16 giugno 2020 – Notiziario in genere

Scritto da in data Giugno 16, 2020

Femminicidi, e tanti, in Sudafrica. In India sono le donne che hanno subito violenza durante la gravidanza a pensare alla contraccezione dopo il parto. Kazakistan, ampio pacchetto riforme per sviluppare la democrazia. Svizzera, un urlo contro il gender gap. I terroristi volevano attaccare il Gay Pride di Amsterdam nel 2018. Sentenza storica della Corte Suprema degli Stati Uniti: un lavoratore, una lavoratrice non può essere licenziato perché gay o transgender.

Sudafrica

#JusticeForTshego

Accoltellata, poi appesa a un albero. Tshegofatso Pule, aspettava un bambino – sarebbe nato tra un mese – ed era scomparsa dall’inizio di giugno: è stata ritrovata così, vicino a Johannesburg, in Sudafrica. Prima di sparire lei e il suo fidanzato, sposato con un’altra, avrebbero litigato. Tshego avrebbe poi chiamato la famiglia raccontando del diverbio e dicendo che stava rientrando a casa: da allora è scomparsa. Al momento nessun persona risulterebbe arrestata per la morte della donna, ma la polizia ha secondo il Sunday Times dubbi sul padre del bambino. L’hashtag #JusticeForTshego è diventato virale su Twitter. L’anno scorso il presidente Cyril Ramaphosa de l Sudafrica aveva detto del suo paese che è “uno dei luoghi più pericolosi al mondo in cui essere una donna”. Nel 2017 sono state uccise 2.930 donne, dato che equivale a un femminicidio ogni tre ore.

https://twitter.com/Keba99/status/1269952685857439744

https://twitter.com/Lerato_Maledi/status/1270980862851645441

Gli altri femminicidi

Quella di Tshego non è l’unica storia di donne morte ammazzate in questi giorni nel Paese. Un uomo sospetto di 28 anni è stato arrestato a Belhar, Città del Capo, in relazione alla morte di una donna di 27 anni e di una bambina di sette anni, madre e figlia. La donna era stata accoltellata.

I residenti di Dobsonville hanno fatto una macabra scoperta: il corpo di una giovane donna venerdì. Aveva ferite da taglio. Il portavoce della polizia Kay Makhubele ha detto a TimesLIVE lunedì mattina che un uomo sospettato dovrebbe comparire in tribunale nei prossimi giorni. Le indagini preliminari hanno mostrato che la donna non è stata uccisa nel punto in cui è stato lasciato il suo corpo.

Una donna di 45 anni è stata pugnalata a morte e il suo corpo è stato scoperto da un passante in un campo venerdì. È stato arrestato un sospetto di 36 anni. La madre di tre figli, 26 anni, è stata assassinata mentre partecipava a una funzione culturale una settimana fa. È stata colpita e pugnalata con un’ascia e un coltello da un uomo che si è consegnato alle autorità subito dopo. “Il modo in cui è morta è inimmaginabile”, hanno detto famiglia e amici.

La ministra delle Donne, gioventù e delle persone con disabilità, Maite Nkoana-Mashabane, dice che il Paese “è in crisi e che è necessario un cambio di passo sulla questione di genere”: l’aumento dei casi di violenza la preoccupa.

India

La ricerca su The Lancet

C’è un crescente corpus di ricerche che esplorano come la violenza intima dei partner influenzi il processo decisionale contraccettivo: lo dice una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica The Lancet. Si stima che in India ci siano 7,8 milioni di persone colpite dalla violenza e una forte e costante dipendenza dalla sterilizzazione femminile come forma di contraccezione dominante. Questo studio esamina la relazione tra abuso durante la gravidanza e successiva contraccezione di spaziatura postpartum in India.

Le donne che subiscono violenza di genere durante la gravidanza, spesso perpetrata da un coniuge, affrontano un doppio fronte di vulnerabilità, con rischio di danni sia a se stesse che alle loro gravidanze. Stime recenti suggeriscono che in India, un paese che grava pesantemente sulle disparità di genere e sulla violenza, oltre 9 milioni di donne (il 3,9% delle madri in età riproduttiva) hanno subito violenza durante la gravidanza.

The Lancet

Il 2% delle donne che diventano madri per la prima volta (2-4%) ha testimoniato episodi di violenza fisica coniugale durante la gravidanza. La metà delle donne (49%) non ha usato alcuna contraccezione post-partum nel lasso di tempo tra il parto e l’intervista (in media 21 mesi). Una su tre (34%) ha usato per la prima volta una contraccezione controllata dal maschio (51% preservativo, 27% di astinenza / ritmi periodici, astinenza del 22%) e il 18% ha usato per la prima volta una contraccezione controllata dalla donna (63% di pillola, 27% dispositivi intra-uterini, eccetera) come primo metodo postpartum. In controtendenza con il campione generico, tra le donne che hanno subito un abuso fisico coniugale durante la gravidanza, la prevalenza di iniziare la contraccezione postpartum controllata dalle donne è superiore a quella dell’uomo. L’uso contraccettivo è iniziato in media sei mesi dopo il parto.

Kazakistan

In Kazakhstan si starebbe lavorando a un ampio programma di riforme a livello politico per inaugurare una nuova stagione per il paese. Nei giorni scorsi il presidente del Kazakhstan Kassym-Zhomart Tokayev ha firmato una serie di leggi, tra cui quella sulle manifestazioni, che ne semplifica la regolamentazione legale. È in fase di miglioramento poi la legge elettorale: si rafforzeranno i diritti delle donne e dei giovani nella partecipazione alla vita politica del paese, e verrà inserita nelle liste di partiti elettorali una quota del 30% per le donne e per i giovani sotto i 29 anni. Nuove quote speciali sono previste poi per l’anno prossimo, quando sono previste le elezioni per i Mazhilis – la Camera bassa – del Parlamento. Oggi in Kazakhstan vivono oltre 4,5 milioni di donne economicamente attive e 2,8 milioni di giovani dai 20 ai 29 anni.

Kassym Jomart Tokayev. Wikipedia

Svizzera

Un urlo contro il gender gap. Le lavoratrici svizzere guadagnano circa un quinto in meno degli colleghi maschi: la situazione è peggiorata rispetto a vent’anni fa. E allora ecco un grido collettivo di protesta, contro la violenza domestica e la disparità retributiva. Le donne di tutta la Svizzera sono scese in piazza per una grande manifestazione nazionale: l’anno scorso erano in mezzo milione, quest’anno molte meno a causa delle misure per il contenimento di Covid-19. La Svizzera garantisce un’alta qualità della vita ma – si legge su Vanity Fair, ma ne parlano anche il Guardian e la Cnn – in paradossale ritardo, rispetto ad altre economie sviluppate, per quanto riguarda l’equità retributiva delle donne e le possibilità di carriera.

Le lavoratrici svizzere guadagnano circa un quinto in meno dei loro colleghi uomini. Miglioramenti rispetto a 30 anni fa ce ne sono stati nel tempo: all’epoca erano pagate un terzo in meno dei colleghi maschi. Ma oggi la situazione è peggiore rispetto a quella di 20 anni fa, nel 2000.

I terroristi volevano attaccare il Gay Pride di Amsterdam nel 2018

Due anni fa terroristi islamici olandesi aveva pianificato un attacco al Gay Pride di Amsterdam, uno dei più grandi al mondo. È quello che è emerso nei giorni scorsi durante un processo a Rotterdam, in Olanda, a sei sospetti arrestati nel 2018.

Stati Uniti, storica sentenza

Sentenza storica della Corte Suprema americana: un lavoratore, una lavoratrice non può essere licenziato perché gay o transgender. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito ieri che la legge federale deve proteggere da ogni discriminazione sul lavoro: una decisione presa a maggioranza, 6 a 3, con il presidente della Corte John Roberts e il giudice conservatore Neil Gorsuch che hanno votato con i giudici di nomina democratica. Secondo la sentenza, il titolo VII del Civil Rights Act del 1964 protegge non solo dalla discriminazioni basate sulla razza o la religione ma anche da quelle basate sull’orientamento
sessuale o sull’identità di genere: quindi protegge anche tutti i lavoratori e le lavoratrici Lgbtq. Viene dunque riconosciuto che il passaggio in cui la legge parla di ‘sesso’ non è da riferirsi solo alla potenziale discriminazione delle donne, quindi al sesso biologico, ma è una questione di genere.

In copertina la ministra delle Donne, gioventù e delle persone con disabilità sudafricana, Maite Nkoana-Mashabane. Wikipedia

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