9 maggio 2020 – Notiziario Orientale
Scritto da Serena Console in data Maggio 9, 2020
- Cina, stretta sui visti dei giornalisti cinesi negli USA
- Hong Kong, caos e manifestazioni in parlamento e in strada (in copertina)
- Corea del Nord, il leader nordcoreano scrive al presidente russo Putin
- Singapore, cani robot per far rispettare le misure di sicurezza nei parchi
- Bangladesh, rifugiati rohingya trasferiti su un’isola per combattere il coronavirus
Questo e altro nel Notiziario Orientale di Radio Bullets a cura di Serena Console
Cina
Una nuova decisione dell’amministrazione americana rischia di incrinare i rapporti tra Washington e Pechino, in una serie di ritorsioni che vede coinvolti i giornalisti. Gli Stati Uniti hanno emesso una nuova norma per inasprire le regole per i visti per i giornalisti cinesi, in risposta al trattamento dei reporter statunitensi in Cina. Le nuove regole, che entreranno in vigore lunedì, imporranno un limite dei visti per i giornalisti cinesi a un periodo di 90 giorni, con l’opzione di proroga. I visti sono in genere a tempo indeterminato e non devono essere estesi a meno che il dipendente non si trasferisca in una società o mezzo diverso. Un alto funzionario del dipartimento di sicurezza americano ha detto che le nuove regole consentire al dipartimento di rivedere più frequentemente le domande di visto per giornalisti cinesi e probabilmente ridurre il numero complessivo dei reporter cinesi negli Stati Uniti. Le nuove regole non saranno applicate ai reporter con passaporto di Hong Kong e Macao. Nell’adottare il nuovo regolamento, il Dipartimento per la sicurezza americana ha citato la cosiddetta soppressione del giornalismo indipendente da parte della Cina. A marzo, la Cina ha espulso giornalisti americani da tre testate americane, come il Washington Post, il Wall Street Journal e il New York Times. (Reuters)
C’è chi la chiama nuova guerra fredda o chi ritiene che l’Europa stia abbracciando posizioni filo cinesi. Ma una cosa è certa. I rapporti tra Bruxelles e Pechino non sono dei migliori. Ricordate qualche settimana fa, quando vi ho raccontato che il New York Times avesse denunciato come un rapporto europeo sulla disinformazione cinese sul coronavirus fosse stato ammorbidito in seguito a pressioni di Pechino? Anche ieri Bruxelles ha dovuto rispondere a chi la accusa di posizioni filo cinesi. In occasione del 45° anniversario delle relazioni sino-europee, l’ambasciatore dell’Unione Europea in Cina, il francese Nicolas Chapuis, e gli ambasciatori dei 27 Stati membri hanno scritto congiuntamente un editoriale che è stato pubblicato sul China Daily, uno dei principali organi di informazione del regime cinese. Secondo un comunicato della Commissione europea, la delegazione del blocco è stata informata dai media cinesi che la pubblicazione dell’editoriale sarebbe stata autorizzata dal ministero degli Affari esteri cinese a condizione che una parte di una frase relativa alle origini e alla diffusione del coronavirus fosse rimossa. Bruxelles si difende e afferma che la delegazione dell’UE in Cina ha reso note le obiezioni europee al Ministero degli affari esteri cinese, ma ha lasciato che i media statali cinesi rimuovessero il riferimento al coronavirus dall’articolo perché il pezzo affronta altre tematiche di interesse, come il cambiamento climatico, la sostenibilità ambientale, i diritti umani e il multilateralismo. Come riporta BuzzFeed News, diversi membri dell’unione europea si sono lamentati del fatto che la delegazione non si fosse consultata con loro prima di accettare le richieste della Cina. La portavoce dell’Alto rappresentante dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha affermato che l’ambasciatore dell’Ue in Cina non ha preso la decisione corretta ad autorizza la pubblicazione dell’articolo di fatto censurato. Tuttavia il diplomatico non è stato ammonito
Hong Kong
Il Consiglio legislativo di Hong Kong, il parlamentino locale, ieri si è trasformato in un campo di battaglia tra deputati pro-democrazia e quelli del fronte pro-Pechino: lo scontro è avvenuto a causa della presidenza di una commissione. I due schieramenti si sono scambiati accuse su chi dovesse dirigere i lavori, ma le tensioni sono salite quando la presidente uscente Starry Lee Wai-King, che si è dimessa a ottobre per correre alle elezioni distrettuali, ha occupato lo scranno più alto, protetta da altri colleghi del suo schieramento e dal personale di sicurezza. Il caos è proseguito anche all’inizio della seduta, quando Lee ha ordinato di espellere sei deputati pro-democrazia. La posizione assunta da Lee non è piaciuta a tanti legislatori prodemocratici, tra cui Claudia Mo, che ha definito la presidente uscente un piccolo verme cinese. Ieri dovevano essere discussi due ordini del giorno, ritenuti urgenti. Uno è un disegno di legge controverso per criminalizzare la mancanza del rispetto dell’inno nazionale, mentre l’altro è l’articolo 23 a lungo accantonato delle leggi sulla sicurezza nazionale che ha scatenato proteste di massa nel 2003 e che Pechino ha recentemente chiesto l’urgente reintroduzione. Dopo gli scontri nell’aula del parlamento, i cittadini di Hong Kong sono scesi in strada per dimostrare contro l’amministrazione dell’attuale governatrice Carrie Lam. Si è ritornato a uno scontro diretto con la polizia, che ha spruzzato spray al peperoncino e ha fermato diversi manifestanti accusati di non aver rispettato le norme del distanziamento sociale per il coronavirus.
WATCH: #HongKong lawmakers battle to take the chairman seat as part of a struggle to control a key Legco committee:
Full story: https://t.co/mCmX9NJH5u pic.twitter.com/M66JdWEWtt
— RTHK English News (@rthk_enews) May 8, 2020
#Beijing worm subverts HongKong legislature rules and regulations,
trampling our legislative rights and authority #StandWithHK pic.twitter.com/3qRNtiDYxQ— Claudia Mo 毛孟靜 (@ClaudiaMCMo) May 8, 2020
Hong Kong pro-democracy and pro-government lawmakers are arguing with each other inside the chamber to take control of the Legco house committee meeting. It is set to start at 2:30pm. #HongKongProtests pic.twitter.com/Up5pfIr5Xq
— Jessie Pang (@JessiePang0125) May 8, 2020
Singapore
Un cane robot per far rispettare le norme di distanziamento sociale nei parchi. È questa la soluzione adottato dal governo di Singapore che ha fatto scendere in campo dei robot per chiedere a runner e ciclisti di mantenere la distanza di sicurezza durante le loro attività. La macchina a quattro zampe telecomandata è stata costruita dalla Boston Dynamics ed è entrata in azione per la prima volta ieri in un parco centrale della città-stato. Nel corso delle prossime due settimane, sarà affiancato da altri robot per sorvegliare gli spazi verdi di Singapore durante il lockdown, che è valido fino al 1° giugno. I residenti possono lasciare la propria casa solo per necessità, come fare la spesa, e devono indossare la mascherina in ogni momento in pubblico. L’esercizio fisico all’aperto è consentito ma deve essere individuale. Le violazioni delle rigide regole a Singapore per combattere il coronavirus possono comportare multe pesanti e persino la prigione.
Singapore unveils a robot dog to enforce safe distancing among park-goers https://t.co/QkDNr4pNiV pic.twitter.com/HRds77xAkQ
— Reuters (@Reuters) May 9, 2020
Bangladesh
Centinaia di musulmani rohingya, compresi i bambini, sono arrivati in quella che è un’isola di detenzione in Bangladesh dopo essere rimasti bloccati in mare per settimane. I gruppi per i diritti hanno avvertito che i rifugiati, che erano stati allontanati da altri paesi della regione, sono a rischio di fame e abusi da parte dei trafficanti di esseri umani. Si ritiene che altre barche rimangano alla deriva. Il Bangladesh ha confermato giovedì che una nave che trasportava 280 persone veniva rimorchiata a Bhasan Char, un’isola disabitata al largo della costa meridionale. Il ministro degli Esteri del paese, Abdul Momen, ha precedentemente affermato che i rifugiati salvati in mare sarebbero stati inviati sull’isola per prevenire qualsiasi rischio di diffusione del coronavirus nei campi di Cox’s Bazar, in Bangladesh, dove un milione di rohingya vive in condizioni anguste. (The Guardian)
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