6 aprile 2020 – Notiziario in genere
Scritto da Angela Gennaro in data Aprile 6, 2020
Coronavirus, il governo della Malesia consiglia alle donne in quarantena di curare trucco e parrucco e non dare fastidio ai mariti. Quarantena e uscite divise in base al genere a Panama e in Perù: e le persone trans? Come bloccare la violenza domestica e familiare in tempi di lockdown. Il mondo che verrà su Le Parisien raccontato solo da uomini: e il quotidiano francese si scusa.
Panama e Perù, lockdown di genere. E le persone trans?
Panama e Perù stanno applicando misure basate sul genere per rispondere alla diffusione dei contagi portati dall’epidemia di Coronavirus. A Panama i casi confermati sono 1801, mentre le morti, al momento, sono 46. In Perù i casi sarebbero 2.281 e le morti 83. La strategia scelta è quella di contingentare i movimenti delle persone a seconda del genere di appartenenza, con un lockdown a giorni alterni per donne e uomini: le donne possono uscire per andare al supermercato o in farmacia nei giorni dispari, quindi il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Per gli uomini l’uscita – sempre per non più di due ore – è invece consentita il martedì, il giovedì e il sabato. Che tu sia donna o uomo, la domenica si resta a casa. Provvedimenti che dovrebbero restare in vigore – per il momento – per 15 giorni.
Un’idea che in Italia sembra essere piaciuta nel bergamasco, a Canonica d’Adda, in provincia di Bergamo, dove il sindaco Gianmaria Cerea ha deciso che da oggi la spesa si potrà fare a giorni alterni a seconda del sesso di nascita. I giorni della settimana sono ribaltati: alle donne quelli pari – martedì, giovedì e sabato – agli uomini i dispari – lunedì, mercoledì, venerdì – ma per loro un giorno in più, anche la domenica.
In Perù la distinzione di genere è in vigore (annunciata dal presidente Martín Vizcarra) dal 2 aprile e con i giorni invertiti – come nel bergamasco. Secondo il capo di Stato il decreto rende più facile alle forze di sicurezza il monitoraggio dei movimenti delle persone e la possibilità di far rispettare la quarantena.
Un’idea come un’altra? Non esattamente. Perché a pagare questo blocco di genere – si legge sull’Afp – sono le persone transgender: anche se per esempio la normativa in Perù specificherebbe il divieto di «qualsiasi tipo di discriminazione», con l’invito a rispettare «l’identità di genere». L’attivista panamense Venus Tejada ha dichiarato alla Thomas Reuters Foundation che almeno quattro donne trans sono state molestate e interrogate da passanti o dalla polizia locale: tra loro c’era anche Barbara Delgado, che è stata detenuta per tre ore da agenti delle forze dell’ordine e multata di 50 dollari per essere uscita mercoledì, giorno designato per le donne.
«La mia più grande paura è ovviamente la polizia, che non è addestrata o sensibilizzata su questo argomento. Non so quale atteggiamento adotteranno con me. Ma sono sicuro al 100% che sarò arrestato per strada e non so se saranno aggressivi o meno. Questo è ciò che mi spaventa», dice Ali – un illustratore FtM di 25 anni che lavora come tatuatore, i cui dati anagrafici non sono stati rettificati sulla carta d’identità, all’agenzia Afp secondo quanto si legge su GayNews.it Ricardo Beteta dell’Asociación de Hombres y Mujeres Nuevos de Panamá (Ahmnp) ha denunciato ad Afp il clima di terrore suscitato da una tale misura. “Ci sono ancora pattuglie di polizia che usano l’argomento secondo cui Dio ha creato solo Adamo ed Eva. Quindi cosa fa una persona transgender in questa situazione?”.
Il governo della Malesia ha detto alle donne in quarantena di truccarsi e non dare fastidio ai mariti
Il governo della Malesia, il paese del sud-est asiatico con il maggior numero di casi di infezione da coronavirus è stato molto criticato per aver diffuso una campagna sessista diretta alle donne sposate, a proposito dell’importanza di restare in casa. Secondo quanto riporta Reuters il ministero per le Donne, la Famiglia e lo Sviluppo delle comunità aveva infatti diffuso sui social network, con l’hashtag #WomenPreventCOVID19, una serie di immagini che suggerivano alle donne di rendere le cose più facili non infastidendo i propri mariti e non “trascurandosi”, continuando cioè a truccarsi e a vestirsi come per uscire di casa. Il ministero consigliava inoltre alle donne di non essere «sarcastiche» nel chiedere agli uomini di aiutarle con le faccende domestiche.
La campagna è stata aspramente criticata, tanto che il governo ha deciso di cancellarla, rimuovendo tutte le immagini diffuse.
Come bloccare la violenza domestica e familiare in tempi di lockdown
“Sto cercando di capire cosa fare prima di finire in una sacca per il corpo, ma sembra inevitabile in questo momento”. Questa è stata una delle prime risposte di questo mese al questionario di ricerca sulla violenza domestica, scrive Amanda Gearing su The Conversation. A parlare è una giovane avvocata australiana sfuggita a una relazione di controllo coercitivo, durante la quale ha ricevuto diverse minacce di morte ed è sopravvissuta a due tentativi di femminicidio.
Nei prossimi sei mesi, mentre vige la serrata causata dalla pandemia di coronavirus, è più terrorizzata dal suo ex che dalla COVID-19. Questo perché deve consegnargli settimanalmente il figlio per ottemperare agli ordini del tribunale della famiglia.
Non vi è alcuna ricerca longitudinale che ci possa aiutare a capire cosa accade quando le famiglie hanno l’obbligo di rimanere a casa per sei mesi, perché non è mai accaduto a memoria di persona viva. Le vittime e i loro figli che vivono con ‘aggressore saranno a rischio costante.
Le vittime che sono fuggite ma che hanno figli con i maltrattanti, stanno segnalando che gli autori dei reati stanno usando COVID-19 come un’arma in più del loro arsenale, e temono che il sistema del diritto di famiglia sarà messo a dura prova per proteggerle.
“Ogni altra persona che ho intervistato nelle ultime quattro settimane”, scrive ancora Amanda Gearing, “ha riferito di aver avuto paura per la propria vita, una paura esacerbata enormemente dalle norme sull’isolamento del coronavirus. Il controllo coercitivo genera questa paura nelle vittime”.
Una possibile soluzione è che chi possiede una seconda casa vuota la renda disponibile attraverso le forze dell’ordine affinché possa essere utilizzata come casa sicura in caso di emergenza, con un canone agevolato.
I primi indicatori indicano che una delle conseguenze è un effetto “pentola a pressione” che è già stato osservato con un picco del 40% nel numero di addette e addetti ai lavori che stanno segnalando un aumento delle richieste di aiuto.
Il primo ministro australiano Scott Morrison ha risposto il 29 marzo con la promessa di 150 milioni di dollari sotto forma di sostegno ai servizi di consulenza telefonica che affrontano la violenza domestica. La criminologa forense Jane Monckton-Smith, che ha analizzato 372 casi di assassini di partner intimi, ha scoperto che il 100% delle relazioni riguardava il controllo coercitivo da parte dell’assassino della sua eventuale vittima.
In molti casi, la prima violenza fisica è stata direttamente lo stesso femminicidio, come nel caso di Hannah Clarke e dei suoi figli Aaliyah, 6, Laianah, 4 e Trey, 3 a Brisbane il 19 febbraio di quest’anno.
L’autore del reato, Rohan Baxter, aveva controllato sua moglie – chi poteva vedere, cosa poteva indossare e ogni altro aspetto della sua vita – per dieci anni. Ma solo quando alla fine la donna se ne era andata Baxter ha iniziato a essere fisicamente violenta. In pochi mesi ha ucciso lei, tutti i loro figli e se stesso.
Le Parisien: il mondo post-coronavirus? Te lo raccontano gli uomini
Con quattro uomini in copertina per raccontare “il mondo che verrà” dopo l’epidemia di Coronavirus e il lockdown che è diventato la quotidianità di mezza umanità in quarantena, il quotidiano francese Le Parisien ha scatenato un’ondata di proteste contro questo mondo e questo futuro immaginato come al solito maschiocentrico. Un’ondata di polemiche che ha portato il giornale ad ammettere l’errore e chiedere da parte delle donne.
Si tratta del numero in edicola domenica 5 aprile di Le Parisien. Un numero che apre su “Il mondo che verrà”, grande titolo in prima, con il racconto da parte di quattro protagonisti. Tutti maschi, tanto per cambiare: a raccontare il mondo dopo la crisi sono il commissario europeo Thierry Breton, il medico genetista Axel Kahn, il climatologo Jean Jouzel e il politologo Yascha Mounk.
https://twitter.com/CageJulia/status/1246721439488716801
“ Quattro uomini bianchi raccontano il mondo che verrà? Sul serio?”, twitta l’eurodeputata Aurore Lalucq, seguita dall’economista Julia Cagé: “Mi spiace deludervi ma nel mondo che verrà ci saranno delle donne”. È stato un passo falso”, ammette il direttore, Stéphane Albouy, sempre su Twitter, che però “non rappresenta la linea editoriale”. Già.
In copertina Panama City/Wikipedia
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