9 maggio 2023 – Notiziario in genere
Scritto da Angela Gennaro in data Maggio 9, 2023
India, solidarietà per le atlete vittime di molestie. Ungheria, le donne protestano contro la violenza della polizia. Kuwait: appena 104 candidati e candidate alle elezioni del 6 giugno. Le donne sono solo 2. Secondo l’Onu, in Afghanistan sono stati fustigati in 6 mesi 274 uomini e 58 donne. Uganda, per le Nazioni Unite la legge anti-gay è una minaccia alla lotta contro l’Hiv.
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India
In India, le lottatrici che hanno denunciato di essere state molestate sessualmente stanno ricevendo il sostegno di numerose organizzazioni femminili e di agricoltori. La federazione nazionale di lotta è sotto accusa, poiché il suo presidente, Brij Bushan Sharan Singh, è stato accusato di aver molestato le atlete. Le organizzazioni femminili hanno espresso il loro pieno sostegno alle richieste delle atlete e stanno chiedendo che Singh venga incriminato e arrestato. Centinaia di donne dell’associazione agricola del Punjab hanno raggiunto le atlete a Delhi per manifestare il loro supporto, mentre gli agricoltori stanno manifestando in tutto lo stato dell’Haryana. Le atlete hanno minacciato di restituire le medaglie olimpiche conquistate e la protesta delle lottatrici rappresenta la più lunga protesta sinora vista in India contro le molestie sessuali nello sport.
Ungheria
A Budapest, molte donne hanno manifestato davanti al Castello di Buda, alla residenza del presidente e alla casa del primo ministro Viktor Orban, per protestare contro la violenza della polizia. La protesta è nata due settimane fa, quando la polizia aveva usato lacrimogeni e manganelli per fermare una manifestazione di studenti, per lo più liceali, che si erano avvicinati al palazzo del primo ministro. I manifestanti e le manifestanti denunciano la violenza della polizia e temono che questa possa aumentare in futuro. Inoltre, attivisti del partito liberale Momentum hanno affisso volantini di denuncia contro il partito di governo Fidesz in molti uffici regionali, accusando il partito di essere responsabile della violenza contro i bambini e le bambine.
Kuwait
In Kuwait, si terranno le elezioni legislative il 6 giugno. Rispetto alle elezioni precedenti, il numero di candidati e candidate è notevolmente diminuito: solo 104 persone, tra cui due donne, si candidano per i 50 seggi disponibili nell’Assemblea nazionale. L’anno scorso c’erano stati 222 candidati, tra cui 12 donne. Queste elezioni sono state indette dopo lo scioglimento dell’assemblea legislativa e sono il risultato di una disputa tra il governo e l’assemblea legislativa sulle riforme economiche e finanziarie strutturali necessarie per la graduale transizione energetica. La Corte costituzionale aveva già reintegrato l’assemblea, definendo non costituzionale la decisione dell’emiro di scioglierla nei mesi precedenti.
Afghanistan
Il rapporto dell’UNAMA (Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan) pubblicato in queste ore riporta che nei primi sei mesi dell’anno 274 uomini, 58 donne e 2 ragazzi sono stati fustigati pubblicamente dai talebani afghani, il che costituisce una violazione della Convenzione contro la tortura. Fiona Frazer, capo dei diritti umani della missione, ha twittato che le Nazioni Unite sono contrarie alla pena di morte e chiedono al Dipartimento degli Affari Esteri a Kabul di stabilire una moratoria immediata sulle esecuzioni. La missione Onu chiede inoltre il rispetto degli standard internazionali sui diritti umani. Nonostante il rapporto, i talebani non hanno ancora reagito, ma l’UNAMA ha espresso la propria volontà di collaborare con il governo talebano.
Uganda
Il Programma delle Nazioni Unite per l’HIV e l’AIDS, in inglese Joint United Nations Programme on HIV and AIDS, è un programma delle Nazioni Unite per accelerare, intensificare e coordinare l’azione globale contro l’AIDS. Secondo una nota dell’Unaids, la legge anti-gay approvata dal Parlamento ugandese rappresenta una minaccia per gli sforzi dell’Uganda di porre fine all’Hiv entro il 2030, violando i diritti umani fondamentali, compreso il diritto alla salute e alla vita. L’Unaids sostiene che l’approvazione definitiva della legge anti-omosessualità impedirebbe agli operatori sanitari di fornire prevenzione, test e cure per l’Hiv, allontanando le comunità vulnerabili dai servizi sanitari salvavita. L’agenzia Onu teme che l’istituzionalizzazione della discriminazione e dello stigma allontani ulteriormente le comunità vulnerabili dai servizi sanitari. L’Unaids ha evidenziato che nei paesi che criminalizzano l’omosessualità, la prevalenza dell’Hiv è cinque volte più alta tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini rispetto ai paesi senza queste leggi.
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