9 marzo 2020 – notizie dalla Russia: i numeri del coronavirus
Scritto da Giancarlo Castelli in data Marzo 9, 2020
Vodka e strutturalismo – La Russia dai vetri di una kommunal’ka. Una rubrica di Giancarlo Castelli per Radio Bullets.
In questa puntata:
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Coronavirus: numeri irrisori (e sospetti) in Russia
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Kirghizstan: 8 marzo contro le donne che manifestano
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S.Pietroburgo: figlio di un giudice uccide un ragazzino
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A L’Aja inizia il processo per Boeing malese
Coronavirus: numeri irrisori (e sospetti) in Russia
È salito a 17 il numero dei contagiati da Covid-19 in Russia: fino a ieri eravamo a 14. Gli ultimi 3 casi scoperti nelle ventiquattr’ore tra sabato e domenica, riguarderebbero tutti cittadini russi che nelle ultime due settimane avevano visitato l’Italia. La Russia ha già predisposto alcune importanti misure di sicurezza contro il virus, a dimostrazione che il Paese non sottovaluta i rischi ma i numeri continuano a rimanere bassi. Un fatto piuttosto inspiegabile data la vicinanza territoriale con la Cina, con cui condivide parecchi chilometri di frontiera e la presenza di numerosi pendolari cinesi sul territorio russo. Tanta sicumera ha spinto la vice-premier del governo Mishustin, Tatjana Golikova a parlare di sopravvalutazione del pericolo, indicando nell’influenza stagionale un problema epidemico certamente più preoccupante del Covid-19. Come che sia, intanto le autorità di Mosca, oltre ad aver disposto l’apertura di nuovi padiglioni in caso di epidemia ed aver fatto obbligo per tutti gli stranieri provenienti dai Paesi a rischio di sottoporsi a controlli in frontiera, hanno anche deciso che chi verrà spedito in quarantena e trasgredirà l’ordine rischierà fino a 5 anni di carcere.
Kirghizstan: 8 marzo contro le donne che manifestano
Non è stato per niente facile, per alcune donne tagike festeggiare il giorno dell’8 marzo. Una ventina di loro infatti, nella giornata dedicata alla Festa della Donna, si è riunita a piazza della Vittoria, nella capitale Bishkek per manifestare. Poco dopo sono state aggredite da un gruppo di uomini mascherati che le ha insultate e picchiate, non risparmiando neppure i bambini presenti al seguito. Intervenuta la polizia, gli uomini sono scappati e gli agenti non hanno trovato di meglio da fare che porre le donne in stato di fermo per manifestazione non autorizzata. In serata si è poi saputo che la polizia è riuscita ad individuare alcuni degli aggressori e che comunque anche durante il fermo avvenuto nella mattinata, alcuni di loro erano stati portati via.
S.Pietroburgo: figlio di un giudice uccide un ragazzino
A S.Pietroburgo un ragazzino di 14 anni è stato trovato cadavere sulle scale di un palazzo, con evidenti ferite da arma da fuoco. Ad ucciderlo, dopo indagini durate ventiquattr’ore, sarebbe stato un suo coetaneo e amico il quale, dopo l’interrogatorio, ha confessato di avere sparato per sbaglio con un fucile, uccidendo il ragazzo. La madre del presunto omicida, intervistata dal giornale Zvezdà ha assicurato che tra i due giovani non c’era stato nessun litigio e che i due non avevano né bevuto alcolici e neppure usato sostanze stupefacenti. La donna, esprimendo il suo cordoglio ai familiari della giovane vittima, si è offerta di aiutarli sia nelle spese funerarie sia per un eventuale sostentamento economico in futuro. Il padre del presunto assassino-baby è un giudice della terza Corte di Cassazione di S.Pietroburgo.
A L’Aja inizia il processo per Boeing malese
Dal 9 al 13 marzo a L’Aja inizierà il processo per i presunti responsabili dell’abbattimento del Boeing della Malaysia airlines M17, caduto nel territorio del Donbass, sud est dell’Ucraina, partito da Amsterdam e diretto a Kuala Lumpur il 17 luglio del 2014 con circa 300 persone a bordo tra passeggeri ed equipaggio, tutti morti nell’incidente. Il tribunale circondariale de L’Aja (da non confondere con il Tribunale internazionale che ha sede nella stessa città) dovrà processare quattro imputati, tre russi e un ucraino, accusati in qualche modo di aver partecipato all’abbattimento del velivolo. Secondo l’indagine svolta infatti dal Joint Investigative Team, composto da rappresentanti di Olanda, Malaysia, Gran Bretagna, Australia e Ucraina, l’aereo sarebbe stato abbattuto da un missile terra-aria sparato dal un lanciamissili Buk di costruzione sovietica prima e russa poi, presumibilmente in un’area controllata dai separatisti filo-russi, sospettati di essere foraggiati militarmente dalla Russia stessa. Mosca, che fa sapere come quel modello di lanciamissili non sia più da tempo in dotazione dell’esercito russo, rigetta le accuse e per questo non ha partecipato alle indagini essendosi vista peraltro negata la possibilità di ricevere la documentazione dall’Olanda. Va anche aggiunto che alcuni mesi fa la Malaysia ha deciso di non riconoscere le conclusioni dell’indagine del Joint Investigative Team per la insufficienza di materiale probatorio.
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