Notiziario dall’Est Europa

Scritto da in data Dicembre 10, 2019

  • Bielorussia: l’integrazione tra Russia e Bielorussia è stata rinviata, mentre i sostenitori dell’indipendenza del Paese protestano a Minsk FOTO
  • Ucraina: incontro Zelensky e Putin a Parigi per porre fine ai combattenti nel Donbas
  • Russia: bandita dalle Olimpiadi e dai Campionati del mondo per quattro anni per decisione della WADA
  • Russia: condannato a tre anni di libertà vigilata un giovane youtuber

Ucraina 

Il 9 dicembre a Parigi si sono riuniti i leader dell’Ucraina, Francia, Germania e Russia per trovare un modo per porre fine ai cinque anni di combattimenti in Ucraina orientale, nella regione del Donbas, scatenate dalla Russia in maniera ibrida, e in cui finora sono morte più di 13mila persone. 

Prima dell’inizio dell’ incontro, il presidente ucraino aveva già tenuto riunioni bilaterali con Angela Merkel ed Emmanuel Macron, e anche il presidente russo, a sua volta, con la Cancelliera tedesca. 

Come ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov all’agenzia russa TASS, Putin e Zelensky si sono stretti la mano prima dell’inizio del vertice. Questa è la prima volta che i due leader si incontrano di persona.

I negoziati sono diventati possibili dopo un grande scambio di prigionieri a settembre.

Come aveva scritto qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook la portavoce del presidente ucraino Iuliia Mendel, Zelensky discuterebbe al vertice di Parigi “le condizioni per il ritorno di altri prigionieri, il cessate il fuoco sulle linee di combattimento e, naturalmente, il ritiro di truppe (russe, ndr) e bande straniere”, una condizione necessaria per tenere le elezioni nel Donbas, volute dalla Russia. 

Ad aumentare la pressione su Volodymyr Zelensky ci sono i manifestanti a Kyiv nonché l’opposizione, quali hanno designato le cosiddette “linee rosse” che il presidente ucraino non dovrebbe attraversare durante l’incontro a Parigi, per non cedere troppo alle richieste di Cremlino.

Russia

Un’altro “caso-Mosca” dopo le proteste di quest’estate, è giunto a conclusione. 

Il tribunale di Mosca di Kuntsevskij ha condannato il giovane youtuber e studente della Scuola superiore di economia Egor Zhukov a tre anni di libertà vigilata con accuse di attività estremiste. 

In precedenza Egor Zhukov è stato incolpato di aver organizzato le rivolte e aver “condotto” la folla durante le manifestazioni del 27 luglio a Mosca. 

Tuttavia, in seguito questa accusa è stata tolta per fare posto a una nuova: lo studente è stato accusato di estremismo, esercitato – questa la ricostruzione – attraverso il suo blog sul canale YouTube. 

Gli investigatori hanno trovato “segni di estremismo” in quattro dei suoi video di due anni fa, in cui Zhukov parla di varie forme di protesta e di lotta contro il sistema governativo. L’accusa ha chiesto quattro anni di carcere insistendo sul fatto che la colpa dello studente fosse confermata principalmente dalle sue stesse parola in video. 

Egor Zhukov e i suoi sostenitori hanno criticato il verdetto, sostenendo che non sia stato preso in considerazione il contesto dei suoi video, in cui il ragazzo parla solo di una cosa: l’inefficacia dei metodi violenti di protesta e l’efficacia di quelli non violenti, come riporta BBC Russia. 

Il caso di Yegor Zhukov ha ottenuto una grande risonanza in Russia. Molti studenti e insegnanti della Scuola superiore di economia e di altre università del Paese hanno parlato a sua difesa e più di 600 persone hanno garantito per lui.

Egor Zhukov rilasciato dopo il verdetto

Olimpiadi

Il 9 dicembre la Russia è stata bandita dalle Olimpiadi e dai Campionati del mondo per quattro anni dopo la decisione della WADA, l’agenzia mondiale antidoping. 

Gli atleti russi non potranno partecipare né alle Olimpiadi di Tokyo 2020 né ai Giochi Invernali di Pechino 2022. L’accusa è quella di aver falsificato ripetutamente i dati dei controlli antidoping dei atleti russi.

Non si è fatta attendere la risposta di Mosca. Il Ministero dello Sport della Federazione Russa ha negato qualsiasi coinvolgimento nella faccenda della modifica del database dei campioni di doping. 

Il premier russo Dmitry Medvedev, invece, ha affermato che ci sono problemi con il doping in Russia, però le accuse della WADA gli ricordano più una “serie televisiva anti-Russia senza fine“. Secondo Medvedev, le sanzioni dell’agenzia antidoping è “una continua isteria anti-russa, che si è già trasformata in una forma cronica“.

La Russia avrà la possibilità di presentare appello al Tribunale di Arbitrato per lo Sport (Tas), che avrà l’ultima parola sulla questione. 

Bielorussia 

Centinaia di manifestanti sono scesi il 7 dicembre per le vie di Minsk per opporsi all’integrazione del Paese con la Russia. 

L’incontro tra Vladimir Putin e Aleksandr Lukashenka si è tenuto nella località di Sochi nel Mar Nero, in coincidenza con il ventesimo anniversario dell’Unione Statale Russia-Bielorussia siglato nel 1999.

Nonostante in quella riunione non sia stato firmato nessun tipo di accordo sull’integrazione tra Mosca e Minsk, domenica 8 dicembre nella capitale bielorussa si è tenuta un’altra manifestazione non autorizzata contro l’integrazione della Bielorussia con la Russia. 

Centinaia di persone sono scese di nuovo in Piazza d’Ottobre, popolandola con gli slogan “Nessuna alleanza con la Russia imperiale!” e “Lunga vita alla Bielorussia!”. 

Mentre marciavano attraverso le strade di Minsk, molti portavano striscioni bianco-rossi – la bandiera vietata del primo stato bielorusso indipendente, nonché bandiere dell’UE – secondo quanto ricostruisce RFE / RL. 

Aleksandr Lukashenka ha detto ai giornalisti a Sochi che il suo Paese sta solo cercando “pari condizioni” nelle sue relazioni con la Russia. Minsk fa molto affidamento su Mosca per il petrolio a buon mercato e miliardi di dollari in sussidi annuali per mantenere a galla la sua economia a modello sovietico. 

Come riportano alcune agenzie di stampa russe e bielorusse, i due leader si riuniranno a San Pietroburgo il 20 dicembre, per ritornare nuovamente sull’argomento. 

Questo notiziario è stato aggiornato con alcuni chiarimenti riguardanti la guerra nel Donbas ucraino.

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