Coccia: “Amen”, storia di una corruzione
Scritto da Valentina Barile in data Luglio 8, 2022
L’inchiesta che ricostruisce una storia di corruzione nel mondo del Vaticano. Il cardinale Angelo Maria Becciu, da braccio destro del papa a imputato per estorsione, peculato, truffa, appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio. Valentina Barile ne parla su Radio Bullets con Massimiliano Coccia, giornalista de L’Espresso, e il suo libro “Amen” (Piemme).
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400 milioni di euro…
«La veste di un cardinale è rossa in ricordo del sangue di Cristo, ma il rosso è anche il colore della vanità. Spero che queste pagine possano ricordare a tutti che fuori dalla grazia di qualcosa di grande siamo solo la brutta copia di noi stessi». – da “Amen” (Piemme). Massimiliano Coccia su Radio Bullets: «Ci sono molti modi per fare giornalismo di inchiesta e io ho sempre amato e sempre percorso una strada che non prevedesse il passaggio di carte da inquirenti a giornalisti ma che cercasse di comprendere le distonie tra quanto raccontato e quanto prodotto in modo reale, cercando un po’ di inseguirle. È stato così per l’inchiesta Becciu ma è stato così per tutte le inchieste che ho condotto, quelle relative alla criminalità organizzata e alle saldature con i neofascisti, quelle sui vari voti di scambio all’interno dei comuni italiani e, ancora, diciamo tutto quanto quello che ho cercato di raccontare nella mia piccola e umile carriera, sostanzialmente l’ho fatto cercando di mettere insieme dei fatti, delle cose che non tornavano. Mi sono trovato in questa storia proprio perché rispetto a come veniva raccontata da un po’, le trombe ufficiali, c’era qualcosa che non tornava. Quattrocento milioni di euro fuoriusciti dalle stanze vaticane non possono avere esclusivamente un gruppo di finanzieri corrotti a guidare, ci deve essere una testa, un ponte politico. E quel ponte politico, come abbiamo raccontato prima su L’Espresso, poi nel podcast “Amen” e ora nel libro edito da Piemme, era il cardinale Angelo Becciu».
… dalle casse del Vaticano
“Amen” è l’inchiesta delle inchieste che ha portato l’attenzione della giustizia non solo sul cardinale Becciu, protagonista di questa vicenda, ma su altre diverse personalità all’interno e all’esterno del Vaticano. Massimiliano Coccia: «Sì, è un’inchiesta chiave questa, sicuramente ci saranno altre inchieste nel mondo del Vaticano, ma nessuna tratterà di corruzione così come l’abbiamo trattata in queste pagine. Ho provato un sentimento di schifo, innanzitutto perché per me la mente umana, lo stupore del male che può essere prodotto e la capacità di distorcere il messaggio evangelico è sempre una sorpresa. Ho provato schifo, ho provato rabbia perché questa, come ogni storia di corruzione, è anche una storia non solo di risorse derubate, ma di meritocrazia che non esiste, progetti dati a cooperative intestati ai fratelli del Cardinale, progettazione sociale per una birra fatta dai ragazzi autistici finanziati da un finanziere — scusate il gioco di parole — angolano connivente con giri del mercato nero del petrolio e dell’oro. Insomma, diciamo che le sensazioni sono state schifo e rabbia e devo dire che ci ho messo anche molto tempo dal lavarmi da dosso un po’ dello schifo che ho attraversato, perché in qualche modo per riuscire a raccontare bene quello che avviene in certi processi criminali, in certi processi corruttivi, devi entrare all’interno della testa di questa gente, e quello che ho visto, generalmente, non è mai nulla di buono. A un certo punto devi prendere le distanze da storie come queste, perché altrimenti inizi a pensare come loro, inizi a vedere la realtà con i loro occhi e questo, diciamo, è stato il lavoro più grande che ho dovuto condurre anche un po’ su me stesso».
“Fuori i mercanti dal tempio”
Da duemila anni la Chiesa fa i conti con gli affari, che cercano di infilarsi in ogni angolo, e la vicenda del cardinale Becciu riporta, in chiave moderna, ciò che è sempre accaduto dai tempi di Gesù Cristo. Papa Francesco con le riforme vaticane ha per l’ennesima volta cacciato i mercanti dal tempio. Massimiliano Coccia conclude su Radio Bullets: «Non può esistere una chiesa incoerente, non può esistere una chiesa che da un lato si fa ultima tra gli ultimi e dall’altra parte utilizza dei meccanismi economici e finanziari degni di una società offshore. Non può esistere, e Papa Francesco lo ha capito bene ed è su questa richiesta che Papa Francesco ha costruito la riforma della giustizia, ha costruito la riforma della Curia e ha costruito, e finalmente finalizzato, la riforma delle finanze vaticane. Il Papa sa che questa è una chiamata irrevocabile alle riforme, ha prodotto tantissimo di quello che si era prefissato, la chiesa di oggi non è più la chiesa che abbiamo conosciuto fino a qualche tempo fa e io credo che di questa voglia e volontà di coerenza credenti e non credenti possano in qualche modo giovarne perché la Chiesa non è solo un’entità spirituale, è anche uno stato, è anche un’entità politica e l’allineamento agli standard internazionali contro la corruzione, la lotta ai paradisi fiscali, la lotta alle mafie, ora come ora costituiscono un caposaldo anche dell’azione della Santa Sede. Non è stato sempre così, e sicuramente dobbiamo interrogarci storicamente perché sia successo quello che abbiamo raccontato, però dobbiamo anche abbracciare in un’ottica progressiva una chiesa che va verso un cammino di riforme, di trasparenza e di diversità rispetto al passato».
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