8 settembre 2020 – Notiziario in genere
Scritto da Angela Gennaro in data Settembre 8, 2020
Secondo l’Unesco, 11 milioni di ragazze rischiano in tutto il mondo di non tornare in aula. Kuwait: per la prima volta nominate otto giudici donne. Tanzania: HRW denuncia l’aumento della repressione in vista delle elezioni e l’accanimento sulla comunità lgbtq. In Germania il 30% delle persone omosessuali sarebbe discriminata sul lavoro. In Colombia un giudice dice no a un matrimonio tra persone dello stesso sesso per ‘morale cristiana’.
Ascolta il podcast
L’istruzione di bambine e ragazze
11 milioni di ragazze rischiano di non tornare a scuola nel 2020 a causa della crisi senza precedenti seguita alla pandemia di Coronavirus. Eppure un anno di scuola in più può aumentare il reddito di una donna del 20% quando sarà adulta; eppure frequentare la scuola primaria avrebbe risparmiato una gravidanza precoce al 10% delle ragazze con meno di 17 anni in Africa e Asia. A lanciare l’allarme è l’Unesco, che racconta quanto decenni di progressi (lenti e ancora lontani dalla sufficienza) compiuti sulla strada dell’uguaglianza di genere siano a rischio, ributtando così bambine e ragazze ancor più nel baratro dei pericoli di matrimoni e maternità precoci, di unioni forzate e di violenze.
Unesco e Coalizione mondiale per l’educazione lanciano così la campagna #LearningNeverstops per lottare a favore della continuità pedagogica e, quindi, assicurarsi che ogni ragazza possa continuare a studiare anche durante la chiusura delle scuole e tornare in classe in sicurezza quando la scuola ricomincerà. Nell’ambito della campagna si parla anche dei 130 milioni di ragazze nel mondo che, già prima dello scoppio della pandemia, non erano ancora scolarizzate. “È tempo di trasformare questa crisi in un’occasione di ricostruire sulla base dell’uguaglianza e ciò va fatto subito”, sottolinea l’Unesco. “L’educazione delle ragazze è il nostro futuro”, spiegano dalle Nazioni Unite. “Quando l’educazione di una ragazza viene interrotta, l’impatto si fa sentire per generazioni. Questo lascia un vuoto vitale nella loro comunità, nel loro Paese e nel mondo”. Gli investimenti nell’istruzione delle donne, quindi, restano tra le “azioni più importanti che possiamo fare per il nostro futuro collettivo”, aggiunge l’Unesco. “L’istruzione delle ragazze rafforza l’economia, riduce le disuguaglianze e crea maggiori opportunità per tutti”.
ONU: “Passi indietro per le donne”
E, ancora, sull’impatto della storica emergenza sanitaria che stiamo vivendo: colpisce in modo sproporzionato le donne, dicono le Nazioni Unite, spingendone in povertà 47 milioni in più nel 2021 e allargando ulteriormente il divario con gli uomini. Le donne in povertà estrema, che vivranno con 1 dollaro e 90 cent al giorno o meno, saranno 435 milioni nel 2021: a metterlo nero su bianco sono le stime diffuse da UN Women nei giorni scorsi, in occasione del 25° anniversario della Conferenza mondiale sulle donne di Pechino. Per tornare ai livelli antecedenti alla pandemia bisognerà aspettare fino al 2030. “I governi, gli amministratori locali e le imprese di ogni tipo non devono lasciarlo succedere”, dice la direttrice esecutiva di UN Women, Phumzile Mlambo-Ngcuka, chiedendo che donne e bambine diventino la priorità.
Tra il 2019 e il 2021 il tasso di povertà femminile sarebbe dovuto diminuire del 2,7%. Le previsioni aggiornate agli sconvolgimenti portati da Covid-19 parlano invece di un incremento del 9,1%. E l’anno prossimo, per ogni cento uomini tra i 25 e i 34 anni che vivono in povertà, ci saranno 118 donne nelle stesse condizioni, che diventeranno 121 entro il 2030, dice il report “From Insights to Action: Gender Equality in the wake of COVID-19”. Gli effetti economici e sociali della pandemia, compreso l’aumento della violenza contro le donne, dice la direttrice esecutiva di UN Women, “hanno l’effetto di annullare molti dei progressi raggiunti a fatica negli ultimi 25 anni”. Ma il “valore eccezionale della leadership femminile nella crisi è alla luce del sole, così come il riconoscimento di quanto il lavoro e i movimenti delle donne hanno sostenuto il mondo, dalla vita domestica alla lotta per i diritti umani, fino alle economie nazionali”.
Kuwait
Hanno prestato per la prima volta giuramento in Kuwait otto giudici donne: accade dopo una lunga battaglia legale per consentire di ricoprire questo ruolo anche a esponenti del genere femminile, dice Kuwait News (Kuna). La società kuwaitiana è tra le più aperte del Golfo sul tema, e vede donne in posizioni di governo. Ma restano delle famiglie tradizionali che continuano a imporre severe limitazioni alla libertà delle loro componenti femminili. Il diritto di votare e di candidarsi alle cariche politiche è stato allargato anche alle donne, in Kuwait, nel 2005. Per l’elezione delle prime donne bisognerà aspettare il 2009.
Tanzania
Secondo una denuncia pubblica dell’associazione per la difesa dei diritti umani, Human Rights Watch, in Tanzania è diventata più intensa la repressione nei confronti dei partiti di opposizione e delle organizzazioni non governative, in previsione delle elezioni del prossimo 28 ottobre. A preoccupare HRW ci sono anche le ulteriori restrizioni sul sistema mediatico, con il divieto di occuparsi di argomenti politicamente sensibili: tra questi anche l’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, che, dal canto suo, il presidente John Magufuli ha proclamato sconfitta in Tanzania. Almeno 17 componenti del partito di opposizione sono stati arrestati, a detta di HRW, a partire dalla metà di giugno. Non solo: alcune organizzazioni interpellate per vigilare sulle precedenti elezioni sono state messe al bando dalla Commissione elettorale nazionale. La repressione poi investe anche la comunità LGTBQ del Paese, vessata da arresti arbitrari nella comunità di persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender.
Germania
In Germania, il 30% delle persone omosessuali viene ancora discriminato sul posto di lavoro. Il dato proviene da uno studio dell’Istituto economico DIW, pubblicato dalle testate del Funke Mediengruppe. Per le persone transgender la percentuale delle discriminazioni arriva al 40%. Lo studio è stato realizzato su un campione di 4.300 interviste. Emerge anche che, proprio per questo, quasi un terzo degli omosessuali non farebbe coming out con i colleghi e le colleghe. Dal sondaggio emerge anche che si tende a parlare più liberamente dei propri orientamenti sessuali in alcuni settori: i gay sono meglio rappresentati fra chi lavora nel sociale o nel sistema sanitario di quanto accada, per esempio, nel settore agricolo o forestale.
Colombia
Un giudice della città di Cartagena, in Colombia, ha deciso di rifiutare la richiesta di matrimonio civile da parte di due donne, perché sposarle sarebbe stato contrario alla sua morale cristiana. “Non posso sposare tale coppia dello stesso sesso perché va contro la mia morale cristiana, va contro i miei principi essenziali”, spiega il giudice Ramiro Flórez Torres nella sua sentenza, secondo quanto riporta il quotidiano El Tiempo. “Quando c’è conflitto tra ciò che dicono la legge umana e la legge di Dio, preferisco la legge di Dio”, aggiunge.
Il matrimonio tra persone dello stesso sesso, in Colombia è ritenuto legale grazie alla giurisprudenza della Corte costituzionale, che ha messo un punto a una lunga epoca di incertezze e ribadito con una sentenza del 28 aprile 2016 la validità del matrimonio omosessuale in tutto il territorio nazionale. Nella sentenza di Flórez Torres, dello sorso 31 agosto, il giudice afferma che la sua decisione “non contraddice il nostro vivere in uno Stato laico” perché, dice, tenuto conto che “il preambolo della Costituzione invoca la protezione di Dio, e bisogna giurare su Dio, la laicità predicata dai magistrati è, con il massimo rispetto, artificiale”. Nè la sua decisione è dovuta a qualche tipo di discriminazione, aggiunge, ma “è una comprensione delle regole che ci governano”. La sentenza è stata duramente condannata dalle organizzazioni per la difesa dei diritti LGBTQ e ha scatenato il dibattito in alcuni settori politici del Paese, che accusano il giudice di aver violato la legge e la Costituzione. Il senatore Roy Barreas ha annunciato che denuncerà Flórez Torres per intralcio alla giustizia.
Ti potrebbe interessare anche:
- EstraDati: No DAD? A scuola per posta di Massimo Sollazzini
- Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sessuale dai conflitti
- La leggenda di Mrs. Macquarie per la rubrica Vieni via con me di Valentina Ruozi
- Lastesis, donne e lotta sociale in Cile di Valentina Barile
- Bambini ucraini tra guerra e pandemia di Julia Kalashnyk
E se credete in un giornalismo indipendente, serio e che racconta recandosi sul posto, potete supportarci andando su Sostienici