Coronavirus, il Cirque du Soleil rischia il default
Scritto da Radio Bullets in data Aprile 5, 2020
Alle vittime del Coronavirus nel mondo potrebbe aggiungersi il Cirque du Soleil. Imprenditore, filantropo, giocatore di poker e turista dello spazio canadese: è così che esordisce la sua biografia su Wikipedia. Lui è Guy Laliberté, oggi proprietario del Cirque du Soleil. Lo ha fondato insieme ad altri amici a Montreal quasi quarant’anni fa, nel 1984, quando aveva poco più di 20 anni, era un mangiatore di fuoco, giocoliere e filarmonicista ed era riuscito a trovare un mega finanziamento. Oggi l’azienda è tra le principali protagoniste del settore dell’intrattenimento, in mano a fondi internazionali di grandi dimensioni con quasi 5mila dipendenti e però, attualmente, anche un debito di quasi un miliardo di dollari.
La crisi del gruppo
Oggi il Cirque du Soleil è a un passo dal fallimento, ha già mandato via 4mila dipendenti e la pandemia di Coronavirus nel mondo, con i conseguenti lockdown in decine di paesi e il blocco degli spettacoli, potrebbe dare all’impresa il colpo di grazia. Il gruppo era già in crisi, e deve affrontare ora la prospettiva di rimborsare i biglietti degli show annullati e l’eventualità di altre penali. Standard & Poor’s ha abbassato il rating del Cirque da CCC a D, indicando un chiaro rischio ‘default’. Secondo quanto riporta Bloomberg, i dirigenti sarebbero ora in contatto con un azionista particolarmente vicino per tentare il salvataggio, il canadese Caisse de Depot e Placement du Quebec, che detiene il 20%.
L’azionista non ha smentito la ricostruzione, mentre Laliberté guarda da lontano quel che resta del suo gruppo, assai diverso dalle origini di quasi 40 anni fa. E da lontano vuol dire dalla sua isola privata, l’atollo Nukutepipi – dove, per inciso, ha avuto qualche problema con la legge per detenzione e coltivazione di cannabis – reati nella Polinesia francese – per cui lui assicura solo un uso personale e medico.
In copertina Cirque du Soleil | Wikimedia Commons
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