 30 soldati uccisi.
L’assalto è avvenuto nell’area occidentale del paese, al confine con il Mali, durante le operazioni militari volte a “neutralizzare la minaccia rappresentata” dai gruppi armati affiliati all’ISIS nella regione. Il governo ha dichiarato il lutto nazionale che sarà osservato per tre giorni in tutto il paese, con le bandiere esposte a mezz’asta negli edifici pubblici.
Da oltre 10 anni ormai, la zona dei “tre confini” tra Niger, Mali e Burkina Faso è regolarmente teatro di attacchi da parte di combattenti affiliati all’ISIS e ad Al-Qaeda.
Burkina Faso
A un anno dalla salita al potere del generale Traoré, il governo di transizione in Burkina Faso ha reso noto di aver sventato un colpo di stato e di aver arrestato i responsabili.
Traoré ha ringraziato i servizi di intelligence dell’esercito per essere intervenuti rapidamente e ha espresso il proprio disappunto perché “ufficiali che hanno giurato di difendere il proprio Paese siano stati sviati da un’impresa di questa natura, che mira a ostacolare la marcia del popolo burkinabé verso la sovranità e la totale liberazione dalle orde terroristiche che tentano di schiavizzarlo”.
A poche ore dal putsch sventato, migliaia di persone sono scese in piazza nella capitale Ouagadougou a sostegno del regime militare, chiedendo l’adozione di una nuova Costituzione e scandendo slogan antifrancesi.
I manifestanti, brandendo bandiere della Federazione Russa, hanno chiesto un nuovo testo costituzionale, lontano dal precedente “imposto dall’imperialismo occidentale ed ereditato dalla Francia”, come fanno sapere gli organizzatori. A un anno dal colpo di stato, in Burkina Faso proseguono dunque le manifestazioni anti-occidentali e filorusse.
Repubblica democratica del Congo
Un colonnello della Guardia Repubblicana congolese è stato giudicato colpevole di omicidio e di altri capi d’accusa per il caso della repressione, ad agosto, di manifestazioni contro le Nazioni Unite nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo. Le violenze avevano portato all’uccisione di 56 manifestanti.
Il colonnello Mike Mikombe, che era a capo dell’unità della Guardia Repubblicana nella città di Goma, dove è avvenuto il massacro, era uno dei sei soldati sotto processo. Il tribunale militare del Nord-Kivu aveva decretato la condanna a morte del colonnello ma, poiché la pena capitale non è più applicata nel paese, Mikombe dovrà scontare l’ergastolo.
Nel corso del processo, altri tre soldati sono stati condannati a 10 anni di prigione, mentre il vice di Mikombe e un altro soldato sono stati assolti.
La sentenza chiude un processo lampo, destinato a lasciare una scia di polemiche sulla rapidità delle indagini e sull’assenza al banco degli imputati di alti vertici militari regionali e nazionali. Alcuni osservatori hanno dichiarato che il verdetto scagiona totalmente il governo e l’esercito congolese, escludendo ogni possibilità di risarcimento per le famiglie delle vittime e attribuendo la responsabilità del massacro a decisioni individuali del colonnello e dei soldati.
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Algeria/Niger
Il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune ha reso noto che i leader del colpo di stato in Niger hanno accettato la sua mediazione per la transizione verso un governo di civili. L’intervento algerino “aprirebbe la strada” verso una risoluzione “pacifica” della crisi, ha affermato, aggiungendo che tale obiettivo è nell’interesse “dell’intera regione”.
L’Algeria aveva proposto a fine agosto un periodo di transizione di sei mesi, con l’obiettivo di “formulare accordi politici con l’accettazione di tutte le parti in Niger, senza escludere nessuno”, come dichiarato dal Ministro degli esteri algerino, Ahmed Attaf.
Il 6 agosto Tebboune aveva dichiarato di opporsi “categoricamente” a qualsiasi intervento militare straniero in Niger, paese con cui l’Algeria condivide il confine meridionale.
Egitto
Il presidente dell’Egitto Abdel Fattah al-Sisi ha annunciato la propria candidatura “per portare a termine il sogno di un nuovo mandato presidenziale”, come dichiarato in un comizio questo martedì.
Le elezioni, previste per il 10 dicembre 2023, andranno con ogni probabilità a consegnare ad Al-Sisi il suo terzo e ultimo mandato. Nonostante il presidente abbia applaudito gli altri candidati e salutato “un vero inizio di vita politica vibrante e piena di pluralismo”, continuano le accuse nei confronti delle forze di sicurezza di perseguitare e arrestare gli oppositori politici.
Nel 2014, un anno dopo aver deposto il presidente islamista Mohamed Morsi, l’attuale presidente aveva ottenuto il 96% dei voti. Quattro anni dopo, Al-Sisi aveva riconfermato il proprio mandato con una vittoria al 97% contro uno dei suoi stessi sostenitori, dopo che diversi candidati dell’opposizione erano stati arrestati.
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