Commerciali ma non troppo

Scritto da in data Giugno 29, 2023

Allacciate le cinture, si parte! Non esattamente per le vacanze estive, ma l’avventura di cui stiamo per parlare aprirà nuove prospettive nel nostro modo di viaggiare.

Ascolta il podcast

Commerciali ma non troppo. Stiamo parlando dei voli suborbitali, come quello che ha tenuto banco, in questi giorni, sui media di tutto il mondo. L’evento è certamente di rilievo, il primo volo commerciale della Virgin Galactic di Richard Branson e mira a trasportarci in una nuova era: quella dello spazio per tutti… o quasi.
Ebbene, il momento è giunto: 29 giugno, Spaceport America (New Mexico), per la missione “Virtute 1”.

Perché è importate il primo volo commerciale di Virgin Galactic

Al di là di essere una prima volta per Virgin Group, i voli suborbitali sono interessanti anche dal punto di vista scientifico. Lo abbiamo visto già in altre occasioni, nel caso di missioni spaziali: l’assenza di gravità – o meglio la condizione di microgravità – consente di effettuare esperimenti che ci aiutano a comprendere meglio alcuni fenomeni terrestri e a capire, per esempio, come il corpo umano reagisce alla permanenza nello spazio.
Un esempio sono i test effettuati su parametri biometrici e sulla reazione, anche nel lungo periodo, sul fisico umano, con eventuali ricadute in termini di invecchiamento e di salute.

L’avventura di Virgin Galactic ha però anche una finalità legata all’evoluzione del modo di viaggiare. Il volo suborbitale potrà diventare in futuro una nuova modalità di interpretare il trasporto aeronautico e, certamente, una nuova frontiera turistica.
Ad aprire la strada verso il turismo spaziale, già nel 2021, erano stati proprio il patron di Virgin Group, Richard Branson, seguito da Jeff Bezos con la sua Blue Origin, una breve avventura a cui aveva partecipato anche l’ottantenne Mary Wallace Funk (Wally).
Il quel suo primo assaggio ai confini dell’atmosfera, Branson non si era spinto oltre la linea di Von Kármán che, a più di cento chilometri di quota, segna idealmente l’ingresso nello spazio e anche in questa occasione sono stati raggiunti circa ottanta chilometri di altitudine.
Quello di due anni fa, così come il volo effettuato a maggio da esperti della Virgin Galactic, era stato solo un volo di prova sul razzo VSS Unity – in quell’occasione a bordo c’era anche Branson oltre a cinque membri dell’equipaggio – ed ecco perché il volo Galactic 01 ha il gusto di un esordio.
Le prospettive sono di effettuare un secondo volo, il Galactic 02, in agosto, per poi dare il via a un programma di voli mensili. I biglietti potranno arrivare a costare fino a 450.000 dollari l’uno.

La ricerca scientifica: tre italiani a bordo

Galactic 01 è stato un volo breve, durato meno di un’ora, ma sufficiente per portare in quota il razzo VSS Unity, pilotato dal comandante statunitense Mike Masucci e dal pilota italiano Nicola Pelice, agganciato all’aereo VMS eve, con a capo la comandate statunitense Kelly Latimer coadiuvata dal pilota canadese Jameel Janjua. Una volta sganciatosi dall’aereo guida, il razzo ha proseguito da solo la sua breve avventura fino a ottanta chilometri di altitudine, per poi ridiscendere e atterrare alla base.

Il volo Galactic 01 ha quindi anche i toni del tricolore italiano. Oltre al pilota del razzo, altri tre nostri connazionali hanno fatto parte dell’equipaggio e della missione “Virtute 1”. Si tratta di due membri dell’Aeronautica militare italiana, il colonnello Walter Villadei e il tenente colonnello Angelo Landolfi, e l’ingegnere del CNR Pantaleone Carlucci.

Il colonnello Walter Villadei, che ha iniziato la sua formazione professionale di astronauta presso la NASA, è il comandante della missione “Virtute 1” e responsabile dell’esecuzione della ricerca. A bordo ha controllato i propri dati biometrici e le risposte fisiologiche del suo corpo, misurandoli attraverso una tuta intelligente. Questo volo spaziale fa parte, tra l’altro, del suo addestramento da astronauta per una futura missione sulla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale.

Il tenente colonnello Angelo Landolfi è un medico chirurgo, esperto in medicina subacquea e iperbarica, e medicina legale, oltre a essere chirurgo di equipaggio nell’ambito del programma di addestramento dei cosmonauti. Suo compito nella missione è stato misurare le prestazioni cognitive in microgravità e studiare come alcuni liquidi e solidi si mescolano in condizioni di microgravità.

Infine, Pantaleone Carlucci è ingegnere dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche – ed è responsabile del coordinamento tecnico di progetti strategici su piattaforme stratosferiche e lanci aerei. Nella missione “Virtute 1” è ingegnere di volo e specialista del carico utile. Durante il volo e in microgravità, indossando una serie di sensori, ha misurato diversi parametri del proprio fisico, tra cui frequenza cardiaca e funzioni cerebrali.

Collega di avventura dei tre scienziati italiani, anche l’americano Colin Bennett, istruttore astronauta della Virgin Galactic, che ha completato l’equipaggio del Galactic 01.

Il successo atteso, dunque, è stato raggiunto. Ora Branson e i suoi potranno occuparsi di organizzare i prossimi voli commerciali. E chissà, forse un giorno anche noi con il biglietto del metrò potremo arrivare fino a limiti dell’atmosfera.

Musica: “Contact” (soundtrack) – Alan Silvestri
Foto in copertina: Virgin Galactic

 

Ascolta/leggi anche:

Il sassolino di Wally

E se credi in un giornalismo indipendente, serio e che racconta il mondo recandosi sul posto, puoi darci una mano cliccando su Sostienici


[There are no radio stations in the database]