“A casa”: speranze alla deriva
Scritto da Valentina Barile in data Ottobre 8, 2021
Un viaggio verso casa, dove casa è una condizione possibile dell’abitare, ovunque vi sia dignità. La storia di Mona e Monika come esperienza di donne e uomini che non smettono di inseguire la speranza. Valentina Barile su Radio Bullets con Stefano Andrea Cresti, traduttore, tra l’altro, di “A casa” (Chez toi di Sandrine Martin), graphic novel pubblicata in Italia da Tunué edizioni.
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Empatia
Cosa unisce le persone? Comprendere condizioni di vita e storie a latitudini diverse è possibile? Perché le strade di Mona e Monika si incrociano? Stefano Andrea Cresti su Radio Bullets: «Il mondo di Mona e Monika è terribilmente diverso dal mio, ed è anche il mio mondo; grazie alla capacità di empatia, di cui in teoria siamo dotati un po’ tutti, si riesce a scavalcare la differenza di genere, la differenza esperienziale di vita, la differenza geografica, a volte, la differenza storica e cronologica che si ha tra lettore – in questo caso traduttore – e i personaggi e la vicenda narrata. È un gesto che diventa una sorta di esercizio inconsapevole e che ritengo per questo essere molto interessante, per quanto mi riguarda, perché mi consente, per l’appunto, di fare una sorta di copia carbone e di identificarmi con le storie e con i personaggi che mi trovo a tradurre di volta in volta, in questo caso la storia di Mona e Monika di Chez toi di Sandrine Martin».
Andare oltre la traduzione
Cosa vuol dire tradurre un fumetto, come funziona? È tecnicamente simile alla traduzione di un romanzo o vi sono delle differenze di partenza. Ne parliamo con Stefano Andrea Cresti: «Uno degli aspetti che caratterizzano il lavoro di traduzione del fumetto è la presenza preponderante dei dialoghi che, ovviamente, sono le voci dei personaggi; queste sono di grande aiuto e caratterizzano in qualche maniera il lavoro del traduttore perché ci si concentra molto su quello che sono questi dialoghi. Diverso quindi dal lavoro di traduzione di un romanzo che, tipicamente, ha anche corpose sezioni descrittive che fanno da contorno oppure addirittura rappresentano il corpo principale del testo. L’altro aspetto che può essere interessante, forse è un po’ più meccanico, tecnico, è il fatto che nella traduzione di un fumetto si volti pagina molto, molto più spesso che nella traduzione di un romanzo, e questo detta, per esempio, l’andamento del mio lavoro e ne impone un po’ il ritmo, la musica e la realizzazione».
Vite parallele
«Rientriamo al campo. Ripenso al consulto. A quell’ostetrica greca, che pare tanto sicura di sé. La invidio. Se bastasse passare dall’altra parte di un tavolo, scambierei volentieri la mia posizione con la sua. Mi vedo infilare le sue mani come fossero guanti, le sue gambe come un paio di calze. Adottare i suoi modi e la sua lingua. Immaginare di vivere la vita di una sconosciuta è inebriante. Una vita perfetta, dal momento che riesco soltanto a immaginare le delizie: una famiglia amorevole, una casa confortevole, un mestiere appassionante…». – da “A casa” (Tunué edizioni). Stefano Andrea Cresti conclude su Radio Bullets: «“A casa” è un fumetto molto intenso, frutto del lavoro di diversi mesi, anni di studi da parte degli autori, è un fumetto che non definirei letteratura di evasione, è un fumetto che partecipa a farci capire quella che è la realtà dei protagonisti, la realtà di persone lontanissime eppure vicinissime a noi. È un fumetto di denuncia e approfondimento, ed è un po’ quello che servirebbe sempre. Quello che permette – mettendoci nei panni degli altri – di capire che cosa è la vita della persona che abbiamo accanto, vicina o lontana che sia, a empatizzare, a rimanere umani».
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