Di generazione in generazione
Scritto da Raffaella Quadri in data Settembre 16, 2022
L’Università di Melbourne ha pubblicato recentemente, su European Respiratory Journal, uno studio sul rischio di asma nei bambini condotto dai ricercatori Jiacheng Liu e Dinh Bui.
Dal confronto con i dati raccolti in cinque decenni, hanno stilato l’ipotesi di una possibile correlazione tra fumo passivo e sviluppo di problemi respiratori in più generazioni.
Ma andiamo con ordine.
Asma ereditaria: il colpevole è il fumo passivo di papà?
Quella di Melbourne è una ricerca con basi solide, costituite da una mole di dati davvero notevole. I ricercatori australiani hanno preso come riferimento i dati raccolti negli anni attraverso il Tahs (Tasmanian Longitudinal Health Study), uno studio realizzato dal medesimo ateneo, divenuto poi una collaborazione internazionale, e iniziato nel 1968.
Con i suoi cinquantaquattro anni di monitoraggio, il Tahs è uno degli studi più lunghi e corposi mai effettuati sulla salute respiratoria e punto di riferimento a livello mondiale sull’argomento.
I ricercatori, nello specifico, hanno esaminato i dati raccolti su 1.689 bambini cresciuti in Tasmania e i loro diretti ascendenti per via paterna, padri e nonni.
Hanno confrontato tali dati trovando una correlazione tra i bambini che hanno sviluppato l’asma non allergica all’età di sette anni, e i padri cresciuti con genitori che fumavano quando a loro volta erano bambini o adolescenti fino ai 15 anni.
I numeri della ricerca indicano come ci sia un aumento pari al 59% del rischio di asma non allergica nei bambini i cui padri sono stati esposti al fumo passivo durante la loro infanzia, rispetto a quelli i cui genitori non hanno respirato fumo passivo.
Percentuale che aumenta al 72% per quei bambini i cui papà sono diventati a loro volta fumatori prima del completamento della propria pubertà.
Ipotesi: fumo passivo e modifiche cellulari
Che il fumo passivo faccia male è un dato risaputo, ma ciò che i ricercatori australiani sottolineano è un’ipotesi che, per quanto sia al momento speculativa e non ancora corroborata da prove scientifiche, apre una nuova strada nello studio degli effetti del fumo.
L’idea è che il fumo passivo, respirato nell’infanzia, possa causare cambiamenti nei geni e che questi siano quindi trasmessi attraverso le generazioni, di padre in figlio.
«È possibile che il fumo di tabacco stia creando cambiamenti epigenetici nelle cellule che andranno a produrre sperma nei ragazzi in fase di crescita. Questi cambiamenti possono poi essere trasmessi ai loro figli», ha dichiarato il professor Shyamali Dharmage dell’Università di Melbourne, a capo del Tahs.
Si sta parlando, dunque, di un’influenza dell’ambiente esterno sulla struttura delle cellule staminali durante la maturazione gonadica, che potrebbe aumentare il rischio di asma nella prole. Preoccupante, certo, ma non una modifica a senso unico. «Questi cambiamenti possono essere ereditati, ma possono essere parzialmente reversibili per ogni generazione», ha aggiunto il professore.
La ricerca continua
Al momento non vi è nulla di certo e di provato. Del resto, come spiegano i ricercatori nello studio, si sa ancora troppo poco sulla possibile associazione tra esposizione passiva al fumo dei padri durante infanzia e pubertà, e aumento del rischio di asma nei figli, ma gli studi proseguono.
Il prossimo passo porterà i ricercatori a indagare anche su una possibile correlazione tra fumo passivo in età puberale e trasmissibilità alla prole di allergie o altre malattie polmonari.
Foto di copertina: svklimkin da Pixabay
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