A lento ma graduale rilascio

Scritto da in data Dicembre 20, 2019

 

Dall’Istituto di tecnologia del Massachusetts (MIT) una nuova pillola anticoncezionale custodita in una capsula in grado di rimane nello stomaco dopo essere stata ingerita e rilasciare il farmaco in modo graduale. Si apre la strada a un nuovo modo di somministrare medicinali che cambierà la vita di molti pazienti.
Raffaella Quadri per Radio Bullets. Musica: “Un poco di zucchero”, colonna sonora del film Mary Poppins
Photo credits: MIT

Certo Mary Poppins la faceva facile, per ingoiare la pillola bastava un poco di zucchero ma quello di cui sto per raccontarvi nasconde qualcosa di più complesso, o meglio a essere elaborata è la tecnologia ma la somministrazione della pillola è ancora vecchio stile.
Per scoprire di cosa si tratta ci dobbiamo spostare negli Stati Uniti, al MIT (Massachusetts Institute of Technology) dove un gruppo di ricercatori ha condotto alcuni test per provare l’efficacia di un rivoluzionario somministratore di farmaci.

Una stella a rilascio graduale

L’idea è venuta pensando alla contraccezione e, più precisamente, alla pillola anticoncezionale, uno dei più diffusi ed efficaci metodi per il controllo delle nascite. Efficace sì, ma solo se la dose quotidiana è assunta correttamente ed è qui che è nata l’idea di ottimizzare un meccanismo sviluppato in precedenza dal team del MIT e già testato sui medicinali destinati alla cura della malaria e dell’HIV.
Si tratta di un sistema di erogazione di farmaci a forma di stella, capace, una volta ingerito, di rimanere nel tratto digestivo per giorni o addirittura settimane prima di essere digerito.
La speciale capsula di gelatina che ricopre il sistema si dissolve una volta raggiunto lo stomaco, consentendo alle braccia piegate della stella di espandersi piano piano e rilasciare lentamente il farmaco contenuto. Un’apertura graduale, quindi, per un altrettanto graduale rilascio del medicinale. Il tutto calibrato in base alle necessità.

Polimeri e farmaci

Mentre i meccanismi a stella precedenti riuscivano a resistere in un ambiente acido simile a quello dello stomaco fino a due settimane, al fine di permettere la somministrazione per un intero mese di anticoncezionali i ricercatori del MIT hanno dovuto rinforzare la capsula di gelatina, utilizzando materiali più resistenti.
Si è trattato di calibrare le concentrazioni dei polimeri di cui sono composte le braccia della stella che si mescolano con il farmaco, per potere così controllare la velocità con cui quest’ultimo viene rilasciato.
La ricerca ora si concentra sull’individuare diverse metodologie che innescare e controllare il meccanismo di apertura della stella, per esempio giocando sulle variazioni di pH oppure utilizzano sbalzi termici o, ancora, ricorrendo all’esposizione a determinate sostanze chimiche.

Ipotesi per il futuro

Dalla pillola contraccettiva ad altri tipi di farmaci a lunga somministrazione il passo potrebbe essere breve, l’idea dei ricercatori americani potrebbe essere ampliata all’utilizzo del meccanismo di rilascio graduale anche a medicinali che debbano essere presi per lunghi periodi e magari da pazienti costretti a recarsi in ospedale appositamente. Il nuovo meccanismo renderebbe la loro vita meno complicata e la somministrazione corretta del farmaco molto più sicura.
Di certo, una volta messa in produzione, la pillola americana potrà contribuire a migliorare e proteggere la salute delle milioni di donne che ancora, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, hanno difficoltà ad accedere a questo tipo di farmaci.
Per il momento i test con la pillola anticoncezionale sono stati effettuati in laboratorio, per passare alla sperimentazione sull’uomo si dovrà attendere ancora qualche anno.
La ricerca intanto ha ottenuto la sovvenzione di 13 milioni di dollari dalla Fondazione di Bill e Melinda Gates.

In foto i ricercatori Ameya Kirtane e Tiffany Hua del MIT mostrano la capsula a rilascio graduale (MIT – Immagine gentilmente concessa dai ricercatori).

Ascolta/leggi anche:

E se credete in un giornalismo indipendente, serio e che racconta dai posti, potete sostenerci andando su Sostienici

Tagged as

[There are no radio stations in the database]