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Di Lucrezia Fasano.
«Non fare la femminuccia», «Lascia stare, sono cose da maschi», «Guidi bene per essere una donna».
Pura ironia o sessismo? Espressioni innocue o stereotipi di genere? Quando sembra che queste domande siano ormai da archiviare perché riguardanti discriminazioni di
genere legate al passato e a una concezione arcaica della donna, ecco che di volta in volta un nuovo episodio che ha risonanza mediatica rivela a tutti quello che non è sufficientemente noto: la persistenza degli stereotipi di genere nella nostra società è un dato di fatto.
Quella di Aurora Leone dei The Jackal, alla quale non sarebbe stato concesso di stare al tavolo dei giocatori della Partita del Cuore perché donna, è solo l’ultima di una serie di polemiche che a intermittenza ci ricordano di questo ritardo socioculturale presente in Italia a ogni livello della scala sociale e che colpisce tutte le donne, non solo quelle note. Il linguaggio, dunque, è spesso lo specchio di quel che è malcelato nella realtà. Per fortuna, a rintracciare la spia di questi atti discriminatori siamo in tanti. E in tanti stanno dandosi da fare per smantellare questo sistema di pensiero misogino che continua a tramandarsi… Di padre in padre? Talvolta anche di libro in libro.
Lucrezia Fasano, in questo nuovo episodio di “Chiedilo a l*i”, parte dalla voce “donna” presente in svariati dizionari (modificata solo di recente dalla Treccani che ha eliminato i termini dispregiativi), per poi analizzare i libri delle scuole medie e superiori. E concludere che le discriminazioni di genere ci vengono insegnate insieme all’ABC a scuola. Per questo insiste sul tema e intervista l’onorevole Alessandro Fusacchia sul suo ddl contro le discriminazioni di genere nei libri di testo scolastici.
«Questa proposta prevede la costruzione di un osservatorio e di un sistema di incentivi per fare in modo che la legge incoraggi gli editori, insieme ai docenti, a un esercizio di autoregolamentazione, attraverso anche la costruzione di linee guida», spiega l’onorevole, primo firmatario del disegno di legge, ai microfoni del podcast frutto di un lavoro di gruppo delle studentesse del Lab di Linguistica e giornalismo tenuto da Angela Zurzolo presso la SSML San Domenico di Roma. «Interviene sulla filiera di produzione del libro, che è debole sotto questo punto di vista». E tiene a specificare, per rispondere a chi tra gli editori ha sollevato dubbi: «Non c’è nessun intento censorio o punitivo. Non vogliamo fare un indice dei libri proibiti».
Le case editrici, del resto, non hanno accolto negativamente la proposta. Gli editori stessi hanno dato il via a un processo di autocritica costruttivo. «Alcuni, come Zanichelli, stanno partendo con dei progetti che prevedono di fare delle review dei propri testi con un periodo di tempo congruo perché qui stiamo parlando di centinaia di migliaia e migliaia di pagine», racconta l’onorevole Fusacchia. «I testi scolastici vengono immessi sul mercato dell’editoria ogni tot di anni. Ci sono le revisioni e non è una cosa che si riesce a sistemare da un giorno all’altro», chiarisce. «Però più di un editore è già partito con dei progetti interni per dire “questo è un tema che ci riguarda. È una cosa che dobbiamo fare per noi, non perché ce lo chiede una legge”. E credo che sia un atto estremamente meritorio».
Tra gli stereotipi più frequenti nei libri di testo, quelli che riguardano la divisione dei ruoli nella società fra uomini e donne. «Riguarda principalmente i sussidiari, i testi delle elementari. Ma ci sono anche altri problemi connessi alla questione di genere man mano che noi analizziamo vari testi che servono anche nei diversi cicli, ordini, gradi di scuola», racconta ai microfoni del podcast Chiedilo a l*i il deputato del PD. «Le donne sono un po’ assenti dalla storia, in parte perché storicamente hanno avuto meno capacità di emergere proprio per come era costruita la società, ma in parte c’è anche una narrazione della Storia che non fa sufficiente giustizia alle figure femminili che invece hanno caratterizzato la storia d’Italia, d’Europa, del mondo. E quindi questa è un’altra questione evidentemente che andrà a un certo punto anche affrontata».
E Fusacchia ammette: «È una proposta di legge che è stata sintetizzata mediaticamente parlando di stereotipi di genere ma ovviamente siamo consapevoli che ci sono tanti tipi di stereotipi, che poi sono la premessa di tanti tipi di discriminazione», ricorda. «Questa, in realtà, è una legge per la promozione della diversity, quindi per il contrasto a ogni tipo di discriminazione, a ogni tipo di stereotipo, che siano quelli di genere e razza o quelli legati all’orientamento sessuale. Tutti i tipi di stereotipo che possiamo immaginare: la legge dovrebbe aiutare in questa direzione e, in generale, a promuovere la diversità». E conclude: «Pensiamo anche alle disabilità: nei libri di scuola non esistono i bambini e le bambine disabili, quindi testi che aiutino a raccontare la diversità del paese e del mondo che sta là fuori».
Nato all’interno dell’aula del laboratorio di Lingua, linguistica e giornalismo tenuto da Angela Zurzolo presso la SSML San Domenico di Roma, al podcast “Chiedilo a l*i” hanno lavorato le studentesse under 21 del corso universitario in Traduzione e mediazione linguistica: Martina Zimpi, Jessica Panizza, Lucrezia Fasano, Alice Petri e Fabiola Perotti.
Si tratta di un approccio nuovo ai temi della linguistica e della sociolinguistica per i giovani, e contemporaneamente anche alla sperimentazione di strumenti propri del giornalismo. È un piccolo esperimento che ha coinvolto gruppi di giovanissimi e giovanissime su temi molto difficili quali, nel caso di “Chiedilo a l*i”, questioni di genere sulle quali vi è ancora adesso un dibattito acceso. L’approccio scelto autonomamente dalle studentesse ai contenuti è quello del femminismo intersezionale e della sociolinguistica, il metodo è quello giornalistico ma non accademico (non a caso le audio interviste sono state prezioso strumento di apprendimento, confronto e riflessione per il gruppo). Pur trattandosi di primi appunti di chi si è avvicinato alla materia da poco, nel podcast “Chiedilo a l*i. Dal linguaggio alla discriminazione è un attimo. A caccia di domande giuste sull’identità i genere” ci sono, ad arricchire e spesso a confermare l’autenticità delle riflessioni delle studentesse: la sociolinguista Vera Gheno, che ha proposto l’uso dello schwa per rendere inclusivo il linguaggio; Alessandro Fusacchia, deputato che ha presentato un ddl per promuovere la parità di genere nei testi scolastici; Arianna Rogialli, consulente in materia di sessuologia ed educazione sessuale; le testimonianze di due giovani che hanno subito episodi di discriminazione; le voci di coloro che hanno partecipato al mini sondaggio “Una società paritaria per un giorno”, e altri esperti.
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